Oltre a quella di Rifondazione c'è anche una proposta del centrosinistra, Salvi primo firmatario
Un reddito per precari e disoccupati
Fabio Sebastiani
Un reddito sociale minimo contro la disoccupazione e la precarietà del lavoro. Anche il centrosinistra ha una sua proposta di legge sulla materia. E' stata presentata ieri, proprio nel giorno in cui è partito alla Camera l'iter della 848 (Libro bianco), dal senatore dei Ds Cesare Salvi e dal deputato dei Verdi Paolo Cento, presso l'ex hotel Bologna a Roma. Il disegno di legge ricalca lo schema di un testo precedente, di iniziativa popolare, presentato nel '97 da un comitato promotore composto dal sindacalismo di base, da centri sociali e da alcune associazioni e centri studi (Progetto diritti e Cestes-Proteo). La proposta raccolse ben 63mila firme, ma con la nuova legislatura è come se non ne avesse nemmeno una.
E' per questo che ieri a fianco di Salvi e Cento erano presenti anche alcuni protagonisti di quella iniziativa. Un sodalizio che nasce non solo a partire dalla fonte ispirativa ma anche sul percorso di lotta che farà da cornice a tutta l'operazione. Sono già in programma, in fatti, una serie di scadenze in alcune realtà meridionali di precariato e disoccupazione, e una manifestazione a Roma tra febbraio e marzo.
La proposta di legge è sul modello del mix tra un importo di reddito sociale minimo (8mila euro annui non soggetti a tassazione) più una serie di accessi gratuiti ai servizi, un canone sociale per l'affitto, il dimezzamento dei costi per luce, telefono e rifiuti. Le risorse? Il provvedimento, che non è certo assistenzialistico, come hanno ripetuto tutti, non è poi così stratosferico: circa 30 milioni di euro all'anno (un po' meno di 60 miliardi di vecchie lire). «Si propone di reperire tali risorse esclusivamente attraverso varie forme di tassazione sui capitali», specifica Cesare Salvi.
Tassare la speculazione
Un terreno praticabile, infatti, è quello «di applicare una efficace imposta patrimoniale, di colpire le rendite finanziarie e i grandi patrimoni, di tassare realmente e uniformemente i guadagni in conto capitale (capital gain), di ridurre le agevolazioni e i trasferimenti alle imprese». Un canale di finanziamento, quindi, che non attinge alla fiscalità generale ma, se vogliamo, torna direttamente alla causa della disoccupazione e delle precarietà del lavoro.
Tra i firmatari della proposta ci sono un po' tutti i rappresentanti del centro-sinistra: dai Verdi ai Ds, ma anche Sdi, Pdci e Margherita. Per il senatore Cesare Salvi il disegno di legge non solo dà all'Italia una prospettiva autenticamente europea nel Welfare (c'è in tutta l'Ue meno che in Spagna, Italia e Grecia) ma punta a due diritti fondamentali: una vita decorosa e una buona occupazione. Il Reddito sociale minimo, infatti, andrebbe a coprire anche i periodi di disoccupazione tra un lavoro precario e un altro. «Questa è l'unica forma per contrastare la recessione economica che provoca la disoccupazione», dice Paolo Cento.
Per Luciano Vasapollo, direttore del centro studi Cestes, questa convergenza di sensibilità sul tema è l'occasione per allargare l'orizzonte a una proposta di Reddito garantito. Il mondo del sindacalismo di base è pronto a fare la sua parte, dai Cobas alle Rdb.
A parlare di Reddito garantito in una sua proposta di legge è stato anche il Partito della Rifondazione Comunista. L'agenda degli impegni dei dirigenti del Prc, e dei parlamentari, non ha permesso, però, di essere presenti alla presentazione. «Non c'è nessuno spirito di concorrenzialità né di polemica - assicura Ugo Boghetta, del Dipartimento Lavoro e Stato sociale - anzi, il problema ora è individuare un percorso comune di iniziative per far marciare la proposta».
Il dramma della Campania
A chiedere un reddito di cittadinanza, a fianco alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili, per la Campania sono il segretario del Prc regionale Vito Nocera e Peppe De Cristofaro, segretario della federazione di Napoli. «Se ciò non avverrà - sottolineano - Rifondazione comunista riunirà i propri organismi dirigenti per decidere il ritiro degli assessori del Prc dalle giunte di Regione, Provincia e Comune».