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Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    stanziale
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    Cool la casa di Totila sta crollando...

    prima di dare la casa ai marocchini
    pensiamo a Totila......
    http://www.protadino.it/20020908/05maustot.html

  2. #2
    Totila
    Ospite

    Predefinito Re: la casa di Totila sta crollando...

    Originally posted by carbonass
    prima di dare la casa ai marocchini
    pensiamo a Totila......
    http://www.protadino.it/20020908/05maustot.html
    Come Mausoleo mi va bene. Si inizino i lavori!

  3. #3
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    Predefinito Re: la casa di Totila sta crollando...

    Ammiro molto questo personaggio storico, un sovrano di straordinaria clemenza ingiustamente demonizzato da tutta una storiografia filobizantina e dalle leggende di Gregorio Magno e della Chiesa medievale.
    La secolare opera di damnatio memoriae subita da questo grande della storia, non ce lo fa vedere come quello che realmente è stato: il William Wallace italiano. Per questo la sua presunta tomba non ha ricevuto il dovuto onore.
    Secondo il contemporaneo Procopio di Cesarea, questi erano i cosiddetti liberatori bizantini dal barbaro Totila: «Gli Italici venivano derubati dei loro beni dall’esercito dell’imperatore e capitava loro di subire violenze fisiche e di venire uccisi senza alcun motivo».
    Il barbaro Totila, invece, risparmiò i prigionieri dopo le battaglie di Faenza e del Mugello, punì un soldato che aveva fatto violenza a una fanciulla, ordinò che nessun oltraggio venisse fatto alle donne dei senatori che si trovavano a Cuma e alla vedova di Boezio che si trovava a Roma, sfamò la popolazione di Napoli dopo la resa. Viene da chiedersi chi fossero davvero i barbari. E' ingiusto che dopo 15 secoli si continui con questa iniqua damnatio memoriae. Solo Gregorio Magno riporta nei Dialoghi il martirio di Ercolano, vescovo di Perugia fatto torturare e decapitare da Totila con tanto di miracoloso riattaccarsi della testa recisa del martire al collo. E' storicamente implausibile che un re di tale umanità abbia ordinato l'uccisione di un vecchio inerme. Dal punto di vista storico è molto più plausibile che il povero Ercolano sia stato ucciso da un soldato goto durante il saccheggio proprio come accadde ad Archimede a Siracusa. Non bisogna dimenticarsi che Gregorio Magno apparteneva all'aristocrazia senatoria penalizzata dalla riforma agraria di Totila e che il papa vedeva il re dei Goti come un nemico perchè seguiva le dottrine di Ario tacciate di eresia.

  4. #4
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    Predefinito Re: la casa di Totila sta crollando...

    Un recente elaborato accademico (tesi di laurea), pubblicato sul sito di un'università italiana, accusa Totila re dei Goti di essere stato una disgrazia per l’Italia perché il suo regno fece prolungare di dieci anni le Guerre Gotiche: (Totila, re dei Goti). Non condivido questa opinione che, alla luce dell'intera opera di Procopio di Cesarea (storico contemporaneo alle Guerre Gotiche), pecca a mio parere di una visione parziale. Totila chiese svariate volte la pace all'imperatore Giustiniano, il quale respinse sempre le sue ambascerie, spesso rifiutandosi persino di parlare coi messaggeri perché reputava Totila un usurpatore e per di più eretico (seguace della dottrina di Ario). Per Giustiniano, ogni esponente di un culto diverso da quello cristiano-niceno era un nemico da eliminare in nome dell’unità religiosa del suo impero. Lo storico Cardini elenca nella sua opera “Cristiani perseguitati e persecutori”, Salerno Editrice 2011, p.146-149, tutti i supplizi a cui Giustiniano condannava eretici e pagani. Alla luce di tale documentata intolleranza religiosa, i Goti subirono una guerra di annientamento dettata dal pretesto di eliminare l’eresia di Ario. Quindi, da questo punto di vista, la strenua resistenza di Totila a Giustiniano fu anche una lotta per la libertà religiosa del suo popolo. L'accusa rivolta a Totila di esser stato la sciagura dell'Italia e l'unico responsabile di un decennio di logorante guerra è impropria e datata. È stata ripetuta per secoli sull'eco dell'Auctarium, opera di un anonimo storico della corte bizantina, ma oggi sono emerse nuove posizioni. Negli Atti del convegno “Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente e Occidente”, del 10 e 11 dicembre del 2011, sono state prese in considerazione le responsabilità di Giustiniano: questo imperatore fu il principale responsabile degli effetti disastrosi della guerra gotica in Italia ed esautorò il senato romano (di cui si era presentato come liberatore dal tiranno Totila) a favore di quello di Costantinopoli (Si veda Atti del Convegno Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente e Occidente in Porphyra, giugno 2012, n.XVII p.54).

    Allo stesso modo, respingo i giudizi su Totila dati dall'autore della tesi: “crudele, subdolo e sadico”. Si tratta di una serie di giudizi avulsi dal contesto storico. Questi epiteti addossati a Totila (più volte ribaditi nel testo), si appuntano ad alcune condanne che un condottiero di quei tempi, volente o nolente, doveva pronunciare per non perdere la propria autorità (far infliggere mutilazioni corporali al governatore di Napoli che l'aveva insultato davanti all’esercito e al chierico che gli mentiva in interrogatorio, far uccidere il bizantino Isace responsabile della morte dell’amico Roderico e far giustiziare il mercenario Calazar, reo di non aver mantenuto la parola data ai messi Goti). Tali gesti punitivi sono poi ben poca cosa se paragonati alle efferatezze commesse da Giovanni il Sanguinario, braccio destro del generale bizantino Belisario, nel Piceno. O ai massacri compiuti dai tagliagole Massageti di Belisario a Napoli (persino nelle chiese). O alle sistematiche vessazioni e uccisioni perpetrate da soldati e ufficiali dell'esercito bizantino. A proposito delle atrocità dei Bizantini ai danni degli italiani, Procopio è chiaro: “Gli Italici venivano derubati dei loro beni dall’esercito dell’imperatore e capitava loro di subire violenze fisiche e di venire uccisi senza alcun motivo”. (Procopio di Cesarea, Le guerre: persiana, vandalica, gotica a cura di Craveri M., F.M. Pontani, Torino, Einaudi, 1977 p. 556).

