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  1. #1
    Hanno assassinato Calipari
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    Predefinito Il Social Forum è già iniziato


  2. #2
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    L'intervento di Rifondazione comunista ieri alla Camera dei deputati

    Signori del governo, il movimento è inarrestabile

    Signor Presidente, i promotori del Social forum europeo si sono rivolti al Presidente Casini affinché il Parlamento metta fine ad allarmismi e denigrazioni. Avremmo sentito il bisogno, apprezzato se in quest'aula si fosse discusso dei temi che saranno affrontati a Firenze: le questioni della guerra e della pace, le questioni delle politiche neoliberiste (che hanno una conseguenza concreta sulla vita delle persone e che fanno parte integrante della finanziaria che inizieremo tra poco ad esaminare proprio qui in Assemblea), le questioni della Fiat, del razzismo, dei diritti di cittadinanza, della Convenzione europea. Sarebbe stato un confronto di idee alto e, penso, utile a tutti noi, all'interno di un contesto internazionale, in un mondo che si fa sempre più piccolo ed anche ingiusto.

    In questi giorni siamo stati spettatori impotenti ed angosciati della tragedia che si è consumata a Mosca, una vicenda che si è conclusa con un massacro come, purtroppo, era prevedibile. Si è trattato di un'enorme tragedia, anche al di là del dramma degli ostaggi innocenti e del fanatismo suicida dei sequestratori. Tuttavia, tale tragedia parla, tra l'altro, della fragilità di queste potenze, di questo Occidente che abbandona il terreno della politica per teorizzare le guerre come strumento per combattere il terrorismo (mi riferisco alla guerra permanente ed alla guerra preventiva), portandoci così progressivamente verso la barbarie.

    Voi, signori del governo, siete tra coloro che stanno scientemente distruggendo l'ordine mondiale preesistente per affermarne uno nuovo basato sulla forza e in ciò dimostrate tutta la vostra, la nostra fragilità. Anche di ciò parleremo a Firenze e il 9 novembre manifesteremo contro tutte le guerre.

    Signor ministro, forse a tutti noi e a tutti voi avrebbe fatto bene conoscere le istanze di quelle migliaia di giovani che sono protagonisti di questo movimento internazionale, un movimento inarrestabile perché parla delle ingiustizie del mondo, dei debiti dei paesi poveri strangolati dai pochi ricchi, dell'acqua, una risorsa primaria che è inaccessibile per molti paesi dell'Africa e anche per molti paesi del nostro Mezzogiorno, della flessibilità e della precarietà cui sono condannati immigrati e tanti giovani lavoratori; in altri termini, parla della nostra vita, quella vera.

    Per tale motivo, questo movimento è inarrestabile e per questo motivo è sopravvissuto alla repressione di Genova. Signor Presidente, questo movimento è ulteriormente cresciuto e per tale ragione ritengo che abbiate ancora bisogno di criminalizzarlo, di distruggerlo e di dipingerlo come violento. Qui sta tutta la vostra debolezza ed anche la vostra irresponsabilità.

    Signor ministro, oggi avremmo voluto sentire parole diverse, avremmo voluto sentire parole rassicuranti, che garantissero a tutti il diritto manifestare, perché solo questo è il dovere del governo. Invece, lei ha alzato i toni per chiedere al movimento e agli amministratori se se la sentono di andare avanti. Ritengo che tale quesito sia irricevibile. Lei dice di non voler passare il cerino acceso a nessuno, ma il problema è che non vi è alcun cerino da passare, perché ognuno nella vita deve fare il proprio mestiere. Ai manifestanti compete di far conoscere i loro programmi, le loro intenzioni, i loro percorsi e così hanno fatto con il prefetto Serra in tutti i dettagli e in tutte le articolazioni; al governo compete di dover garantire i diritti costituzionali.

    Avete, invece, continuato in questa campagna di insinuazioni ed allarme, una campagna vergognosa di cui si sono resi protagonisti importanti quotidiani come il "Corriere della sera" e complici grandi nomi della cultura italiana. Non avete il diritto di farlo.

    Lei, signor ministro, forse nel tentativo di mettere le mani avanti per poter dire domani che, se tutto va bene è merito vostro e se qualcosa va storto (come forse qualcuno invoca) allora la colpa è del movimento, ha scelto una strada sbagliata. Avete, cioè, fatto in anticipo quell'operazione politica che avete attuato dopo Genova. Dopo e durante Genova avete tentato di colpire movimento, di criminalizzarlo, ora lo fate prima, tentando persino di proporvi come coloro che hanno a cuore i monumenti di Firenze, quei beni culturali che noi difendiamo come patrimonio della civiltà italiana ed europea e che voi vorreste vendere al miglior offerente.

    Cercate ancora una volta - lei, signor ministro, lo ha fatto ancora stamani - di dividere i buoni dai cattivi e mi dispiace constatare che qualcuno l'abbia anche seguita su questo terreno. Non avete il diritto di farlo. Signor ministro, non avete il diritto di farlo, perché il compito di un ministro della Repubblica non è quello di elencare non ben identificati pericoli, bensì quello di difendere i cittadini e i diritti costituzionali, intervenendo contro eventuali pericoli. Avete tutti gli strumenti e le capacità come dimostrate ogni volta che decidete di farlo.

    Signor ministro, quante manifestazioni si sono svolte nel corso di questi due anni dopo Genova? Tante, diverse e anche spesso in un clima e in una situazione difficile.

