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  1. #1
    Roderigo
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    Predefinito Azmi Bishara a Torino

    Azmi Bishara a Torino

    Privato dell'immunità e sotto processo in Israele, con l'accusa di "incitamento alla violenza" e di "apologia del terrorismo" per aver espresso in due raduni pubblici - due anni fa nella cittadina di Uhm El-Fahem (Galilea) e lo scorso anno in Siria, l'opinione secondo cui ogni popolo - siriano, libanese, palestinese - ha diritto a lottare per la propria autodeterminazione, Azmi Bishara, intellettuale e dal 1996 membro palestinese della Knesset (il parlamento israeliano), in rappresentanza dell'Alleanza democratica nazionale (Tajammu), è intervenuto venerdi sera (11 ottobre) ad una partecipatissima assemblea, organizzata a Torino dal "Comitato di solidarietà con il popolo palestinese" insieme con Rifondazione Comunista.

    Testimone della grande manifestazione di Londra contro la guerra all'Iraq, nella quale la bandiera prevalente era quella palestinese, ormai "simbolo di lotta contro ogni ingiustizia nel mondo", Bishara, in un botta e risposta con il pubblico, ha espresso il suo punto di vista sulla questione palestinese, sulla politica mediorientale della sinistra europea, sulle divergenze tattiche tra Israele e Usa, e sulla condizione degli arabi-israeliani.

    La questione palestinese, che la sinistra istituzionale non è capace di distinguere dalla questione ebraica - afferma Bishara - è una ferita aperta tra Occidente, Europa e Terzo mondo, l'unica ferita coloniale ancora aperta nel mondo arabo. Ma il colonialismo israeliano va riconosciuto nelle sue peculiarità, diverse da quello britannico o francese, che vedevano uno stato occuparne un altro. Questo colonialismo, caratterizzato dall'intreccio geografico e demografico tra Israele e Palestina, assume l'aspetto dell'apartheid ed applica misure di punizione collettiva come la chiusura dei territori ed il coprifuoco. Manca solo l'annessione per considerarlo un apartheid formale, annessione impraticabile perchè comprometterebbe l'equilibrio demografico israeliano.

    Tuttavia, Israele non è disposta a ritirarsi dai Territori, quindi le restano due possibili scelte: 1) quella sostenuta da Sharon, cioè il proseguimento dell'uso della forza per ottenere il riconoscimento da parte palestinese del fallimento del proprio progetto nazionale, ma che finora ha provocato solo reazioni e forme di lotta sempre più violente (forme, non strategie), una scelta che ha i suoi punti di forza nella convinzione, alimentata da Sharon e più ancora da Barak, della società israeliana di trovarsi di fronte ad una lotta per la propria sopravvivenza e nell'appoggio acritico concesso dall'amministrazione Bush. 2) La seconda possibilità è quella che si ispira alla strategia di Camp David, condotta da Barak, considerato ingiustamente un uomo di pace: creare una entità palestinese separata, senza ritirarsi da tutti i Territori, in cambio della rinuncia di tutti i diritti palestinesi (ritiro delle colonie, il ritorno dei profughi, Gerusalemme Est capitale, etc.). Per Bishara, questa seconda linea strategica potrà essere resuscitata dall'amministrazione americana dopo l'attacco all'Iraq. Sharon cerca di prevenirla creando le condizioni nei Territori che la rendano impraticabile. Non esiste invece la possibilità di un nuovo trasferimento di massa dei palestinesi, i quali, oggi a differenza del 1948, piuttosto si farebbero uccidere: tentare questa via provocherebbe un grande massacro.

