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    Predefinito Una "tranquilla" famiglia di sardi a Brescia

    Brescia, donna crivellata di colpi Forse un regolamento di conti


    BRESCIA - Crivellata a colpi di pistola, in auto, davanti alla porta di casa, a Molinetto di Mazzano. Vittima dell’ agguato è Robertina Orrù, 36 anni, separata e madre di una bambina. La donna è l'ultimo membro di una famiglia sarda di 12 fratelli che negli ultimi 30 anni ha avuto a che fare con la giustizia e la criminalità. Un fratello, Marco, nel 2001 è stato condannato a 30 anni per l’omicidio di un gioielliere di Toscolano Maderno, altri due a pene più lievi (droga e rapine) e un quarto, Giancarlo, morì nel 1992 durante l’assalto a un furgone blindato, ferendosi con la sua mitraglietta. Ieri poi il capofamiglia Ruggero, 70 anni, a Serramanna (Cagliari) è stato condannato a 8 mesi per atti osceni davanti a una scuola elementare.

  2. #2
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    Exclamation ognuno si tenga la propria feccia:

    L'UNIONE SARDA

    24 agosto 2002 CARBONIA Pagina 16

    I ragazzi di Milano hanno protestato, con insulti e spintoni, per il ritardo dell’ambulanza

    Volontari della Croce Azzurra aggrediti dai turisti

    CARLOFORTE Arriva l’ambulanza per prestare soccorso a una donna ferita, ma i volontari rischiano di essere linciati dagli altri ragazzi coinvolti nell’incidente. È successo giovedì notte, dopo le due e mezza, sulla strada provinciale che porta al faro di “Capo Sandalo”. Protagonisti, loro malgrado, gli uomini del servizio volontario di autoambulanza della “Croce Azzurra”. Insieme al medico della Guardia turistica Giovanna Gariffo si erano recati a soccorrere una turista milanese rimasta ferita in un incidente stradale. Ma, giunti sul posto, i volontari si sono trovati in una situazione paradossale: hanno, infatti, di subire una vera e propria aggressione dagli amici della donna, un gruppo di motociclisti milanesi, che li accusavano, con toni a dir poco offensivi, di essere arrivati in ritardo. Così racconta Salvatore Troncia, un veterano del servizio volontario: «Non mi era mai capitata un’esperienza simile - spiega - il collega Antonio Porricino e il medico sono stati presi a spintoni e insultati, tanto che hanno fatto parecchia fatica a prestare i primi soccorsi». E poco dopo hanno anche dovuto impedire a un motociclista, amico della donna ferita, di entrare in ambulanza. Con il conseguente grave ritardo nel soccorso: soltanto alle tre del mattino, infatti, l’ambulanza ha potuto trasportare la dona al Pronto soccorso. Ma anche là non sono mancati i problemi: ancora insulti e offese, tanto che i volontari hanno ritenuto opportuno telefonare al 112. Così i carabinieri sono arrivati per far calmare gli animi anche se, al loro arrivo, la situazione era già quasi sotto controllo. Ma per questo assurdo contrattempo la donna è stata trasportata all’ospedale “Sirai” di Carbonia, per una sospetta frattura ad una gamba, soltanto con il traghetto Delcomar delle 4.30 diretto a Calasetta. Sull’assurdo comportamento dei turisti milanesi nei confronti dei volontari, è lo stesso Salvatore Troncia a ipotizzare una spiegazione: «Erano tesi per i ritardi dei soccorsi, ma noi abbiamo fatto il più in fretta possibile - spiega - le indicazioni che ci erano state fornite per raggiungere il luogo dell’incidente non erano precise, ma la macchina dei soccorsi si è messa in moto non appena la guardia turistica ha richiesto l’intervento dell’ambulanza». I volontari si sono precipitati sulla provinciale e dopo quella corsa non si aspettavano certo un simile ringraziamento.


    Mariano Froldi

  3. #3
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    20 agosto 2002 ORISTANO Pagina 19

    Cabras.
    L’uomo si è giustificato dicendo che doveva regarla al nonno. Pronta la denuncia alla Procura

    Piccolo souvenir, 50 chili di sabbia
    Spiaggia del riso, turista piemontese multato a Maimoni