    Non è mai successo nulla perché il movimento non ha alcun interesse che ciò accada: questo movimento è pacifico.

    Vorrei sapere perché quando si tratta di appuntamenti nazionali sapete sviluppare il dialogo ed agire secondo i principi che sempre dovrebbero sovrintendere l'ordine pubblico e quando, invece, vi trovate di fronte ad un appuntamento internazionale scatta la campagna denigratoria ed allarmistica. Chiudete le frontiere e tutto si trasforma in un problema di ordine pubblico.

    Lei ha ribadito stamani che non vi saranno fermi indiscriminati alle frontiere. Ne abbiamo preso atto, ma consideriamo grave il precedente di appellarsi all'articolo 2, paragrafo 2, del trattato di Schengen per una situazione che non prevede alcun vertice di governo ma è semplicemente un appuntamento politico di un movimento, una manifestazione normale. In ogni caso, vi aspetteremo, come si suol dire, al varco (in questo caso è particolarmente appropriato dire così).

    Vorremmo anche dire ai cronisti del "Corriere della Sera" che molte delle sigle, forse per loro sconosciute, citate in questi giorni come Globalize resistence e i No board sono parte integrante del movimento. Non accetteremo fermi di treni o di pullman massicci. Lei sa, signor ministro, che la suddetta procedura prevede esclusivamente l'esame dei documenti e la verifica dell'identità, non altro. Lei non ci ha risposto, quando è venuto in aula la scorsa settimana, circa i criteri che determineranno i fermi. Verificheremo strada facendo quali saranno tali criteri.

    Le sigle più volte richiamate in modo allarmistico anche dai giornali di oggi sono parte integrante di questo movimento, un movimento europeo ed internazionale che non si è fatto fermare a Genova e che oggi è ancora più grande. A Firenze vi saranno non solo le centinaia di organizzazioni già presenti a Genova, ma tante altre. Sarà presente il sindacato, non solo la Cgil ma la Ces nel suo insieme: è un fatto di grande rilevanza. Sarà presente il Tavolo della pace e vi saranno tante altre sigle.

    Vorrei dire all'onorevole Chiti che non vi è bisogno di alcun appello. Forse non se lo ricorda, ma le assicuro che non vi è alcuna violenza nell'occupare una casa o nel mettere uno striscione contro le banche armate. Non vi è alcun bisogno di rivolgere appelli a questo movimento. E' un movimento che ha fatto scuola perché si batte contro i soprusi del Fondo monetario internazionale, del Wto e del mercato. Questo movimento è l'unico vero antidoto contro tutte le guerre e contro il terrorismo.

  3. #3
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    Città contro la guerra

    Il coordinamento degli enti locali per la pace ha concluso la sua settima assemblea nazionale confermando la partecipazione al Forum sociale europeo e assumendo la decisione di cambiare nome. «L'impegno per la pace degli Enti locali - dice il comunicato conclusivo - si configura come un compito istituzionale, un dovere politico, un interesse a una necessità». L'assemblea ha approvato un programma in dieci punti (solidarietà, cooperazione internazionale, lotta alle guerre, dall'Iraq al Medioriente) e un impegno per la promozione dei diritti umani. Per questo la nuova denominazione sarà "Coordinamento enti locali per la pace e i diritti umani". L'assemblea ha riconfermato alla presidenza Giulio Cozzari, presidente della provincia di Perugia.

    Bagnoli per la pace

    Approvato ieri dal consiglio comunale di Bagnoli, l'odg presentato dal Prc contro la guerra in Iraq. «Un segnale importantissimo - dice il capogruppo di Rifondazione, Luca Simeone - per cercare di non rendere ancora più disastrosa la situazione mediorientale. Questa questione è ancora più attuale in vista del prossimo Social forum europeo dove dovremo affermare un cambi di rotta per l'Europa».

    Torino, operai e social forum

    Assemblea del social forum ieri a Torino preceduta da un presidio al Lingotto cui hanno partecipato gli operai Fiat in sciopero, il social forum di Torino, lavoratori precari e interinali. «Parteciperemo al Forum Sociale Europeo contro il neoliberismo, la guerra, il razzismo, con l'obiettivo di mettere in rete le esperienze di mobilitazione sedimentate in questi mesi in Italia e in Europa e di rafforzare le lotte contro ogni forma di precarietà: del lavoro, della cittadinanza, della vita», questo l'obiettivo del social forum torinese che ha promosso l'iniziativa. In serata assemblea pubblica con Marco Bersani di Attac, Fabio Raimondi del Tavolo Migranti Social Forum, Giorgio Airaudo della Fiom Torino, Domenico Conte della Rsu Tim Bologna, Lucia Saglia della Marcia Mondiale delle donne e Franz dei Chainworkers di Milano.

  4. #4
    Me, Myself, I
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    Firenze, il governo deciderà domani. Ma i ministri di An lo anticipano:«Verrà spostato»
    di red.

    Promette di decidere. Domani. Al consiglio dei ministri. Così, il presidente del consiglio annuncia che il consiglio dei ministri di giovedì, sarà dedicato al Social Forum di Firenze. La posizione del premier è arcinota. E a chi non la ricordasse, bastano le parole dette ieri: «La scelta di Firenze è stata azzardata, personalmente propenderei perché non si desse luogo a questa manifestazione...». Ma un'anticipazione oggi ce l'ha data il ministro dell'Agricoltura, Alemanno: «Meglio in un luogo più gestibile».

    Genova??

 

 

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