    La seconda Intifada, a giudizio dell'esponente del Tajammu, è la fase finale del conflitto arabo-israeliano, il cui esito segnerà i rapporti tra i due popoli per un lungo tempo a venire, perciò è fondamentale un forte controllo della situazione da parte delle forze della rivoluzione palestinese. In Europa la solidarietà con il popolo palestinese deve fronteggiare i due principali argomenti con cui Israele si è sempre assicurata il sostanziale appoggio europeo: la questione ebraica e l'essere lo stato ebraico l'unica democrazia del Medio Oriente. Sul primo punto bisogna chiarire che "il nostro conflitto non è religioso, ma anticoloniale", sul secondo, che il carattere coloniale dell'occupazione israeliana contraddice i principi democratici dell'Occidente, così come li contraddice il carattere religioso, non laico, dello stato ebraico: "puoi appartenere a quel popolo solo se cambi religione. Se diventate ebrei a Torino, entro un anno avrete diritto alla cittadinanza israeliana e potrete portare in Israele i vostri parenti. Io che ci vivo da prima del 1967, non ho il diritto di far venire da me, i miei parenti che vivono nei campi profughi". Israele è lo stato degli ebrei, non dei cittadini israeliani: "sulla carta d'identità la nazionalità non è israeliana, ma ebraica o araba" (...) "Proporre di trasformare Israele nello stato di tutti i suoi cittadini, significa rischiare di non potersi candidare alle elezioni". Gli arabi in Israele sono solo una minoranza con diritto di voto, i cui membri possono essere messi sotto accusa per il solo fatto di avere rapporti con i palestinesi nei Territori. In Israele vi è pluralismo politico, ma non una democrazia liberale, la democrazia israeliana è tale solo entro il progetto sionista, così come il Sudafrica era democratico per i soli bianchi. Ora, i metodi dell'apartheid applicati nei territori, Israele li sta lentamente importando nei propri confini nei confronti della minoranza araba, un milione e duecentomila persone.

    R.

  2. #2
    Cavaliere
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    Predefinito Re: Azmi Bishara a Torino

    Originally posted by Roderigo
    Azmi Bishara a Torino

    Privato dell'immunità e sotto processo in Israele, con l'accusa di "incitamento alla violenza" e di "apologia del terrorismo" per aver espresso in due raduni pubblici - due anni fa nella cittadina di Uhm El-Fahem (Galilea) e lo scorso anno in Siria, l'opinione secondo cui ogni popolo - siriano, libanese, palestinese - ha diritto a lottare per la propria autodeterminazione, Azmi Bishara, intellettuale e dal 1996 membro palestinese della Knesset (il parlamento israeliano), in rappresentanza dell'Alleanza democratica nazionale (Tajammu), è intervenuto venerdi sera (11 ottobre) ad una partecipatissima assemblea, organizzata a Torino dal "Comitato di solidarietà con il popolo palestinese" insieme con Rifondazione Comunista.

    Re: mi piacerebbe sapere le testuali parole con cui questo signore ha affermato il diritto a "lottare per l' autodeterminazione". Magari con gli uomini bomba negli autobus?
    E poi, quanti stati autorizzano i propri cittadini a sostenere il nemico in guerra? Questo signore è un traditore, e come tale deve essere trattato.
    I palestinesi i loro traditori (e non solo) li appendono e li squartano sulla pubblica piazza senza che RC muova un dito: ringrazi questo tipo di vivere in una democrazia e di avere un regolare processo.


    Testimone della grande manifestazione di Londra contro la guerra all'Iraq, nella quale la bandiera prevalente era quella palestinese, ormai "simbolo di lotta contro ogni ingiustizia nel mondo", Bishara, in un botta e risposta con il pubblico, ha espresso il suo punto di vista sulla questione palestinese, sulla politica mediorientale della sinistra europea, sulle divergenze tattiche tra Israele e Usa, e sulla condizione degli arabi-israeliani.
    La questione palestinese, che la sinistra istituzionale non è capace di distinguere dalla questione ebraica - afferma Bishara - è una ferita aperta tra Occidente, Europa e Terzo mondo, l'unica ferita coloniale ancora aperta nel mondo arabo. Ma il colonialismo israeliano va riconosciuto nelle sue peculiarità, diverse da quello britannico o francese, che vedevano uno stato occuparne un altro. Questo colonialismo, caratterizzato dall'intreccio geografico e demografico tra Israele e Palestina, assume l'aspetto dell'apartheid ed applica misure di punizione collettiva come la chiusura dei territori ed il coprifuoco. Manca solo l'annessione per considerarlo un apartheid formale, annessione impraticabile perchè comprometterebbe l'equilibrio demografico israeliano.
    Tuttavia, Israele non è disposta a ritirarsi dai Territori, quindi le restano due possibili scelte: 1) quella sostenuta da Sharon, cioè il proseguimento dell'uso della forza per ottenere il riconoscimento da parte palestinese del fallimento del proprio progetto nazionale, ma che finora ha provocato solo reazioni e forme di lotta sempre più violente (forme, non strategie), una scelta che ha i suoi punti di forza nella convinzione, alimentata da Sharon e più ancora da Barak, della società israeliana di trovarsi di fronte ad una lotta per la propria sopravvivenza e nell'appoggio acritico concesso dall'amministrazione Bush. 2) La seconda possibilità è quella che si ispira alla strategia di Camp David, condotta da Barak, considerato ingiustamente un uomo di pace: creare una entità palestinese separata, senza ritirarsi da tutti i Territori, in cambio della rinuncia di tutti i diritti palestinesi (ritiro delle colonie, il ritorno dei profughi, Gerusalemme Est capitale, etc.). Per Bishara, questa seconda linea strategica potrà essere resuscitata dall'amministrazione americana dopo l'attacco all'Iraq. Sharon cerca di prevenirla creando le condizioni nei Territori che la rendano impraticabile. Non esiste invece la possibilità di un nuovo trasferimento di massa dei palestinesi, i quali, oggi a differenza del 1948, piuttosto si farebbero uccidere: tentare questa via provocherebbe un grande massacro.

