Originally posted by Roderigo
Azmi Bishara a Torino
Privato dell'immunità e sotto processo in Israele, con l'accusa di "incitamento alla violenza" e di "apologia del terrorismo" per aver espresso in due raduni pubblici - due anni fa nella cittadina di Uhm El-Fahem (Galilea) e lo scorso anno in Siria, l'opinione secondo cui ogni popolo - siriano, libanese, palestinese - ha diritto a lottare per la propria autodeterminazione, Azmi Bishara, intellettuale e dal 1996 membro palestinese della Knesset (il parlamento israeliano), in rappresentanza dell'Alleanza democratica nazionale (Tajammu), è intervenuto venerdi sera (11 ottobre) ad una partecipatissima assemblea, organizzata a Torino dal "Comitato di solidarietà con il popolo palestinese" insieme con Rifondazione Comunista.
Re: mi piacerebbe sapere le testuali parole con cui questo signore ha affermato il diritto a "lottare per l' autodeterminazione". Magari con gli uomini bomba negli autobus?
E poi, quanti stati autorizzano i propri cittadini a sostenere il nemico in guerra? Questo signore è un traditore, e come tale deve essere trattato.
I palestinesi i loro traditori (e non solo) li appendono e li squartano sulla pubblica piazza senza che RC muova un dito: ringrazi questo tipo di vivere in una democrazia e di avere un regolare processo.
Testimone della grande manifestazione di Londra contro la guerra all'Iraq, nella quale la bandiera prevalente era quella palestinese, ormai "simbolo di lotta contro ogni ingiustizia nel mondo", Bishara, in un botta e risposta con il pubblico, ha espresso il suo punto di vista sulla questione palestinese, sulla politica mediorientale della sinistra europea, sulle divergenze tattiche tra Israele e Usa, e sulla condizione degli arabi-israeliani.
La questione palestinese, che la sinistra istituzionale non è capace di distinguere dalla questione ebraica - afferma Bishara - è una ferita aperta tra Occidente, Europa e Terzo mondo, l'unica ferita coloniale ancora aperta nel mondo arabo. Ma il colonialismo israeliano va riconosciuto nelle sue peculiarità, diverse da quello britannico o francese, che vedevano uno stato occuparne un altro. Questo colonialismo, caratterizzato dall'intreccio geografico e demografico tra Israele e Palestina, assume l'aspetto dell'apartheid ed applica misure di punizione collettiva come la chiusura dei territori ed il coprifuoco. Manca solo l'annessione per considerarlo un apartheid formale, annessione impraticabile perchè comprometterebbe l'equilibrio demografico israeliano.
Tuttavia, Israele non è disposta a ritirarsi dai Territori, quindi le restano due possibili scelte: 1) quella sostenuta da Sharon, cioè il proseguimento dell'uso della forza per ottenere il riconoscimento da parte palestinese del fallimento del proprio progetto nazionale, ma che finora ha provocato solo reazioni e forme di lotta sempre più violente (forme, non strategie), una scelta che ha i suoi punti di forza nella convinzione, alimentata da Sharon e più ancora da Barak, della società israeliana di trovarsi di fronte ad una lotta per la propria sopravvivenza e nell'appoggio acritico concesso dall'amministrazione Bush. 2) La seconda possibilità è quella che si ispira alla strategia di Camp David, condotta da Barak, considerato ingiustamente un uomo di pace: creare una entità palestinese separata, senza ritirarsi da tutti i Territori, in cambio della rinuncia di tutti i diritti palestinesi (ritiro delle colonie, il ritorno dei profughi, Gerusalemme Est capitale, etc.). Per Bishara, questa seconda linea strategica potrà essere resuscitata dall'amministrazione americana dopo l'attacco all'Iraq. Sharon cerca di prevenirla creando le condizioni nei Territori che la rendano impraticabile. Non esiste invece la possibilità di un nuovo trasferimento di massa dei palestinesi, i quali, oggi a differenza del 1948, piuttosto si farebbero uccidere: tentare questa via provocherebbe un grande massacro.
