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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    2 novembre 2016: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI…RIP!





    "Requiem aeternam
    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
    et lux perpétua lúceat eis.
    Requiéscant in pace.
    Amen."






    Solennità di Tutti i Santi ed altre ricorrenze del mese di Novembre...







    Commemorazione dei fedeli defunti - Sodalitium
    Commemorazione dei fedeli defunti - Sodalitium
    “2 novembre, Commemorazione dei Fedeli Defunti.
    De profùndis clamàvi ad te, Dòmine;
    Dòmine, exàudi vocem meam.
    Fiant àures tuae intendèntes
    in vocem deprecatiònis meae.
    Si iniquitàtes observàveris, Dòmine,
    Dòmine, quis sustinèbit?
    Quia apud te propitiàtio est
    et propter legem tuam sustìnui te, Dòmine.
    Sustìnuit ànima mea in verbo ejus,
    speràvit ànima mea in Dòmino.
    A custòdia matutìna usque ad noctem,
    speret Ìsraël in Dòmino,
    quia apud Dòminum misericòrdia,
    et copiòsa apud eum redèmptio.
    Et ipse rèdimet Ìsraël
    ex òmnibus iniquitàtibus ejus.”












    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 2 novembre. Commemorazione dei defunti
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 2 novembre. Commemorazione dei defunti
    MISSALE ROMANUM - Die 2 Novembris In Commemoratione Omnium Fidelium Defunctorum
    MISSALE ROMANUM - Die 2 Novembris In Commemoratione Omnium Fidelium Defunctorum
    “DIE 2 NOVEMBRIS
    VEL, SI IN DOMINICAM INCIDERIT, DIE 3 SEQUENTI
    IN COMMEMORATIONE
    OMNIUM FIDELIUM DEFUNCTORUM”






    You Can Still Enroll Departed in Our Holy Souls Masses
    You Can Still Enroll Departed in Our Holy Souls Masses « www.agerecontra.it
    Webcasting the Traditional Liturgy to the World ? St. Gertrude the Great






    Oggi, il ?Giorno dei Morti?. Conoscete la Devozione dei Cento Requiem? | Radio Spada
    Oggi, il ?Giorno dei Morti?. Conoscete la Devozione dei Cento Requiem? | Radio Spada

    [INDULGENZE PER I DEFUNTI] Normativa generale e per il mese di Novembre | Radio Spada

    [INDULGENZE PER I DEFUNTI] Normativa generale e per il mese di Novembre | Radio Spada






    [Immagini e riflessioni] Per le anime sante detenute nel carcere del Purgatorio | Radio Spada

    “Novembre è tradizionalmente il mese dedicato alle care anime che ancora giacciono tra le fiamme purificatrici del Purgatorio. Vi è più che mai la necessità di diffondere la devozione del Purgatorio e di pregare e suffragare (tramite le indulgenze, le sante messe e le opere pie) le anime che sono lì detenute dopo il Giudizio particolare (possono esserci anche i nostri parenti e amici che sono già morti) affinché possano presto raggiungere la gioia eterna del Paradiso. Cosa fare dunque e come farlo? Parlare sempre del Purgatorio, diffondere buoni libri sull’argomento e, soprattutto, pregare! Pregare, lucrare il maggior numero di indulgenze nei giorni prescritti, offrire le proprie opere buone, qualche fioretto, qualche sofferenza per le anime purganti, recitare spesso il “De profundis”, fare celebrare tante Messe (Cattoliche) in suffragio dei defunti. Mai come oggi, in cui il Modernismo ha tentato di cancellare l’esistenza stessa di quel regno ultramondano, bisogna pregare per i fedeli defunti. Mai come oggi bisogna ricordare i Novissimi come ad esempio qui.
    [IMMAGINI E RIFLESSIONI] Memento mori! Quando morirai? Come? Dove? | Radio Spada
    Testo a cura di Marco Massignan e Piergiorgio Seveso.”




    Radio Spada
    “EPISTOLA (I Cor 15, 51-57). - Fratelli: Ecco vi rivelo un mistero: risorgeremo certamente tutti, ma non tutti saremo trasformati, in un attimo, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Suonerà la tromba, e i morti risorgeranno incorrotti, e noi saremo cangiati. Perché è necessario che questo corpo corruttibile si rivesta d'incorruttibilità, e che questo corpo mortale si rivesta d'immortalità. Quando poi questo corpo mortale sarà rivestito d'immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: La morte è stata assorbita nella vittoria. Dov'è o morte, la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo pungiglione? Or il pungiglione della morte è il peccato, e la potenza del peccato viene dalla legge. Ma eleviamo i nostri inni di ringraziamento a Dio, il quale ci ha dato la vittoria, mediante il Signor nostro Gesù Cristo.
    Morte e Risurrezione.
    Mentre l'anima, uscita dalla vita presente, supplisce nel purgatorio l'insufficienza delle sue espiazioni, il corpo, che ha abbandonato, ritorna alla terra, in esecuzione della sentenza inflitta ad Adamo e alla sua discendenza all'inizio del mondo (Gen 3,19). Ma la giustizia è anche amore per il corpo del fedele, come lo è per l'anima. L'umiliazione del sepolcro è giusto castigo del primo peccato, ma san Paolo ci fa vedere in questo ritorno dell'uomo al fango dal quale è stato tratto una seminagione necessaria alla trasformazione del grano predestinato, che deve un giorno riprendere vita in condizioni ben diverse. In effetti, la carne e il sangue non potrebbero possedere il regno di Dio, né potrebbero gli organi destinati a dissolversi raggiungere l'immortalità. Frumento di Cristo, secondo la espressione di Ignazio di Antiochia, il corpo dei cristiani è gettato nel solco della tomba, per lasciarvi alla corruzione la forma del primo Adamo con il suo peso e le sue infermità; ma per virtù del nuovo Adamo, che lo riforma a propria immagine, dalla tomba uscirà tutto celeste, spiritualizzato, agile, impassibile e glorioso. Onore a Colui che volle morire come noi, per distruggere la morte e fare della sua vittoria la nostra vittoria.
    Una volta la Chiesa non escludeva l'Alleluia nelle funzioni funebri dei suoi figli ed esprimeva con esso la sua allegrezza, che trova il motivo nella speranza che una morte santa ha assicurato al cielo un nuovo eletto, anche se il cristiano, per il quale la prova della vita è terminata, debba per qualche tempo prolungare la sua espiazione. L'adattamento della Liturgia dei morti ai riti degli ultimi giorni della Settimana santa modificò l'uso antico e parve allora che la Sequenza, sviluppo festivo e all'origine seguito dell'Alleluia, non potesse conservare il suo posto nella Messa per i defunti. Roma tuttavia, a questo riguardo faceva una eccezione alle regole tradizionali, in favore del poema attribuito (a torto) a Tommaso da Celano. Il Dies irae cantato in Italia fin dal secolo XIV, nel XVI fu adottato da tutta la Chiesa.
    SEQUENZA
    Giorno d'ira sarà quello: il fuoco distruggerà il mondo come disse David con la Sibilla.
    Qual terrore vi sarà, quando verrà il giudice ad esaminare tutto con rigore!
    La tromba spanderà il suono mirabile sulle fosse della terra, radunerà tutti presso il trono.
    Stupirà morte e la natura, quando la creatura risorgerà per rispondere al Giudice.
    Sarà aperto il libro scritto, dove è tutto quello riguardo a cui il mondo sarà giudicato.
    Quando il Giudice si assiderà, tutto ciò che è occulto sarà svelato: niente resterà segreto.
    Misero che sono! che dirò allora? A chi mi raccomanderò se appena il giusto sarà sicuro?
    O Re di tremenda maestà, che salvi gratuitamente gli aletti, salvami, o fonte di pietà.
    Ricorda, o Gesù pio, che io son la causa della tua venuta: non mi dannare in quel giorno.
    Ti affaticasti a cercarmi, per salvarmi hai sofferto la croce: non sia vano tanto lavoro.
    Giusto giudice vendicatore, dammi la grazia del perdono avanti il giorno dei conti.
    Come reo gemo, la colpa copre di rosso il mio volto, o Dio, perdona a chi ti supplica.
    Tu che assolvesti la Maddalena ed esaudisti il ladrone, da' anche a me la speranza.
    Le mie preghiere non son degne, ma tu buono e pietoso fa' che non bruci nel fuoco eterno.
    Mettimi tra le pecorelle, e separami dai capretti, ponendomi dalla parte destra.
    Condannati i maledetti, e consegnatili alle orribili fiamme, chiama me coi benedetti.
    Ti prego supplice e prosteso, col cuore contrito come la cenere, abbi cura del mio fine.
    Giorno di lacrime sarà quello in cui dalla cenere l'uomo reo risusciterà per essere giudicato. A lui dunque perdona, o Dio. O pio Signore Gesù, dona loro il riposo. Così sia.
    VANGELO (Gv. 5, 25-30). - In quel tempo: Disse Gesù alle turbe dei Giudei: In verità vi dico: Viene l'ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e chi l'avrà ascoltata vivrà. Perché come il Padre ha in sé la vita, così pure ha dato al Figlio d'aver la vita in se stesso. E gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non vi meravigliate di questo, perché vien l'ora in cui tutti, nei sepolcri, udranno la voce del Figlio di Dio; e ne usciranno quanti fecero il bene, alla risurrezione della vita; quanti poi fecero il male, alla risurrezione della condanna.
    La voce del giudice.
    Il Purgatorio non è eterno e la sentenza del giudizio particolare, che segue subito la morte, varia in modo infinito quanto alla durata. Può durare per secoli per anime particolarmente colpevoli o per anime, che, essendo escluse dalla comunione della Chiesa cattolica, restano prive dei suffragi della Chiesa stessa, sebbene la misericordia di Dio le abbia strappate all'inferno. Tuttavia la fine del mondo e di quanto esiste nel tempo deve porre fine all'espiazione temporanea e Dio saprà conciliare la sua giustizia e la sua grazia per la purificazione degli ultimi uomini e supplire con l'intensità della pena espiatrice a quanto potrebbe mancare nella durata. Per quanto riguarda il corpo la sentenza del giudizio particolare è sospensiva e dilatoria e lascerà il corpo del giusto come quello del reprobo alla comune sorte della tomba. Il giudizio finale invece avrà carattere definitivo e registrerà per il cielo o per l'inferno soltanto sentenze assolute, immediatamente e totalmente esecutorie. Viviamo dunque nell'attesa dell'ora solenne in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio. Colui che deve venire verrà, non può tardare, ci ricorda il Dottore delle genti (Ebr. 10, 37; Abac. 2, 3). Il suo giorno verrà all'improvviso come un ladro, ci dicono come lui (I Tess. 5, 2) il Principe degli Apostoli (II Piet. 3, 10) e Giovanni, il prediletto (Apoc. 16, 15) facendo eco alla parola del Signore stesso (Mt. 24, 43): come il lampo esce dall'oriente e brilla già fino all'occidente, così sarà l'arrivo del Figlio dell'uomo (ivi 27).
    Facciamo nostri i sentimenti che ispira l'Offertorio dei defunti. Sebbene l'eterna beatitudine resti finalmente assicurata alle anime purganti ed esse abbiano di questo coscienza, il cammino, ancora più o meno lungo, che le conduce al cielo, si apre tuttavia nel pericolo di un supremo assalto diabolico e l'angoscia del giudizio. La Chiesa, estendendo la sua preghiera a tutte le tappe di questa via dolorosa, non si preoccupa di custodirne l'inizio e non ha paura di mostrarsi qui tardiva. Per Dio, che con uno sguardo solo abbraccia tutti i tempi, la tua supplica di oggi, già presente all'ora del terribile passaggio, procura alle anime il soccorso implorato. Questa supplica le segue nelle peripezie della lotta contro le potenze dell'abisso, quando Dio permette che esse pure servano la sua giustizia per espiazione, come più volte hanno sperimentato i Santi. In questo momento solenne in cui la Chiesa offre i suoi doni per l'augusto e onnipotente Sacrificio, moltiplichiamo anche noi le nostre preghiere per i defunti. Imploriamo la loro liberazione dalle fauci del leone, otteniamo dal glorioso Arcangelo, preposto al Paradiso, appoggio delle anime all'uscita da questo mondo, loro guida inviata da Dio (Antifona e Responsorio della festa di san Michele), che le conduca alla luce, alla vita, a Dio, promesso come ricompensa ai credenti nella persona di Abramo, loro padre (Gen. 15, 1).
    Le tre Messe.
    Abbiamo dato il solo testo della Messa per tutti i defunti e ciascuno potrà trovare nel suo messale il testo delle altre due Messe. I sacerdoti possono infatti dal 1915 celebrare tre Messe, grazie alla pietà di Benedetto XV. Una delle Messe è lasciata all'intenzione del celebrante, la seconda è celebrata secondo le intenzioni del Papa e la terza per tutti i fedeli defunti.
    L'intenzione di Benedetto XV era di venire in soccorso con questa generosità, non solo a quelli che cadevano a migliaia sui campi di battaglia, durante la guerra, ma anche alle anime che avevano visto le loro fondazioni di Messe spogliate dalla Rivoluzione e dalla confisca dei beni ecclesiastici.
    Più recentemente Pio XI accordò una indulgenza plenaria applicabile alle anime del Purgatorio per la visita al Cimitero il 2 novembre e ciascuno degli otto giorni seguenti, a condizione che sia fatta una preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.”



    “2 NOVEMBRE 2016: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
    Non vogliamo, o fratelli, che ignoriate la condizione di quelli che dormono nel Signore, affinché non siate tristi come quelli che non hanno speranza (1Ts 4,12). La Chiesa ha oggi lo stesso desiderio che aveva l'Apostolo quando scriveva ai primi cristiani. La verità a riguardo dei morti mette in mirabile luce l'accordo della giustizia e della bontà in Dio, sicché anche i cuori più duri non resistono alla caritatevole pietà che questo accordo ispira, e, nello stesso tempo, offre la più dolce delle consolazioni al lutto di quelli che piangono. Se la fede ci insegna che esiste un purgatorio dove i peccati da espiare costringono i nostri cari, ci insegna anche che noi possiamo essere loro di aiuto (Concilio di Trento, Sess. XXV) ed è teologicamente certo che la loro liberazione, più o meno sollecita, è nelle nostre mani. Ricordiamo qui qualche principio di natura, per chiarire la dottrina.
    L'espiazione del peccato.
    Ogni peccato causa al peccatore due danni, perché insudicia l'anima e la rende passibile di castigo. Dal peccato veniale, che implica un semplice disgusto del Signore e la cui espiazione dura soltanto qualche tempo, si arriva alla colpa mortale, che implica difformità e rende il colpevole oggetto di abominio davanti a Dio, sicché la sanzione non può essere che un bando eterno, se l'uomo non previene col pentimento, in questa vita, la sentenza irrevocabile. Però, anche cancellando il peccato mortale, si evita la dannazione, ma non ogni debito del peccatore è sempre cancellato. È vero che un'eccezionale sovrabbondanza di grazia sul prodigo può talvolta, come avviene regolarmente nel battesimo e nel martirio, sommergere nell'abisso dell'oblio divino anche l'ultima traccia del peccato, ma è cosa normale che, in questa vita o nell'altra, la giustizia sia soddisfatta per ogni peccato.
    Il merito.
    In opposizione al peccato, qualsiasi atto di virtù porta al giusto un doppio profitto: merita per l'anima un nuovo grado di grazia e soddisfa per la pena dovuta per i peccati passati nella misura di una giusta equivalenza, che davanti a Dio spetta alla fatica, alla privazione, alla prova accettata, alla libera sofferenza di uno dei membri del suo Figlio prediletto.
    Ora, mentre il merito non si può cedere e resta cosa personale di chi lo acquista, la soddisfazione si presta a spirituali transazioni come moneta di scambio, potendo Dio accettarla come acconto o come saldo in favore di altri, - chi è disposto a cedere può essere di questo mondo o dell'altro - alla sola condizione che chi cede deve lui pure in forza della grazia, far parte del corpo mistico del Signore, che è unito nella carità (1Cor 12,27).
    Come spiega Suarez, nel trattato dei Suffragi, tutto ciò è conseguenza del mistero della Comunione dei santi, manifestato in questo giorno. Penso che questa soddisfazione dei vivi per i morti vale in giustizia (esse simpliciter de iustitia) ed è accettata secondo tutto il suo valore e secondo l'intenzione di colui che l'applica, sicché, per esempio, se la soddisfazione che deriva dal mio atto, serbata per me, mi valesse in giustizia la remissione di quattro gradi di purgatorio, ne rimette altrettanti all'anima per la quale mi piace offrirla (De suffragiis, sectio iv).
    Le indulgenze.
    È noto come la Chiesa in questo assecondi il desiderio dei suoi figli e, con la pratica delle Indulgenze, metta a disposizione della loro carità un tesoro inesauribile al quale di epoca in epoca le soddisfazioni sovrabbondanti dei Santi si aggiungono a quelle dei martiri, a quelle di Maria Santissima e alla riserva infinita delle sofferenze del Signore. Quasi sempre la Chiesa permette che queste remissioni di pena concesse col suo potere diretto ai viventi siano applicate ai morti che non appartengono più alla sua giurisdizione, per modo di suffragio, nel modo cioè che abbiamo veduto. Per cui ogni fedele può offrire a Dio, che lo accetta, il suffragio o soccorso delle proprie soddisfazioni. È sempre la dottrina di Suarez, il quale insegna pure che l'Indulgenza ceduta ai defunti nulla perde dell'efficacia e del valore che avrebbe per noi che siamo ancora in vita.
    Le Indulgenze ci sono offerte dappertutto e in tutte le forme e dobbiamo saper utilizzare questo tesoro, ottenendo misericordia alle anime in pena. Vi è miseria più toccante della loro? È così pungente che nessuna miseria della terra l'uguaglia e tuttavia così degna che nessun lamento turba il "fiume di fuoco, che nel suo corso impercettibile le trascina poco a poco all'oceano del paradiso" (Mons. Gay, Vita e virtù cristiane. Della carità verso la Chiesa, 2). Per esse il cielo è impotente perché in cielo non si merita più e Dio stesso, infinitamente buono, ma infinitamente giusto, non può concedere la liberazione, se non hanno integralmente pagato il debito che le ha seguite oltre il mondo della prova (Mt 5,26). E il debito forse fu contratto per causa nostra, forse insieme con noi e le anime si volgono a noi, che continuiamo a sognare i piaceri mentre esse bruciano, e potremmo con facilità abbreviare i loro tormenti! Abbiate pietà di me, abbiate pietà di me almeno voi che siete miei amici, perché la mano del Signore mi ha raggiunto (Gb 19,21).
    La preghiera per le anime del Purgatorio.
    Lo Spirito Santo non si contenta oggi di conservare lo zelo delle vecchie confraternite, che nella Chiesa si propongono il suffragio dei trapassati, quasi che il purgatorio rigurgiti più che mai per l'affluenza di moltitudini precipitate in esso ogni giorno dalla mondanità del secolo, e forse per l'approssimarsi del rendiconto finale e universale, che chiuderà i tempi. Suscita infatti nuove associazioni e anche famiglie religiose con l'unico compito di promuovere in ogni maniera la liberazione o il sollievo delle anime sofferenti. In quest'opera di nuova redenzione dei prigionieri vi sono cristiani che si espongono e si offrono a prendere sopra se stessi le catene dei fratelli, rinunciando totalmente, come a tale scopo è consentito, non solo alle proprie soddisfazioni, ma anche ai suffragi che potessero ricevere dopo la morte: atto eroico di carità questo, che non deve essere compiuto senza riflessione, ma che la Chiesa approva [1], perché molto glorifica il Signore e perché il rischio che si corre di un ritardo temporaneo nella felicità eterna merita al suo autore di essere per sempre più vicino a Dio, in terra con la grazia e in cielo con la gloria.
    Se i suffragi del semplice fedele sono così preziosi, sono molto più preziosi quelli della Chiesa intera nella solennità della preghiera pubblica e nell'oblazione dell'augusto sacrificio, in cui Dio soddisfa a se stesso per ogni peccato degli uomini! Come già la Sinagoga (2Mac 12,46), la Chiesa fin dalla sua origine ha pregato per i morti. Mentre onorava con azioni di grazie i suoi figli martiri nell'anniversario del loro martirio, ricordava con suppliche l'anniversario della morte degli altri suoi figli, che potevano non essere ancora giunti al cielo. Nei sacri Misteri pronunciava quotidianamente il nome degli uni e degli altri col doppio scopo di lode e di supplica; e allo stesso modo non potendo ricordare in ogni chiesa particolare tutti i beati del mondo intero, tutti li comprendeva in un unico ricordo, così, dopo le raccomandazioni relative al giorno e al luogo, ricordava i morti in generale. Chi non aveva parenti, né amici, osserva sant'Agostino, non restava privo di suffragi, perché riceveva, per ovviare alla loro mancanza, le tenerezze della Madre comune (De cura pro mortuis, iv).
    Sant'Odilone.
    Siccome la Chiesa aveva sempre seguito la stessa linea nel ricordare i beati e i morti, era da prevedersi che l'istituzione di una festa di tutti i Santi avrebbe portato con sé l'attuale Commemorazione dei defunti. Nel 998, secondo la Cronaca di Sigeberto di Gembloux, l'abate di Cluny, sant'Odilone, la istituì in tutti i monasteri da lui dipendenti, stabilendo che fosse sempre celebrato il giorno dopo la festa dei santi. Egli rispondeva così alle rampogne dell'inferno che, con visioni - che troviamo ricordate nella sua vita (Jostsald, 2,13) - accusava lui e i suoi monaci di essere i più intrepidi soccorritori di anime che le potenze dell'abisso avessero a tenere nel luogo di espiazione. Il mondo applaudì al decreto di sant'Odilone, Roma lo adottò e divenne legge per tutta la Chiesa latina.
    I Greci fanno una prima Commemorazione dei morti nella vigilia della nostra domenica di Sessagesima, che per essi è di fine carnevale o di Apocreos, nella quale ricordano la seconda venuta del Signore. Essi danno il nome di Sabato delle anime a quel giorno e al sabato precedente la Pentecoste, in cui di nuovo pregano solennemente per tutti i morti.
    MESSA DEI MORTI
    La Chiesa Romana raddoppiava una volta in questo giorno la fatica del suo quotidiano servizio verso la Maestà divina. Il ricordo dei morti non escludeva l'Ottava dei santi e faceva precedere all'Ufficio dei morti l'Ufficio del secondo giorno dell'Ottava. Recitata Terza di Ognissanti, si celebrava la Messa corrispondente e, solo dopo Nona dello stesso Ufficio, si celebrava il Sacrificio dell'altare per i defunti. Oggi la Chiesa, consacra loro tutta la giornata.
    Quanto all'obbligo di considerare di precetto nel giorno delle anime, gli usi erano diversi. In Inghilterra il giorno era di mezzo precetto e i lavori più necessari erano permessi; in molti altri luoghi il precetto terminava a mezzogiorno; in altri era prescritta soltanto l'assistenza alla Messa. Parigi osservò per qualche tempo la festa come una di quelle di primaria obbligazione e nel 1673 l'arcivescovo Francesco de Harlay prescriveva ancora di osservare il precetto fino a mezzogiorno. Ora anche a Roma il precetto più non esiste.”







    Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore

    “In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.
    Eterno Padre, intendo onorare San Vittorino, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, San Vittorino possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
    #sdgcdpr















    https://forum.termometropolitico.it/...urgatorio.html


    Anche per i morti c'è ancora speranza
    https://forum.termometropolitico.it/...-speranza.html
    Anche per i morti c'è ancora speranza
    Lo dò come consiglio soprattutto alle persone che hanno avuto genitori, nonni, avi e in generale parenti ed amici che sono morti (per quanto a noi consta) lontani da Dio e dalla Chiesa. Preghiamo per la salvezza di questi morti. Preghiamo perchè Dio, che conosce le nostre preghiere da tutta l'eternità, abbia concesso loro - grazie alla nostra preghiera - di riconciliarsi a Lui anche solo col pensiero, magari con il loro ultimo pensiero. Anche per i morti c'è ancora speranza. Noi possiamo fare molto per loro. Possiamo ottenere la loro conversione e la loro salvezza. Chi può, faccia celebrare delle Messe per la salvezza dei propri cari già morti. Anche per i morti c'è ancora speranza. Grande è la miseria degli uomini, ma grandissima è la misericordia di Dio.
    Queste persone potrebbero essere salve grazie alla preghiera e ai sacrifici che noi oggi possiamo fare per loro, anche se sono già morti. Il buon Dio, grazie alla nostra penitenza e alle nostre preghiere di oggi o di domani, potrebbe aver già concesso a questi morti la grazia di essersi riconciliati con Lui almeno qualche istante prima di morire.
    Faccio un esempio. Io ho entrambi i nonni che sono morti senza sacramenti. Persone che non andavano a Messa, che non seguivano i precetti della Chiesa, ecc. E' difficile pensare che si siano salvati. Eppure sono sicuro che sarebbe bastato loro (in via straordinaria) chiedere perdono a Dio prima di morire per evitare la dannazione. Ebbene se hanno chiesto aiuto è perchè lo Spirito Santo ha fatto loro questa grazia. Ecco questa grazia potrebbe essere il frutto delle preghiere che noi possiamo dire oggi. Dio già sapeva da tutta l'eternità che le avremmo dette. Il mio nonno paterno è morto nel 1981. Non l'ho mai conosciuto. Se io oggi prego Dio perchè conceda a mio nonno di convertirsi e salvarsi perché Dio non dovrebbe ascoltarmi? Il fatto che mio nonno sia già morto non conta, perchè Dio conosceva la mia preghiera da tutta l'eternità. Non so se mi sono spiegato.”

    https://forum.termometropolitico.it/271369-2-novembre-o-3-novembre-se-il-2-e-domenica-commemorazione-dei-fedeli-defunti.html

    2 novembre (o 3 novembre, se il 2 è domenica) - Commemorazione dei fedeli defunti








    Luca, Sursum Corda!

    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    1 novembre 2017: FESTA DI OGNISSANTI - TUTTI I SANTI…
    Preghiamo anche quest’anno affinché tutti i Santi dal Paradiso intercedano per noi e per tutti i nostri cari viventi e defunti, che si ricordano domani 2 novembre...Speriamo di poterli prima o poi raggiungere nella gioia e nella gloria del Santo Paradiso, per rendere grazie insieme al Signore...EXSURGE DOMINE!





    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 1° novembre. Festa di tutti i Santi
    http://www.unavoce-ve.it/pg-1nov.htm
    “1 NOVEMBRE FESTA DI TUTTI I SANTI.”





    Santa Messa celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (Tv) stamattina 1 novembre 2017, FESTA DI OGNISSANTI:


    “Ognissanti (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=_9U5mW2Q_JY
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php”


    Domani 2 novembre 2017 alle ore 18.30 a Paese (Tv) Don Floriano Abrahamowicz celebrerà la Santa Messa per le anime del Purgatorio e dei fedeli Defunti.





    “Litaniae Sanctorum
    https://www.youtube.com/watch?v=CKWRuFjIRFo”
    Litaniae Sanctorum
    http://www.preces-latinae.org/thesau...Sanctorum.html
    Litaniae Sanctorum, Litanie dei Santi, latino e italiano. Preghiamo.org Preghiera, canto e dottrina mobile!
    http://www.preghiamo.org/litaniae-sanctorum-santi.php






    Ognissanti - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/ognissanti/
    “1° novembre, festa di Ognissanti.

    “Festa di tutti i Santi, la quale in onore della beata Vergine Madre di Dio Maria e dei santi Martiri il Papa Bonifacio quarto, dopo aver consacrato il tredici Maggio il tempio del Pàntheon, ordinò che ogni anno solennemente ed universalmente si celebrasse nella città di Roma. Ma poi Gregorio quarto decretò, che la medesima festa, la quale in vari modi già si celebrava in diverse Chiese, fosse in perpetuo solennemente celebrata in questo giorno dalla Chiesa universale in onore di tutti i Santi”.
    O voi tutti che regnate con Dio nel cielo, dai seggi gloriosi della vostra beatitudine, volgete uno sguardo pietoso sopra di noi, esuli dalla celeste patria. Voi raccoglieste l’ampia messe delle buone opere, che andaste seminando con lagrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche e l’oggetto dei vostri gaudii. O beati del cielo, ottenete a noi di camminare dietro i vostri esempi e di ricopiare in noi stessi le vostre virtù, affinchè, imitando voi in terra, diventiamo con voi partecipi della gloria in cielo. Così sia.”




    Ognissanti e giorno dei defunti - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/ognissanti...dei-defunti-1/


    "Catechismo Maggiore di San Pio X – Della festa di tutti i Santi

    207 D. Qual festa si celebra nel primo giorno di novembre?

    R. Nel primo giorno di novembre si celebra la festa di tutti i Santi.

    208 D. Perché la Chiesa ha istituito la festa di tutti i Santi?

    R. La Chiesa ha istituito la festa di tutti i Santi:

    per lodare e ringraziare il Signore d’aver santificati i suoi servi in terra e d’averli coronati di gloria in cielo;
    per onorare in questo giorno anche quei Santi de’ quali non si fa una festa particolare fra l’anno;
    per procurarci maggiori grazie col moltiplicare gli intercessori;
    per riparare in questo giorno i mancamenti che nel corso dell’anno abbiamo commesso nelle feste particolari dei Santi;
    per eccitarci maggiormente alla virtù cogli esempi di tanti Santi d’ogni età, d’ogni condizione e di ogni sesso, e colla memoria della ricompensa che godono in cielo.

    209 D. Che cosa ci deve animare ad imitare i Santi?

    R. Ad imitare i Santi ci deve animare il considerare che essi erano deboli e fragili come noi e soggetti alle stesse passioni, che confortati dalla divina grazia si sono fatti santi con quei mezzi che possiamo usare anche noi, e che per i meriti di Gesù Cristo è promessa a noi pure quella stessa gloria che ora essi godono in paradiso.

    210 D. Perché si celebra la festa di lutti i Santi con solennità?

    R. Si celebra la festa di tutti i Santi con grande solennità perché essa abbraccia tutte le altre feste che nell’anno si celebrano ad onore dei Santi, ed è figura della festa eterna del cielo.

    211 D. Che cosa dobbiamo noi fare per celebrare degnamente la festa di tutti i Santi?

    R. Per celebrare degnamente la festa di tutti i Santi dobbiamo:

    dar lode e gloria al Signore per le grazie fatte a’ suoi servi, e pregarlo a volerle concedere anche a noi;
    onorare tutti i Santi come amici di Dio, e invocare con più fiducia la loro protezione;
    proporre d’imitare il loro esempio per essere un giorno partecipi della medesima gloria."





    "Della commemorazione de’ fedeli defunti.

    212 D. Perché dopo la festa di tutti i Santi si fa dalla Chiesa la commemorazione di tutti i fedeli defunti?

    R. Dopo la festa di tutti i Santi si fa dalla Chiesa la commemorazione di tutti i fedeli defunti che sono in purgatorio, perché è conveniente che la Chiesa militante, dopo avere onorato e invocato con una festa generale e solenne, il patrocinio della Chiesa trionfante, venga in soccorso della Chiesa purgante con un generale e solenne suffragio.

    213 D. Come possiamo noi suffragare le anime dei fedeli defunti?

    R. Noi possiamo suffragare le anime dei fedeli defunti colle preghiere, colle limosine e con tutte le altre buone opere, ma sopratutto col santo sacrifizio della Messa.

    214 D. Per quali anime dobbiamo noi nella commemorazione de’ fedeli defunti applicare i nostri suffragi, secondo la mente della Chiesa?

    R. Nella commemorazione di tutti i fedeli defunti noi dobbiamo applicare i nostri suffragi, non solamente per le anime de’ nostri parenti, amici e benefattori, ma anche per tutte le altre che si trovano nel purgatorio.

    215 D. Qual frutto dobbiamo noi ricavare dalla commemorazione di tutti i fedeli defunti?

    R. Dalla commemorazione di tutti i fedeli defunti dobbiamo ricavare questo frutto:

    pensare che anche noi dovremo morir presto, e presentarci al tribunale di Dio per rendergli conto di tutta la nostra vita;
    concepire un grande orrore al peccato, considerando quanto rigorosamente Iddio lo punisca nell’altra vita, e soddisfare in questa alla sua giustizia colle opere di penitenza per i peccati commessi."






    Indulgenze per i defunti - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/
    "INDULGENZE PER I DEFUNTI

    condizioni per l’Indulgenza Plenaria [abbreviazione: CC]


    1 – Adempiere l’opera prescritta, con l’intenzione (almeno abituale e generale) di guadagnare l’indulgenza.

    2 – Confessione (anche nella settimana che precede o segue l’opera prescritta) e comunione (la vigilia o la settimana che segue l’opera prescritta).

    3 – Visita, se richiesta, di una Chiesa o Oratorio pubblico; si può fare dal mezzogiorno del giorno precedente.

    4 – Pregare in qualunque modo, secondo le intenzioni dei SS. Pontefici, cioè:

    Esaltazione della Fede;

    Estirpazione delle eresie;

    Conversione dei peccatori

    Pace tra i principi cristiani

    5 – Essere in stato di grazia.


    I – Tutto l’anno

    1 – Requiem æternam… : 300 giorni o.v. (ogni volta)

    2 – Pie Jesu Domine, dona eis requiem sempiternam: 300 giorni o.v.

    3 – Mattutino e Lodi dell’Ufficio dei Morti: 7 anni, Plenaria se durante un mese. CC

    4 – Un Notturno e Lodi dell’Ufficio dei Morti: 5 anni, Plenaria se durante un mese. CC

    5 – Vespro dell’Ufficio dei Morti anni: 5 anni.

    6 – De profundis: 3 anni [5 durante il mese di Novembre], Plenaria se durante un mese. CC

    7 – Pater- Ave- Requiem: 3 anni, Plenaria se durante un mese. CC

    8 – Miserere: 3 anni, Plenaria se durante un mese. CC

    9 – Dies Iræ: 3 anni, Plenaria se durante un mese. CC

    10 – Visita di un cimitero, con qualunque orazione, anche mentale, per i defunti: 7 anni.

    11 – Recita di qualunque orazione o esercizio di pietà per i defunti con l’intenzione di proseguire durante 7 o 9 giorni successivi: 3 anni, 1 volta al giorno. Plenaria se durante 7 o 9 giorni successivi alle consuete condizioni.



    II – Mese di novembre

    Qualunque orazione o esercizio di pietà in suffragio dei defunti: 3 anni, 1 volta al giorno. Plenaria se ogni giorno del mese, alle consuete condizioni.



    III – Durante l’Ottava della Commemorazione dei defunti

    (dal 2 al 9 Novembre), Indulgenza Plenaria per la visita a un cimitero con un’orazione qualunque, anche mentale, per i defunti. Una volta al giorno alle consuete condizioni.



    IV – Il 2 novembre e la Domenica successiva

    (dunque nell’Ottava) Indulgenza Plenaria per la visita di una chiesa o oratorio pubblico recitando 6 Pater-Ave-Gloria. Ogni volta.



    V – Per i fedeli che hanno fatto l’Atto eroico di carità per le anime del Purgatorio


    Indulgenza Plenaria, alle consuete condizioni:

    – tutto l’anno ad ogni comunione fatta in una chiesa o oratorio

    pubblico.

    – ogni lunedì – e, se non si può, la domenica successiva – nell’assistere ad una Messa per le anime del Purgatorio.

    Per i sacerdoti che hanno fatto l’Atto eroico di carità, altare privilegiato.

    Note

    CC = Consuete condizioni o.v. = ogni volta

    Tratto da: Enchiridion indulgentiarum, Poliglotte Vaticane 1950"















    Ligue Saint Amédée
    http://www.saintamedee.ch/
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    “1er novembre : Fête de tous les Saints [Toussaint].”





    “Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour la Toussaint : sur la Perfection (2015).
    http://prieure2bethleem.org/predica/...re.mp3.”






    “Novembre : mois consacré à la prière pour les âmes du purgatoire.”
    Indulgences pour les defunts - Sodalitium
    http://www.sodalitium.eu/indulgences-pour-les-defunts/












    http://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/

    Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    “"Festa di tutti i Santi, la quale in onore della beata Vergine Madre di Dio Maria e dei santi Martiri il Papa Bonifacio quarto, dopo aver consacrato il tredici Maggio il tempio del Pàntheon, ordinò che ogni anno solennemente ed universalmente si celebrasse nella città di Roma. Ma poi Gregorio quarto decretò, che la medesima festa, la quale in vari modi già si celebrava in diverse Chiese (locali), fosse in perpetuo solennemente celebrata in questo giorno dalla Chiesa universale in onore di tutti i Santi." - Dal Martirologio Romano, imprimatur 1955.



    + O voi tutti che regnate con Dio nel cielo, dai seggi gloriosi della vostra beatitudine, volgete uno sguardo pietoso sopra di noi, esuli dalla celeste patria. Voi raccoglieste l’ampia messe delle buone opere, che andaste seminando con lacrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche e l’oggetto dei vostri gaudii. O beati del cielo, ottenete a noi di camminare dietro i vostri esempi e di ricopiare in noi stessi le vostre virtù, affinché, imitando voi in terra, diventiamo con voi partecipi della gloria in cielo. Così sia. +”










    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://radiospada.org/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/
    “1 novembre 2017: FESTA DI TUTTI I SANTI (Doppio di prima classe con Ottava comune).”





    “1 novembre 1950: Pio XII insegna infallibilmente e solennemente l'Assunzione corporale di Maria Santissima in cielo.”





    “Nel 67° anniversario della proclamazione dommatica dell'Assunzione della Vergine Maria.”





    https://www.radiospada.org/2013/08/l...vergine-maria/
    https://www.radiospada.org/2016/09/l...-madre-di-dio/




    “Il 1° novembre 1478 Papa Sisto IV, a mezzo della bolla “Exigit sinceras devotionis affectus”, istituisce il Sant’Uffizio dell’Inquisizione per il Regno di Castiglia al fine di debellare il cripto-giudaismo. Ricordiamo con venerazione il primo Martire di questa gloriosa istituzione: san Pedro de Arbues.

    "Contro tutte le spregevoli menzogne, inoltre, con le quali gli eretici, gli illuministi, i massoni, i liberali, i modernisti e tutti i nemici della Chiesa e della Spagna, hanno infangato quell’opera santa che fu l’Inquisizione Spagnola, il cattolico deve gloriarsi di questa benemerita Istituzione e ricordare che essa contribuì a risparmiare alle popolazioni spagnole le tragedie delle guerre di religione che tra il XVI e il XVII secolo dilaniarono la Francia e la Germania".”
    https://www.radiospada.org/2017/09/p...ione-spagnola/










    https://forum.termometropolitico.it/...ovembre-4.html
    https://forum.termometropolitico.it/...i-santi-4.html







    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 1° novembre. Festa di tutti i Santi
    http://www.unavoce-ve.it/pg-1nov.htm
    "1 NOVEMBRE
    FESTA DI TUTTI I SANTI

    La festa della Chiesa trionfante.

    Vidi una grande moltitudine, che nessuno poteva contare, d'ogni nazione, d'ogni tribù, d'ogni lingua e stavano davanti al trono vestiti di bianco, con la palma in mano e cantavano con voce potente: Gloria al nostro Dio (Apoc. 7, 9-10). Il tempo è cessato e l'umanità si rivela agli occhi del profeta di Pathmos. La vita di battaglia e di sofferenza della terra (Giob. 7, 1) un giorno terminerà e l'umanità, per molto tempo smarrita, andrà ad accrescere i cori degli spiriti celesti, indeboliti già dalla rivolta di Satana, e si unirà nella riconoscenza ai redenti dell'Agnello e gli Angeli grideranno con noi: Ringraziamento, onore, potenza, per sempre al nostro Dio! (Apoc. 7, 11-14).
    E sarà la fine, come dice l'Apostolo (I Cor. 15, 24), la fine della morte e della sofferenza, la fine della storia e delle sue rivoluzioni, ormai esaurite. Soltanto l'eterno nemico, respinto nell'abisso con tutti i suoi partigiani, esisterà per confessare la sua eterna sconfitta. Il Figlio dell'uomo, liberatore del mondo, avrà riconsegnato l'impero a Dio, suo Padre e, termine supremo di tutta la creazione e di tutta la redenzione, Dio sarà tutto in tutti (ibid. 24-28).
    Molto prima di san Giovanni, Isaia aveva cantato: Ho veduto il Signore seduto sopra un trono alto e sublime, le frange del suo vestito scendevano sotto di lui a riempire il tempio e i Serafini gridavano l'uno all'altro: Santo, Santo, Santo, il Signore degli eserciti: tutta la terra è piena della tua gloria (Is. 6, 1-3).
    Le frange del vestimento divino sono quaggiù gli eletti divenuti ornamento del Verbo, splendore del Padre (Ebr. 1, 3), perché, capo della nostra umanità, il Verbo l'ha sposata e la sposa è la sua gloria, come egli è la gloria di Dio (I Cor. 11, 7). Ma la sposa non ha altro ornamento che le virtù dei Santi (Apoc. 19, 8): fulgido ornamento, che con il suo completarsi segnerà la fine dei secoli. La festa di oggi è annunzio sempre più insistente delle nozze dell'eternità e ci fa di anno in anno celebrare il continuo progresso della preparazione della Sposa (Apoc. 19, 7).

    Confidenza.
    Beati gli invitati alle nozze dell'Agnello! (ibid. 9). Beati noi tutti che, come titolo al banchetto dei cieli, ricevemmo nel battesimo la veste nuziale della santa carità! Prepariamoci all'ineffabile destino che ci riserba l'amore, come si prepara la nostra Madre, la Chiesa. Le fatiche di quaggiù tendono a questo e lavoro, lotte, sofferenze per Dio adornano di splendenti gioielli la veste della grazia che fa gli eletti. Beati quelli che piangono! (Mt. 5, 5).
    Piangevano quelli che il Salmista ci presentava intenti a scavare, prima di noi, il solco della loro carriera mortale (Sal. 125) e ora versano su di noi la loro gioia trionfante, proiettando un raggio di gloria sulla valle del pianto. La solennità, ormai incominciata, ci fa entrare, senza attendere che finisca la vita, nel luogo della luce ove i nostri padri hanno seguito Gesù, per mezzo della beata speranza. Davanti allo spettacolo della felicità eterna nella quale fioriscono le spine di un giorno, tutte le prove appariranno leggere. O lacrime versate sulle tombe che si aprono, la felicità dei cari scomparsi non mescolerà forse al vostro rammarico la dolcezza del cielo? Tendiamo l'orecchio ai canti di libertà che intonano coloro che, momentaneamente da noi separati, sono causa del nostro pianto. Piccoli o grandi (Apoc. 19, 5), questa è la loro festa e presto sarà pure la nostra. In questa stagione, in cui prevalgono brine e tenebre, la natura, lasciando cadere i suoi ultimi gioielli, pare voler preparare il mondo all'esodo verso la patria che non avrà fine.
    Cantiamo anche noi con il salmista: "Mi sono rallegrato per quello che mi è stato detto: Noi andremo nella casa del Signore. O Gerusalemme, città della pace, che ti edifichi nella concordia e nell'amore, noi siamo ancora nei vestiboli, ma già vediamo i tuoi perenni sviluppi. L'ascesa delle tribù sante verso di te prosegue nella lode e i tuoi troni ancora liberi si riempiono. Tutti i tuoi beni siano per quelli che ti amano, o Gerusalemme, e nelle tue mura regnino la potenza e l'abbondanza. Io ho messo ormai in te le mie compiacenze, per gli amici e per i fratelli, che sono già tuoi abitanti e, per il Signore nostro Dio, che in te abita, in te ho posto il mio desiderio" (Sal. 121).

    Storia della festa.
    Troviamo prima in Oriente tracce di una festa in onore dei Martiri e san Giovanni Crisostomo pronunciò una omelia in loro onore nel IV secolo, mentre nel secolo precedente san Gregorio Nisseno aveva celebrato delle solennità presso le loro tombe. Nel 411 il Calendario siriaco ci parla di una Commemorazione dei Confessori nel sesto giorno della settimana pasquale e nel 539 a Odessa, il 13 maggio, si fa la "memoria dei martiri di tutta la terra".
    In Occidente i Sacramentari del V e del VI secolo contengono varie messe in onore dei santi Martiri da celebrarsi senza giorno fisso. Il 13 maggio del 610, Papa Bonifacio IV dedicò il tempio pagano del Pantheon, vi fece trasportare delle reliquie e lo chiamò S. Maria ad Martyres. L'anniversario di tale dedicazione continuò ad essere festa con lo scopo di onorare in genere tutti i martiri, Gregorio III, a sua volta, nel secolo seguente, consacrò un oratorio "al Salvatore, alla sua Santa Madre, a tutti gli Apostoli, martiri, confessori e a tutti i giusti dormienti del mondo intero".
    Nell'anno 835, Gregorio IV, desiderando che la festa romana del 13 maggio fosse estesa a tutta la Chiesa, provocò un editto dell'imperatore Luigi il Buono, col quale essa veniva fissata al 1 novembre. La festa ebbe presto la sua vigilia e nel secolo XV Sisto IV la decorò di Ottava obbligatoria per tutta la Chiesa. Ora, sia la vigilia sia l'Ottava, sono soppresse.