    Re: occorre dare atto a questo signore della sua onestà intellettuale. Rabin? Come Sharon, solo con differenze secondarie. La sicurezza di Israele? Mai, finchè lo stato sionista non cessa di esistere. Il ritiro da Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est? Solo l' antipasto, e l' appetito vien mangiando! Che leggano queste parole gli israeliani e gli occidentali che credono che si cavi un ragno dal buco ritirandosi dai T.O.! Leggano gli israeliani che si rifiutano di fare servizio nei Territori! Quelli che si fanno commuovere dalla retorica buonista sull' "occupazione" e sul "ritiro".

    La seconda Intifada, a giudizio dell'esponente del Tajammu, è la fase finale del conflitto arabo-israeliano, il cui esito segnerà i rapporti tra i due popoli per un lungo tempo a venire, perciò è fondamentale un forte controllo della situazione da parte delle forze della rivoluzione palestinese. In Europa la solidarietà con il popolo palestinese deve fronteggiare i due principali argomenti con cui Israele si è sempre assicurata il sostanziale appoggio europeo: la questione ebraica e l'essere lo stato ebraico l'unica democrazia del Medio Oriente. Sul primo punto bisogna chiarire che "il nostro conflitto non è religioso, ma anticoloniale", sul secondo, che il carattere coloniale dell'occupazione israeliana contraddice i principi democratici dell'Occidente, così come li contraddice il carattere religioso, non laico, dello stato ebraico: "puoi appartenere a quel popolo solo se cambi religione. Se diventate ebrei a Torino, entro un anno avrete diritto alla cittadinanza israeliana e potrete portare in Israele i vostri parenti. Io che ci vivo da prima del 1967, non ho il diritto di far venire da me, i miei parenti che vivono nei campi profughi". Israele è lo stato degli ebrei, non dei cittadini israeliani: "sulla carta d'identità la nazionalità non è israeliana, ma ebraica o araba" (...)

    Re: pensa che anche in Italia chi è pronipote di cittadini italiani può venire dall' Argentina e avere la nostra cittadinanza in un batter d' occhio. Ma si sa che per Israele vale una morale diversa da quella che vale per tutti gli altri stati del Mondo.
    Gli arabi non si lamentino, che il diritto di voto ce l' hanno solo in Israele e da nessun'altra parte. O vogliono il "voto" come lo riconoscono in Iraq, che se affondi il 100% col tuo voto contrario ti sparano in faccia davanti all' urna? Ingrati!
    Ammetto che alcuni ritocchi ci vorrebbero, come una C.d.I. da cui non risultasse l' etnia. Ma appunto di ritocchi si tratta, mentre gli stati arabi sarebbero da rifare da cima a fondo.


    "Proporre di trasformare Israele nello stato di tutti i suoi cittadini, significa rischiare di non potersi candidare alle elezioni". Gli arabi in Israele sono solo una minoranza con diritto di voto, i cui membri possono essere messi sotto accusa per il solo fatto di avere rapporti con i palestinesi nei Territori. In Israele vi è pluralismo politico, ma non una democrazia liberale, la democrazia israeliana è tale solo entro il progetto sionista, così come il Sudafrica era democratico per i soli bianchi. Ora, i metodi dell'apartheid applicati nei territori, Israele li sta lentamente importando nei propri confini nei confronti della minoranza araba, un milione e duecentomila persone.