    Cabras Dalle Alpi al mare della Sardegna. Quando poi ha visto la spiaggia al quarzo del Sinis un turista piemontese non ci ha pensato due volte e ne ha riempito una busta, poi un’altra, in tutto quattro per un carico di 50 chili. Un bottino che gli è costato una multa da 361 euro. L’episodio è avvenuto intorno a mezzogiorno quando il turista “amante” della natura, dopo una mattinata dedicata ai bagni nel mare di Maimone, è stato notato da altri bagnanti mentre riempiva di sabbia buste di plastica. Poi quando ha aperto il cofano dell’auto per trasferirvi il prezioso carico alcuni bagnanti sono intervenuti garbatamente : «Guardi che è vietato portare via la sabbia». Un avvertimento bonario quanto inutile. La faticosa opera è proseguita senza badare alle proteste dei presenti. Che allora hanno precipitosamente composto il numero verde 800.125.018 collegato direttamente col comando dei vigili urbani. Caso ha voluto che una pattuglia fosse in servizio nei paraggi e dunque è piombata sul posto e ha colto il turista piemontese con le mani nel sacco. In confronto “bottiglia selvaggia” fa ridere. Il piemontese ha fatto le cose in grande. Tant’è che davanti ai vigili che gli notificavano la multa di 361 euro è rimasto impassibile. Accaldati ma inflessibili i vigili gli hanno anticipato che seguirà poi la denuncia penale per furto ai danni del demanio. «È l’ennesimo episodio deplorevole - ha detto Alessandro Murana, assessore comunale all’Ambiente - che però ha dimostrato che qualcosa sta cambiando. La gente sta prendendo coscienza del problema assumendo un atteggiamento più responsabile. Inoltre - ha continuato Murana - quanto è successo ieri e anche nei giorni scorsi sta a dimostrare che con la collaborazione della gente e grazie anche al numero verde il fenomeno si può combattere». C’è da dire che oggi sul litorale non ci sono cartelli che segnalano specificatamente il divieto di asportare sabbie e pietre. Una dimenticanza a cui va posto rimedio. «Questo è vero - ha ammesso l’assessore - però proprio nei giorni scorsi l’Area Marina Protetta ha diffuso in tutti i chioschi e locali pubblici di Cabras e del circondario manifesti che rilanciano messaggi chiari». Ma evidentemente non può bastare, visto che il divieto da che mondo è mondo deve essere messo ben in vista proprio nei luoghi da tutelare.
    «Un quantitativo che deve fare riflettere - ha detto Bruno Paliaga, direttore dell’Area Marina - non è più un souvenir, la voglia di impadronirsi di un pizzico della bellezza delle nostre coste. Il sospetto è che si rubi per ornare acquari o peggio per rivendere». Va bene insomma il numero verde ma resta il grosso problema della sorveglianza di chilometri di costa. E vanno messi i cartelli.


    Gianfranco Atzori

  4. #4
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    L'UNIONE SARDA

    20 agosto 2002 OLBIA Pagina 25

    Turisti pestano a sangue un tassista: bloccati in paese, rischiano il linciaggio


    Arzachena Una prima aggressione, al bivio di Cannigione. E una seconda, ancora più decisa, all’ingresso del paese, in viale Costa Smeralda. Il pomeriggio da incubo di Gavino Casalloni, tassista, finisce alla guardia medica dopo un pestaggio e un tentativo di lapidazione da parte di un gruppo di turisti scalmanati. Nella Costa dei vip succede anche che un banale tamponamento dovuto a una mancata precedenza si trasformi in un pretesto per una rissa. E poco importa se le auto abbiano riportato un graffietto quasi invisibile. È stato sufficiente il contatto per dare il via alla battaglia. Sei giovani, tra cui quattro ragazze, non si sono accontentati delle scuse di Casalloni, reo di aver urtato la loro auto. Quando è sceso dalla Honda, il tassista è stato accolto da una serie di insulti ai quali non ha risposto cercando di spiegarsi. Macché, tempo perso. E i ragazzi, vedendolo quasi dimesso, hanno pensato bene di dargli una lezione. Da barbari autentici. A questo punto, Casalloni è riuscito a risalire sulla sua auto e a correre verso Arzachena. Non ce l’ha fatta ad arrivare prima dei suoi avversari che lo hanno inseguito senza preoccuparsi di quanto stavano combinando. All’altezza dell’ingresso del paese sono riusciti a superarlo e a bloccare la Honda in mezzo alla strada. Gavino Caselloni ha tentato un nuovo approccio di dialogo. Inutilmente. Le ragazze, sì erano proprio loro le più agguerrite, gli son saltate addosso e hanno cominciato a tempestarlo di pugni e calci mentre gli altri se la prendevano con l’auto. Per finire, un paio di ragazzi si sono allontanati per tornare con delle pietre da usare contro il nemico. Il tassista è stato colpito alla testa ed è caduto a terra. Nel frattempo, sul posto sono arrivati i carabinieri della stazione, poi i vigili urbani e due pattuglie di polizia. Casalloni è stato immediatamente accompagnato con un’ambulanza alla guardia medica, mentre i sei turisti venivano fermati per gli accertamenti. Tutti sono stati portati in caserma per essere identificati e interrogati. Nel frattempo, la notizia dell’episodio aveva fatto il giro di Arzachena. Un centinaio di persone ha aspettato per ore che i giovani uscissero. Si è temuto il peggio. Ma alla fine ha prevalso il buonsenso.

