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  1. #1
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Russia, la Duma limita la libertà di stampa

    Il Parlamento di Mosca approva una nuova legge. La reazione: con queste regole non avremmo potuto raccontare l?assedio al teatro

    Terrorismo, la Duma limita la libertà di stampa

    Basayev: non ho avvertito il presidente ceceno dell?assalto, mi dimetto da comandante della guerriglia


    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
    MOSCA - Una copertura puntuale degli avvenimenti, con immagini di qualità riprese da tutte le televisioni del mondo. I giornalisti russi hanno lavorato bene durante la crisi degli ostaggi, ma da oggi le cose cambiano: una nuova legge approvata dalla Duma impone rigorosi limiti a quello che si potrà dire e mostrare su giornali e tv. «In teoria le tv non avrebbero potuto far vedere nulla di quello che accadeva al teatro Dubrovka», spiega contrariato Otto Latsis, uno dei più noti commentatori russi, vicedirettore di Novye Izvestiya .
    La legge era già da tempo in parlamento, ma ieri i deputati l'hanno approvata a larga maggioranza. Ora passa al Consiglio della Federazione per lo scontato voto finale. E' una norma volta a limitare l'impatto sui mass media delle azioni dei terroristi. Vieta, per esempio, la diffusione di informazioni su tecnologia, armi, munizioni ed esplosivi usati in operazioni antiterrorismo. Quindi non si sarebbe potuto scrivere nulla sul gas che ha ucciso 117 ostaggi e che ne tiene ancora in ospedale 155.
    «Ma tutto ciò è assurdo - si infervora Latsis - perché non deve essere compito del giornalista custodire i segreti. E’ responsabilità delle strutture di sicurezza. Abbiamo fatto vedere troppo durante l’assalto? Ma sono loro che sanno quello che si può mostrare e quello che non si può mostrare. Loro devono dire a un operatore: da qui si può filmare e da qui no». La legge invece prevede sanzioni che vengono applicate successivamente dal ministero per l'Informazione.
    Un’altra norma stabilisce che non si possono diffondere notizie che «servono alla propaganda o che giustificano le iniziative dei terroristi». Quindi, in teoria, non si dovrebbe nemmeno dire che esiste una certa azione terroristica o quali siano le richieste dei sequestratori. Alcuni punti della norma sono accettati da chi si occupa di media, tanto che già erano state avanzate proposte per un’autoregolamentazione. «La vita della gente è più importante del diritto d'informazione», ha detto alla radio Eco di Mosca il segretario dell'Unione dei giornalisti Mikhail Fedotov.
    Ma la realtà è che la legge lascia ampio spazio alla discrezione delle autorità che durante la crisi del teatro hanno esercitato pressioni fortissime sui media. «Quella della propaganda è una frottola - dice ancora Latsis -, perché i giornalisti fanno solo il loro lavoro. Ma queste formulazioni molto vaghe ed estese potrebbero mirare semplicemente a stroncare qualsiasi possibilità di critica» (in questo clima non sorprende la perquisizione, ieri sera, della polizia nella redazione del settimanale Verija ).
    Il commentatore di Novye Izvestiya spiega che se la legge fosse stata già in vigore durante l'assedio, oggi non si saprebbe quasi nulla. «Ad esempio sarebbe impossibile dire che i colloqui non dovevano essere scartati in partenza e che concedere qualcosa non voleva dire cedere ai terroristi, ma fare gli interessi della Russia. Lo stesso vale per l'opinione che il gas è stato del tutto inutile (oltre che dannoso): se le bombe non sono esplose questo non è merito degli attaccanti, ma deriva dalla decisione dei terroristi di non far scattare i detonatori».
    La stessa legge codifica anche il principio che i corpi dei terroristi uccisi durante le operazioni non vengano restituiti ai parenti, ma siano sepolti in un luogo segreto. E anche questo è stato fortemente criticato, con richiami allo stalinismo. Latsis non condivide il giudizio: «E’ una norma semplicemente disumana. Piuttosto sono metodi stalinisti quelli adoperati in Cecenia dove ogni giorno si uccide. E non solo guerriglieri». L’Unhcr, l’agenzia per i rifugiati dell’Onu, ha denunciato il comportamento dell’esercito russo che avrebbe messo sotto assedio i quattro principali campi profughi in Inguscezia, che ospitano circa 17.000 rifugiati ceceni.
    Ma il Cremlino tira dritto, forte del sostegno di una larga maggioranza dell’opinione pubblica. Nessuna trattativa per una soluzione politica della guerra, nonostante gli appelli di molte personalità, da Mikhail Gorbaciov a Evgenij Primakov, allo stesso rappresentante del Cremlino per i diritti umani Oleg Mironov. Così le dichiarazioni del comandante Shamil Basayev che ha detto di assumersi tutta la responsabilità della presa degli ostaggi, scagionando il presidente ceceno Aslan Maskhadov («domando perdono per averlo tenuto all'oscuro - ha scritto sul kavkaz.org - e gli chiedo di accettare le mie dimissioni da tutte le cariche che ricopro, anche da capo della Commissione militare della guerriglia» ad eccezione della guida del Battaglione dei martiri Riadus-Calikin) vengono liquidate con un'alzata di spalle dall'assistente presidenziale Sergej Yastrzhembskij: «Cerca di coprire Maskhadov».
    Il ministro della Giustizia danese ieri ha reso noto di aver inviato una lettera a Mosca: per concedere l’estradizione di Zakayev, braccio destro di Mashkadov arrestato a Copenaghen su richiesta dei russi - è scritto -, sono necessarie ulteriori prove del suo coinvolgimento in azioni terroristiche.