    Re: "la democrazia israeliana è tale solo entro il progetto sionista"? Ci puoi giurare! Perchè, in Italia la Costituzione permette l' abolizione dell' Italia? La cessione di tutta l' Italia alla Francia? L' indipendenza della Padania?
    Israele deve essere uno stato ebraico; il Diritto al Ritorno deve essere prerogativa dei soli ebrei, come garanzia per le comunità diasporiche da future, probabili persecuzioni. Gli arabi sono cittadini, ma lo stato è ebraico, come l' Italia è italiana anche se gli altoatesini di lingua tedesca sono cittadini, ma non per questo diventiamo uno stato tedesco o italo-tedesco!
    Rispettino invece gli arabi i diritti dei cristiani, degli ebrei, dei berberi, degli sciiti, che Saddam li fa gasare e a nessuno frega niente. Per forza, chi li gasa non è ebreo, quindi cosa volete che ci freghi a noi?

    R.

  3. #3
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    Predefinito Re: Re: Azmi Bishara a Torino

    Originally posted by gribisi
    Re: mi piacerebbe sapere le testuali parole con cui questo signore ha affermato il diritto a "lottare per l' autodeterminazione". Magari con gli uomini bomba negli autobus?
    E poi, quanti stati autorizzano i propri cittadini a sostenere il nemico in guerra? Questo signore è un traditore, e come tale deve essere trattato.
    I palestinesi i loro traditori (e non solo) li appendono e li squartano sulla pubblica piazza senza che RC muova un dito: ringrazi questo tipo di vivere in una democrazia e di avere un regolare processo.
    Leghiamo queste tue parole con queste tue altre.

    Originally posted by gribisi
    Rispettino invece gli arabi i diritti dei cristiani, degli ebrei, dei berberi, degli sciiti, che Saddam li fa gasare e a nessuno frega niente. Per forza, chi li gasa non è ebreo, quindi cosa volete che ci freghi a noi?
    Se vogliono l'autodeterminazione dovresti avere poco da obbiettare stante quanto affermato sopra.
    Anche gli sciiti sono traditori dello stato iracheno.

    saddam usava i gas anche contro l'iran e agli USA (e assai probabilmente ad Israele) interessava eccome.

    Quando le ha usate sui curdi (che lottavano per l'autodeterminazione) la casa bianca ha messo il veto sulle sanzioni votate dal senato.
    Salvo poi inorridire a scoppio ritardato.

    Tirando le somme non si può accusare uno stato di reprimere la volontà di autodeterminazione altrui e allo stesso tempo giustificare un'altro per lo stesso motivo.
    Al massimo si può speculare sul metodo.

    Originally posted by gribisi
    Re: occorre dare atto a questo signore della sua onestà intellettuale. Rabin? Come Sharon, solo con differenze secondarie. La sicurezza di Israele? Mai, finchè lo stato sionista non cessa di esistere. Il ritiro da Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est? Solo l' antipasto, e l' appetito vien mangiando! Che leggano queste parole gli israeliani e gli occidentali che credono che si cavi un ragno dal buco ritirandosi dai T.O.! Leggano gli israeliani che si rifiutano di fare servizio nei Territori! Quelli che si fanno commuovere dalla retorica buonista sull' "occupazione" e sul "ritiro".
    Certo i sogni di grande palestina allontanano ogni accordo e giustamente tu lo metti sempre in risalto, ciò che manca è il dare lo stesso risalto all'attuazione della grande israele.
    Un cantiere ancora aperto (politica delle colonie)

    Inutile dire che l'uno sta appunto nei sogni, l'altro è in attuazione concreta.
    Qualsiasi vero oppositore dei rispettivi grandismi capirebbe dove sta la attuale priorità.

    Ma la fantomatica "sicurezza" di Israele (devo forse rievidenziarne la forza militare comparata a quelle arabe per la milionesima volta?), dogma indiscutibile e applicabile universalmente (anche se devi sradicare un frutteto, edificare una nuova colonia oppure difendere qualche centinaio di integralisti nel mezzo di una città palestinese), cancella magicamente ogni altro diritto di chicchessia.

    Così coloro che si rifiutano di servire nei territori occupati semplicemente affermano di voler combattere e di essere disposti a morire solo per difendere il loro stato non le terre altrui occupate.
    Forse molti di loro hanno direttamente constatato che l'occupazione per "sicurezza" è nella quasi totalità una GIGANTESCA PALLA per coprire i veri motivi.

