Il Talmud all’eroina

[Vahagn]

Il Talmud all’eroina

E’ stato arrestato in Francia il Gran Rabbino di Brooklin, Isacco (neanche bisogni di dirlo!) Leifer, con un suo scagnozzo, colto con le mani nel sacco: e cioè mentre ritirava da un rilegatore centinaia di volumi del Talmud, così bene rilegati da permettere di imboscare tra le pagine 160 grammi di stupefacenti per ogni volume. Il giochetto durava da un pezzo, e pare che i depositi principali dell’eroina e della cocaina sieno a Gerusalemme.
Non vogliamo perversamente insinuare che per gli ebrei niente v’è di sacro: nemmeno i libri della Legge. Dio ce ne guardi e liberi. Il Gran Rabbino troverà bene il modo di crearsi un’aureola di “vittimismo” dimostrando che il suo commercio fruttava fior di bigliettoni da mille destinati alla causa dei raminghi figli d’Israello, tanto insidiati – poveretti! – nelle nazioni autoritarie e dittatoriali.
Desideriamo semplicemente “sottolineare” l’opera sempre altamente benefica e umanitaria degli ebrei, che piagnucolando perché non possiedono una patria propria, si ingegnano, anche nel nome di Dio, a disgregare le patrie degli altri. E ciò fanno – o per lo meno tentano – con la solidarietà al bolscevismo beluino, con la corruzione spirituale attraverso il teatro il romanzo e l’arte figurativa, (chi trova uno scrittore più sudicione degli scrittori ebrei, ce lo porti, e lo paghiamo a peso d’oro…) con il ricatto finanziario da nazione a nazione, con l’ausilio ai guerrafondai, ed infine con l’abbrutimento fisico e morale provocato dagli stupefacenti.
Il Gran Rabbino Isacco non è che uno dei tanti, dei tantissimi che minano alle basi al società civile; e tanto meglio riescono quanto più sanno mimetizzarsi e farsi tollerare nei diversi paesi.
Ma è tempo di aprire gli occhi e concentrare questa gente tipo Rabbino Isacco in una regione meno scottante e vulcanica della mite Palestina, evitando qualsiasi contatto con altre genti o razze.
Proponiamo il Polo Nord. Quattro passi sul ghiaccio e la banchisa non faranno poi tanto male ai pronipoti di Mosè, che ancora serbano sotto alle piante dei piedi i dolci ricordi delle sabbie ardenti dei deserti. Isacco, Abramo e Rebecca, Marchetto e Giosuè potranno commerciare gli stupefacenti tra le foche e voltare e rivoltare le pelli degli orsi bianchi per secoli senza terrore di sciuparle troppo presto.

Frag.

Il Resto del Carlino – Giovedì 28 Luglio 1938

[Orazio Coclite]

immagino che questro scritto sia tuo, e non un estratto dal 'Resto del Carlino, vero?

[lobosinistro]

Meraviglioso!


Quando ho letto "Il Resto dl carlino" non ci credevo (quella sì, sarebbe stata un a notizia incredibile...) Poi ho letto la data...eheh


Saluti

[Vahagn]

Originally posted by Orazio Coclite
immagino che questro scritto sia tuo, e non un estratto dal 'Resto del Carlino, vero?

No, sono estratti dal Resto del Carlino dell'epoca, quando direttore era il grande Nello Quilici (sì, il padre del famoso documentarista), su cui è uscito proprio ora un interessante libro.
Sto consultando quelle vecchie copie per altri motivi, e intanto prendo giù qualche trafiletto che mi sembra divertente.

