A causa di un decreto legislativo che recepisce una direttiva europea, bisognerà versare un "equo compenso" per ogni copia privata su supporti digitali e magnetici, i cui prezzi aumenteranno fino al 300%


MILANO – Aumenti compresi tra l’80 e il 300 per cento per audio-cassette e compact disk vergini. E’ quanto potrebbe accadere se venisse approvata dal governo la nuova norma sul diritto d’autore, l'articolo 39 del decreto legislativo allo studio in questi giorni della presidenza del Consiglio dei ministri che prevede il cosiddetto “equo compenso”. Secondo l’Associazione sistemi e supporti multimediali (Asmi), infatti, il decreto, introducendo il pagamento di una somma per ogni copia privata fatta con cassette o cd, farebbe lievitare i prezzi, con la conseguenza che una cassetta audio da 60 minuti (oggi costa circa 0,60 euro) costerebbe 1,08 euro; mentre un cd-rom riscrivibile (oggi venduto a 0,67 euro) verrebbe a costare 2 euro.

''Il decreto, che recepisce la direttiva comunitaria”, spiega il presidente Asmi Alessandro Tronconi, “regola il sistema dei compensi per la cosiddetta copia privata, ma prevede di fatto uno spropositato incremento dei compensi applicati sui prezzi di tutti i supporti vergini e degli apparecchi per la registrazione, comportando un aumento anche dell'8.000 per cento rispetto agli attuali importi”. In pratica, per Anie (Associazione nazionale telecomunicazioni informatica ed elettronica di consumo), Asmi e Andec (Associazione nazionale distributori elettronica civile), il decreto in discussione destinerebbe 400 milioni di euro alla Siae per ridistribuirli agli aventi diritto che non sono però ''un equo compenso''. Il caro-prezzi, inoltre avrebbe ripercussioni sul comparto dell'elettronica di consumo con cali del 3,5% e dell'8% nel settore dell'informatica.

Tra le disposizioni che maggiormente suscitano l’allarme”, aggiunge la BSA (la Business softweare alleance) rientra quanto stabilito dagli art. 71septies e 39 che estendono il sistema di equo compenso ai supporti di registrazione digitale e agli apparecchi di riproduzione digitale, inclusi i sistemi informatici, senza prevedere che l’indennizzo non debba essere applicato quando il titolare può adottare misure tecnologiche di protezione o non subisce un danno a seguito della copia privata”. BSA sostiene che il sistema introdotto dalla nuova legislazione possa produrre effetti “perversi”, perché potrebbe costringere il consumatore a versare un doppio o triplo compenso per la medesima utilizzazione dell’opera. “La norma è anche dannosa per la tutela del diritto d’autore, inadeguata perché non distingue i supporti in funzione del loro utilizzo e non in linea con le indicazione incorporate nella direttiva Europea”.



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