    MESSA
    "Alle calende di novembre vi è la stessa premura che vi è a Natale, per assistere al Sacrificio in onore dei Santi", dicono vecchi documenti in relazione a questo giorno" (Lectiones ant. Brev. Rom. ad hanc diem. Hittorp.Ordo Romanus). Per quanto generale fosse la festa, anzi in ragione della sua stessa universalità, non era forse la gioia speciale per tutti e l'onore delle famiglie cristiane? Le quali santamente fiere di coloro dei quali si trasmettevano le virtù di generazione in generazione e la gloria del cielo, si vedevano così nobilitate ai loro occhi, più che da tutti gli onori terreni.
    Ma la fede viva di quei tempi vedeva anche nella festa l'occasione di riparare le negligenze volontarie o forzate commesse nel corso dell'anno riguardo al culto dei beati inscritti nel calendario pubblico.

    EPISTOLA (Apoc. 7, 2-12). - In quei giorni: Io Giovanni vidi un altro Angelo che saliva da oriente ed aveva il sigillo di Dio vivo, e gridò con gran voce ai quattro Angeli, a cui era ordinato di danneggiare la terra e il mare e disse: Non danneggiate la terra, il mare e le piante, finché non abbiamo segnato nella loro fronte i servi del nostro Dio. E sentii il numero dei segnati, centoquarantaquattromila di tutte le tribù d'Israele: della tribù di Giuda dodici mila segnati; della tribù di Ruben dodici mila segnati; della tribù di Gad dodici mila segnati; della tribù di Aser dodici mila segnati; della tribù di Neftali dodici mila segnati; della tribù di Manasse dodici mila segnati; della tribù di Simeone dodici mila segnati; della tribù di Levi dodici mila segnati; della tribù di Issacar dodici mila segnati; della tribù di Zabulon dodici mila segnati; della tribù di Giuseppe dodici mila segnati; della tribù di Beniamino dodici mila segnati. Dopo queste cose vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, d'ogni tribù, d'ogni popolo e linguaggio. Essi stavano davanti al trono e dinanzi all'Agnello, in bianche vesti e con rami di palme nelle loro mani, e gridavano a gran voce e dicevano: La salute al nostro Dio che siede sul trono e all'Agnello! E tutti gli Angeli che stavano intorno al trono, ai vegliardi e ai quattro animali, si prostrarono bocconi dinanzi al trono, e adorarono Dio, dicendo: Amen! Benedizione e gloria e sapienza e ringraziamenti e onore e potenza e forza al nostro Dio, nei secoli dei secoli. Così sia.

    I due censimenti.
    L'Uomo-Dio alla sua venuta sulla terra fece, per mezzo di Cesare Augusto, una prima volta il censimento della terra (Lc. 2, 1). Era opportuno che all'inizio della redenzione fosse rilevato ufficialmente lo stato del mondo. Ora è il momento di farne un secondo, che affiderà al libro della vita i risultati delle operazioni di salvezza.
    "Perché questo censimento del mondo al momento della nascita del Signore, dice san Gregorio in una delle omelie di Natale, se non per farci comprendere che nella carne appariva Colui che doveva poi registrare gli eletti nella eternità?" (Lezione vii dell'Ufficio di Natale). Molti però, a causa dei peccati, si erano sottratti al beneficio del primo censimento, che comprendeva tutti gli uomini nel riscatto di Dio Salvatore, e ne era necessario un secondo che fosse definitivo ad eliminasse dall'universalità del primo i colpevoli. Siano cancellati dal libro dei vivi; il loro posto non è con i giusti (Sal. 68, 29). Le parole sono del re Profeta e il santo Papa qui le ricorda.
    Nonostante questo, la Chiesa, tutta gioiosa, non pensa oggi che agli eletti, come se di essi soli si trattasse nel solenne censimento in cui abbiamo veduto terminare la vita dell'umanità. Infatti essi soli contano davanti a Dio, i reprobi non sono che lo scarto di un mondo in cui solo la santità risponde alla generosità del creatore e all'offerta di un amore infinito.
    Prestiamo le anime nostre all'impronta che le deve "conformare all'immagine del Figlio unico" (Rom. 8, 29) segnandoci come tesoro di Dio. Chi si sottrae all'impronta sacra non eviterà l'impronta della bestia (Apoc. 13, 16) e, nel giorno in cui gli Angeli chiuderanno il conto eterno, ogni moneta, che non potrà essere portata all'attivo di Dio, se ne andrà da sé alla fornace in cui bruceranno le scorie.

    VANGELO (Mt. 5, 1-12). - In quel tempo: Gesù avendo veduto la folla, salì sul monte e, come si fu seduto, gli si accostarono i suoi discepoli. Allora egli aprì la sua bocca per ammaestrarli, dicendo: Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati i mansueti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che piangono, perché saranno consolati. Beati i famelici e sitibondi di giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati quelli che sono perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati sarete voi, quando vi oltraggeranno e perseguiteranno e, falsamente, diranno di voi ogni male per cagion mia. Rallegratevi (in quel giorno) ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

    Le Beatitudini.
    La terra è oggi così vicina al cielo che uno stesso pensiero di felicità riempie i cuori. L'Amico, lo Sposo ritorna in mezzo ai suoi e parla di felicità. Venite a me voi tutti che avete tribolazioni e sofferenze. Il versetto dell'Alleluia era con queste parole l'eco della patria e tuttavia ci ricordava l'esilio, ma tosto nel Vangelo è apparsa la grazia e la benignità del nostro Dio Salvatore (Tit. 2, 11; 3,4). Ascoltiamolo, perché ci insegna le vie della beata speranza (ibid. 2, 12-13), le delizie sante, che sono ad un tempo garanzia ed anticipo della perfetta felicità del cielo.
    Sul Sinai, Dio teneva l'Ebreo a distanza e dava soltanto precetti e minacce di morte, ma sulla vetta di quest'altra montagna, sulla quale è assiso il Figlio di Dio, in modo ben diverso si promulga la legge dell'amore! Le otto Beatitudini all'inizio del Nuovo Testamento hanno preso il posto tenuto nell'Antico dal Decalogo inciso sulla pietra.
    Esse non sopprimono i comandamenti, ma la loro giustizia sovrabbondante va oltre tutte le prescrizioni e Gesù le trae dal suo Cuore per imprimerle, meglio che sulla pietra, nel cuore del suo popolo. Sono il ritratto perfetto del Figlio dell'uomo e riassunto della sua vita redentrice. Guardate dunque e agite secondo il modello che si rivela a voi sulla montagna (Es. 25, 40; Ebr. 8, 5).
    La povertà fu il primo contrassegno del Dio di Betlemme e chi mai apparve più dolce del figlio di Maria? chi pianse per causa più nobile, se egli già nella greppia espiava le nostre colpe e pacificava il Padre? Gli affamati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, i pacifici dove troveranno fuori di lui il modello insuperato, mai raggiunto e sempre imitabile? E la sua morte lo fa condottiero dei perseguitati per la giustizia! Suprema beatitudine questa della quale più che di tutte le altre, la Sapienza incarnata si compiace e vi ritorna sopra e la precisa e oggi con essa termina, come in un canto d'estasi.
    La Chiesa non ebbe mai altro ideale. Sulla scia dello Sposo, la sua storia nelle varie epoche fu eco prolungata delle Beatitudini. Cerchiamo di comprendere anche noi e, per la felicità della nostra vita in terra, in attesa dell'eterna, seguiamo il Signore e la Chiesa.
    Le Beatitudini evangeliche sollevano l'uomo oltre i tormenti, oltre la morte, che non scuote la pace dei giusti, anzi la perfeziona.

    Discorso di san Beda [1].
    "In cielo non vi sarà mai discordia, ma vi sarà accordo in tutto e conformità piena, perché la concordia tra i Santi non avrà variazioni; in cielo tutto è pace e gioia, tutto è tranquillità e riposo e vi è una luce perpetua assai diversa dalla luce di quaggiù, tanto più splendida quanto più bella. Leggiamo nella Scrittura che la città celeste non ha bisogno della luce del sole, perché 'il Signore onnipotente la illuminerà e l'Agnello ne è la fiaccola' (Apoc. 21, 23). 'I Santi brilleranno come stelle nell'eternità, e quelli che istruiscono le moltitudini saranno come lo splendore del firmamento' (Dan. 12, 3). Là, non notte, non tenebre, né ammassi di nubi; non rigore di freddo, né eccessivo calore, ma uno stato di cose così bene equilibrato che 'occhio non vide e orecchio non udì e il cuore dell'uomo nulla mai comprese' (I Cor. 2, 9) di simile. Lo conoscono quelli che sono trovati degni di goderne e 'i nomi dei quali sono scritti nel libro della vita' (Fil 4,3) che 'hanno lavato il loro vestito nel sangue dell'Agnello e stanno davanti al trono di Dio, servendolo notte e giorno' (Apoc. 7, 14). 'Là non c'è vecchiaia, né debolezze della vecchiaia, perché tutti sono giunti allo stato dell'uomo perfetto, nella misura dell'età del Cristo' (Ef. 4, 13).
    Ma quello che tutto sorpassa è l'essere associati ai cori degli Angeli, dei Troni e delle Dominazioni, dei Principati e delle Potenze; il godere della compagnia di tutte le Virtù della corte celeste; il contemplare i diversi ordini dei Santi, più splendenti che gli astri; il considerare i Patriarchi illuminati dalla loro fede, i Profeti radiosi di speranza e di gioia, gli Apostoli preparati a giudicare le tribù di Israele e tutto l'universo; i Martiri, cinti del diadema splendente della porpora della vittoria e infine le Vergini con la fronte coronata di candidi fiori" (18 Discorso sui Santi).

    Incoraggiamento alla pratica delle virtù.
    La Chiesa dopo averci mostrato la bellezza e la gioia del cielo, dopo la seducente esposizione sulla eternità, avrebbe potuto presentarci la questione che san Benedetto pose al postulante, che bussava alla porta del monastero: Vuoi la vita? vuoi vedere giorni felici? (Prologo alla Regola). Avremmo anche noi prontamente risposto: sì. E pare che davvero la questione ce l'abbia silenziosamente posta e che abbia udito il nostro sì, perché prosegue adesso esponendoci le condizioni, necessarie per entrare nel regno dei cieli.
    "La speranza di giungere alla ricompensa della salvezza ci alletti, ci attiri, lottiamo volentieri e con tutto l'impegno nello stadio della santità; mentre Dio e Cristo ci guardano. Dato che già abbiamo cominciato ad elevarci sopra il mondo ed il secolo, stiamo attenti, perché nessun desiderio terreno ci attardi. Se l'ultimo giorno ci trova svincolati da ogni cosa, se ci trova in agile corsa nel cammino delle buone opere, il Signore non potrà fare a meno di ricompensare i nostri meriti.
    Colui che dà, come prezzo della sofferenza, a quelli che hanno saputo vincere nella persecuzione, una corona imporporata, darà pure, come prezzo delle opere di santità, una corona bianca a coloro che avranno saputo vincere nella pace. Abramo, Isacco, Giacobbe non furono messi a morte, ma sono stati tuttavia ritenuti degni dei primi posti fra i Patriarchi, perché tale onore meritarono con la fede e le opere di giustizia, e coloro che saranno trovati fedeli, giusti e degni di lode siederanno al banchetto con questi grandi giusti. Bisogna ricordare però che dobbiamo compiere la volontà di Dio e non la nostra, perché 'chi fa la volontà di Dio vive eternamente' (Gv. 2, 17) come vive eternamente Dio stesso.
    Bisogna dunque che con spirito puro, fede ferma, virtù robusta, carità perfetta, siamo preparati a compiere tutta la volontà di Dio, osservando con coraggiosa fedeltà i comandamenti del Signore, l'innocenza nella semplicità, l'unione nella carità, la modestia nell'umiltà, l'esattezza nell'impiego, la diligenza nell'assistenza degli afflitti, la misericordia nel sollevare i poveri, la costanza nella difesa della verità, la discrezione nella severità della disciplina e infine bisogna che non lasciamo di seguire o dare l'esempio delle buone opere. Ecco la traccia che tutti i Santi, tornando alla patria, ci hanno lasciata, perché, camminando sulle loro orme, possiamo giungere alle gioie che essi hanno raggiunto" (Beda, 18 Discorso sui Santi).

    È utile lodare i Santi.
    Una esortazione per i suoi figli la Chiesa la chiede a san Bernardo, e ci parla con la sua voce.
    "Dato che celebriamo con una festa solenne il ricordo di tutti i Santi, diceva ai suoi monaci l'abate di Chiaravalle, credo utile parlarvi della loro felicità comune nella quale gioiscono di un beato riposo e della futura consumazione che attendono. Certo, bisogna imitare la condotta di quelli che con religioso culto onoriamo; correre con tutto lo slancio del nostro ardore verso la felicità di quelli che proclamiamo beati, bisogna implorare il soccorso di quelli dei quali sentiamo volentieri l'elogio.
    A che serve ai Santi la nostra lode? A che serve il nostro tributo di glorificazione? A che serve questa stessa solennità? Quale utile portano gli onori terrestri a coloro che il Padre celeste stesso, adempiendo la promessa del Figlio, onora? Che cosa fruttano loro i nostri omaggi? Essi non hanno alcun desiderio di tutto questo. I santi non hanno bisogno delle nostre cose e la nostra divozione non reca loro alcun vantaggio: ciò è cosa assolutamente vera.
    Non si tratta di loro vantaggio, ma nostro, se noi veneriamo la loro memoria. Volete sapere come abbiamo vantaggio? Per conto mio, confesso che, ricordando loro, mi sento infiammato di un desiderio ardente, di un triplice desiderio.
    Si dice comunemente: occhio non vede, cuore non duole. La mia memoria è il mio occhio spirituale e pensare ai Santi è un po' vederli, e, ciò facendo, abbiamo già 'una parte di noi stessi nella terra dei viventi' (Sal. 141, 6), una parte considerevole, se la nostra affezione accompagna, come deve accompagnarlo, il nostro ricordo. È in questo modo, io dico, che 'la nostra vita è nei cieli' (Fil. 3, 20). Tuttavia la nostra vita non è in cielo, come vi è la loro, perché essi vi sono in persona e noi solo con il desiderio; essi vi sono con la loro presenza e noi solo con il nostro pensiero".

    Desiderare l'aiuto dei Santi.
    "Perché possiamo sperare tanta beatitudine dobbiamo desiderare ardentemente l'aiuto dei Santi, perché quanto non possiamo ottenere da noi ci sia concesso per la loro intercessione.
    Abbiate pietà di noi, sì, abbiate pietà di noi, voi che siete nostri amici. Voi conoscete i nostri pericoli, voi conoscete la nostra debolezza; voi sapete quanto grande è la nostra ignoranza, e quanta la destrezza dei nostri nemici; voi conoscete la violenza dei loro attacchi e la nostra fragilità. Io mi rivolgo a voi, che avete provato le nostre tentazioni, che avete vinto le stesse battaglie, che avete evitato le stesse insidie, a voi ai quali le sofferenze hanno insegnato ad avere compassione.
    Io spero inoltre che gli angeli stessi non disdegneranno di visitare la loro specie, perché è scritto: 'visitando la tua specie non peccherai' (Giob. 5, 24). Del resto, se io conto su di essi perché noi abbiamo una sostanza spirituale e una forma razionale simile alla loro, credo di poter maggiormente confidare in coloro che hanno, come me, l'umanità e che sentono perciò una compassione particolare e più intima per le ossa delle loro ossa e la carne della loro carne".

    Confidenza nella loro intercessione.
    "Non dubitiamo della loro benevola sollecitudine a nostro riguardo. Essi ci attendono fino a quando anche noi non avremo avuta la nostra ricompensa, fino al grande giorno dell'ultima festa, nella quale tutte le membra, riunite alla testa sublime, formeranno l'uomo perfetto in cui Gesù Cristo, nostro Signore, degno di lode e benedetto nei secoli, sarà lodato con la sua discendenza. Così sia" (Discorso sui Santi, passim).

    Imitare coloro che si lodano.
    Troviamo in san Giovanni Crisostomo la dottrina già esposta: è cosa buona lodare i Santi, ma alla lode bisogna unire l'imitazione delle loro virtù.
    "Chi ammira con religioso amore i meriti dei Santi e celebra con lodi ripetute la gloria dei giusti è tenuto ad imitare la loro vita virtuosa e la loro santità. È necessario infatti che chi esalta con gioia i meriti di qualche santo abbia a cuore di essere come lui fedelmente impegnato nel servizio di Dio. O si loda e si imita, o ci si astiene anche dal lodare. Sicché, dando lode ad un altro, ci si rende degni di lode e, ammirando i meriti dei Santi, si diventa ammirabili per una vita santa. Se amiamo le anime giuste e fedeli, perché apprezziamo la loro giustizia e la loro fede, possiamo anche essere quello che sono, facendo quello che fanno".

    I modelli.
    "Non ci è difficile imitare le loro azioni, se consideriamo che i primi Santi non ebbero esemplari innanzi a sé e quindi non imitarono altri, ma si fecero modello di virtù degno di essere imitato, affinché, con il profitto che noi ricaviamo imitando loro e con quello che il prossimo ricaverà, imitando noi, Gesù Cristo nella sua Chiesa sia glorificato perpetuamente dai suoi servi.
    Così avvenne fin dai primi tempi del mondo. Abele, l'innocente, fu ucciso, Enoc fu rapito in cielo, perché ebbe la fortuna di piacere a Dio, Noè fu trovato giusto, Abramo fu approvato da Dio, perché riconosciuto fedele, Mosè si distinse per la mansuetudine, Giosuè per la castità, Davide per la dolcezza, Elia fu gradito al Signore, Daniele fu pio e i suoi tre compagni furono vittoriosi, gli Apostoli, discepoli di Cristo, furono designati maestri dei credenti e i Confessori, da loro istruiti combatterono da forti, mentre i martiri, consumati nella perfezione, trionfano e legioni di cristiani, armati da Dio, continuamente respingono il demonio. Per ciascuno di essi la lotta è diversa, ma le virtù sono simili e le vittorie di tutti restano gloriose".

    Necessità del combattimento.
    Tu, o cristiano, sei soldato ben meschino, se credi di vincere senza combattere e di raggiungere il trionfo senza sforzo! Spiega le tue forze, lotta con coraggio, combatti, senza debolezze, nella mischia. Mantieni il patto, rimetti sulle condizioni, renditi conto di che cosa sia l'essere soldato, il patto che hai concluso, le condizioni che hai accettate, la milizia nella quale ti sei arruolato" (Giovanni Crisostomo, Discorso sulla imitazione dei Martiri).

    La nostra risurrezione.
    Ci giova oggi ricordare la dottrina sulla risurrezione dei morti, che san Paolo esponeva un giorno ai fedeli di Corinto, sulla grandiosa cerimonia liturgica che la seguirà, e sulla visione beatifica, che avremo in premio nell'eternità.
    Noi risusciteremo, perché Cristo è risuscitato. Questa dottrina riassume in certo modo tutto il cristianesimo. Il battesimo è inserzione di ciascuno di noi in Cristo e dal momento che noi siamo entrati nell'unità della sua vita e formiamo con lui un solo corpo mistico e reale insieme, l'interesse è comune, la condizione nostra è legata alla sua, quello che è avvenuto in lui deve avvenire in noi: la morte, il seppellimento, la risurrezione, l'ascensione, la vita eterna in Dio. Le membra avranno la sorte del capo e potremmo dire, propriamente parlando, di essere già risuscitati in Gesù Cristo, perché la sua Risurrezione è causa, motivo, esempio, sicura garanzia della nostra.
    Cristo non è risuscitato per sé solo, per conto suo, ma per noi tutti. Nella legge antica erano offerte a Dio le spighe mature, in nome di tutta la messe. Il Signore, se è un essere individuale, è pure il secondo Adamo, essere vivente, che comprende in sé la moltitudine di quelli che da lui son nati e perciò, se egli è risuscitato, tutti sono risuscitati, ma ciascuno a suo tempo; Cristo per primo, poi tutti quelli che sono di Cristo risusciteranno alla sua venuta. Dopo sarà la fine.

    L'inizio della vita eterna.
    "Sarà la fine. La fine del periodo laborioso nel corso del quale il Signore raccoglie il numero dei suoi eletti, stabilisce il suo regno e annienta i suoi nemici. Si potrebbe dire altrettanto bene inizio della vita nuova, compimento del disegno di Dio con il ritorno a lui di tutto quanto avrà acconsentito ad appartenere a Cristo Nostro Signore Gesù Cristo, dopo aver trionfato di tutte le potenze nemiche, debellata ogni autorità e scardinato ogni potere ostile al suo, porterà a Dio, suo Padre, tutte le nature umane delle quali è re e, avendo qual Figlio operato solo per il Padre, gli riconsegnerà il comando su tutta la sua conquista. Sì, noi lo sappiamo, tutto si piegherà davanti a Dio in cielo, sulla terra, e nell'inferno; tutto sarà sottomesso, fuorché Colui, che ha sottomesso a sé tutte le cose.
    L'eternità comincerà con una cerimonia liturgica di infinita grandezza. Il Verbo Incarnato, nostro Signore Gesù Cristo, il re predestinato, circondato dagli Angeli, dagli uomini nati per la sua grazia e viventi la sua vita, si metterà alla testa della falange che il Padre gli ha dato e la guiderà e condurrà verso il santuario eterno. Si presenterà con essi davanti al Padre e presenterà e offrirà a lui la messe immensa degli eletti germogliati dal suo sangue e si sottometterà con essi alla paterna dominazione di Colui, che tutto gli donò e sottomise, rimettendogli lo scettro e la regalità della creazione da lui conquistata, che con lui entrerà nel seno della Trinità. La famiglia di Dio sarà allora completa e Dio sarà tutto in tutti".

