Bossi: «Sto aspettando risposte...»
di Gigi Moncalvo

On. Bossi, per tre sere consecutive un totale di 31 milioni e mezzo di telespettatori a Striscia la notizia, su Canale 5, ha visto le prove del losco business dei permessi falsi per i clandestini. Ha visto quelle immagini?
«Sì, questo traffico di documenti falsi è vergognoso, ci sono le prove di una gigantesca truffa, e Striscia sta facendo un’opera di meritoria denuncia. Ma non vorrei che qualcuno pensasse che al “mercato nero” si possa comprare un permesso falso, ma non un contratto di lavoro regolare, sicuri di ottenere l’impunità. Questa volta non è come in passato: non basta un documento falso, perché l’11 novembre al momento della scadenza della regolarizzazione, scatteranno controlli incrociati a tappeto tra Inps, Inail, Prefetture per andare a vedere le identità e gli indirizzi dei datori di lavoro, delle imprese e risalire all’identità di ciascuno. Quello che mi stupisce è che ci siano avvocati di pochi scrupoli che per 200 euro partecipano a questo giro d’affari. Gli ordini professionali non intervengono? Per non parlare di certi imprenditori, di certa gente losca e pronta a tutto per monetizzare e guadagnare... La televisione denuncia un fatto vero ma che non avrà effetti a causa dei controlli incrociati che già sono stati predisposti a partire dall’11 novembre, ultimo giorno utile per la regolarizazione».
Come mai nessuno interviene? Non esiste l’obbligatorietà dell’azione penale? Striscia la notizia non è una lettera anonima ma un Tg autorevole e credibile...
«Mi risulta che la polizia e i carabinieri si siano mossi subito. Non avevo dubbi. Ma, sa, vorrei che non passasse un messaggio sbagliato nelle teste di certi clandestini. E cioè che per un pugno di euro si possa comprare la possibilità (falsa) di stare in Italia. Bisogna dire chiaramente una cosa: attenzione, si deve fare attenzione. La legge Bossi-Fini prevede la galera per chi falsifica, gabola, trucca le carte. Sia per chi le presenta, sia per chi le sottoscrive, sia per chi mette certi timbri. Ci sono i modi per scoprire e smascherare questo tipo di traffici... E i rischi di finire in prigione sono molto elevati... Se la legge prevede la galera e galera deve essere, e galera sarà».
Nel frattempo assistiamo a un curioso fenomeno: quando Striscia denunciò la vicenda di Wanna Marchi la Procura intervenne subito e la fece arrestare, ora dopo tre sere di battage nessuno in Procura si muove, né a Roma, né a Torino, né a Milano dove sono accaduti i tre episodi rivelati da Canale 5. Non sarà che la magistratura chiude gli occhi perché non vuole aiutare l’applicazione e il rispetto della legge Bossi-Fini?
«Precisiamo bene: si tratta di certa magistratura. Non di tutta. Francamente ci sono due pesi e due misure, e ciò non dovrebbe avvenire. Indagini e inchieste che scattano rapidamente e altre che non scattano affatto. Ma ci sono altri episodi su questo fronte. Ho chiesto una relazione dettagliata su casi che mi vengono segnalati di sentenze in cui vengono scarcerati clandestini arrestati. Non è ammissibile che il lavoro encomiabile di polizia e carabinieri venga vanificato da certe sentenze. Può nascere un legittimo senso di frustrazione da parte delle forze dell’ordine: noi li arrestiamo, i giudici li mettono fuori. Non vorrei che qualcuno avesse studiato una certa strategia per boicottare la legge, fiaccando la determinazione e il lavoro intenso delle forze dell’ordine. Tra i magistrati c’è qualcuno che fa il furbo. Ci stiamo applicando per vedere di che e di chi si tratta... I casi sono due. Che qualcuno stia disapplicando la legge per scelte, diciamo così, “politiche” e non giuridiche. In secondo luogo, che qualcuno utilizzi dei cavilli in modo strumentale e parziale. Leggo ad esempio di certe tesi difensive avanzate nientemeno che dagli avvocati d’ufficio degli imputati e subito accolte dalla corte. Si tratta di tesi spontanee, di linee difensive che nascono da sole o che vengono suggerite da qualcuno allo scopo di instradare e facilitare la sentenza? Sia ben chiara una cosa per tutti costoro: verrà valutato bene se ci sono casi di violazione e di mancata applicazione della legge. E se ne trarranno le conseguenze. Qui si tratta di un organo dello Stato, la magistratura, certa magistratura, che non applica o addirittura che si schiera contro una legge votata dal Parlamento, e quindi contro la volontà popolare. Il popolo è contro l’immigrazione clandestina e nessuno può opporsi o ostacolare la volontà del popolo. Dopo aver conosciuto i risultati di questo monitoraggio su certe sentenze, sono pronto a organizzare una gigantesca manifestazione contro quella magistratura che tenta, per motivi ideologici, di piegare la legge al proprio volere. Se c’è qualcuno che dev’essere piegato è chi non rispetta la legge, chi viola la legge, chi vuole modificare, sgonfiare o vanificare la legge a proprio piacimento».
Nel frattempo gli sbarchi continuano tra Lampedusa e quel braccio di mare della Sicilia. On. Bossi possibile che radar e satelliti, guardia costiera e motovedette non riescano ad arginare gli arrivi?
«I problemi sono due in questo campo. Libia e Tunisia, è chiaro, non fanno il loro dovere e non rispettano gli accordi internazionali e quelli bilaterali ed europei con l’Italia rispetto all’immigrazione. Evidentemente non ha sortito alcun effetto con quei Paesi, la minaccia che non arriverà mai più una lira italiana per chi non rispetta gli accordi e crede di farsi beffe di noi. Visto che non ci sentono, nonostante la minaccia di tagliare i nostri aiuti economici, occorre che Tunisia e Libia sappiano bene che noi siamo un Paese serio che non tollererà più alcuna violazione da parte di Paesi che minacciano la sicurezza del nostro Paese a causa del modo in cui agiscono o non agiscono. Ieri il ministro Maroni è tornato dalla Tunisia e aspetto notizie sui suoi incontri. Mi pare però che dei Paesi europei dell’area mediterranea interessati al problema immigrazione (Francia, Spagna, Portogallo e Italia) fosse presente come ministro solo il nostro... Comunque sia, e passiamo al secondo aspetto, mi pare che mentre polizia, carabinieri e finanza si muovono bene all’interno del Paese e facciano pienamente il loro dovere, quello che appare un po’ sbalestrato è il controllo del mare a partire dal limite delle nostre acque territoriali. Bisogna vedere se si tratta del “risultato” di una certa disomogeneità operativa, oppure se manca del tutto o in parte l’applicazione concreta di una linea concordata tra Viminale e ministero della Difesa, segnatamente per quanto riguarda la Marina militare e l’Aviazione. Voglio vederci chiaro, sto aspettando delle relazioni approfondite e alcune risposte chiare su mie domande altrettanto chiare e inequivocabili. Aspetto ancora un poco e poi sono pronto a chiedere, in caso di risposte insoddisfacenti o davanti alle prove di mancati o malfunzionanti coordinamenti, qualcosa che da un po’ di giorni mi frulla in testa. E cioè l’istituzione di un Alto Commissario che coordini queste operazioni anti clandestini. Se siamo di fronte a un’emergenza non c’è niente di meglio che affidare alcuni poteri a una figura come questo Alto Commissario. Ho anche in mente qualche nome. Ma aspetto, prima di andare avanti, di sentire quali sono quelle risposte di alcuni colleghi...».