  5. #5
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    L'UNIONE SARDA

    16 settembre 2002 PROV DI SASSARI Pagina 17



    Tula.
    Portano via 400 chili di pesce persico e i pescatori sardi lanciano il boicottaggio su Internet

    Lenze selvagge sul Coghinas
    «Salviamo il nostro fiume dai razziatori di Modena»


    Tula I pescatori sardi ce l’hanno con loro: li hanno pedinati, identificati e boicottati via internet. Per carità, questi signori di Modena non fanno niente d’illegale. Ma otto di loro, in dieci giorni di vacanza, si portano via quattro quintali di pesce persico: un’autentica mattanza, quella che si consuma periodicamente nelle acque del Coghinas. Ripartono con le ghiacciaie portatili colme di filetti destinati alle trattorie della loro città, dove si vendono benissimo. Professionali, organizzatissimi, tirano su di tutto: inclusi pescetti da 25 centimetri, uccisi prima che possano riprodursi. Le leggi della Regione (che tutelano i pesci di mare ma, assurdamente, trascurano molte specie d’acqua dolce) glielo consentono: ma continuando così, rischiano di fare del Coghinas un fiume morto.
    Per i loro colleghi sardi sono dei razziatori da combattere con ogni mezzo. Il primo cui hanno pensato sono state le denunce a carabinieri e forestale, ma non sono servite a fermarli: ogni volta che sono stati sottoposti a controllo, avevano rispettato i limiti.
    A quel punto un gruppo di pescatori sportivi sardi che adotta l’intelligente sistema catch & release (un metodo che, attraverso un sistema di regole, permette di rimettere in libertà il pesce catturato con un’esca artificiale) ha deciso di passare alle maniere forti. Riunitisi in un sito internet (“www.seaspin.com”) hanno dato il via a una campagna di sensibilizzazione che, tramite i forum online dedicati alla pesca sportiva (nei siti “www.bassmania.net”,www.lampinellacqua.com”,www.medflyfish.com” e sul newsgroup “it.hobby.pescare”), ha raggiunto circa 15mila appassionati.
    Sul sito, alla sezione “Allarmi ambientali”, è anche immortalata una sconcertante pagina de “La gazzetta di Modena” dello scorso gennaio: sotto la foto a colori di quattro attempati signori che mostrano le loro prede, il titolo esalta una “ricca battuta di pesca effettuata in acque sarde” e l’articolo racconta la cattura, da parte di sei “campioni”, di oltre 250 chili di pesce nel pomeriggio più 120 chili di nel mare di Valledoria, Isola Rossa e Castelsardo. In due giorni, dice il cronista: e dunque, ben oltre i limiti fissati dalla legge. Tramite contatti nel modenese, i protagonisti della pescata sono stati identificati: uno ha un negozio di articoli sportivi e da pesca, un altro sarebbe il titolare di un ristorante. Nei loro confronti è partita, via internet, una campagna di boicottaggio: non comprate da quegli spietati aguzzini di pesce persico.
    Le incursioni sono ricominciate. Nei giorni scorsi, gli ecologisti con canna e lenza hanno pedinato nuovi “razziatori” modenesi in azione sul Coghinas, fotografandoli all’opera e annotando i numeri di targa dei loro fuoristrada. Nei loro confronti, annunciano quelli di Seaspin, attueremo una nuova campagna. Ma non è tutto. L’associazione si è messa in contatto con alcuni veterinari delle università di Sassari e Cagliari: «L’obiettivo Ñ annuncia Alessandro Idini Ñ è ottenere una legge regionale che modifichi le misure minime dei pesci pescabili. Per riuscirci, ci serve l’appoggio dell’opinione pubblica».
    Marco Noce

  6. #6
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    Non ricominciamo per favore...

    SLEGS VIR PADANIANS

  7. #7
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    Baja Sardinia. (dall'Unione Sarda del 25 luglio 2002)
    Oggi dal gip il giovane che avrebbe ucciso l’automobilista dopo uno scontro

    Il turista killer accusato da 5 testi
    Ma lui si difende: «Era vivo quando sono andato via»