    Dio è tutto in tutti.
    "Dio tutto in tutti: l'espressione ha per il nostro pensiero qualcosa di prodigioso e di meraviglioso... Oggi Dio non è tutto in me e io non sono in relazione diretta con lui, ma sempre tra noi sta l'importuna creazione e io arrivo a Dio a prezzo di un lento e penoso cammino sempre avvolto nella oscurità. Il mio pensiero non vede Dio e la fede stessa me lo vela: non sono un essere intelligente, e non lo sarò che quando Dio si offrirà come oggetto alla mia intelligenza finalmente desta, il giorno in cui Dio, per mostrarsi a me, si unirà alla mia intelligenza, perché io possa conoscerlo. Come dire questo? Dio sarà allora alla radice stessa del mio pensiero, perché io lo veda, alla radice della mia volontà, perché io lo possieda, alla radice e al centro del mio cuore, perché io l'ami. Egli allora sarà la bellezza che amo e sarà in me il cuore che ama la bellezza, sarà il termine e l'oggetto dei miei atti e in me ne sarà il principio.
    Questa gloriosa appartenenza della mia anima a Dio si prepara sulla terra con l'unione a Cristo. Nell'eternità entreremo totalmente nella vita di Dio, se quaggiù saremo interamente conformati a Cristo. Questa è l'idea fondamentale del cristianesimo: essere con Cristo nel tempo, per essere con Dio nell'eternità (Dom Delatte, Epistole di san Paolo, I, 379-383)".

    PREGHIAMO
    O Dio onnipotente ed eterno, che ci hai concesso di venerare con una sola solennità i meriti di tutti i tuoi Santi; ti preghiamo di accordarci, in vista di tanta moltitudine di intercessori, l'abbondanza della tua misericordia.


    [1] Il discorso, attribuito a san Beda, pare piuttosto di Walfrido Strabone, o più probabilmente ancora di Helischar di Treviri. Riv. Ben. 1891, p. 278

    da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1222-1234."



    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 1° novembre. Festa di tutti i Santi
    http://www.unavoce-ve.it/pg-1nov.htm
    Strumenti: Calendario Romano
    http://www.unavox.it/Strumenti/Calen...o.htm#novembre





    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    5 NOVEMBRE 2017: San Zaccaria, FESTA DELLE SANTE RELIQUIE e XXII DOMENICA DOPO PENTECOSTE…



    “DOMENICA VENTIDUESIMA DOPO LA PENTECOSTE.”
    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Ventiduesima dopo la Pentecoste
    http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom22.htm

    “5 NOVEMBRE FESTA DELLE SANTE RELIQUIE.”
    Guéranger, L'anno liturgico - Festa delle Sante Reliquie
    http://www.unavoce-ve.it/pg-5nov.htm






    Santa Messa domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (Tv) stamattina 5 novembre 2017, XXII DOMENICA DOPO PENTECOSTE:


    “XXII domenica dopo Pentecoste
    https://www.youtube.com/watch?v=0Elp5jPicZ0
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php”






    Santorale del mese di Novembre « www.agerecontra.it
    http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=30053
    "A cura di Padre Romualdo Maria Lafitte O.S.B.
    Pregare per le anime del Purgatorio e chiedere le Grazie in questo mese importante per le anime dei defunti, che tanto possono ricevere da noi e tanto possono intercedere per noi."
    http://www.agerecontra.it/public/pre...image-text.pdf





    Ognissanti e giorno dei defunti - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/ognissanti...dei-defunti-1/
    Indulgenze per i defunti - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/


    San Zaccaria - Sodalitium
    “5 novembre, San Zaccaria.
    http://www.sodalitium.biz/san-zaccaria/

    “San Zaccaria, Sacerdote e Profeta, padre di san Giovanni Battista, Precursore del Signore”.
    Benedictus (Cantico di Zaccaria)
    Benedetto il Signore, Dio di Israele,*
    perché ha visitato e redento il suo popolo
    e ha suscitato per noi una salvezza potente*
    nella casa di Davide suo servo,
    come aveva promesso*
    per bocca dei suoi santi profeti di un tempo,
    salvezza dai nostri nemici*
    e dalle mani di quanti ci odiano;
    così Egli ha concesso misericordia ai nostri padri*
    e si è ricordato della sua Santa Alleanza,
    del giuramento fatto ad Abramo nostro padre*
    di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
    di servirlo senza timore in santità e giustizia*
    al suo cospetto per tutti i nostri giorni.
    E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo,*
    perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
    per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza*
    nella remissione dei suoi peccati,
    grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,*
    per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge,
    per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte,*
    e dirigere i nostri passi sulla via della pace.”







    http://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/






    Ligue Saint Amédée
    http://www.saintamedee.ch/
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    “Vingt-deuxième après la Pentecôte.”





    "5 novembre : anniversaire de l'ordination sacerdotale de l'abbé Jocelyn Le Gal et du Père Joseph-Marie Mercier. Ad multos annos!"





    “Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Vingt-deuxième après la Pentecôte : Rendez à Dieu ce qui est à Dieu.
    http://prieure2bethleem.org/predica/...re.mp3.”






    “5 Novembre : La Fête des Saintes Reliques.”













    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://radiospada.org/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/
    “5 novembre 2017: infra l'Ottava di Ognissanti.”





    “5 novembre 2017: XXII domenica dopo Pentecoste.”





    “5 NOVEMBRE : FESTA DELLE SANTE RELIQUIE.”






    “In ricordo del 5 novembre 1605 e della "congiura delle polveri" e in onore di quei cattolici che combatterono, patirono e morirono per strappare l'Inghilterra alla tirannide anglicana.”
    https://www.radiospada.org/2017/11/r...il-5-novembre/










    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Ventiduesima dopo la Pentecoste
    http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom22.htm
    “DOMENICA VENTIDUESIMA DOPO LA PENTECOSTE.

    MESSA
    Secondo Onorio di Autun la Messa di oggi richiama i tempi dell'Anticristo (Gemma animae, l. IV, 93). La Chiesa volgendo i suoi occhi nel futuro al regno di questo uomo del peccato (2Ts 2,3), e come se già provasse la persecuzione finale, prende l'Introito dal Salmo 129.
    Se, insieme al senso profetico che hanno oggi le parole di questo salmo, noi vogliamo una applicazione presente e pratica, data la nostra miseria, richiamiamo il Vangelo della settimana precedente, che era una volta il Vangelo di questa Domenica. Ciascuno di noi si riconoscerà nel debitore che non può pagare e può sperare soltanto nella bontà del padrone e, nella confusione della nostra anima umiliata, grideremo: Se tu, o Signore, consideri le iniquità, chi può resistere davanti a te?
    EPISTOLA (Fil 1,6-11). - Fratelli: Confidiamo nel Signore Gesù che avendo cominciato in voi l'opera buona, la perfezionerà fino al giorno di Cristo Gesù. È giusto che per voi nutra questi sentimenti, perché vi ho nel cuore, come coloro che, e nelle mie catene, e nella difesa, e nella conferma del Vangelo, hanno partecipato alla mia gioia. Dio mi è testimonio come io ami voi tutti nelle viscere di Gesù Cristo. E questo io domando, che la vostra carità abbondi sempre più nella conoscenza e in ogni finezza di discernimento, finché eleggiate il meglio, siate schietti e irreprensibili fino al giorno di Cristo, ricolmi per Gesù Cristo di frutti di giustizia a gloria e lode di Dio.
    L'anima di san Paolo.
    San Paolo, in nome della Chiesa, attira nuovamente la nostra attenzione sull'avvicinarsi della fine, ma l'ultimo giorno, che domenica chiamava giorno cattivo,oggi, per due volte nel breve tratto della lettera agli Efesini che è stato letto, lo chiama giorno di Cristo Gesù. La lettera agli Efesini è piena di confidenza, l'allegrezza è straripante e tuttavia ci parla della persecuzione che infierisce contro la Chiesa e del nemico, che profitta della burrasca per scatenare le passioni perverse perfino in mezzo al gregge di Cristo. L'Apostolo è in catene, gelosia e tradimento di falsi fratelli accrescono i suoi mali, la gioia vince la sofferenza del suo cuore, perché egli è giunto a quella pienezza dell'amore in cui nel dolore trova sviluppo la carità. Gesù Cristo è sua vita, la morte un guadagno e tra la morte, che nell'intimo del cuore desidera, perché lo ricongiunge a Cristo e la vita, che moltiplica i meriti e il frutto delle sue opere, non sa scegliere. Per lui non contano le considerazioni personali e sua gioia di oggi, sua gioia futura è che Cristo sia glorificato: il modo non conta. La sua attesa non sarà vana, perché vita e morte glorificheranno nella sua carne Cristo (Fil. 1,15-20).
    La preghiera di san Paolo.
    Di qui, nell'anima di Paolo una sublime indifferenza, che è il vertice della vita cristiana e non ha niente di comune col torpore fatalistico in cui i falsi mistici del secolo XVII pretesero soffocare l'amore.
    Da queste altezze del cammino della perfezione che egli ha raggiunto, quale prodiga tenerezza ha per i suoi fratelli il convertito di Damasco! Egli dice: Dio mi è testimone che io vi amo e vi desidero tutti nelle viscere di Cristo. Una aspirazione lo impegna, lo domina (Fil 1,24-27): che Dio, il quale ha cominciato in essi l'opera buona per eccellenza, il perfezionamento del cristiano, che nell'Apostolo è completo, la prosegua e la termini in tutti per il giorno in cui Cristo comparirà nella sua gloria (Col 3,4), e prega perché la carità, la veste nuziale dei benedetti dal Padre che egli ha promessi all'unico Sposo (Rm 8,38; 2Cor 11,2) li circondi di un fulgore degno del gran giorno delle nozze eterne (Durando, Rationale, VI, 139).
    Il Liberalismo.
    La carità si sviluppa in essi se cresce nella intelligenza e nella conoscenza della salvezza cioè nella fede, perché la fede è base della giustizia soprannaturale. Una fede limitata porta ad una carità limitata e si ingannano coloro, che non hanno per la verità rivelata la cura che hanno dell'amore. Il loro cristianesimo si riduce a credere il meno possibile, a dichiarare inopportune nuove definizioni, a restringere presuntuosamente l'orizzonte soprannaturale per rispetto all'errore. Essi dicono che la carità è regina delle virtù e per essa usano magari la menzogna; riconoscere all'errore i diritti che ha la verità è per loro l'ultima parola della civiltà cristiana, che poggia sull'amore. Dimenticano così che primo oggetto di carità è Dio, verità sostanziale, del quale la menzogna è il nemico peggiore: non è atto d'amore mettere allo stesso livello l'oggetto amato e il suo mortale nemico.
    Integrità della fede.
    Gli Apostoli non pensavano così e, per far germogliare nel mondo la carità, seminavano la verità. Nei loro discepoli la verità sviluppava l'amore e, fatti luce essi stessi, per mezzo del Battesimo (Ef 5,8), più di ogni cosa stava loro a cuore non venire a patti con le tenebre. Negare la fede era il delitto più grave; esporsi inavvertitamente a sminuire i diritti di essa, era imprudenza grave (ivi 15-17). Il cristianesimo, che aveva trovato il mondo nella schiavitù dell'errore, nelle tenebre che immobilizzavano gli uomini nella morte, pensò che far brillare la luce era il solo mezzo di portarli a salvezza e non seguì altra politica fuorché quella di proclamare la potenza della verità, affermando i diritti esclusivi di regnare sul mondo.
    E il cristianesimo trionfò dopo tre secoli di lotta accanita e furibonda, per le tenebre che dominavano e che volevano dominare ancora, serena e radiosa per i cristiani che versando il sangue affermavano sulla terra giubilanti il regno dell'amore e della verità. Oggi avendo l'errore ripreso, con la connivenza dei battezzati, i suoi pretesi diritti, la carità di molti è diminuita rapidamente (Mt 24,12) e la notte si stende di nuovo sopra un mondo agonizzante e freddo. La linea di condotta dei figli della luce (Ef 5,8) resta quella dei primi tempi: custodire fedelmente la parola di verità (ivi 11,16), senza paure e senza incertezze, fieri di soffrire per Cristo, come i loro predecessori e come gli Apostoli (Fil 1,28-30) perché fino a che resterà al mondo un bagliore di speranza, quel bagliore lo troverà nella verità.
    VANGELO (Mt 22,15-21). - In quel tempo: I Farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere come cogliere Gesù in fallo nelle parole. E gli mandarono i propri discepoli con gli Erodiani, a dirgli: Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo la verità e non ti curi di nessuno, che non guardi in faccia alle persone. Dicci dunque, che te ne pare? È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Ma Gesù, conosciuta la loro malizia, disse: Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. Ed egli disse loro: Di chi è questa immagine? e l'iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.
    Lezione di prudenza.
    Se la Chiesa, in queste settimane che ci presentano gli ultimi giorni del mondo, ci ricorda continuamente la prudenza dell'intelletto, come virtù che in quei tempi i suoi figli devono custodire, bisogna dire che il pericolo particolare degli ultimi tempi sia la crisi della verità. Domenica consegnava come arma difensiva lo scudo della fede, come arma offensiva la parola di Dio; otto giorni prima raccomandava la circospezione dell'intelligenza (Epist. della XX Domenica) per conservare nei giorni cattivi la loro santità fondata sulla verità (Epist. della XIX Domen.) dato che la loro ricchezza consiste nella scienza (Epist. della XVIII Dom.). Nell'Epistola di oggi ha proposto ancora l'intelligenza e la scienza, perché sole hanno la potenza di sviluppare il loro amore e completare l'opera della loro santificazione per il giorno di Cristo. E ora nel Vangelo conclude opportunamente queste lezioni dell'Apostolo narrando un fatto tolto dalla vita del Salvatore e dando ad esse l'autorità che porta sempre con sé ogni esempio preso dalla vita del divino modello della Chiesa. Gesù si presenta come modello dei Suoi fedeli nelle imboscate tese alla loro buona fede dai complotti dei cattivi.
    Il tributo a Cesare.
    Era l'ultimo giorno dell'insegnamento pubblico dell'Uomo-Dio, quasi la vigilia della sua partenza da questo mondo (Martedì Santo). I nemici, tante volte giocati nonostante la loro astuzia, tentarono uno sforzo supremo e i Farisei, che non riconoscevano il dominio di Cesare e il suo diritto ad un tributo, si unirono ai loro avversari, i partigiani di Erode e di Roma, per porre a Gesù la questione insidiosa: È permesso o no pagare il tributo a Cesare? Se rispondeva che non era lecito, provocava la collera di Cesare: se rispondeva che si poteva pagare il tributo, perdeva il suo credito davanti al popolo. Con prudenza divina Gesù sventò l'insidia. I due partiti, stranamente alleati. nell'odio, non vollero comprendere la sentenza che poteva unirli nella verità e tornarono presto alle loro querele, ma la coalizione formata contro il giusto era spezzata; lo sforzo dell'errore, come sempre avviene, si era volto contro di essa e la parola da essa provocata, passando dalle labbra dello Sposo a quelle della Sposa, non cessava più di risonare nel mondo, in cui resta base del diritto sociale nelle nazioni.
    L'autorità viene da Dio.
    Date a Cesare quello che spetta a Cesare e a Dio quello che spetta a Dio, ripetevano gli Apostoli e, proclamando alto che bisogna obbedire a Dio prima che agli uomini, aggiungevano: Siate soggetti alle autorità, perché l'autorità viene da Dio e le autorità che esistono le ha stabilite Dio. Chi resiste alle autorità resiste all'ordine stabilito da Dio e si attira la dannazione. Siate sottomessi perché questo è necessario, sottomessi non solo per paura, ma per dovere di coscienza. Per lo stesso motivo voi pagate dei tributi ai principi, perché essi sono ministri di Dio.
    La volontà di Dio (1Pt 2,15) è sorgente e compimento di qualsiasi autorità fra gli uomini e l'uomo per se stesso non ha alcun diritto di comandare i suoi simili. Il numero non modifica questa impotenza degli uomini sopra la mia coscienza perché, numerosi o meno, io sono eguale a ciascuno di essi per natura e sommare il diritto degli altri su di me è sommare il nulla. Però Dio, volendo che gli uomini vivessero in società, ha voluto una autorità che unisca la volontà di molti nell'unità di un fine che tutti interessa. Egli lascia agli avvenimenti disposti dalla sua provvidenza e agli uomini stessi molta libertà per la scelta della forma in cui dovrà esercitarsi il potere civile e il modo di trasmetterlo, ma i depositari del potere sovrano, una volta investiti, non sono esonerati che da Dio nella sfera delle loro legittime attribuzioni, perché il potere viene da lui solo e non dai loro popoli, i quali, non avendo per se stessi potere, non lo possono dare. Se essi rispettano il patto sociale nelle sue condizioni, il potere ricevuto per il bene della società non reca danno alla società stessa e il loro diritto all'obbedienza è il diritto di Dio medesimo, sia che essi esigano un tributo necessario per il loro governo, sia che stabiliscano leggi, che limitino la libertà lasciata dal diritto naturale nelle relazioni della vita, sia che mandino soldati a certa morte per la difesa della Patria.
    In tutti i casi è Dio che comanda per mezzo loro e vuole essere obbedito e mette nelle loro mani la spada per la punizione dei ribelli di questo mondo (Rm 13,4) e punirà Lui stesso nella vita futura quelli che non saranno emendati.
    La legge che obbliga.
    È grande la dignità di questa legge umana che fa del legislatore un vicario di Dio stesso e risparmia ai sudditi l'umiliazione di abbassarsi davanti ad un altro uomo, ma perché la legge obblighi e sia legge davvero deve prima di tutto informarsi alle prescrizioni e alle proibizioni dell'Essere Sommo, che solo può darle un carattere augusto facendola entrare nel dominio della coscienza. Ne deriva che non vi possono essere leggi contro Dio, contro Cristo, e la sua Chiesa e, da quando l'uomo che comanda non ha più Dio con sé, la sua potenza è solo forza brutale. Un principe o un'assemblea che pretendano regolare i costumi di un paese contro Dio, hanno solo il diritto alla rivolta e al disprezzo di ogni uomo ragionevole e dare il nome sacro di legge alle loro tiranniche elucubrazioni è indegna profanazione del cristiano e degli uomini liberi.
    PREGHIAMO
    O Dio, nostro rifugio e nostra forza, ascolta le preghiere che tu stesso hai insegnato alla tua Chiesa e concedici con sicurezza quanto domandiamo con fede.

    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 525-530.”


    Guéranger, L'anno liturgico - Festa delle Sante Reliquie
    http://www.unavoce-ve.it/pg-5nov.htm
    “5 NOVEMBRE FESTA DELLE SANTE RELIQUIE.

    La morte prepara la messe per il cielo.
    Se avessimo gli occhi degli Angeli noi vedremmo il mondo come un campo immenso, seminato per la risurrezione. La morte di Abele aprì il primo solco e da allora la seminagione continuò senza soste in tutti i luoghi. Quali tesori chiude già in sé questa terra di fatica e di infermità! Quale messe promette per il cielo, appena il Sole di giustizia farà sorgere dalla zolla le spighe della salute, mature per la gloria! Non dobbiamo quindi stupire se la Chiesa benedice e dirige essa stessa la deposizione del prezioso frumento nel solco.
    Glorificazione di Santi.
    La Chiesa però non si contenta di seminare continuamente e qualche volta, impaziente per l'attesa, toglie dalla terra il grano più scelto che vi aveva deposto e con il suo infallibile discernimento, che la preserva da errore, libera dal fango il germe immortale, gli preannunzia le meraviglie dell'avvenire, e raccogliendolo nell'oro e nelle stoffe preziose, portandolo in trionfo, convocando le folle ad onorarlo, dedicando al suo nome nuovi templi, gli decreta l'onore supremo di riposare sugli altari sui quali si offre a Dio il santo Sacrificio.
    "Voglia comprenderlo la vostra carità, dice sant'Agostino (Discorso CCCXVIII su santo Stefano, V): noi non alziamo qui un altare a Stefano, ma facciamo delle reliquie di Stefano un altare a Dio. Dio ama questi altari e, se mi chiedete perché, vi dirò che il perché è che la morte dei santi è preziosa davanti a Dio" (Sal 115,15). "Per obbedire a Dio, l'anima invisibile ha lasciato la sua casa visibile, ma Dio custodisce questa casa e trova la sua gloria negli onori che noi rendiamo a questa carne inanimata e da ad essa la potenza di fare miracoli, la riveste della potenza della sua divinità" (Discorso CCLXXV su san Vincenzo, martire, II). Di qui vengono i pellegrinaggi alle tombe dei santi.
    "Popolo cristiano, dice san Gregorio di Nissa, chi ti riunisce qui? Un sepolcro non attira nessuno e la vista di quanto contiene desta ripugnanza. Ma ecco che si stima come una benedizione poter avvicinarsi qui; la polvere stessa raccolta ai bordi di questa tomba è oggetto di ricerca, è stimata come un dono di grande valore, perché desiderabile, ma raro è il favore di poter arrivare alle ceneri che contiene; e i privilegiati lo sanno. Questo corpo lo abbracciano, vi accostano le labbra e gli occhi, come se fosse vivo, versando lacrime di devozione e di amore. Quale imperatore fu mai onorato così?" (Su san Teodoro Martire).
    "Gli imperatori! riprende san Giovanni Grisostomo; ciò che furono un giorno i portieri dei loro palazzi, oggi lo sono essi stessi per i pescatori: il figlio del grande Costantino credette non poterlo meglio onorare che preparandogli una tomba nel vestibolo del pescatore di Galilea" (Comm. della Seconda ai Cor. Om. XXVI).
    E in altro passo, completando la spiegazione dell'ammirabile lettera ai Romani del Dottore delle genti, esclama: "Chi ora mi concederà di prostrarmi sul sepolcro di Paolo, di contemplare la polvere di questo corpo che completava, soffrendo per noi, quello che mancava alle sofferenze del Cristo? (Col 1,24) la polvere di questa bocca che parlava, senza arrossire, davanti ai re e, mostrandoci chi era Paolo, ci rivelava il Signore di Paolo? La polvere di questo cuore, cuore del mondo, più alto dei cieli, più vasto dell'universo, cuore di Cristo non meno che di Paolo, in cui si leggeva scolpito dallo Spirito Santo il libro della grazia? Vorrei vedere la polvere delle mani, che scrissero le epistole; degli occhi che, prima ciechi, ricuperarono la vista per la nostra salvezza; dei piedi che percorsero la terra. Sì, vorrei contemplare la tomba in cui riposano questi strumenti della giustizia, della luce, queste membra di Cristo, questo tempio dello Spirito Santo, questo corpo venerato che, con quello di Pietro, protegge Roma in modo più sicuro che tutti i bastioni" (Omelia XXXII).
    Dottrina della Chiesa sulle reliquie.
    Questi testi e molti altri non impedirono che l'eresia nel secolo XVI, profanando le tombe sante avesse la pretesa di riportarci ai costumi dei nostri padri. Ma, contro questi strani riformatori, il Concilio di Trento esprimeva l'unanime testimonianza della Tradizione nella definizione seguente, nella quale si trovano riassunte le ragioni teologiche del culto reso dalla Chiesa alle reliquie dei Santi:
    "I fedeli devono venerare i corpi dei Martiri e degli altri Santi, che vivono con Cristo. Essi furono suoi mèmbri vivi e tempio dello Spirito Santo e risusciteranno per la vita eterna e per la gloria. Dio accorda per mezzo loro molti benefici agli uomini e perciò quelli che dicono che le reliquie dei Santi non meritano di essere venerate e sono inutilmente onorate dai fedeli, che si visitano invano le memorie e i monumenti dei Santi per ottenere il loro aiuto, sono assolutamente meritevoli di condanna e, come già da molto tempo, la Chiesa li ha condannati (Concilio di Nicea II, c. VII), di nuovo li condanna" (Concilio di Trento, Sess. XXV).
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1249-1251.”