Re: occorre dare atto a questo signore della sua onestà intellettuale. Rabin? Come Sharon, solo con differenze secondarie. La sicurezza di Israele? Mai, finchè lo stato sionista non cessa di esistere. Il ritiro da Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est? Solo l' antipasto, e l' appetito vien mangiando! Che leggano queste parole gli israeliani e gli occidentali che credono che si cavi un ragno dal buco ritirandosi dai T.O.! Leggano gli israeliani che si rifiutano di fare servizio nei Territori! Quelli che si fanno commuovere dalla retorica buonista sull' "occupazione" e sul "ritiro".
La seconda Intifada, a giudizio dell'esponente del Tajammu, è la fase finale del conflitto arabo-israeliano, il cui esito segnerà i rapporti tra i due popoli per un lungo tempo a venire, perciò è fondamentale un forte controllo della situazione da parte delle forze della rivoluzione palestinese. In Europa la solidarietà con il popolo palestinese deve fronteggiare i due principali argomenti con cui Israele si è sempre assicurata il sostanziale appoggio europeo: la questione ebraica e l'essere lo stato ebraico l'unica democrazia del Medio Oriente. Sul primo punto bisogna chiarire che "il nostro conflitto non è religioso, ma anticoloniale", sul secondo, che il carattere coloniale dell'occupazione israeliana contraddice i principi democratici dell'Occidente, così come li contraddice il carattere religioso, non laico, dello stato ebraico: "puoi appartenere a quel popolo solo se cambi religione. Se diventate ebrei a Torino, entro un anno avrete diritto alla cittadinanza israeliana e potrete portare in Israele i vostri parenti. Io che ci vivo da prima del 1967, non ho il diritto di far venire da me, i miei parenti che vivono nei campi profughi". Israele è lo stato degli ebrei, non dei cittadini israeliani: "sulla carta d'identità la nazionalità non è israeliana, ma ebraica o araba" (...)
Re: pensa che anche in Italia chi è pronipote di cittadini italiani può venire dall' Argentina e avere la nostra cittadinanza in un batter d' occhio. Ma si sa che per Israele vale una morale diversa da quella che vale per tutti gli altri stati del Mondo.
Gli arabi non si lamentino, che il diritto di voto ce l' hanno solo in Israele e da nessun'altra parte. O vogliono il "voto" come lo riconoscono in Iraq, che se affondi il 100% col tuo voto contrario ti sparano in faccia davanti all' urna? Ingrati!
Ammetto che alcuni ritocchi ci vorrebbero, come una C.d.I. da cui non risultasse l' etnia. Ma appunto di ritocchi si tratta, mentre gli stati arabi sarebbero da rifare da cima a fondo.
"Proporre di trasformare Israele nello stato di tutti i suoi cittadini, significa rischiare di non potersi candidare alle elezioni". Gli arabi in Israele sono solo una minoranza con diritto di voto, i cui membri possono essere messi sotto accusa per il solo fatto di avere rapporti con i palestinesi nei Territori. In Israele vi è pluralismo politico, ma non una democrazia liberale, la democrazia israeliana è tale solo entro il progetto sionista, così come il Sudafrica era democratico per i soli bianchi. Ora, i metodi dell'apartheid applicati nei territori, Israele li sta lentamente importando nei propri confini nei confronti della minoranza araba, un milione e duecentomila persone.
Re: "la democrazia israeliana è tale solo entro il progetto sionista"? Ci puoi giurare! Perchè, in Italia la Costituzione permette l' abolizione dell' Italia? La cessione di tutta l' Italia alla Francia? L' indipendenza della Padania?
Israele deve essere uno stato ebraico; il Diritto al Ritorno deve essere prerogativa dei soli ebrei, come garanzia per le comunità diasporiche da future, probabili persecuzioni. Gli arabi sono cittadini, ma lo stato è ebraico, come l' Italia è italiana anche se gli altoatesini di lingua tedesca sono cittadini, ma non per questo diventiamo uno stato tedesco o italo-tedesco!
Rispettino invece gli arabi i diritti dei cristiani, degli ebrei, dei berberi, degli sciiti, che Saddam li fa gasare e a nessuno frega niente. Per forza, chi li gasa non è ebreo, quindi cosa volete che ci freghi a noi?
R.