    L’affermazione paradossale che Totila fu un egoista per non essersi arreso a Narsete, si trova nella suddetta tesi di laurea (Totila, re dei Goti, p.144). Si tratta di un'accusa antistorica che non condivido. Se egoismo significa decidere di resistere a oltranza al nemico, allora furono egoisti anche Leonida, Annibale e Cleopatra. Come avrebbe potuto Totila arrendersi ai Bizantini dopo che Giustiniano aveva detto ai suoi ambasciatori di odiare i Goti e di volerli cancellare dall’impero? (si veda Procopio di Cesarea, op.cit., p. 730: "Già più di una volta Totila aveva mandato ambasciatori...Ma l'imperatore non aveva tenuto alcun conto le loro parole e aveva congedato tutti gli ambasciatori avendo in odio anche solo il nome dei Goti e intendendo assolutamente cacciarli dall'impero”). Che Giustiniano avesse decretato lo sterminio assoluto dei Goti, si vede benissimo da come Narsete trattò i prigionieri dopo la battaglia di Busta Gallorum, in cui Totila trovò la morte per le ferite riportate: li fece decapitare tutti. Totila, invece, per quando definito crudele e sadico nell'opera summenzionata, graziava i nemici presi prigionieri. Inoltre, i mercenari longobardi e unni a servizio di Narsete si scatenarono sulla popolazione italica, col risultato che le donne, sempre protette da Totila dalle violenze del suo esercito, finirono per essere violentate anche nelle chiese da tali individui. (si veda Procopio di Cesarea, op.cit, p.757)
    Considerando quindi che Narsete fece decapitare tutti Goti che si arresero dopo la battaglia di Busta Gallorum, che fine avrebbero fatto Totila e i suoi soldati se il re si fosse consegnato ai Bizantini senza combattere? Assai probabilmente, sarebbero andati comunque incontro alla morte o alla schiavitù, dato che Giustiniano aveva deciso una guerra di annientamento verso i Goti e odiava in modo particolare il nefandissimus Totila.

    La tesi di laurea che ho citato sostiene che Totila “non fu buono” perché “fece del bene” (risparmiava sistematicamente i prigionieri nemici, sfamò gli assediati di Napoli e proibì le violenze sulle donne) solo per “religiosità scaramantica”. Forse l’autore ha ricavato la religiosità scaramantica di Totila dal fatto che il re esortò con tono pedagogico i Goti a comportarsi con giustizia per meritarsi l’aiuto di Dio alla loro causa. In effetti disse alle truppe dopo la conquista di Roma: «Se volete conservare la fortuna che vi è capitata, dovete rispettare la giustizia. Se cambierete condotta, avrete contro di voi Dio. Egli infatti non ha intenzione di proteggere una particolare razza o una determinata nazione, ma chiunque mostri di osservare maggiormente la giustizia» (Procopio di Cesarea, op. cit.,p.592). Ma da qui ad affermare che Totila si comportava con umanità per terrore dei castighi divini, il passo mi pare azzardato: lo scrupolo di risparmiare il nemico per accattivarsi le simpatie divine non era molto in voga a quei tempi, casomai si identificava il nemico di Dio con quello del proprio popolo (viste anche le differenze di credo tra Goti e Romani) e si vedeva quindi come meritoria la sua eliminazione. Più plausibilmente, al di là dei discorsi educativi alle truppe, Totila si comportava umanamente perché considerava sia Goti che Italici suoi sudditi, come sostiene anche Alberto Peruffo (Storia militare degli Ostrogoti da Teodorico a Totila, edizioni Chillemi, p.35). Tuttavia, se anche Totila avesse avuto una religiosità scaramantica, bisogna considerare che il freno religioso era l’unica morale disponibile per l’uomo medievale, dato che non esisteva la morale laica nata solo con l’Illuminismo. Sarebbe pertanto antistorico pretendere da un re del VI secolo una filantropia da illuminista.

    Ho letto poi nella tesi di laurea in questione un'ulteriore affermazione azzardata: quella di attribuire a un preciso ordine di Totila il massacro dei cittadini di Tivoli per punirli del tradimento verso i Bizantini. Mi pare proprio che si sfoci in un'affermazione assai fantasiosa. Totila non ha mai punito chi è passato dalla sua parte abbandonando l'esercito bizantino: i racconti di Procopio sono ben chiari su questo punto. Nel 544 mercenari di Belisario disertarono per milirare nell'esercito goto, dato che non ricevevano la paga e Totila non li punì di certo per aver tradito Belisario! Procopio di Cesarea parla poi di un tremendo massacro compiuto da un reparto di Goti accampati nei pressi di Tivoli che trovarono nottetempo le porte della città aperte: dal racconto pare proprio un'azione improvvisa e indipendente dagli ordini del sovrano.
    Ultima modifica di Brienne74; 11-01-16 alle 21:13

 

 

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