    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  5. #75
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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    1 NOVEMBRE 2018: FESTA DI OGNISSANTI…



    «1 NOVEMBRE FESTA DI TUTTI I SANTI.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 1° novembre. Festa di tutti i Santi
    http://www.unavoce-ve.it/pg-1nov.htm




    http://www.sodalitium.biz/
    “Catechismo Maggiore di San Pio X – Della festa di tutti i Santi.”
    “Della commemorazione de’ fedeli defunti.”

    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/
    "INDULGENZE PER I DEFUNTI."


    SANTE MESSE ed omelie dei Sacerdoti dell’“Istituto Mater Boni Consilii” (I.M.B.C.):


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”





    SANTA MESSA celebrata da Don Floriano Abrahamowicz alla "Domus Marcel Lefebvre" di Paese (TV) alle ore 10.30 il giorno 1 NOVEMBRE 2018:


    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    Ognissanti (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=0trr3eCI4GM
    Ognissanti (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=hQ6zag9y9Oo
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    https://www.agerecontra.it/2017/11/s...e-di-novembre/
    "A cura di Padre Romualdo Maria Lafitte O.S.B.
    Pregare per le anime del Purgatorio e chiedere le Grazie in questo mese importante per le anime dei defunti, che tanto possono ricevere da noi e tanto possono intercedere per noi."
    https://www.agerecontra.it/2018/11/i...r-i-defunti-2/







    https://tradidiaccepi.blogspot.com/


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b8&oe=5C7C9F47





    “MESE DI NOVEMBRE: MESE DEDICATO SPECIALMENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI.
    In questo mese di Novembre, mediteremo con l'ausilio del libro "Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso" (Napoli, agosto 1959) di don Dolindo Ruotolo, che fu sacerdote napoletano, morto in odore di santità, strenuo difensore della dottrina cattolica contro gli errori del modernismo ed autore di diversi testi esegetici e pastorali.”


    “AD I VESPERAS IN FESTO OMNIUM SANCTORUM
    (Primi Vespri della Festa di Tutti i Santi)
    Duplex I classis cum Octava communi.
    (Doppio di I classe con Ottava comune)
    Ángeli, * Archángeli, Throni et Dominatiónes, Principátus et Potestátes, Virtútes cælórum, Chérubim atque Séraphim, Patriárchæ et Prophétæ, sancti legis Doctóres, Apóstoli, omnes Christi Mártyres, sancti Confessóres, Vírgines Dómini, Anachorítæ, Sanctíque omnes, intercédite pro nobis.
    Angeli, * Arcangeli, Troni e Dominazioni, Principati e Potestà, Virtù dei cieli, Cherubini e Serafini, Patriarchi e Profeti, santi Dottori della legge, Apostoli e Martiri tutti di Cristo, santi Confessori, Vergini del Signore, Anacoreti, Santi tutti, intercedete per noi.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...79&oe=5C8A59C4





    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...d6&oe=5C48486E










    http://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
    1° novembre. Festa di tutti i Santi. Solennità collettiva di tutta la Chiesa trionfante, fissata a questo giorno sin dal IX secolo e resa universale dal Papa Sisto IV nel 1475. Giorno di letizia sia questo, in cui la Chiesa militante festeggia tutt'insieme i Santi, per i quali la morte non fu morte ma l'ingresso nel Regno dei Cieli (Salmodia), dove ora tripudiano a schiere innumerevoli, segnati in fronte col suggello della Croce (Epistola), secondo le promesse di Cristo nel discorso delle Beatitudini (Vangelo). Fin qui dal Messale quotidiano. Nel Catechismo della Chiesa leggiamo le parole di Papa San Pio X: La Chiesa ha istituito la festa di tutti i Santi: - Per lodare e ringraziare il Signore d’aver santificati i Suoi servi in terra e d’averli coronati di gloria in cielo; - Per onorare in questo giorno anche quei Santi dei quali non si fa una festa particolare fra l’anno; - Per procurarci maggiori grazie col moltiplicare gli intercessori; - Per riparare in questo giorno i mancamenti che nel corso dell’anno abbiamo commesso nelle feste particolari dei Santi; - Per eccitarci maggiormente alla virtù cogli esempi di tanti Santi d’ogni età, d’ogni condizione e di ogni sesso, e con la memoria della ricompensa che godono in cielo. Si celebra la festa di tutti i Santi con grande solennità perché essa abbraccia tutte le altre feste che nell’anno si celebrano ad onore dei Santi, ed è figura della festa eterna del cielo. Per celebrare degnamente la festa di tutti i Santi dobbiamo: - Dar lode e gloria al Signore per le grazie fatte ai Suoi servi, e pregarLo a volerle concedere anche a noi; - Onorare tutti i Santi come amici di Dio, e invocare con più fiducia la loro protezione; - Proporre d’imitare il loro esempio per essere un giorno partecipi della medesima gloria. Il culto dei Santi è dogma di fede.


    Dato che ho letto alcuni articoli della FSSPX (Sacerdoti lefebvriani) e di Corrispondenza Romana (Roberto De Mattei e Brunero Gherardini), dove si sostiene che il Papa non è infallibile nella solenne canonizzazione di un soggetto, questo significa, sempre a loro dire, che il Papa può dichiarare solennemente santo un dannato. Difatti o un'anima si salva (Chiesa trionfante e purgante), o un'anima si danna (dannati dell'inferno). Se il Papa può "sbagliare nella canonizzazione", si conclude che può canonizzare dei dannati. Ora, per sapere quale santo imitare, a chi devo domandare se un tale è santo o è dannato? Se non mi posso fidare della solenne sentenza del Papa, quindi se devo essere scismatico per salvarmi, quale sentenza devo seguire? Ed ancora, come posso conciliare il vincolante culto dei Santi, che è dogma di fede, col dubbio che sarebbe proprio il Pontefice a comandarmi di prestare culto a un dannato, o ad un possibile dannato? Ed ancora, se non posso avere il Papa ed il suo Magistero come regola prossima di fede, dato che il Papa sbaglierebbe addirittura nelle canonizzazioni, chi deve essere la mia regola di fede? E chi deve essere il mio maestro, il mio legislatore, il mio giudice, il mio sacerdote? Devo leggere il sito della FSSPX e quello di Corrispondenza Romana per sapere chi è Santo e chi non lo è? Devo leggere i mentovati siti per sapere se posso imitare e pregare un Santo? O per sapere se un tale è con Dio o piuttosto con Satana? Dunque il giudice non sarebbe più il Papa ma sarebbero giudici i gestori dei siti della FSSPX e di Corrispondenza Romana, e di tutti quelli che seguono la medesima antidottrina?
    Non mi resta che mandare una mail ai gestori di questi siti e chiedere quali nomi devo escludere oggi dalle mie preghiere e quali accludere, proprio come facevano i seguaci di Plinio brasiliano con le arbitrarie litanie alla defunta madre del medesimo Plinio. Anche in questa circostanza sono, dunque, obbligato a modificare il dogmatico Atto di fede: "Mio Dio poiché siete verità infallibile credo fermamente tutto quello che Voi avete rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere"; diventa: "Mio Dio poiché siete verità infallibile credo fermamente tutto quello che Voi avete rivelato e la FSSPX e Corrispondenza Romana ci propongono a credere".
    E in caso di disputa fra FSSPX e Corrispondenza Romana, chi ha ragione fra i due? Chi giudica i giudici improvvisati? Lo spirito sessantottino che, dietro mentite spoglie, sopravvive nel cosiddetto Tradizionalismo cattolico, che "non è né tradizionale e né cattolico" (cfr. Benedetto XIV Papa, De Serv...; S. Tommaso, Q. Disp.; A. Liguori, Del g. m. Della preghiera; etc..).»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...4a&oe=5C81B388










    «Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org/ e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/ »

    “1 novembre 2018: FESTA DI TUTTI I SANTI.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...72&oe=5C3BF7F3





    “1 novembre 1950: Pio XII insegna infallibilmente e solennemente l'Assunzione corporale di Maria Santissima in cielo.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...3b&oe=5C7AA0C4





    «540esimo anniversario di fondazione della Inquisizione Spagnola da parte di papa Sisto IV della Rovere con la bolla "Exigit sincerae devotionis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...fb&oe=5C782857





    “Il 1 novembre 1503 papa Giulio II della Rovere viene esaltato al Sommo Pontificato.”


    https://www.radiospada.org/2012/10/i...ss-imprimatur/







    01 Novembre - Festa di tutti i Santi
    http://www.preghiereperlafamiglia.it/tutti-i-santi.htm
    “01 NOVEMBRE SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI.”







    http://liguesaintamedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    1er novembre : Fête de tous les Saints [Toussaint] :: Ligue Saint Amédée
    “1er novembre : Fête de tous les Saints [Toussaint].”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati..._Toussaint.jpg





    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...34&oe=5C8465F9





    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b8&oe=5C80886E







    https://le-petit-sacristain.blogspot...urgatoire.html
    https://le-petit-sacristain.blogspot...r-du-ciel.html





    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!

    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  6. #76
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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    2 NOVEMBRE 2018: COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI…



    «2 NOVEMBRE COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 2 novembre. Commemorazione dei defunti
    http://www.unavoce-ve.it/pg-2nov.htm




    https://www.agerecontra.it/2017/11/s...e-di-novembre/
    "A cura di Padre Romualdo Maria Lafitte O.S.B.
    Pregare per le anime del Purgatorio e chiedere le Grazie in questo mese importante per le anime dei defunti, che tanto possono ricevere da noi e tanto possono intercedere per noi."
    https://www.agerecontra.it/2018/11/i...r-i-defunti-2/





    SANTE MESSE per i defunti celebrate da Don Floriano Abrahamowicz alla "Domus Marcel Lefebvre" di Paese (TV) dalle ore 18.30 il giorno 2 NOVEMBRE 2018:


    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    "Comm. di tutti i fedeli defunti (Sante Messe)"
    https://www.youtube.com/watch?v=OWkdw8y7WGM
    Ognissanti (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=0trr3eCI4GM
    Ognissanti (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=hQ6zag9y9Oo
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    SANTE MESSE ed omelie dei Sacerdoti dell’ “Istituto Mater Boni Consilii” (I.M.B.C.):


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”


    Indulgenze per i defunti - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/
    «INDULGENZE PER I DEFUNTI
    condizioni per l’Indulgenza Plenaria [abbreviazione: CC]

    1 – Adempiere l’opera prescritta, con l’intenzione (almeno abituale e generale) di guadagnare l’indulgenza.
    2 – Confessione (anche nella settimana che precede o segue l’opera prescritta) e comunione (la vigilia o la settimana che segue l’opera prescritta).
    3 – Visita, se richiesta, di una Chiesa o Oratorio pubblico; si può fare dal mezzogiorno del giorno precedente.
    4 – Pregare in qualunque modo, secondo le intenzioni dei SS. Pontefici, cioè:
    Esaltazione della Fede;
    Estirpazione delle eresie;
    Conversione dei peccatori
    Pace tra i principi cristiani
    5 – Essere in stato di grazia.

    I – Tutto l’anno
    1 – Requiem æternam… : 300 giorni o.v. (ogni volta)
    2 – Pie Jesu Domine, dona eis requiem sempiternam: 300 giorni o.v.
    3 – Mattutino e Lodi dell’Ufficio dei Morti: 7 anni, Plenaria se durante un mese. CC
    4 – Un Notturno e Lodi dell’Ufficio dei Morti: 5 anni, Plenaria se durante un mese. CC
    5 – Vespro dell’Ufficio dei Morti anni: 5 anni.
    6 – De profundis: 3 anni [5 durante il mese di Novembre], Plenaria se durante un mese. CC
    7 – Pater- Ave- Requiem: 3 anni, Plenaria se durante un mese. CC
    8 – Miserere: 3 anni, Plenaria se durante un mese. CC
    9 – Dies Iræ: 3 anni, Plenaria se durante un mese. CC
    10 – Visita di un cimitero, con qualunque orazione, anche mentale, per i defunti: 7 anni.
    11 – Recita di qualunque orazione o esercizio di pietà per i defunti con l’intenzione di proseguire durante 7 o 9 giorni successivi: 3 anni, 1 volta al giorno. Plenaria se durante 7 o 9 giorni successivi alle consuete condizioni.


    II – Mese di novembre
    Qualunque orazione o esercizio di pietà in suffragio dei defunti: 3 anni, 1 volta al giorno. Plenaria se ogni giorno del mese, alle consuete condizioni.
    III – Durante l’Ottava della Commemorazione dei defunti
    (dal 2 al 9 Novembre), Indulgenza Plenaria per la visita a un cimitero con un’orazione qualunque, anche mentale, per i defunti. Una volta al giorno alle consuete condizioni.
    IV – Il 2 novembre e la Domenica successiva
    (dunque nell’Ottava) Indulgenza Plenaria per la visita di una chiesa o oratorio pubblico recitando 6 Pater-Ave-Gloria. Ogni volta.

    V – Per i fedeli che hanno fatto l’Atto eroico di carità per le
    anime del Purgatorio
    _57-14
    Indulgenza Plenaria, alle consuete condizioni:
    – tutto l’anno ad ogni comunione fatta in una chiesa o oratorio
    pubblico.
    – ogni lunedì – e, se non si può, la domenica successiva – nell’assistere ad una Messa per le anime del Purgatorio.
    Per i sacerdoti che hanno fatto l’Atto eroico di carità, altare privilegiato.

    Note
    CC = Consuete condizioni o.v. = ogni volta
    Tratto da: Enchiridion indulgentiarum, Poliglotte Vaticane 1950.»


    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-188x300.jpg




    http://www.sodalitium.biz/wp-content...14-177x300.jpg










    https://tradidiaccepi.blogspot.com/


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...93&oe=5C84F88F






    “MESE DI NOVEMBRE: MESE DEDICATO SPECIALMENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI.
    In questo mese di Novembre, mediteremo con l'ausilio del libro "Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso" (Napoli, agosto 1959) di don Dolindo Ruotolo, che fu sacerdote napoletano, morto in odore di santità, strenuo difensore della dottrina cattolica contro gli errori del modernismo ed autore di diversi testi esegetici e pastorali.”


    «MESSA PER TUTTI I FEDELI DEFUNTI E ABSOLUTIO SUPER TUMULUM

    Paramenti neri.
    "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore" (S. Agostino, Confessioni, IX, 11. 27). Con questa parole santa Monica lasciava questa valle di lacrime, affidando la sua anima ai suffragi della Chiesa. E la piissima Madre Chiesa non dimentica alcuna delle anime dei suoi fedeli che si purificano nelle fiamme del Purgatorio, e oltre a ricordarle quotidianamente nel Canone - “Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve, che ci hanno preceduto col segno della fede e dormono il sonno di pace. Ad essi, o Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, noi ti supplichiamo di concedere, benigno, il luogo del refrigerio, della luce e della pace” - pone nelle mani dei suoi Sacerdoti specifici formulari di Messe per i defunti. I paramenti sono neri, colore che esprime la mestizia che avvolge il momento tremendo e solenne della morte, ma nondimeno la speranza anima la liturgia, la speranza che ai morti venga concessa la beatitudine del Paradiso.
    https://tradidiaccepi.blogspot.com/2...funti.html?m=1
    • Terminata la Santa Messa per tutti i fedeli defunti, segue l'Absolutio super tumulum.»
    https://tradidiaccepi.blogspot.com/2...mulum.html?m=1
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    "Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
    et lux perpétua lúceat eis.
    Requiéscant in pace.
    ✠ Amen.

    L'eterno riposo dona loro, o Signore,
    e splenda ad essi la luce perpetua.
    Riposino in pace.
    ✠ Amen."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...55&oe=5C88745B





    "Ego sum * resurréctio et vita: qui credit in me, étiam si mórtuus fúerit, vivet; et omnis qui vivit et credit in me, non moriétur in ætérnum.
    Io sono * la resurrezione e la vita: chi crede in me, benché morto, vivrà, e chi vive e crede in me, non morrà in eterno."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...54&oe=5C410CE3





    "CATECHISMO MAGGIORE DI SAN PIO X
    Della commemorazione de’ fedeli defunti.
    212 D. Perché dopo la festa di tutti i Santi si fa dalla Chiesa la commemorazione di tutti i fedeli defunti?
    R. Dopo la festa di tutti i Santi si fa dalla Chiesa la commemorazione di tutti i fedeli defunti che sono in Purgatorio, perché è conveniente che la Chiesa militante, dopo avere onorato e invocato con una festa generale e solenne, il patrocinio della Chiesa trionfante, venga in soccorso della Chiesa purgante con un generale e solenne suffragio.
    213 D. Come possiamo noi suffragare le anime dei fedeli defunti?
    R. Noi possiamo suffragare le anime dei fedeli defunti colle preghiere, colle limosine e con tutte le altre buone opere, ma sopratutto col santo sacrifizio della Messa.
    214 D. Per quali anime dobbiamo noi nella commemorazione de’ fedeli defunti applicare i nostri suffragi, secondo la mente della Chiesa?
    R. Nella commemorazione di tutti i fedeli defunti noi dobbiamo applicare i nostri suffragi, non solamente per le anime de’ nostri parenti, amici e benefattori, ma anche per tutte le altre che si trovano nel Purgatorio.
    215 D. Qual frutto dobbiamo noi ricavare dalla commemorazione di tutti i fedeli defunti?
    R. Dalla commemorazione di tutti i fedeli defunti dobbiamo ricavare questo frutto:
    1. pensare che anche noi dovremo morir presto, e presentarci al tribunale di Dio per rendergli conto di tutta la nostra vita;
    2. concepire un grande orrore al peccato, considerando quanto rigorosamente Iddio lo punisca nell’altra vita, e soddisfare in questa alla sua giustizia colle opere di penitenza per i peccati commessi."
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    Siria cristiana: la ricostruzione dopo i lutti - Centro Studi Giuseppe Federici
    “Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 83/18 del 2 novembre 2018, Commemorazione dei Defunti.”







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    "2 NOVEMBRE 2018: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (prima parte)."
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    2 novembre 2018 (seconda parte)
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    “Il 2 novembre 676 Papa Dono viene esaltato al Sommo Pontificato.”

    “Il 2 novembre 1389 Papa Bonifacio IX Tomacelli viene esaltato al Sommo Pontificato.”


    [INDULGENZE PER I DEFUNTI] Normativa generale e per il mese di Novembre | Radio Spada
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    [Immagini e riflessioni] Per le anime sante detenute nel carcere del Purgatorio | Radio Spada
    "Novembre è tradizionalmente il mese dedicato alle care anime che ancora giacciono tra le fiamme purificatrici del Purgatorio. Vi è più che mai la necessità di diffondere la devozione del Purgatorio e di pregare e suffragare (tramite le indulgenze, le sante messe e le opere pie) le anime che sono lì detenute dopo il Giudizio particolare (possono esserci anche i nostri parenti e amici che sono già morti) affinché possano presto raggiungere la gioia eterna del Paradiso. Cosa fare dunque e come farlo? Parlare sempre del Purgatorio, diffondere buoni libri sull’argomento e, soprattutto, pregare! Pregare, lucrare il maggior numero di indulgenze nei giorni prescritti, offrire le proprie opere buone, qualche fioretto, qualche sofferenza per le anime purganti, recitare spesso il “De profundis”, fare celebrare tante Messe (Cattoliche) in suffragio dei defunti. Mai come oggi, in cui il Modernismo ha tentato di cancellare l’esistenza stessa di quel regno ultramondano, bisogna pregare per i fedeli defunti. Mai come oggi bisogna ricordare i Novissimi come ad esempio qui."
    [IMMAGINI E RIFLESSIONI] Memento mori! Quando morirai? Come? Dove? | Radio Spada

    https://www.radiospada.org/tag/anime-purganti/
    [CHI MORRA?, VEDRA?] Il suffragio alle anime purganti | Radio Spada
    [CHI MORRA?, VEDRA?] Le anime del Purgatorio ci proteggono | Radio Spada


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    https://www.radiospada.org/2018/11/d...to-purgatorio/








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    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    2 novembre : La Commémoration des Fidèles Trépassés :: Ligue Saint Amédée
    “2 novembre : La Commémoration des Fidèles Trépassés.”
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    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    3 - 4 - 5 - 6 NOVEMBRE 2018...


    3 NOVEMBRE 2018: SAN GIUSTO MARTIRE…




    Sodalitium - Sito ufficiale dell'Istituto Mater Boni Consilii
    http://www.sodalitium.biz/

    http://www.sodalitium.biz/san-giusto/
    «3 novembre, a Trieste: San Giusto Martire, Patrono della Città e della Diocesi.
    Inno a San Giusto

    Tu dell’era dei martiri, o Santo, tra i fedeli purissimo fiore, solo a Cristo donavi l’incanto della nobile tua gioventù.
    L’aura impura degli empi pagani non sedusse l’eroico tuo cuore di Manazio i tormenti fur vani nei flagelli pregavi Gesù.
    San Giusto dal colle sacrato proteggi la nostra città, che ti diede i natali dal mare dai clivi dolcissimo echeggi il canto di lode per Te, Protettor.
    O Martire invitto tua palma gloriosa c’incuori a fortezza per sacri ideali, dal Tempio vetusto tua luce radiosa avvolga Trieste, a Te sempre fedel.
    L’onda azzurra del nostro bel mare ti cantava di Dio la grandezza e nell’onda dovevi esalare il supremo sospiro d’amor.
    Stretto in ceppi pesanti accogliesti il martirio crudel con fortezza a Trieste lo sguardo volgesti e moristi esaltando il Signor.
    San Giusto dal colle sacrato proteggi la nostra città, che ti diede i natali dal mare dai clivi dolcissimo echeggi il canto di lode per Te, Protettor.
    Il tuo corpo nel fondo giacente per virtù del Signore si tolse l’onda amica del mar dolcemente lo sospinse alla cara città.
    E Trieste qual sacro tesoro come dono del cielo l’accolse fu nei secoli il nostro decoro nostra gloria per sempre sarà.
    San Giusto dal colle sacrato proteggi la nostra città, che ti diede i natali dal mare dai clivi dolcissimo echeggi il canto di lode per Te, Protettor. »
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...to-200x300.jpg








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    “MESE DI NOVEMBRE: MESE DEDICATO SPECIALMENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI.
    In questo mese di Novembre, mediteremo con l'ausilio del libro "Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso" (Napoli, agosto 1959) di don Dolindo Ruotolo, che fu sacerdote napoletano, morto in odore di santità, strenuo difensore della dottrina cattolica contro gli errori del modernismo ed autore di diversi testi esegetici e pastorali.”