[Vahagn]

LA TRAGEDIA DELL’EBRAISMO

in un incisivo commento magiaro



Budapest, 27 notte


L’ Esti Ujsag, commenta ampiamente in una nota editoriale l’atteggiamento fascista nella questione razziale, osservando che non esiste un nazionalismo il quale non riconosca l’importanza del problema della difesa della Razza, e ricordando le parole del Ministro Segretario del P.N.F., il quale ha rilevato che, in tutte le azioni internazionali antifasciste si sono sempre trovati gli ebrei.
Il giornale rileva poi che gli ebrei si schierano sempre dalla parte dei movimenti di sinistra, vale a dire marxisti e internazionalizzanti, perché non vogliono trovarsi di fronte a collettività nazionali saldamente organizzate, che contrastano con i loro interessi e con le loro possibilità di speculazione e di lucro.
L’ebraismo combatte dunque le nuove visioni eroiche ed i nuovi ideali nazionali della vita, perché non comprende le grandi aspirazioni storiche del popolo, che esso qualifica come utopie mirando solo al risultato pratico, immediato, materialistico. La grande tragedia dell’ebraismo è quella di non aver capito che il mondo è cambiato e che occorre adeguarsi alla nuova realtà.
Il Magyarsag scrive che il Ministro Starace ha precisato in termini chiari ed inequivocabili, come è costume dei Fascisti, l’atteggiamento italiano sul problema ebraico.

Il Resto del Carlino – 28 Luglio 1938

[I'm Hate]

Originally posted by Vahagn
Il Talmud all’eroina

E’ stato arrestato in Francia il Gran Rabbino di Brooklin, Isacco (neanche bisogni di dirlo!) Leifer, con un suo scagnozzo, colto con le mani nel sacco: e cioè mentre ritirava da un rilegatore centinaia di volumi del Talmud, così bene rilegati da permettere di imboscare tra le pagine 160 grammi di stupefacenti per ogni volume. Il giochetto durava da un pezzo, e pare che i depositi principali dell’eroina e della cocaina sieno a Gerusalemme.
Non vogliamo perversamente insinuare che per gli ebrei niente v’è di sacro: nemmeno i libri della Legge. Dio ce ne guardi e liberi. Il Gran Rabbino troverà bene il modo di crearsi un’aureola di “vittimismo” dimostrando che il suo commercio fruttava fior di bigliettoni da mille destinati alla causa dei raminghi figli d’Israello, tanto insidiati – poveretti! – nelle nazioni autoritarie e dittatoriali.
Desideriamo semplicemente “sottolineare” l’opera sempre altamente benefica e umanitaria degli ebrei, che piagnucolando perché non possiedono una patria propria, si ingegnano, anche nel nome di Dio, a disgregare le patrie degli altri. E ciò fanno – o per lo meno tentano – con la solidarietà al bolscevismo beluino, con la corruzione spirituale attraverso il teatro il romanzo e l’arte figurativa, (chi trova uno scrittore più sudicione degli scrittori ebrei, ce lo porti, e lo paghiamo a peso d’oro…) con il ricatto finanziario da nazione a nazione, con l’ausilio ai guerrafondai, ed infine con l’abbrutimento fisico e morale provocato dagli stupefacenti.
Il Gran Rabbino Isacco non è che uno dei tanti, dei tantissimi che minano alle basi al società civile; e tanto meglio riescono quanto più sanno mimetizzarsi e farsi tollerare nei diversi paesi.
Ma è tempo di aprire gli occhi e concentrare questa gente tipo Rabbino Isacco in una regione meno scottante e vulcanica della mite Palestina, evitando qualsiasi contatto con altre genti o razze.
Proponiamo il Polo Nord. Quattro passi sul ghiaccio e la banchisa non faranno poi tanto male ai pronipoti di Mosè, che ancora serbano sotto alle piante dei piedi i dolci ricordi delle sabbie ardenti dei deserti. Isacco, Abramo e Rebecca, Marchetto e Giosuè potranno commerciare gli stupefacenti tra le foche e voltare e rivoltare le pelli degli orsi bianchi per secoli senza terrore di sciuparle troppo presto.

Frag.

Il Resto del Carlino – Giovedì 28 Luglio 1938

Che commozione!Che bei linguaggi dei bei tempi che furon...