di Richard Silverstein - 07/09/2009

Fonte: eurasia [scheda fonte]





Israele e la sua lobby negli Stati Uniti hanno pubblicato, con lo strano titolo di Global Language Dictionnary, un manuale di 116 pagine per definire una strategia di comunicazione filo-israeliana - detta « Israël Project » - destinato a membri del Congresso, a media e ad altri che si trovano in posizioni di potere. Redatta da Frank Luntz, un esperto in sondaggi di opinione, repubblicano, l’iniziativa lascia trasparire un senso di disperazione e di causa perduta. Le argomentazioni avanzate non solo sono prive di ogni verità, ma mancano di rigore o di credibilità. La lettura del documento lascia pensare che la lobby israeliana non sia in realtà che un castello di carte.

Il primo dei 18 capitoli si apre così : « Il primo passo per guadagnare fiducia ed amici per Israele è mostrare che vi preoccupate della pace per le Due parti, gli Israeliani ed i Palestinesi e, in particolare, di un futuro migliore per ogni bambino. In effetti, le fasi della vostra conversazione sono estremamente importanti e voi dovete cominciare con l’empatia per le Due parti. Iniziate la vostra conversazione con messaggi di sicura efficacia come « Israele s’impegna per un futuro migliore per tutti – Israeliani come Palestinesi. Israele vuole vedere la fine della pena e della sofferenza e s’impegna a lavorare con i Palestinesi ad una soluzione pacifica, diplomatica nella quale le due parti potranno avere un futuro migliore. Sia questo per i due popoli il tempo della speranza e dell’opportunità… ».

Nel passaggio successivo, Luntz basa le sue argomentazioni su MEMRI, - agenzia di propaganda israeliana - e su Palestine Media Watch, dell’agente del Mossad, Itamar Marcus. « Per principio, noi crediamo che i bambini abbiamo il diritto essenziale di essere allevati senz’odio. Chiediamo alla direzione palestinese di mettere fine alla cultura dell’odio nelle scuole palestinesi, 300 delle quali hanno ricevuto i nomi di autori di attentati suicidi. I dirigenti palestinesi devono ritirare dalle aule i libri che mostrano il Medio Oriente senza Israele e glorificano il terrorismo. »

Infatti, nessun bambino dovrebbe temere che suo padre o sua madre, suo fratello, sua sorella, etc… siano uccisi perché si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato, ossia quando una recluta di 18 anni, morta di paura, decide di dare degli esempi. Quanto alle carte, mi piacerebbe che Luntz o Itamar Marcus mi mostrassero un libro israeliano sul quale figura una carta della Palestina. Lì, ci troverete la Giudea o la Samaria, ma che ne è dei milioni di Palestinesi che vivono nei Territori ?... Gli attentati suicidi sono cose del passato ed i Palestinesi hanno ampiamente abbandonato questa pratica, a causa della sua impopolarità tra I Palestinesi moderati.

Le parole che « funzionano »

« Se iniziate la vostra risposta con « io capisco e simpatizzo con quelli che … », renderete più credibile quel che seguirà, favorirete che il vostro uditorio simpatizzi e sia d’accordo con voi. »

« Sappiamo che i Palestinesi meritano dirigenti che si preoccupino del benessere del loro popolo, che non concedano a se stessi i milioni di dollari di assistenza dall’America e dall’Europa per metterli in conti bancari in Svizzera, o che non se ne servano per sostenere il terrorismo al posto della pace. I Palestinesi hanno bisogno di libri, non di bombe. Vogliono strade, non razzi ». Le accuse di distrazione di fondi risalgono all’epoca di Arafat, morto da tempo, e Frank Luntz ne dovrebbe essere messo al corrente. In compenso, ai Palestinesi piacerebbe che si costruissero strade diverse da quelle di aggiramento israeliane le quali permettono ai coloni di andare direttamente in Israele attraverso gli ex terreni palestinesi.