  4. #4
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    Per quanto riguarda gli sciiti iracheni, io non ho mai parlato di diritto all' autodeterminazione, ma del diritto di non essere sterminati.
    E poi non credo che nel 1991 siano insorti per favorire la conquista americana del paese (tra l' altro ricorderai che l' insurrezione scoppiò dopo l' armistizio) ma più probabilmente per rovesciare Saddam.
    Invece quel signore di cui prima, vagheggia la distruzione con mezzi militari del suo paese e la sua conquista da parte degli arabi, e nello stesso tempo sbafa la cittadinanza israeliana, il diritto di voto e anche il seggio parlamentare.
    Troppo comodo.

  5. #5
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    Se gli sciiti (una maggioranza qualificata degli stessi)non si sentono iracheni hanno tutto il mio appoggio nel perseguire l'autodeterminazione o l'annessione all'Iran se vogliono.
    (mai pensato che siano insorti per favorire la conquista americana)

    E' sulla base di questo principio che ero d'accordo sull'intervento nel Kossovo.

    Se una maggioranza qualificata della popolazione cecena continua a volere l'indipendenza ha il mio appoggio nonostante l'atto di terrorismo che stiamo vivendo proprio ora.
    Anche se dovesse finire con un massacro.

    Se saddam sarà abbattuto vedremo che sorte subiranno le minoranze oppresse dal perfido saddam.
    La turchia apprezzerebbe tantissmo un kurdistan iracheno libero stato.
    Gli USA e tanti altri apprezzerebbero gli sciiti filoiraniani indipendenti o addirittura annessi all'Iran.

    E se putacaso a queste due minoranze fosse negato tutto ciò e combattessero come hanno fatto in passato vedremo che reazione subirebbero (magari non con i gas ma con bombe).

    Passando a Bishara.

    In realtà "la distruzione con mezzi militari del suo paese e la sua conquista da parte araba" non è nelle dichiarazioni rese a Torino.
    Non metto in dubbio che tu abbia conoscenza certa di questi fatti e non stia parlando a naso.

    I diritti di cui ha parlato a Torino mi sembrano pacifici, benchè quello del diritto al ritorno dei profughi sia irrealizzabile.

  6. #6
    Cavaliere
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    Originally posted by bom-bim-bom
    Se gli sciiti (una maggioranza qualificata degli stessi)non si sentono iracheni hanno tutto il mio appoggio nel perseguire l'autodeterminazione o l'annessione all'Iran se vogliono.
    (mai pensato che siano insorti per favorire la conquista americana)

    Re: non condivido. Io non riconosco il diritto all' autodeterminazione a ogni popolo. Il diritto ad avere uno stato il più delle volte deriva dall'......averlo già, oppure da situazioni di provata insicurezza e persecuzione derivanti dal vivere sotto il tallone di altri stati e popoli, oppure ancora perchè la convivenza è provatamente impossibile. E comunque non è un diritto che si presti a definizioni precise, perchè se lo affermiamo come diritto soggettivo (cioè basta chiederlo) lo dobbiamo a tutti, compresi i "padani", e distruggiamo tutti gli stati del Mondo; se non lo diamo non lo diamo a nessuno, quindi nemmeno ai palestinesi, che possono benissimo essere annessi alla Giordania.
    Ammetto che i miei stessi principi si prestano a molte interpretazioni diverse, perchè è difficile definire "quante" persecuzioni si deve avere subito per guadagnare il diritto morale a secedere, nonchè il significato di "convivenza provatamente impossibile". E poi c'è anche il problema del metodo: pacifico o violento? In Italia ai "padani" non riconosciamo il diritto a secedere nemmeno pacificamente, e nemmeno le lo vuole il 100% di loro.
    Credo che questo sia uno dei problemi + ingarbugliati di tutta la teoria politica e di tutto il Diritto Internazionale.
    Quanto agli sciiti iracheni, personalmente ritengo abbiano diritto di combattere Saddam come dittattore e oppressore del loro popolo, non quello di fare secessione dall' Iraq.


    E' sulla base di questo principio che ero d'accordo sull'intervento nel Kossovo.

    Re: personalmente non riconosco l' autodeterminazione del Kossovo, ma solo i diritti democratici e di tutela etnica, e il diritto di battersi per questi.
    Non credo che la NATO sia intervenuta per far staccare il Kossovo dalla Serbia. Se sarà così, sarà una nostra sconfitta.


    Se una maggioranza qualificata della popolazione cecena continua a volere l'indipendenza ha il mio appoggio nonostante l'atto di terrorismo che stiamo vivendo proprio ora.
    Anche se dovesse finire con un massacro.