    Baja Sardinia Luigi Centofanti sarà interrogato questo pomeriggio in carcere dal gip e dal pubblico ministero per la convalida dell’arresto eseguito nella tarda serata di martedì dagli agenti di polizia. Il giovane turista ligure è accusato di omicidio preterintenzionale. Mario Gazzetta, stando al racconto di cinque testimoni che hanno assistito alla lite con Centofanti, è stato stroncato da un infarto al termine della colluttazione. Partita da una mancata precedenza all’uscita da un bivio sulla strada che collega Arzachena a Baja Sardinia. Domani, il medico legale Roberto Demontis effettuerà l’autopsia sul cadavere di Gazzetta chiuso in una cella frigo del cimitero di Olbia. L’esame necroscopico, tuttavia, non dovrebbe modificare la posizione processuale di Centofanti che, questo è sicuro, non aveva intenzione di uccidere l’anziano turista. È certo, però, che, dopo la disputa verbale per la precedenza, Centofanti sarebbe sceso dalla sua Smart e, avvicinatosi alla Bmw, avrebbe rifilato alcuni pugni al suo avversario ancora seduto al posto di guida. Gazzetta, per reazione, avrebbe aperto lo sportello della sua auto subendo così una seconda scarica di cazzotti che lo avrebbe tramortito. Tutto questo, è avvenuto alla presenza di diverse persone. Che hanno notato Centofanti risalire a bordo dell’auto e ripartire, lasciando a terra il poveretto. L’arrivo dell’ambulanza del 118 e gli sforzi dello staff medico si sono rivelati inutili. Mario Gazzetta è morto pochi istanti dopo la lite. Quindi, la ricerca, in verità durata davvero qualche minuto, di Centofanti che è stato portato in commissariato a Porto Cervo per essere interrogato. Il giovane, accompagnato da Manuela Massi, la sua fidanzata, ha cercato di difendersi in tutti i modi.
    Aiutato anche da lei che dice di aver visto tutto. Il diverbio per una mancata precedenza, le parole grosse tra il fidanzato e quell’uomo, la scazzottata. «Ma quando siamo andati via, quel signore era ancora lì, in piedi, che inveiva contro Luigi», ha raccontato la ragazza ai poliziotti. Dice che non sono scappati, e che quel signore era in piedi quando sono andati via, e che poi li ha raggiunti la polizia, «Seguiteci». Dall’altro ieri la ragazza di Luigi Centofanti è in casa di amici, dopo ore e ore passate in commissariato a Porto Cervo fino a quando gli agenti hanno mandato via lei e accompagnato in carcere lui.
    Cordiale, mite. É un ritratto che stride troppo col personaggio che avrebbe picchiato selvaggiamente un sessantenne cardiopatico, quello che viene fuori dalle parole della ragazza e degli amici. Un amico in particolare - un professionista genovese - allarga le braccia e definisce incredibile quanto accaduto a Baja Sardinia: «Luigi? Mite, al limite della codardia». E la caratteristica del suo carattere, Centofanti l’avrebbe mostrata più volte quando lavorava come buttadentro nei locali della riviera ligure. Chi lo conosce bene giura che non alzava mai le mani, anche quando - dopo il suo esame all’ingresso - chi era costretto a stare fuori dalle discoteche qualche ceffone glielo mollava. Titolare di una società di pubbliche relazioni a Genova, Centofanti si occupa soprattutto di discoteche e di aziende, dopo anni di gavetta (proprio come buttadentro e pierre) nei locali della Liguria e anche della Costa Smeralda.
    Luigi Centofanti e Manuela Massi erano arrivati a Cannigione, in un albergo, qualche giorno fa. Ora quest’accusa pesantissima nei confronti del giovane. La ragazza ripete che non ci sono state botte terribili e che Mario Gazzetta non era a terra quando loro sono andati via.


    Red. Ol.

  8. #8
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    tenetevi a casa vostra, e anche ben chiusi, i vostri ladri, pezzenti che amano passare l'estate in baraccopoli improvvisate, arricchiti, assassini, picchiatori.......grazie

  9. #9
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    E voi cari isolani preoccupatevi di riprndervi indiettro tutti i rapinatori e SEQUESTRATORI DI DONNE E BAMBINI che fanno parte della Vostra antica cultura .In padania non sono più graditi. Grazie per la collaborazione

  10. #10
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    Originally posted by parmigiano
    E voi cari isolani preoccupatevi di riprndervi indiettro tutti i rapinatori e SEQUESTRATORI DI DONNE E BAMBINI che fanno parte della Vostra antica cultura .In padania non sono più graditi. Grazie per la collaborazione

    peccato che i sequestri accadano uno ogni 15 anni........
    peccato che ci sono stati solo un paio di sequestri a danno di donne e bambini nel giro di 200 anni.............
    mentre i fatti da me riportati sono tutti concentrati in due mesi.......la bilancia della delinquenza pende dalla vostra parte...
    ribadisco, tenetevi a casa la vostra feccia, nella nostra nazione (lo sapete cosa è una nazione vero?? ) non sono tollerati più i vostri delinquenti.....
    ciao ciao

 

 
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