O, ancora, « Possiamo essere in disaccordo sulla politica… Ma c’è un principio fondamentale sul quale tutti i popoli concorderanno : un popolo civilizzato non prende di mira donne e bambini innocenti ». Qui, evidentemente, non si tratta delle « donne e dei bambini innocenti » massacrati durante l’offensiva di Gaza ! «… Noi chiediamo ai dirigenti palestinesi di finirla con il linguaggio della violenza… con il linguaggio delle minacce… Se i dirigenti parlano di guerra, non arriveremo alla pace … ». Ma, I dirigenti militari e politici israeliani usano tutti i giorni il linguaggio della violenza, dell’incitamento e della guerra. Ascoltateli.

« Non dite che Israele è senza colpa o senza errore… Nessuno vi crederà… Il vostro interlocutore metterà in dubbio la veridicità di tutto quello che direte dopo. Riconoscete che Israele commette delle azioni colpevoli… Poi cambiate argomento il più rapidamente possibile sperando che lui non abbia notato ciò che avete concesso. Mettete subito l’accento sul fatto che in questo conflitto i Palestinesi sono ben più colpevoli degli Israeliani ». « Soprattutto, portate l’attenzione sull’argomento che il « linguaggio di Israele è il linguaggio dell’America : democrazia, libertà, sicurezza e pace, bambini, cooperazione, collaborazione, compromesso, esempi di sforzi di pace (quelli di Israele, naturalmente), prosperità economica (per i Palestinesi) ».

Siate umili. Dite : « So che nel tentativo di difendere i propri bambini e I propri cittadini dai terroristi, Israele ha ucciso accidentalmente degli innocenti. Lo so e ne sono desolato… Se l’America avesse dato la terra in cambio della pace e questa terra fosse utilizzata per lanciare razzi contro i suoi, che cosa farebbe l’America ?

« La vostra non sia vera umiltà. Sostenete fermamente che Israele è l’America e che non c’è nessuna occupazione, nessuna ingiustizia perpetrata contro i Palestinesi. Sostenete che le loro terre non sono state loro rubate, che essi non sono diventati dei profughi a centinaia di migliaia, che Israele ha il diritto di aspettarsi dai Palestinesi che si comportino come i Canadesi o i Messicani » (che da 150 anni non hanno problemi di frontiera).

Qui va osservata l’interessante confusione di identità tra Israeliani ed Ebrei americani… come se noi fossimo loro.

« Siamo pronti a permettere loro di costruire.. ». Se i Palestinesi si rivelano un partner affidabile, come possono essere in teoria ed in pratica subordinati agli Israeliani ? Che cos’è l’Occupazione se non una « subordinazione » personificata ?

Ricordate – ancora e sempre – che Israele vuole la pace. La prima ragione è : se gli Americani non vedono alcuna speranza di pace, se non vedono che la continuazione di una « disputa di famiglia » vecchia di 2000 anni, rifiuteranno che il loro governo spenda i dollari del contribuente o l’influenza del loro Presidente per aiutare Israele ».

Bingo. Qui Luntz dice la verità : Israele vuole la pace allo stesso modo in cui una ragazzina di 13 anni vuol essere l’idolo del momento. Israele non ha nessun piano, nessun modo di arrivare alla pace. E la paura annidata nel cuore della lobby israeliana è che, un giorno, venga svelato il vero volto di Israele, che gli Americani l’abbandonino, avendo capito che la pace ricercata da Israele è una pace ottenuta alle condizioni di Israele. Dunque, che non ci sarà mai pace. La lobby filo-israeliana vuole evitare ad ogni costo che arrivi quel giorno, perché oggi « gli Ebrei in generale - e gli Israeliani in particolare – non sono più percepiti come un popolo perseguitato. Infatti, tra il pubblico americano od europeo – sofisticati, istruiti, non ebrei, con le proprie opinioni – gli Israeliani sono spesso visti come gli aggressori e gli occupanti… ».

Fonte: The Seminal The Israel Project’s Secret Hasbara Handbook Exposed - Texte intégral: The Israel Project's 2009 Global Language Dictionary | Newsweek.com


Fonte : AFI Flash n°95
2 settembre 2009


Traduzione dal francese eseguita da Belgicus