    Re: a parte quanto sopra, occorre precisare una cosa che molti dimenticano: i russi avevano sgomberato la Cecenia qualche anno fa, ma i ceceni per tutta gratitudine avevano attaccato il territorio russo per farvi insorgere tutti i musulmani. Allora i russi, sopporta oggi, sopporta domani, si sono rotti i c.... e hanno rioccupato. Chissà perchè, tutto questo mi sembra un film già visto in Palestina....
    Chi abusa di un diritto, finisce col perderlo.


    Se saddam sarà abbattuto vedremo che sorte subiranno le minoranze oppresse dal perfido saddam.
    La turchia apprezzerebbe tantissmo un kurdistan iracheno libero stato.
    Gli USA e tanti altri apprezzerebbero gli sciiti filoiraniani indipendenti o addirittura annessi all'Iran.
    E se putacaso a queste due minoranze fosse negato tutto ciò e combattessero come hanno fatto in passato vedremo che reazione subirebbero (magari non con i gas ma con bombe).

    Re: tutto molto probabile. Notoriamente gli USA sono un ente di beneficenza, il cui scopo è promuovere democrazia e autodeterminazione dei popoli.....

    Passando a Bishara.

    In realtà "la distruzione con mezzi militari del suo paese e la sua conquista da parte araba" non è nelle dichiarazioni rese a Torino.
    Non metto in dubbio che tu abbia conoscenza certa di questi fatti e non stia parlando a naso.
    I diritti di cui ha parlato a Torino mi sembrano pacifici, benchè quello del diritto al ritorno dei profughi sia irrealizzabile.

    Re: a dir la verità io ipotizzavo. Non so con quali mezzi questo signore si propone di distruggere Israele. Se tali mezzi consistono in una deebraizzazione giuridica dello Stato Ebraico, e nella successiva fusione con lo Stato Palestinese, il tutto perseguito con mezzi politici in nome di qualche ideale antisionista, penso sia legittimo, per quanto indesiderabile e tutto sommato inattuabile perchè non credo che gli ebrei di Israele siano così stupidi, nè che vadano in minoranza perchè tutti si convertono all' Islam o smettono di fare figli.
    Ma qualcosa mi dice che probabilmente questo Bishara si sarà espresso in qualche altro modo, ovunque lo abbia fatto.

  7. #7
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    Astraendo un momento dal problema di Israele contro Palestina, sarebbe interessante dibattere il caso di uno stato (supponiamo il nostro) che combatte una guerra che riteniamo di aggressione e immorale.
    In tal caso, noi forse ci prenderemmo il diritto di esprimere simpatia con gli aggrediti, e magari gli riconosceremmo pubblicamente il diritto di sparare sulle nostre truppe per difendere i loro diritti inalienabili.
    In tal caso però, il nostro diritto di appoggiare chi è in guerra contro il nostro paese, è un diritto MORALE che ben difficilmente potrebbe diventare un diritto legale.
    E' un qualcosa che facciamo perchè ci sembra giusto farlo, e lo facciamo contra legem, ma non mi pare serio pretendere il diritto legale di farlo, pretendere che il nostro stato ci autorizzi a farne parte e a combatterlo al tempo stesso.
    A meno di immaginare uno stato e un ordinamento giuridico che istituzionalizzi la propria stessa distruzione.
    Per intenderci, per me Bishara è un israeliano, non importa se è ebreo o arabo.

  8. #8
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    Predefinito Re: Re: Re: Azmi Bishara a Torino

    Originally posted by KLASSENKAMPF

    1/ Anche gli Juden erano considerati "Verraeter" dal III Reich dal tempo del famoso "Judea Declares War On Germany" (1933). Perche' allora vi lamentate se lo stato tedesco in guerra decise di trasferire all'est un gruppo di traditori?

    Re: un gruppo un po' grosso, diversi milioni! E poi, stranamente, di quasi tutti non se ne è saputo più nulla. Rapimento alieno?

    2/ L'Italia non chiede ai pronipoti di CITTADINI italiani di che razza o religione siano! Nell'entita' zionista il principio e', viceversa, quello del sangue e della loro superstitio, per dirla alla Tacitus.

    Re: bullshit. Se mi converto all' ebraismo, vado in Israele senza avere un goccio di "sangue" ebraico. E poi ci vanno rumeni, thailandesi, gente di ogni colore e non ebrei, e prendono la cittadinanza dopo 4 anni.