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    1867, l?anno della vittoria pontificia - Centro Studi Giuseppe Federici
    “Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 84/18 del 3 novembre 2018, San Giusto
    1867, l’anno della vittoria pontificia.”

    Associazione legittimista Trono e Altare: 3 novembre 1867: la vittoria dei soldati del Papa Re!





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    "3 novembre 2018: infra l'Ottava di Ognissanti."

    «3 novembre 1867: A Mentana i soldati del Papa Re, coadiuvati dalle truppe francesi, sbaragliano i "briganti cosmopoliti" di Garibaldi.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...29&oe=5C875C95

    «[GLORIE DEL CARDINALATO] S.E.R. Ignazio Gabriele I Tappouni (Mossul, 3 novembre 1879 - Beirut, 29 gennaio 1969). Sacerdote nel 1902, Vescovo nel 1913. Dal 1913 al 1912 al 1921 Vicario patriarcale dell'Eparchia di Mardin dei Siri; dal 1921 al 1929 Arcieparca di Aleppo dei Siri. Arrestato dai Turchi nel 1918 per un anno patì il carcere e la minaccia dell'esecuzione. Nel 1929 viene eletto Patriarca di Antiochia dei Siri. Pio XI nel 1935 gli conferisce la Porpora e il titolo dei Santi XII Apostoli. Fu benemerito nella difesa del Cattolicesimo in Siria.»

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    Ligue Saint Amédée
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    3 novembre : [Diocèse de Bâle] Sainte Ida, Veuve :: Ligue Saint Amédée
    “3 novembre : [Diocèse de Bâle] Sainte Ida, Veuve

    Il est plus que probable que la sainte vivait en recluse au XIIIème siècle, près de l'abbaye de Fischingen, où elle fut enterrée. Une foule toujours croissante vint y vénérer ses reliques et lui demander sa protection dans la belle église de l'ancien cloître.”

    3 novembre : Saint Hubert, Évêque (657-727) :: Ligue Saint Amédée
    “3 novembre : Saint Hubert, Évêque (657-727).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...int_hubert.jpg








    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!











    4 NOVEMBRE 2018: SAN CARLO BORROMEO (1538-1584), ARCIVESCOVO DI MILANO; DOMENICA QUARTA DOPO L'EPIFANIA (traslata)…



    "San Carlo Borromeo, confessore, 4 novembre."
    Guéranger, L'anno liturgico - San Carlo Borromeo, Confessore
    http://www.unavoce-ve.it/pg-4nov.htm

    "Commem. dei santi Vitale e Agricola, lo stesso giorno."
    Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione dei santi Vitale e Agricola
    http://www.unavoce-ve.it/pg-4nov-2.htm





    SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz alla "Domus Marcel Lefebvre" di Paese (TV) alle ore 10.30 il 4 NOVEMBRE 2018:


    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    XXIV domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=bpBb8VAIWhM
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    domusmarcellefebvre110815
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    SANTE MESSE ed omelie domenicali dei Sacerdoti dell’“Istituto Mater Boni Consilii” (I.M.B.C.):


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”



    http://www.sodalitium.biz/san-carlo-borromeo/
    «4 novembre, San Carlo Borromeo, Vescovo e Confessore (Arona, 1538 – Milano, 3 novembre 1584).
    “San Carlo Borroméo Cardinale, Vescovo di Milàno e Confessore, il quale volò in cielo nel giorno precedente”.

    Gloriosissimo San Carlo, modello di virtù e costanza nella prova. Tu che hai impiegato i doni ricevuti per la Gloria di Dio e la salvezza delle anime, sino a restare vittima del Tuo stesso zelo. Impetraci dal Signore la grazia di essere Tuo imitatore, come Tu lo fosti di Gesù Cristo. Ottienici lo spirito di sacrificio, lo zelo per i nostri fratelli, la fedeltà a Dio, l’amore alla Chiesa, la rassegnazione nelle avversità e la perseveranza nel bene. Affinché anche noi, sperimentando di essere amati da Dio, possiamo godere della presenza divina. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-2-249x300.jpg








    https://tradidiaccepi.blogspot.com/
    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ed&oe=5C416DF3





    “SANTI VITALE E AGRICOLA Martiri.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...2a&oe=5C7E0D1E





    “SAN CARLO BORROMEO Vescovo e Confessore.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...23&oe=5C86CBD0


    “Gesù seda la tempesta nel mare.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...54&oe=5C89AA04


    “Dómine, salva nos, perímus. Et dicit eis Jesus: Quid tímidi estis, módicæ fídei? Tunc surgens, imperávit ventis et mari, et facta est tranquíllitas magna. Porro hómines miráti sunt, dicéntes: Qualis est hic, quia venti et mare obœ́diunt ei?”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...0d&oe=5C3BFFC1


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    “MESE DI NOVEMBRE: MESE DEDICATO SPECIALMENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI.
    In questo mese di Novembre, mediteremo con l'ausilio del libro "Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso" (Napoli, agosto 1959) di don Dolindo Ruotolo, che fu sacerdote napoletano, morto in odore di santità, strenuo difensore della dottrina cattolica contro gli errori del modernismo ed autore di diversi testi esegetici e pastorali.”





    Auguri a Carlo Di Pietro e a tutti i Carlo e Carla e Carlotta:


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    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda.»
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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda

    Stimati Associati e gentili Sostenitori, sentitamente ringraziamo per la Vostra partecipazione alla XIIIma Giornata per la Regalità sociale di Cristo (a cura dell'Istituto Mater Boni Consilii, del Centro Studi Giuseppe Federici e di Sodalitium) e, nondimeno, per la Vostra discreta - ossia silente - generosità. Il Signore ci ammonisce: «Omne verbum otiosum, quod locuti fuerint homines, reddent rationem de eo in die iudicii». Orbene, se è vero che il Signore peserà ogni singola parola vana ed imprudente che esce dalla nostra bocca, quanto sarà inflessibile nel giudicare la nostra pigrizia e la nostra avarizia? Oltre le ordinarie Sante Messe, pochissimi sono gli appuntamenti annuali che ci vedono direttamente coinvolti nella presenza, cerchiamo di non mancare mai e consideriamo, altresì, che ogni danaro silenziosamente usato per la causa di Gesù Cristo è atto non solo di generosità, ma di profonda umiltà. Nel silenzio della tomba, difatti, non può esserci superbia; e quell’uomo che muore al mondo non sente la necessità di declamare la sua generosità. Anche questo atteggiamento distingue il nobile animo cristiano, da quello villano del filantropo. È forse il piacere del mondo che noi cerchiamo? Nient’affatto, noi vogliamo piacere a Gesù, alla Vergine Maria, al casto San Giuseppe, agli Angeli ed ai Santi, che non sono cittadini di questo mondo. C’è forse qualche maestro fra noi? Qualche degna autorità ci ha assegnato una cattedra? Come potremmo insegnare ciò che non conosciamo? Il nostro compito è, forse, scaldare la sedia del computer e fare i “professori” su internet? Nient’affatto, noi non siamo nulla e non sappiamo nulla. Dice il Profeta che l’uomo che si innalza e si insuperbisce sarà abbattuto dal Signore degli eserciti (Is., II, 12). Dunque sforziamoci, sull’esempio del sommo Isaia, di prudentemente tacere, impariamo ad ascoltare, a comprendere, partecipiamo assiduamente e docilmente alla formazione dottrinale, finalmente preghiamo Iddio affinché ci faccia anonimi esemplari del Suo regno in terra. Milioni di uomini e di donne si sono santificati (cf. Apoc., VII, 9), eppure non avevano internet e non scaldavano sedie; facevano semplicemente il loro dovere sotto la guida di un buon Confessore...”
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    dal numero 137 di SVRSVM CORDA® del 4 novembre 2018. Saranno ospitati i seguenti contenuti:

    - Comunicato numero 137. Gesù e le parabole del Regno;
    - Preghiera per la Festa di Ognissanti;
    - San Tommaso: dominio che l’uomo ha per natura sugli animali e sugli inferiori;
    - Orazione per la vigilia di Ognissanti;
    - Gli anatemi del Concilio di Firenze, numeri 4, 5 e 6;
    - Preghiera a San Gerardo, Vescovo di Potenza;
    - Dizionario di teologia dommatica. La Gerarchia;
    - Inno a San Giusto, Martire;
    - Dizionario di teologia dommatica. La Giustizia;
    - Teologia Politica 125. La società cosiddetta “laica” è un ingannevole simulacro e parodia di società.
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    04 Novembre - San Carlo Borromeo




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    “4 novembre 2018: DOMENICA QUARTA DOPO L'EPIFANIA (traslata).”
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    “4 novembre 2018: infra l'Ottava di Ognissanti.”


    “4 NOVEMBRE 2018 COMMEMORAZIONE DEI SANTI VITALE E AGRICOLA.

    Al ricordo del grande vescovo di Milano la Chiesa unisce oggi il ricordo di due martiri che sant'Ambrogio contribuì a rendere celebri. Vitale ed Agricola erano stati sepolti nel cimitero giudaico di Bologna, ma Dio rivelò al vescovo di quella città il luogo della loro sepoltura e sant'Ambrogio fu invitato ad assistere alla traslazione delle loro reliquie. Del fatto egli ci lasciò memoria nel trattato De virginitate.
    Vitale era uno schiavo di Agricola. Vollero forzarlo a rinnegare Cristo, ma egli lo confessò con tutto il coraggio e i carnefici, per punirlo, gli fecero subire tutti i tormenti possibili fino al punto che tutto il suo corpo fu una piaga. Al momento di spirare disse con dolcezza: "Signore Gesù Cristo, mio Salvatore, mio Dio, accogli la mia anima, perché desidero ricevere la corona che il tuo santo Angelo mi ha mostrata".
    Agricola, suo padrone, fu prima trattato con rispetto, ma l'esempio del suo schiavo lo rese forte, confessò la sua fede e subì il supplizio degli schiavi, la croce, cui fu confitto con numerosi chiodi.
    Veramente, dice sant'Ambrogio, questi martiri portano bene il loro nome: Vitale, perché disprezzando la vita presente, meritò l'eterna; Agricola, perché portò frutti di sublime virtù.
    Reliquie dei due santi furono da Bologna donate a Firenze, Ravenna, Rouen e Clermont.
    Orazione: "Fa', o Signore che, celebrando oggi la solennità dei tuoi martiri Vitale ed Agricola, riceviamo l'aiuto delle loro preghiere".
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1248-1249.”
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    “Ex voto per grazia ricevuta, realizzato da dei soldati italiani nel pieno della guerra sul fronte carsico, datato 11 novembre 1915.
    I sette uomini si rivolgono alla Vergine Maria e San Pancrazio Martire.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...c1&oe=5C83C946





    [INDULGENZE PER I DEFUNTI] Normativa generale e per il mese di Novembre | Radio Spada
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    [Immagini e riflessioni] Per le anime sante detenute nel carcere del Purgatorio | Radio Spada

    "Novembre è tradizionalmente il mese dedicato alle care anime che ancora giacciono tra le fiamme purificatrici del Purgatorio. Vi è più che mai la necessità di diffondere la devozione del Purgatorio e di pregare e suffragare (tramite le indulgenze, le sante messe e le opere pie) le anime che sono lì detenute dopo il Giudizio particolare (possono esserci anche i nostri parenti e amici che sono già morti) affinché possano presto raggiungere la gioia eterna del Paradiso. Cosa fare dunque e come farlo? Parlare sempre del Purgatorio, diffondere buoni libri sull’argomento e, soprattutto, pregare! Pregare, lucrare il maggior numero di indulgenze nei giorni prescritti, offrire le proprie opere buone, qualche fioretto, qualche sofferenza per le anime purganti, recitare spesso il “De profundis”, fare celebrare tante Messe (Cattoliche) in suffragio dei defunti. Mai come oggi, in cui il Modernismo ha tentato di cancellare l’esistenza stessa di quel regno ultramondano, bisogna pregare per i fedeli defunti. Mai come oggi bisogna ricordare i Novissimi come ad esempio qui."
    [IMMAGINI E RIFLESSIONI] Memento mori! Quando morirai? Come? Dove? | Radio Spada
    https://www.radiospada.org/tag/anime-purganti/
    [CHI MORRA?, VEDRA?] Il suffragio alle anime purganti | Radio Spada
    [CHI MORRA?, VEDRA?] Le anime del Purgatorio ci proteggono | Radio Spada

    https://www.radiospada.org/2018/11/r...udizio-di-dio/
    https://www.radiospada.org/2018/11/l...ri-conciliari/
    https://www.radiospada.org/2018/11/d...to-purgatorio/





    Ligue Saint Amédée
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    “[Dimanche mobile] Quatrième Dimanche après l’Épiphanie.”
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    4 novembre : Saint Charles Borromée, Archevêque de Milan (1538-1584) :: Ligue Saint Amédée
    “4 novembre : Saint Charles Borromée, Archevêque de Milan (1538-1584).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...s_borromee.jpg





    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
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    5 NOVEMBRE 2018: SANTI ZACCARIA ED ELISABETTA, GENITORI DI GIOVANNI BATTISTA; FESTA DELLE SANTE RELIQUIE…



    «5 NOVEMBRE FESTA DELLE SANTE RELIQUIE.»
    Guéranger, L'anno liturgico - Festa delle Sante Reliquie
    http://www.unavoce-ve.it/pg-5nov.htm




    http://www.sodalitium.biz/ss-zaccaria-ed-elisabetta/
    «5 novembre, Santi Zaccaria ed Elisabetta, genitori di San Giovanni Battista.
    “5 novembre: San Zaccaria, Sacerdote e Profeta, padre di san Giovanni Battista, Precursore del Signore. Così pure santa Elisabetta, madre dello stesso santissimo Precursore”.
    Benedictus (Cantico di Zaccaria)

    Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti di un tempo, salvezza dai nostri nemici e dalle mani di quanti ci odiano; così Egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua Santa Alleanza, del giuramento fatto ad Abramo nostro padre di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore in santità e giustizia al suo cospetto per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte,e dirigere i nostri passi sulla via della pace.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-263x300.jpg







    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    domusmarcellefebvre110815
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»





    Le vittorie che interessano ai cattolici - Centro Studi Giuseppe Federici
    “Le vittorie che interessano ai cattolici 5 novembre 2018.
    Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza.
    Comunicato n. 85/18 del 5 novembre 2018, San Zaccaria.”





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    “5 NOVEMBRE : FESTA DELLE SANTE RELIQUIE.”
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    “5 novembre 2018: infra l'Ottava di Ognissanti.”
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    «In ricordo del 5 novembre 1605 e della "congiura delle polveri" e in onore di quei cattolici che combatterono, patirono e morirono per strappare l'Inghilterra alla tirannide anglicana.»
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    Ligue Saint Amédée
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    "5 novembre : anniversaire de l'ordination sacerdotale de l'abbé Jocelyn Le Gal et du Père Joseph-Marie Mercier. Ad multos annos!"

    5 novembre : La Fête des Saintes Reliques :: Ligue Saint Amédée
    “5 novembre : La Fête des Saintes Reliques.”
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    6 NOVEMBRE 2018: SAN SEVERO, VESCOVO E MARTIRE…



    San Severo - Sodalitium
    «6 novembre, San Severo, Vescovo e Martire.
    “A Barcellona, in Spagna, san Sevèro, Vescovo e Martire, il quale, per la fede cattolica, essendogli stato ficcato un chiodo nella testa, ricevette la corona del martirio”.»
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    «MESSA PER TUTTI I FEDELI DEFUNTI E ABSOLUTIO SUPER TUMULUM
    Paramenti neri.
    L'ottavario dei defunti (2-9 novembre) è un tempo di grazia per i nostri fratelli che sono rinchiusi nel carcere del Purgatorio.
    I sacerdoti possono celebrare in loro suffragio ogni giorno la Messa per i defunti.

    "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore" (S. Agostino, Confessioni, IX, 11. 27). Con questa parole santa Monica lasciava questa valle di lacrime, affidando la sua anima ai suffragi della Chiesa. E la piissima Madre Chiesa non dimentica alcuna delle anime dei suoi fedeli che si purificano nelle fiamme del Purgatorio, e oltre a ricordarle quotidianamente nel Canone - “Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve, che ci hanno preceduto col segno della fede e dormono il sonno di pace. Ad essi, o Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, noi ti supplichiamo di concedere, benigno, il luogo del refrigerio, della luce e della pace” - pone nelle mani dei suoi Sacerdoti specifici formulari di Messe per i defunti. I paramenti sono neri, colore che esprime la mestizia che avvolge il momento tremendo e solenne della morte, ma nondimeno la speranza anima la liturgia, la speranza che ai morti venga concessa la beatitudine del Paradiso.
    https://tradidiaccepi.blogspot.com/2...funti.html?m=1
    • Terminata la Santa Messa per tutti i fedeli defunti, segue l'Absolutio super tumulum. »
    https://tradidiaccepi.blogspot.com/2...mulum.html?m=1
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    Ligue Saint Amédée
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    6 novembre : [Diocèse de Lausanne, Genève et Fribourg] Saint Protais, Évêque et Confesseur (640 - vers 699) :: Ligue Saint Amédée
    “6 novembre : [Diocèse de Lausanne, Genève et Fribourg] Saint Protais, Évêque et Confesseur (640 - vers 699).”

    6 novembre : Saint Léonard, Ermite, Patron des Prisonniers (? 559) :: Ligue Saint Amédée
    “6 novembre : Saint Léonard, Ermite, Patron des Prisonniers († 559).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...nt_leonard.jpg








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    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
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  8. #78
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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    7 NOVEMBRE 2018: SAN PROSDOCIMO, PROTOVESCOVO; SANT’ERCOLANO, VESCOVO E MARTIRE; SAN VILLIBRORDO, VESCOVO, SANT’ENGELBERTO, VESCOVO E MARTIRE…



    Sodalitium - Sito ufficiale dell'Istituto Mater Boni Consilii
    http://www.sodalitium.biz/

    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/

    San Prosdocimo - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-prosdocimo/
    «7 novembre, San Prosdocimo, Vescovo e Confessore, patrono della Città e della Diocesi di Padova.

    “A Padova la deposizione di san Prosdocimo, il primo Vescovo di quella città. Ordinato Vescovo dal beato Pietro Apostolo, fu mandato alla predetta città per predicarvi la divina parola, ed ivi, risplendendo per molte virtù e per prodigi, con beata fine si riposò”.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-227x300.jpg





    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»





    "7 novembre - S. Engelberto di Colonia, vescovo e martire."
    https://forum.termometropolitico.it/...e-martire.html

    "7 novembre - S. Villibrordo, vescovo."
    7 novembre - S. Villibrordo, vescovo

    "7 novembre - S. Ercolano, vescovo e martire."
    https://forum.termometropolitico.it/...e-martire.html

    "7 novembre - S. Prosdocimo, Protovescovo di Padova."
    https://forum.termometropolitico.it/...di-padova.html







    https://tradidiaccepi.blogspot.com/
    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    “SETTIMO GIORNO INFRA L'OTTAVA DI OGNISSANTI.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...62&oe=5C826835





    «MESE DI NOVEMBRE: MESE DEDICATO SPECIALMENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI.
    In questo mese di Novembre, mediteremo con l'ausilio del libro "Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso" (Napoli, agosto 1959) di don Dolindo Ruotolo, che fu sacerdote napoletano, morto in odore di santità, strenuo difensore della dottrina cattolica contro gli errori del modernismo ed autore di diversi testi esegetici e pastorali.

    Capitolo settimo: Lo stato soprannaturale delle anime purganti e la loro carità verso di noi.

    Prima di compire il miracolo del cieco nato, Gesù uscì in questa espressione: Bisogna che io faccia le opere di chi mi ha mandato, finché è giorno: poi viene la notte, quando nessuno può operare (Giov. 9, 4).
    Il giorno del quale parla Gesù, è la vita terrena, la notte è la morte del corpo. Finché si vive quaggiù, si può meritare per l'altra vita, ma con la morte non si può meritare più. Il tempo della prova cessa col cessare della vita terrena, e cessa il tempo utile per l'acquisto dei meriti. Il meritare è proprio della vita terrena, e nasce dallo sforzo e dal sacrificio, fatto per amore. Per questo il patire in questa terra è un dono di Dio, come è un dono per l'operaio stancarsi in un lavoro straordinario che poi gli viene ricompensato ad usura. È logico poi che l'anima del Purgatorio con le sue pene paga il debito contratto, e chi paga non guadagna, né col suo pagamento può acquistare qualche cosa. Paga, ed ha solo la pena di sborsare il danaro per il debito contratto. Neppure i Beati del Paradiso possono meritare, perché ogni loro azione, essendo compiuta nel possesso della felicità, manca dell'elemento essenziale del merito e della soddisfazione, che è lo sforzo e il sacrificio. Uno che è completamente ricco e soddisfatto di tutto, non produce ma gode di quello che possiede.
    La mente dell'anima purgante conserva tutta la sua attività; l'intelligenza ha anzi un campo più aperto alla conoscenza, perché non è inceppata dal corpo, e si trova a contatto più diretto con le opere di Dio.
    Prima di tutto l’anima purgante raccoglie la messe dei suoi ricordi, perché conserva la facoltà della memoria. L'anima infatti mantiene in se stessa le tracce della sua vita terrena, senza pericolo di amnesie o di dimenticanze, perché ogni giorno della sua vita terrena è descritto sulla pagina della coscienza a caratteri incancellabili. Ogni parola, ogni pensiero, ogni volere, ogni azione, vivono nella memoria. Bisognerebbe che l'anima si separasse da se stessa, e cambiasse la propria essenza, che dovesse perdere ogni residuo ed ogni ricordo della sua vita passata.
    Da ciò si capisce l'assurdo di quelli che stupidamente pretendono che l’anima prima di informare il corpo dal quale s'è distaccata con la morte, abbia vissute altre vite, delle quali si sia completamente dimenticata, e delle quali non abbia coscienza.