    Fabrizio Dragosei
    Corriere della Sera 2 novembre 2002

  2. #2
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    CONGRESSO PRT/TIRANA : INTERVENTO DEL MINISTRO DELLA SANITA DEL GOVERNO CECENO UMAR KHAMBIEV
    CONGRESSO PRT/TIRANA (ALBANIA): INTERVENTO DEL MINISTRO DELLA SANITA DEL GOVERNO CECENO UMAR KHANBIEV: CITTADINI RUSSI E CECENI SONO OSTAGGI DELLA POLITICA CRIMINALE DELLE AUTORITA’ RUSSE. L’UNICA SCELTA E’ QUELLA DELLA NONVIOLENZA.

    Quella che segue è la sintesi dell’intervento di Umar Khanbiev, Ministro della Sanità nel governo ceceno del Presidente Mashkadov e membro del PRT, fatto – tramite videoconferenza da Bruxelles - al 38° congresso del Partito Radicale Transnazionale in corso a Tirana:

    “Egregi partecipanti al Congresso,
    permettetemi di congratularmi e augurarvi ogni successo per l’inizio dei lavori del Congresso, così importanti per la globalizzazione della democrazia in tutto il mondo.
    Avrei voluto essere lì con voi al Congresso perché in questi giorni ho capito meglio di chiunque altro quanto sia importante il nostro lavoro per la globalizzazione della democrazia nel mondo. A mio parere oggi non c’è un problema più importante di questo.
    Basti vedere come su pressione della Russia i paesi tradizionalmente democratici violino i loro principi.
    La Russia ha definito, senza alcun fondamento, il Congresso del popolo ceceno a Copenaghen, che ha condannato i metodi del terrorismo sotto ogni loro forma, un raduno di terroristi e ha esercitato forti pressioni sulla Danimarca per non permettere lo svolgimento dei lavori.
    La coraggiosa Danimarca, purtroppo, non ha potuto non offuscare la fine dei lavori del Congresso, arrestando sulla base di una falsa accusa, Ahmed Zakaev, rappresentate speciale del Presidente ceceno.
    Vi assicuro che le accuse rivolte dalla Russia a Zakaev, così come a tutto il popolo ceceno, non hanno alcun fondamento e spero che lo capiranno anche le autorità danesi.
    Ma il fatto stesso dell’arresto è un precedente molto grave che un paese come la Danimarca, dove i principi democratici sembravano essere certi, non avrebbe dovuto permettere.
    E’ difficile immaginare come si comporteranno i paesi dove la democrazia esiste spesso solo a parole. Intendo paesi dell’area post-sovietica nonché i paesi che non sono ancora guariti dalla peste sovietica.
    La Russia, che già da quattro anni sta conducendo una guerra terroristica in Cecenia, ha dichiarato terrorista un intero popolo e la comunità internazionale ha accettato ciecamente la mostruosità di tale menzogna.
    Quello che è accaduto al teatro di Mosca è la riproduzione in miniatura della situazione in Cecenia: il cinismo delle autorità del Cremlino sta ammazzando senza scrupoli il proprio popolo. Il potere del Cremlino odia allo stesso modo sia il popolo ceceno che quello russo.
    Noi tutti siamo gli ostaggi della sua politica in Cecenia.
    Per il genocidio in Cecenia devono rispondere non soltanto i criminali del Cremlino ma tutti coloro che in Europa, con il loro tacito accordo, permettono che si compiano questi crimini contro l’umanità.
    Si potrà porre fine a questi crimini soltanto con la globalizzazione della democrazia, quando la comunità democratica dei paesi chiamerà a rispondere i suoi leader per la violazione dei principi democratici. Mentre gli altri tacciono vigliaccamente il Partito Radicale Transnazionale è, e rimane, una delle sole forze politiche che condanna duramente questa guerra e propone come una giusta via d’uscita, da questo vicolo cieco, la strada dei negoziati.

    Questo comportamento codardo di numerosi politici, è stata la causa di molti insuccessi nel mondo.
    Al nostro partito è toccata una missione davvero difficile, quella della globalizzazione della democrazia, senza la quale, come ce ne siamo resi conto, il mondo rischia di sprofondare in un abisso.
    Noi non lo dobbiamo permettere, dobbiamo trovare gli alleati che ci sostengano, che capiscano che senza la democrazia il mondo non ha futuro.
    Il Partito Radicale Transnazionale offre al popolo ceceno una arma di lotta nuova e potente, la nonviolenza gandhiana, unica via di uscita per il popolo ceceno.
    Auguro ancora una volta il pieno successo dello svolgimento dei lavori del Congresso.
    Voglio ringraziare di tutto cuore Marco Pannella per il costante sostegno al popolo ceceno ed altri popoli oppressi; per il sostegno al Congresso mondiale del popolo ceceno ai cui lavori ha partecipato la delegazione del PRT, composta da Olivier Dupuis, Marco Capppato e David Carretta.
    Il popolo ceceno vi ringrazia per l’esempio di giustizia e di coraggio.

    Vi auguro ogni successo.”

    Marco Pannella ha ringraziato Khanbiev per il suo intervento. "Abbiamo sentito bene ed abbiamo interpretato bene" - ha detto il leader radicale, sottolineando il fatto che l'esponente ceceno ha affermato piu' volte che la scelta nonviolenta costituisce la sola scelta, congiunta con quella dell’organizzazione mondiale della democrazia, a disposizione della lotta per l’affermazione dei diritti e delle libertà per i cittadini ceceni ed i cittadini russi.

    Wolare
    informato privilegiato da
    www.radicali.it
    www.radioradicale.it
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