    3/ Sai dove se lo attaccano 5,5 miliardi di cittadini del pianeta (sia pure di terza o quarta classe, in quanto poveri, neri e straccioni) il parlamentarismo borghese (per es. il voto MIO pesa quanto quello di un imbecille fottuto come Amadeus o Lucagiurato!) ???
    Ste cazzate lasciale a te e ai bevitori del mito della pornocrazia anglosassone!

    Re: sarà, ma intanto centinaia di milioni di persone hanno sputato addosso al COMUNISMO cui tu dici di aderire, e hanno abbattuto a martellate le statue di Lenin.

    Cmq mi pare che faccia parte del tuo bagaglio ideologico anglobalabla il concetto che quando un regime (voi lo chiamate governo) sia pure parlamentare (ha!ha!) rompe i cojones, tocca tirarlo giu' con la violenza rivoluzionaria.

    Re: certo, è Locke, embeh?


    4/ "STATO EBRAICO"?????????????????? HA!HA!HA!
    Imparati la lingua dei tuo padroni!
    Loro lo chiamano "HAMEDINA HAYEHUDIM!Cioe': "JUDENSTAAT", STATO DEI (E PER I) GIUDII (SOLTANTO)!!!
    Il tuo cervellino riesce a capire la differenza tra "republica italiana" e "republica DEGLI ITALIANI"?

    Re: non vivo in Israele, per cui non ho bisogno di sapere una sola parola di ebraico. A tradurre ci pensa Deborah Fait.
    Se fosse uno stato per soli ebrei, i non ebrei non avrebbero nè cittadinanza nè voto nè libertà di culto.
    Certo, l' immigrazione ebraica è prioritaria, e ci mancherebbe altro, dopo certe esperienze!

  9. #9
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    Predefinito Re: Re: Re: Azmi Bishara a Torino

    Originally posted by KLASSENKAMPF

    1/ Anche gli Juden erano considerati "Verraeter" dal III Reich dal tempo del famoso "Judea Declares War On Germany" (1933). Perche' allora vi lamentate se lo stato tedesco in guerra decise di trasferire all'est un gruppo di traditori?
    2/ L'Italia non chiede ai pronipoti di CITTADINI italiani di che razza o religione siano! Nell'entita' zionista il principio e', viceversa, quello del sangue e della loro superstitio, per dirla alla Tacitus.
    3/ Sai dove se lo attaccano 5,5 miliardi di cittadini del pianeta (sia pure di terza o quarta classe, in quanto poveri, neri e straccioni) il parlamentarismo borghese (per es. il voto MIO pesa quanto quello di un imbecille fottuto come Amadeus o Lucagiurato!) ???
    Ste cazzate lasciale a te e ai bevitori del mito della pornocrazia anglosassone!
    Cmq mi pare che faccia parte del tuo bagaglio ideologico anglobalabla il concetto che quando un regime (voi lo chiamate governo) sia pure parlamentare (ha!ha!) rompe i cojones, tocca tirarlo giu' con la violenza rivoluzionaria.
    4/ "STATO EBRAICO"?????????????????? HA!HA!HA!
    Imparati la lingua dei tuo padroni!
    Loro lo chiamano "HAMEDINA HAYEHUDIM!Cioe': "JUDENSTAAT", STATO DEI (E PER I) GIUDII (SOLTANTO)!!!
    Il tuo cervellino riesce a capire la differenza tra "republica italiana" e "republica DEGLI ITALIANI"?
    (Raga, aiutatemi voi! Qualcuno glielo puo' spiegare, che quello, da solo, non ci arriva?)
    P.S. Io scrivo republica (e comedia), esattamente come scrivo tragedia e non traggedia.

    scusa Cagliostro ma che gli ebrei abbiano il loro stato a te che cazzo te ne frega?????
    cosa ti tange??????
    cosa ti fa tanto inorridire?????

  10. #10
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Azmi Bishara a Torino

    Originally posted by benny3



    scusa Cagliostro ma che gli ebrei abbiano il loro stato a te che cazzo te ne frega?????
    cosa ti tange??????
    cosa ti fa tanto inorridire?????
    Che lo hanno sulla pelle di un altro popolo,i palestinesi.
    Solo loro sono i legittimi proprietari,voi siete invasori
    e come tali finirete.
    8+70+10!

 

 
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