    1. Le anime purganti pregano per le persone care lasciate sulla terra.
    I ricordi che l'anima ha della sua vita terrena, le danno il rammarico delle colpe commesse, e la spingono a pregare per le persone care lasciate sulla terra.
    L'anima trapassata conosce la nostra condizione, ed è al corrente di quanto facciamo per essa. Sia fra i tormenti che nella luce del Cielo, possiede la stessa natura, mantiene con la terra gli stessi rapporti di conoscenza, e se gli avvenimenti di questa vita possono essere noti agli abitatori del Cielo, lo sono ugualmente per gli eletti trattenuti nel Purgatorio. Quelli che noi abbiamo perduti o che piangiamo, non ci hanno del tutto abbandonati.
    Divenuti immateriali, non essendovi per loro questione alcuna di luogo o di distanza, essi ci sono vicini, sono chiaroveggenti, ci riconoscono, seguono in ogni passo con l'attenzione di un amore che diventa sempre più puro, con la delicatezza di uno sguardo che si fa sempre più chiaro, e ci circondano della loro sollecitudine ed attenzione. Come farebbero passare in noi volentieri quell'ardore di carità che li accende, e quella sicurezza della salvezza che li fa beati!
    Questa è l'opinione di I.A. Collet [«I nostri Defunti»], e la ragione di questa opinione, condivisa da altri teologi, è chiara: Ciò che Dio ha congiunto non può separarsi; lo disse Gesù a proposito del matrimonio, ed è una espressione che vale per tutto ciò che Dio ha congiunto. Ora la famiglia è creazione di Dio, e i membri della famiglia sono congiunti dal medesimo sangue dalla provvidenza divina. I vincoli della carità che producono l'amicizia, sono vincoli di amore santificati da Dio, e quindi sono legami posti da Dio, e neppure questi possono infrangersi. Per questi legami, e sempre col permesso di Dio, le anime sono apparse a quelle persone che amarono in Dio e per Dio, come sono, per es., le anime di una stessa Comunità religiosa.
    Per la carità che unisce le anime purganti a noi, esse possono, per la luce che Dio dà loro, prevenirci dai pericoli futuri che possiamo incontrare, ed aiutarci in quelli nei quali possiamo trovarci.
    Di queste comunicazioni di anime trapassate, ci sono innumerevoli esempi.
    Per citarne uno, la Regina Claudia, moglie di Francesco I di Francia, apparve alla Beata Caterina Racconigi, e le annunziò che i Francesi, capitanati dal loro Re, sarebbero scesi in Italia, e che il Re sarebbe stato vinto e fatto prigioniero a Pavia, come difatti avvenne pochi mesi dopo.
    In generale le anime si manifestano nel sonno, nell'attività della fantasia del dormiente che, anche nel sonno, è attiva; e si mostrano o come erano in vita, o con simboli fantastici che equivalgono ad un discorso, diremmo quasi... geroglifico, che il dormiente, svegliandosi, può intendere e decifrare. Per non spaventare, scelgono la via del sonno, e per comunicare un avviso o la predizione di un avvenimento, si servono di immagini formate dalla fantasia sotto la loro azione. Esse risuscitano, per così dire, nel dormiente i fantasmi latenti che ha già, e se ne servono come un tipografo può prendere le lettere da una cassetta tipografica per formare le parole. Come le lettere e le parole formate dalle lettere diventano intelligibili per la conoscenza che se ne ha, così i simboli fantastici dei sogni diventano intelligibili per il valore di espressione che loro attribuisce o l'esperienza, o coloro che sono illuminati od esperti nel decifrarli. Diremmo quasi che è una stenografia dell'anima, per prevenire un dolore o una gioia.

    2. L'attività intima di un'anima purgante.
    Consideriamo ora l'attività intima di un'anima purgante.
    Essa prima di tutto è santa, e la sua santità è eternamente durevole, perché è confermata in grazia; non può peccare e può esercitare le più belle virtù cristiane. Non è un esercizio penoso e fatto con uno sforzo penoso, e perciò, come dicemmo, non può essere meritorio, ma è la sua vita di unione con Dio, è lo stesso stato soprannaturale nel quale l'anima si trova. Essa ama Dio, preferisce le virtù che conducono a Lui, e per questo accetta la purificazione delle proprie imperfezioni con perfetta pace ed amore.
    Per l'unione che ha con Dio, e perché liberata dal corpo, l'anima apprende per l'intelligenza immediatamente ed in un colpo d'occhio i rapporti di tutte le cose col loro Creatore, aderisce irrevocabilmente a Dio, e vede tutto quello che nelle creature rivela la potenza, la sapienza e l'amore di Dio. Perciò ama il Signore con un amore di contemplazione; più di quello che non abbiano fatto i Santi contemplativi, quando erano sulla terra. Questa contemplazione è come la fede che essa ha, è come l'occhio del suo spirito, che vede Dio non intuitivamente.
    Per intendere questo che diciamo, bisogna considerare che cosa è la fede di quelle anime che sono ancora legate al corpo sulla terra. L'uomo ha gli occhi corporali per vedere le cose che lo circondano; può rafforzare la potenza dei suoi occhi con le lenti, i cannocchiali, i telescopi, i microscopi, e allora vede di più, e scopre tante meraviglie del creato, ma sempre nei limiti materiali. Può avere una certa elevazione dello spirito con i calcoli matematici e con la conoscenza delle leggi che regolano i fenomeni della materia.
    Oltre del mondo sensibile, l'uomo può elevarsi con la grazia di Dio al mondo soprannaturale con la fede. La fede è un dono di Dio, è come l'occhio dell'anima, che vede nella oscurità dei misteri, e, credendoli, li vede nella evidenza dell'intelletto e della ragione, che aderiscono a Dio, rivelanti i misteri dell'eternità.
    Ci spieghiamo con un esempio: i raggi così detti infrarossi, possono far scorgere quello che v'è nelle tenebre, come in pieno giorno, senza farsi scorgere. Nell'ultima guerra i Giapponesi avevano preparata un'imboscata contro gli Americani nel folto di una foresta e nel colmo della notte. Gli Americani però avevano apparecchi con raggi infrarossi, e senza essere scorti dai Giapponesi, li videro in pieno, li circondarono e li annientarono. Il loro occhio infrarosso aveva visto nelle tenebre.
    La fede è come l'occhio infrarosso dell'anima pellegrina, che le fa vedere nelle oscurità dei misteri, e la fa vivere in quello che può non vedere con la sua intelligenza e tanto meno con gli occhi del corpo. Rimane nelle tenebre, eppure credendo vede nella luce di Dio cui aderisce dicendo: Credo.
    L'anima purgante non è inceppata dal corpo, è in una luce naturale più intensa, per la percezione più luminosa che ha delle opere di Dio, e quindi ne contempla la grandezza e la maestà nell'ombra del proprio stato di purificazione. Essa quindi non vede l'armonia e l'evidenza del mondo soprannaturale, ma lo crede e, più di una povera anima pellegrina, vive adorando e contemplando. La sua fede è come il suo occhio infrarosso che le permette di vedere la verità, pur stando nelle tenebre del suo stato di purificazione.
    Per quest'occhio interiore, l'anima purgante non può non amare Dio, e non può non preferire le virtù che conducono e piacciono a Lui, non può non accettare i suoi comandamenti e la sua adorabile Volontà, non può non amare in sé l'opera e la creatura di Dio, e il prossimo, nel quale è l'immagine di Dio.
    Questo che diciamo sembrerebbe quasi la paralisi dell'umana libertà dopo la morte del corpo, dal momento che nel Purgatorio l'anima non può scegliere più tra bene e male, tra virtù e peccato, tra più perfetto e meno perfetto, tra la scelta di un mezzo a preferenza di un altro. Eppure non è così, perché la volontà è la facoltà del bene, e quando pure si volge al male, lo apprende come bene in un ordine inferiore; è ingannata da una falsa luce, è tentata da un impulso diabolico, che sta agli antipodi della grazia di Dio, che illumina ed aiuta la volontà a scegliere il bene.
    Nel Purgatorio questo inganno non è possibile; l'anima è in grazia di Dio, ed è confermata in grazia di Dio; la sua intelligenza è rischiarata, e vede le cose tali quali sono; davanti ad essa il male è male, e il bene è bene. La nebbia seduttrice che nasconde il male, e produce come una vertigine nello spirito, che fa cedere la volontà, è dissipata. L'anima anzi si trova, per le sue pene, nella dolorosa esperienza di quello che produce il più piccolo male, la più piccola imperfezione. È libera, ma proprio per questa libertà illuminata dalla grazia e dall'esperienza, non può volgersi più a cose che sono fuori dell'orizzonte del bene, non può scegliere il male, perché le si presenta come male. Questo è un miglioramento meraviglioso di libero arbitrio.
    Un occhio limpido che non è inceppato nella facoltà visiva, non è più perfetto di un occhio che può essere offuscato? La tastiera di un pianoforte è libera, ma non per strimpellarvi note disordinate e stonate. L'artista che non può strimpellare, e suona liberamente ogni dolce melodia, si dirà meno libero di chi strimpella, e si serve dei tasti liberi per storpiare la musica di Bach? L'anima purgante è nell'arte piena dell'armonia del bene; non è forzata o schiava, è libera nel suo volo sempre più dritto a Dio, sua luce e suo amore.
    Del resto anche Dio è libero, infinitamente libero, anzi è la libertà essenziale, e tuttavia non gli è possibile volere il male o l'imperfezione. La sua infinita libertà, tutta in atto, è infinita potenza di bene, infinita sapienza di perfezione, infinito amore, infinita carità; amore che congiunge a Sé il Verbo, carità e bontà che lo rivolge alle sue creature, beneficandole.

    3. Fede - Speranza - Carità nell'anima purgante.
    L'anima purgante dunque pratica in grado eminente la fede, non essendo ancora giunta alla visione intuitiva di Dio, che dissipa ogni nebbia, e la fa vivere nell'eterna luce. Esercita la virtù della speranza, che può dirsi una virtù propria del Purgatorio, perché l'anima, non conoscendo il termine e i limiti della sua purificazione, anela continuamente a Dio, e vi anela con intensità di amore, del quale non possiamo formarci nessuna idea. Anche l'amore che i più grandi Santi hanno avuto in terra verso Dio, è piccola cosa in confronto dell'amore di un'anima purgante. Io credo che per questo tanti Santi, prima di ascendere al Cielo sono passati per il Purgatorio, anche per poco, come risulta da tante loro manifestazioni ad anime buone. Come il razzo che si lancia in orbita intorno alla terra, ha bisogno dell'ultimo scoppio del razzo vettore, che annulla la sua gravità e il suo peso, spingendolo in orbita, così l'anima santa e pura, ha bisogno di un ultimo slancio di amore che la spinga verso Dio, e questo slancio può averlo solo in Purgatorio.
    Santa Caterina da Genova nel suo ammirabile trattato sul Purgatorio, ce ne dà la ragione. Essa dice: Il Signore nel Purgatorio imprime all’anima un movimento d'infocato amore attrattivo, sufficiente ad annichilarla se non fosse immortale. Quest'amore e quest'attrattiva unitiva agiscono continuamente e potentemente su di lei, tanto che essa se potesse scoprire un Purgatorio più terribile di quello in cui si trova, vi si precipiterebbe volentieri, spinta vivamente dall’impetuosità di quell’amore, e questo per liberarsi più presto da tutto ciò che la separa dal Sommo Bene (Trattato del Purgatorio, cap. 9).
    L'anima santa è attratta potentemente da Dio, che l'ama infinitamente, e mente umana non può misurare la forza di quest'attrazione, diremmo quasi magnete infinito che attira il piccolo atomo di ferro. L'anima santa attratta così, è per poco nel Purgatorio, non nelle fiamme della purificazione ma nelle fiamme di un immenso amore, che è come lo scoppio che la spinge definitivamente a Dio che l'attrae. È allora che l'anima compie la sua piena unione alla Volontà di Dio, che è l'Eterno ed Infinito Amore, ed è totalmente trasformata in essa, da potersi unire a Dio in eterno. L'attrazione di Dio e lo slancio dell'anima, danno un profondo senso di umiltà, come l'avrebbe un satellite artificiale, se potesse ragionare, attratto in orbita nell'immensità dello spazio, intorno ad un pianeta colossale. Se ragionasse, si vedrebbe infinitamente piccolo, e pur si sentirebbe attratto e spinto intorno all'immensamente grande. E girerebbe non con la tracotanza dell'uomo che lo lancia e crede di essere vittorioso degli astri, ma con l'umiltà della piccolezza che gira perché l'attrae l'immensamente grande.

    4. Bisogna invocare le anime purganti.
    Nella luce della fede, della speranza, dell'amore, della propria piccolezza inebriata di amore, l'anima non può non considerare con immensa compassione le creature peregrinanti in terra, e perciò è piena di carità per loro, e sommamente benefica, le assiste e le aiuta quando la invocano, e più ancora, per riconoscenza, quando la suffragano, affrettando la sua purificazione e la sua unione con Dio.
    È perciò sommamente salutare invocare le anime purganti nelle nostre angustie e nelle nostre necessità. Innumerevoli sono i fatti che dimostrano la protezione delle anime purganti per gli uomini che le invocano suffragandole.
    Citerò un fatto avvenuto ad un mio lontano parente gioielliere.
    Egli rincasava a sera avanzata, portando con sé i gioielli più preziosi, per timore di una visita dei ladri al suo negozio. Una sera rincasò a tarda notte, e temendo di essere aggredito, si raccomandò lungo la strada alle anime del Purgatorio, recitando il Rosario di requiem.
    Era la mezzanotte quando imboccò il vicolo che menava alla sua abitazione, e con terrore notò alcuni brutti ceffi che stavano in agguato. Più vivacemente invocò le anime del Purgatorio a sua protezione e difesa. C'era una chiesetta al principio del vicolo, e questa improvvisamente si aprì, e ne uscì un corteo di confratelli col sacco e cappuccio bianco, che salmodiavano come per accompagnare un funerale. Il cappuccio era di quelli antichi che oggi non si usano più: copriva tutto il capo e la faccia, ed aveva solo tre fori: due per gli occhi e uno per la bocca. Il gioielliere non trovò di meglio che unirsi a quel corteo che era visibile ai ladri appiattati nell'ombra. La moglie impensierita dall'ora avanzata, stava alla finestra per spiare l'arrivo del marito.
    Questi infatti, dopo poco, rincasò disfatto dal timore dei ladri, e consolato dal provvidenziale corteo che l'aveva salvato. Raccontò il fatto alla moglie e questa ne fu più sorpresa di lui, perché l'aveva visto rincasare solo. E poiché il marito insisteva nell'affermare la realtà del corteo, essa gli fece riflettere che oltre la mezzanotte nessun esequie poteva farsi. Fu allora che entrambi capirono che quei confratelli del corteo funebre, erano anime del Purgatorio, accorse in difesa di lui. È un fatto certissimo, tramandato nella nostra famiglia, e mi fu raccontato dalla mia mamma, che l'aveva appreso proprio dal gioielliere, beneficato dalle anime per le quali pregava lungo la strada.
    Fonte: Preghiere a Gesù e Maria »







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    "7 novembre 1954.
    Vi è forse bisogno di dire che un editore cattolico non si attiene se non a ciò che è buono? Mentre l'interesse commerciale potrebbe indurlo a venire a patti con la morale, egli respinge qualsiasi arrendevolezza a quel che la sua coscienza riproverebbe. Ma inoltre egli ha la massima cura della qualità. Non accetta che un libro onesto nella sua linea, accurato e corretto; e a questo fondo solido si studia di dare una forma degna. Non ignora la somma di cognizioni e di lavoro che ciò richiede, e non risparmia fatica per conseguire la perfezione che i suoi mezzi gli consentono. La carta e i caratteri saranno scelti con la più grande attenzione; quindi la composizione, che è l'opera d'arte propriamente detta, presenterà il testo nelle migliori condizioni di armonia, di chiarezza e di eleganza; la stampa stessa avrà tutta la finitezza e la precisione desiderabili, di guisa che tutti i mezzi e gli espedienti della tecnica e della tradizione saranno messi al servizio del gusto e della invenzione, per fare dell'opera più modesta un lavoro di stile, una cosa bella, fonte di gioia perenne. Da questi elementi dipende la riputazione di una Casa editrice; ma soprattutto l'editore cattolico ama di offrire a Dio il pieno impiego dei suoi talenti. Non sembra che sia un diminuire la parabola evangelica il vedere in essa anche l'elogio del lavoro ben fatto. La legge del lavoro è stata infatti imposta dal Creatore all'uomo per la sua perfezione. Chiunque invero si studia di compiere eccellentemente le sue azioni quotidiane, adempie la volontà di Dio e rende onore al Padre che è nei cieli; in tal modo si prepara a ricevere da Lui lume e forza per incamminarsi verso la perfezione dell'anima, fine ultimo della sua vita.
    Dal DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII AGLI EDITORI CATTOLICI."

    "Illuminare, nutrire, elevare gli spiriti e i cuori, è il dovere e l'onore della stampa, e particolarmente della stampa cattolica. L'Apostolo S. Paolo descrive spesso nelle sue Lettere il vero spirito cattolico, quello stesso che deve guidare la vostra azione: « Esaminate tutto, attenetevi al buono » (1 Thess. 5, 21). « Tutto quello che è vero, tutto quello che è onesto, tutto quello che è giusto, tutto quello che è santo, tutto quello che rende amabile, tutto quello che fa buon nome, se qualche virtù, se qualche lode di disciplina, a queste cose pensate » (Phil. 4, 8). « Tutto è vostro: voi poi di Cristo : e Cristo di Dio » (1 Cor. 3, 22-23).
    7 novembre 1954 dal DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII AGLI EDITORI CATTOLICI."







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    “7 novembre 2018: infra l'Ottava di Ognissanti.”
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    “[GLORIE DEL CARDINALATO] S.E.R. Cardinal Agostino Rivarola (1758-1842)

    Agostino Rivarola nacque a Genova il 14 Marzo 1758 da nobile famiglia della repubblica. Addetto agli uffici amministrativi dello Stato Pontificio, governatore di San Severino, fu espulso dallo stato pontificio per volere delle autorità francesi nel 1797. Ebbe modo di incontrare Papa Pio VI durante la sua prigionia a Parma, cercando di organizzarne in qualche modo la fuga. Collaborò all’organizzazione del conclave del 1799-1800 a Venezia. Durante la prima restaurazione papale, fu legato pontificio a Perugia e Prolegato a Macerata, nonchè governatore delle Marche dal 1802 al 1807. Arrestato e imprigionato dai francesi, soffrì sei mesi di durissima prigionia e poi 18 mesi di arresti domiciliari. Caduto Napoleone, accompagnò Papa Pio VII nel suo viaggio di ritorno a Roma. Resse le sorti della Città santa durante l’invasione del generale Murat nel 1815 e lavorò col cardinale della Somaglia alla piena restaurazione dell’ordine prerivoluzionario. Il primo Ottobre 1817 venne creato cardinale. Ricevette il suddiaconato il 10 ottobre 1819, il diaconato il 12 ottobre 1819 e l’ordinazione sacerdotale il 5 Ottobre 1823. Successivamente, Papa Leone XII lo inviò a Ravenna in qualità di Delegato a Latere per tutta la Romagna. Durante il suo mandato gli fu affidata la lotta contro il giansenismo e la carboneria, conclusasi con la condanna di 514 carbonari, colpevoli di aver tramato contro l’ordine dello Stato della Chiesa. Subì un attentato omicida andato a vuoto il 23 agosto 1826 da parte di settari. Tornato a Roma, partecipò ai conclavi del 1829 e del 1830-1831, mantenendo vari incarichi di governo durante il pontificato di Papa Gregorio XVI. Morì il 7 Novembre 1842.
    Nota storica a cura di Piergiorgio Seveso.”
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    https://www.radiospada.org/2018/11/d...el-purgatorio/





    Como ovejas sin Pastor
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    https://moimunanblog.com/



    Études Antimodernistes - Collection d'études théologiques, canoniques, liturgiques et historiques antimodernistes
    http://www.etudesantimodernistes.fr/

    Sede Vacante -
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    https://francenationaliste.wordpress.com/

    oblatio-munda -
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    Ligue Saint Amédée
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    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    http://liguesaintamedee.ch/saint-du-...eveque-658-738
    “7 novembre : Saint Willibrord, Évêque (658-738).”
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    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    8 NOVEMBRE 2018: I QUATTRO SANTI CORONATI, MARTIRI…



    «8 NOVEMBRE I QUATTRO SANTI CORONATI, MARTIRI.»
    Guéranger, L'anno liturgico - I Quattro santi Coronati, Martiri
    http://www.unavoce-ve.it/pg-8nov.htm




    Santi Quattro Coronati - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santi-quattro-coronati/
    «8 novembre, l’Ottava di Ognissanti e i Santi Quattro Coronati, Martiri.

    “Concedi, Dio onnipotente, a noi che veneriamo la forza mostrata dai martiri nei tormenti, di sperimentare la loro bontà a nostro riguardo”.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-235x300.jpg





    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/
    "INDULGENZE PER I DEFUNTI."


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»







    https://tradidiaccepi.blogspot.com/


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...6c&oe=5C3DABB3





    “OTTAVA DI OGNISSANTI.
    Doppio maggiore.
    Paramenti bianchi.
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 1° novembre. Festa di tutti i Santi
    Sisto IV, nel 1480, stabilì che fosse celebrata dalla Chiesa universale l'ottava di Tutti i Santi. Penetriamo l'intimo spirito della liturgia terrena, che ci inizia a quella celeste. «Ispirata a quei medesimi cori che continuamente si cantano davanti al trono di Dio e all'Agnello - dicevano già Urbano VIII e poi Pio X - conviene che la divina salmodia, mediante la quale la Sposa si consola durante questo esilio, dell'assenza del celeste Sposo, sia senza difetti e senza macchie».
    • Dal libro di san Cipriano Vescovo e Martire sulla mortalità.
    In fine.
    È da considerare, fratelli dilettissimi, e da meditare spesso, che noi abbiamo rinunziato al mondo, e che siamo quaggiù come stranieri e pellegrini. Amiamo il giorno, che stabilisce ciascuno nella sua vera dimora, il giorno che, toltici di qua e sottrattici ai lacci di questo secolo, ci restituisce al paradiso e al regno celeste. Chi, trovandosi straniero, non s'affretterebbe di ritornarsene in patria? Chi, smanioso di navigare per rivedere i suoi, non desidererebbe con avidità un vento propizio, per poter più presto abbracciare i suoi?
    Noi riguardiamo il paradiso come la nostra patria, e già vi abbiamo i nostri padri, i Patriarchi: perché non ci affrettiamo a correre per vedere la patria nostra, per poter salutare i nostri parenti? Un gran numero di amici ci attende lassù, una folla considerevole e fitta di genitori, di fratelli, di figli ci desidera, già sicura della propria immortalità e ancora timorosa della nostra salvezza. Quando ci sarà dato di vederli e abbracciarli, che gioia vicendevole per essi e per noi! Quale voluttà in quel regno celeste senza più timore di morire, e sicuri di vivere eternamente! Che felicità somma e perpetua!
    Là il glorioso collegio degli Apostoli, là il corteggio imponente dei Profeti esultanti, là un popolo innumerevole di Martiri coronati per la loro vittoria nel combattimento e nelle sofferenze. Là le Vergini trionfanti, che colla virtù della continenza assoggettarono la concupiscenza della carne e del senso. Rimunerati i misericordiosi, che cogli alimenti e le elargizioni ai poveri praticarono le opere di giustizia: e osservando i comandamenti del Signore, trasferirono nei tesori celesti i loro patrimoni terreni. Affrettiamoci ad essi, dilettissimi fratelli, pieni di desiderio, e sospiriamo di trovarci presto con essi, affinché ci sia dato di giungere presto a Cristo.
    SANTA MESSA
    - All'Epistola.
    Nell'antichità i re segnavano col loro sigillo i servi e i soldati. Dio è considerato come avente un sigillo col quale i suoi Angeli segnano gli eletti per significare ch'essi sono del Signore. I segnati col sigillo divino (144000, numero simbolico, che è il prodotto di 12000 per 12, numero delle tribù d'Israele), rappresentano i convertiti dal giudaismo. La grande folla rappresenta i convertiti dal paganesimo. Gli Angeli uniscono le loro Lodi a quelle degli uomini e tutti rendono gloria a Dio e al suo Cristo.
    - Al Vangelo.
    Il Sermone sulla montagna ha nel Nuovo Testamento tanta importanza, quanta n'ebbe il decalogo nell'Antico. Le otto Beatitudini indicano le doti da possedersi per aver parte al Regno Messianico sulla terra e nei Cieli.
    • Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Libro 1 sul Sermone del Signore sulla montagna, cap. 5.
    Beati siete voi, dice, quando vi oltraggeranno e vi perseguiteranno e, mentendo diranno di voi ogni male per cagion mia: rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (Matth. 5,11). Chiunque cerca nella professione cristiana le delizie di questo secolo e il godimento dei beni temporali, badi che la felicità nostra è tutta interiore; come lo dichiara una voce profetica dell'anima che appartiene alla chiesa: Tutta la gloria della figlia del re, è interiore (Ps. 44,14). Fuori ci si promettono ingiurie, persecuzioni e calunnie; per le quali tuttavia c'è in cielo una grande ricompensa, che già si pregusta dal cuore di quelli che soffrono, di quelli che già possono dire: Noi ci gloriamo delle tribolazioni, sapendo come la tribolazione produce la pazienza, la pazienza la prova, la prova la speranza, la speranza poi non confonde; perché la carità di Dio è stata diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato dato (Rom. 5,3).
    Giacché il frutto non sta nel soffrire tali cose, ma nel soffrirle in nome di Cristo non solo pazientemente, ma anche con gioia. Molti eretici infatti, ingannando le anime col falso nome di cristiani, soffrono molte di queste cose; ma sono esclusi da questa ricompensa, perché non è detto soltanto: Beati quelli che soffrono persecuzione (Matth. 5,10); ma vi si aggiunge: Per la giustizia. Ora dove non c'è vera fede, non ci può essere la giustizia: perché Il giusto vive di fede (Rom. 1,17). E neppure gli scismatici si ripromettano nulla di questa ricompensa: perché del pari dove non c'è carità, non ci può essere giustizia. L'amor del prossimo infatti non opera il male (Rom. 18,10). Ora se essi l'avessero, non dilanierebbero il corpo di Cristo, che è la Chiesa.”
    https://sardiniatridentina.blogspot....santi.html?m=1
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    "SESTO GIORNO INFRA L'OTTAVA DEI FEDELI DEFUNTI.
    OTTAVA PEI MORTI
    Orazioni da recitarsi anche ad una ad una.


    I. All'Eterno Padre.

    Padre onnipotente ed eterno, innanzi al quale vivono i morti non meno che i vivi, io adoro la vostra infinita santità che niente ammette di immondo nel regno della gloria, e ammiro la vostra sapienza e ringrazio la vostra misericordia, che colla creazione del Purgatorio ha preparato un mezzo sicuro per purificare da ogni macchia e rendere degne del Cielo tutte quelle anime che escono di questa vita prima di avere intieramente scontati i debiti da loro contratti colla vostra giustizia. E giacché, come Padre amorosissimo ed amantissimo Sposo di tutti i fedeli rinchiusi in quella grande fornace di fuoco, niente più vivamente desiderate che di vederli perfettamente riconciliati con Voi, onde ammetterli al possesso dell'eredità vostra nel Paradiso, accettate di grazia, in unione dei meriti di Gesù Cristo, i suffragi di tutta quanta la Chiesa, quelle miserabili preghiere che noi vi offeriamo per quegli esuli infelicissimi. Fate che vedano ciò che credettero, che possiedano ciò che sperarono e che si riempiano di ciò che amarono. Degnatevi ancora di perdonare a noi tutte quelle colpe, colle quali abbiamo meritato, non solo il Purgatorio, ma ancora l'inferno, e di aiutarci a profittare in avvenire di tutti i travagli della vita ed a menare costantemente una condotta santa, da poter alla morte passare senza ritardo al gaudio degli eletti in Cielo.
    Maria Addolorata, offerite i vostri meriti ed avvalorate le nostre preghiere per liberare dalle loro pene le povere Anime del Purgatorio.
    Pater, Ave, Gloria, Requiem.

    II. A Gesù Cristo.

    Amorosissimo Redentore, che per la salvezza delle anime sosteneste nientemeno che la croce, e fino all'ultima goccia versaste il vostro Sangue divino, affinché tutti avessero in pronto una soddisfazione sempre maggiore dei proprii debiti, degnatevi di riguardare con occhio di misericordia le povere Anime del Purgatorio, affine di estinguere del tutto, o almeno mitigare in gran parte, l'ardore di quel fuoco che le tormenta. Noi vorremmo essere così fervorosi da meritare presso di Voi una grazia così distinta, e che Voi stesso desiderate vi sia chiesta da noi, per così secondare i consigli della vostra misericordia, senza nulla togliere ai diritti della vostra giustizia. Ma dacché le nostre preghiere non sono degne di esaudimento, ascoltate nelle nostre quelle delle affliittissime vostre spose, che vi furono sempre fedeli fino all'ultimo respiro, ed ora sospirano incessantemente di volare fra le vostre braccia per non allontanarsene mai più. Come potete Voi non commuovervi ai loro gemiti, non esaudire i loro voti, se continuamente benedicono la vostra destra nell'atto che le respinge da Voi, e le tiene immerse in un baratro di inesprimibili pene? Ah! come nel giorno della vostra morte discendeste in tutti i luoghi inferiori non solo per trionfare dei vostri nemici, ma ancora per consolare i vostri credenti, scendete adesso nel carcere del Purgatorio, e annunciando la pace a quanti vi si trovano rinchiusi, traeteli tutti con Voi alla partecipazione del vostro Regno.
    Maria Addolorata, offrite i vostri meriti ed avvalorate le nostre preghiere per liberare dalle loro pene le povere Anime del Purgatorio.
    Pater, Ave, Gloria, Requiem.

    III. Allo Spirito Santo.

    Divino Spirito, Creatore e Santificatore delle anime, la cui natura non è che bontà, e il cui maggior piacere è l'usare misericordia, riguardate con occhio di compassione le povere Anime del Purgatorio, le quali, se sono addoloratissime per le fiamme, che nella maniera più atroce le tormentano continuamente, sono assai più afflitte per essere disgiunte da Voi, che siete, l'unico loro sommo Bene; e tanto più si accorano in quanto che non possono non conoscere che stava in mano loro l'evitar tanti mali, col fare, mentre erano in vita, una maggior penitenza dei loro peccati; e con lo schivare con maggior sollecitudine ogni anche piccola trasgressione della vostra santissima legge. Deh! Voi che siete il Padre di ogni consolazione, mitigate le pene di quelle infelici, compite nelle nostre suppliche i loro voti. In vista della fedeltà con cui vi servirono sopra la terra, dimenticate quei falli che la fragilità della nostra natura ha fatto loro qualche volta commettere; fate che senza ritardo succeda la luce alle tenebre, il riposo al travaglio, il giubilo alla tristezza, accordando loro quell'eterna felicità che avete promessa ad Abramo e a tutta la sua discendenza. Degnatevi ancora di fare a noi tutti conoscere quanto grande sia il debito che si contrae colla vostra giustizia per ogni menoma colpa, affinché viviamo per modo da soddisfare a tutti i delitti finora contratti, e da non farne mai più dei nuovi.
    Maria Addolorata, offrite i vostri meriti ed avvalorate le nostre preghiere per liberare dalle loro pene le povere Anime del Purgatorio.
    Pater, Ave, Gloria, Requiem.

    IV. A Maria.

    Amorosissima Consolatrice di tutti quanti gli afflitti, Madre di tutti i fedeli così vivi come defunti, Maria Santissima, volgete i vostri occhi misericordiosi sulle povere Anime del Purgatorio, che sono così meritevoli della comune pietà, perché incapaci di aiutarsi da se medesime. Interponete presso il trono della divina misericordia tutta la potenza della vostra mediazione; offerite, a sconto dei loro debiti, la Vita, la Passione, la Morte, il Sangue Preziosissimo e i meriti ineffabili del vostro divin Figliuolo, non che i meriti vostri e quelli di tutti i Santi del Cielo e di tutti i giusti della terra; finalmente tutti i sacrificii, le comunioni, le penitenze, le orazioni, le limosine e tutte quante le buone opere che si sono fatte finora, e si faranno in avvenire nella cattolica Chiesa, onde, soddisfacendo compiutamente alla divina giustizia, siano al più presto sollevate dalle atrocissime pene, che soffrono non solo pel fuoco in cui sono immerse, e per la lontananza del loro unico Bene, ma anche per la dimenticanza in cui sono lasciate dalla maggior parte degli uomini.
    Tre Ave e tre Requiem.

    V. A san Michele.

    Glorioso Arcangelo san Michele, che, come principale protettore di tutto il popolo ebreo, per una via tutta seminata di prodigi e di vittorie, lo traeste dall'Egitto ov'era schiavo e lo rendeste possessore di quella felicissima terra che era da tanto tempo l'oggetto de' suoi sospiri; e come specialissimo protettore del mistico gregge evangelico, fate sempre vostra delizia il liberarlo da tutti i pericoli, il consolarlo in ogni affanno, e il procurargli l'appagamento di tutti i santi suoi voti, degnatevi di ottenere alle povere Anime del Purgatorio la mitigazione e l'abbreviamento delle tormentosissime pene in cui gemono, come già consolaste i tre fanciulli nella fornace, rendendo innocue colla vostra presenza le fiamme da cui erano circondati. Colla vostra benigna presenza, voi le rendeste trionfatrici di ogni assalto nemico, quando stavano per uscire da questo esilio, e perorando la loro causa presso il divin tribunale, otteneste loro la sentenza assicuratrice del Cielo. Compite adunque l'opera vostra coll'impetrar loro sollecita la liberazione da quel carcere in cui si trovano ancora rinchiuse.
    E, se è ufficio vostro l'introdurre le Anime sante nel Regno della luce, solennemente promesso ai veri figli di Abramo, non tardate a sollevare agli splendori della gloria chi ora geme fra le tenebre le più dense, e a far partecipe delle eterne delizie chi ora spasima fra ogni sorta di pene. Noi ve ne scongiuriamo colle suppliche le più fervorose; e sicuri della vostra annuenza ai nostri piissimi desiderii, vi promettiamo fin d'ora perpetua la più viva riconoscenza alla divina misericordia, non meno che a voi, che ne siete, dopo la Vergine Maria, il più munifico dispensatore e il più caritatevole ministro.
    Tre Angele Dei e tre Requiem.

    VI. A san Giuseppe.

    Gloriosissimo Patriarca san Giuseppe, alla vostra autorevole intercessione raccomando vivamente il riposo e la pace eterna di tutte le Anime penanti nel Purgatorio. Voi non potete non avere tenerezza per loro dacché sono figlie dilettissime di Maria vostra Sposa, e spose di Gesù che a voi volle esser subordinato e riputato vostro figliuolo. Oltre di che, se voi siete così generoso nel sovvenire a chi languisce in questa valle di pianto, molto più sarete tale nel sovvenire a chi pena in quel torrente di fuoco. Vi supplico dunque, o grande Amministratore delle grazie e dei tesori di Dio, ad interporre frequentemente per quelle Anime le vostre efficaci preghiere; tanto più che niente a voi nega su in Cielo Chi si compiacque di esser vostro suddito qui sulla terra.
    Tre Gloria e tre Requiem.

    VII. Alle Anime Purganti.

    Anime sante del Purgatorio, che in mezzo alle pene più atroci di quella orrenda fornace benedite di continuo quella spada che vi strazia, quella mano che vi flagella per farvi degne del Cielo, consolatevi, poiché se avete legate le mani ed i piedi, onde non potete aiutarvi da Voi stesse, vi è però in terra chi le ha tuttora libere e sciolte per levarle al Cielo in vostro favore e stenderle al vostro soccorso. Consolatevi, che, se finora foste addolorate ed afflitte, non andrà molto che il Signore, riconciliato con voi per mezzo dei nostri suffragi, rasciugherà di propria mano le vostre lagrime, e allontanando da voi la spada, che vi strazia per purificarvi, vi introdurrà nel Regno della luce e della pace, donde sono eternamente banditi l'affanno ed il dolore. Noi ci ricordiamo di voi per suffragarvi; voi ricordatevi di noi per aiutarci; perocché, sebbene per voi nulla possiate, per altri potete assaissimo. Deh per pietà! appena sarete arrivate alla gloria a cui aspirate con tanti gemiti, ricordatevi di chi, soddisfacendo per voi, ve ne ha anticipato il possesso. E siccome noi siamo tuttavia in un mare sempre burrascoso, il quale ad ogni istante ne minaccia naufragio, fate colla vostra mediazione che evitiamo tutti gli scogli, superiamo tutte le tempeste, onde camminando sicuri per la strada da voi già percorsa, giungiamo un giorno con voi al porto sospiratissimo della beatitudine sempiterna.
    Requiem."
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    "I SANTI QUATTRO CORONATI
    Martiri.

    Semplice.
    Paramenti rossi.

    Guéranger, L'anno liturgico - I Quattro santi Coronati, Martiri


    Il Martirologio Romano ricorda oggi: «A Roma, sulla via Labicana, a tre miglia dalla città, la passione dei santi Martiri Clàudio, Nicostrato, Sinforiàno, Castòrio e Simplicio, i quali, prima messi in prigione, quindi crudelissimamente tormentati cogli scorpioni, finalmente, non potendo essere smossi dalla fede di Cristo, da Diocleziano furono fatti precipitare nel fiume.
    Nello stesso luogo, sulla via Labicana, il natale dei santi Quattro Coronati fratelli, cioè Sevèro, Severiàno, Carpóforo e Vittorino, i quali, sotto il medesimo Imperatore, furono percossi fino alla morte con flagelli piombati. Non essendosi allora potuto conoscere i loro nomi, che, dopo alcuni anni, si seppero per divina rivelazione, fu stabilito che si celebrasse l’anniversario di essi, insieme con quei cinque, sotto il nome dei santi Quattro Coronati; uso che perseverò nella Chiesa, anche dopo la rivelazione dei loro nomi».
    Il Martirologio Geronimiano porta oggi questa indicazione: «A Roma, sul Monte Celio (l'anniversario) dei SS. Simproniano, Claudio, Nicostrato e Castore». Questi Martiri, divenuti celebri a Roma, ove le loro reliquie furono trasportate nella prima metà del IV secolo, vennero indicati col nome di Quattro Coronati, sebbene siano cinque, dovendosi annoverare anche un certo Simplicio. Pare siano periti nel 306. Erano scultori presso le cave di Sirmio (Pannonia). Sembra che siano stati condannati per aver rifiutato di scolpire un Esculapio, loro ordinato da Diocleziano, il quale, l'anno dopo la sua abdicazione, sarebbesi recato colà per sorvegliare personalmente l'esecuzione di varii lavori destinati ad ornare il suo palazzo di Salona, dov'erasi ritirato.

    SANTA MESSA
    Se ne fa commemorazione nella Santa Messa dell'Ottava di Ognissanti con Oratio, Secreta e Postcommunio:

    Oratio
    Orémus.
    Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui gloriósos Mártyres fortes in sua confessióne cognóvimus, pios apud te in nostra intercessióne sentiámus.
    Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
    R. Amen.

    Preghiamo.
    Concedi, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che noi, conosciuta la forza dei gloriosi martiri nel confessare la fede, ne esperimentiamo la benignità come nostri intercessori presso di te.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
    R. Amen.

    Secreta
    Benedíctio tua, Dómine, larga descéndat: quæ et múnera nostra, deprecántibus sanctis Martýribus tuis, tibi reddat accépta, et nobis sacraméntum redemptiónis effíciat.
    Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
    R. Amen.

    Scenda abbondante la tua benedizione, o Signore, e per le preghiere dei tuoi santi martiri, a te renda accetti i nostri doni e per noi diventi pegno di redenzione.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
    R. Amen.

    Postcommunio
    Orémus.
    Coeléstibus refécti sacraméntis et gáudiis: súpplices te, Dómine, deprecámur; ut, quorum gloriámur triúmphis, protegámur auxíliis.
    Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
    R. Amen.

    Preghiamo.
    Ristorati dal sacramento e dalle delizie celesti, umilmente ti supplichiamo, Signore; ci protegga il soccorso di coloro, il cui trionfo è la nostra gloria.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
    R. Amen."
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    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda.

    Preghiera al Santo del giorno.

    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare i Santi Martiri Clàudio, Nicostrato, Sinforiàno, Castòrio e Simplicio, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi Santi Martiri, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i Santi Martiri Clàudio, Nicostrato, Sinforiàno, Castòrio e Simplicio possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

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    «Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org/ e una casa editrice Edizioni Radio Spada - Home
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    “8 novembre 2018: Ottava di Ognissanti.”
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    “8 novembre 2018: Santi Quattro coronati, martiri.

    La Chiesa rivolge oggi un pensiero ai Martiri ai quali in Roma è dedicata una basilica che, come una imponente fortezza, domina il monte Celio.
    La storia di questi martiri non è chiara. Forse, si dice, non si tratta di quattro martiri, ma di tre gruppi di martiri e cioè cinque scalpellini della Pannonia: Sempronio, Claudio, Nicostrato, Castore, Simplicio; quattro Cornicularii o, come oggi si direbbe, sottufficiali di cavalleria; quattro santi di Albano: Severo, Carpoforo, Severiano e Vittorino.
    Recitiamo in loro onore la colletta della Messa: "Concedi, Dio onnipotente, a noi che veneriamo la forza mostrata dai martiri nei tormenti, di sperimentare la loro bontà a nostro riguardo".
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1251.”
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    «8 novembre 1620 : Le armate cattoliche trionfano delle armate protestanti alla Montagna Bianca presso Praga e riconquistano al Cattolicesimo la Boemia. Il trionfo fu impetrato da Santa Maria della Vittoria la cui effigie fu consegnata solennemente a Paolo V che la fece collocare sull'altar maggiore della chiesa San Paolo al Quirinale ribattezzata di Santa Maria della Vittoria (in foto).
    Uno degli autori della vittoria fu il Feldmaresciallo Johann Tserclaes, conte di Tilly, detto il Monaco in armatura

    (https://www.radiospada.org/2018/05/v...onte-di-tilly/ ).»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9f&oe=5C6DAC6B





    “L'8 novembre 618 muore Sant'Adeodato I Papa.”

    “L'8 novembre 955 muore Papa Agapito II, Sommo Pontefice.”

    “L'8 novembre 1047 Papa Benedetto IX dei conti Tuscolani è reintegrato sul trono di Pietro.”







    Como ovejas sin Pastor
    http://sicutoves.blogspot.com/
    https://1.bp.blogspot.com/-J-Z3azd8v...1600/VOTO1.jpg


    https://moimunanblog.com/



    Études Antimodernistes - Collection d'études théologiques, canoniques, liturgiques et historiques antimodernistes
    http://www.etudesantimodernistes.fr/


    Sede Vacante -
    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


    https://francenationaliste.wordpress.com/


    oblatio-munda -



    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    8 novembre : Saint Geoffroy ou Godefroy, Évêque d'Amiens (1066-1115) :: Ligue Saint Amédée
    8 novembre : Saint Geoffroy ou Godefroy, Évêque d'Amiens (1066-1115)
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...t_geoffroy.jpg





    8 novembre : les Quatre Saints Couronnés :: Ligue Saint Amédée
    “8 novembre : les Quatre Saints Couronnés.
    A Rome, sur la voie Lavicane, la mort des quatre saints martyrs, les frères Sévère, Sévèrien, Carpophore et Victorin. Sous l’empereur Dioclétien, on les mit à mort en les frappant à coups de lanières plombées. - Martyrologue romain.”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...i_coronati.JPG








    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  10. #80
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    Lightbulb Re: Novembre - Per le anime sante detenute nell'orrendo carcere del Purgatorio

    9 NOVEMBRE 2018: COMMEMORAZIONE DI SAN TEODORO, MARTIRE; DEDICAZIONE DELLA BASILICA DEL SS. SALVATORE…



    «9 NOVEMBRE DEDICAZIONE DELLA BASILICA DEL SS. SALVATORE.»
    http://www.unavoce-ve.it/pg-9nov.htm

    «LO STESSO GIORNO 9 NOVEMBRE COMMEMORAZIONE DI SAN TEODORO, MARTIRE.»
    Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione di san Teodoro, Martire
    http://www.unavoce-ve.it/pg-9nov-2.htm




    Dedicazione del Laterano - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/dedicazione-del-laterano/
    «9 novembre, Dedicazione dell’Arcibasilica del santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista al Laterano, madre e capo di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe.

    “Il 9 novembre del 324 fu il giorno natalizio o Dedicazione della Basilica del Laterano, della quale l’imperatore Costantino aveva ordinato la costruzione nel 315. Papa Silvestro la dedicò al Salvatore la cui immagine, presentata ai fedeli, dopo i secoli delle persecuzioni, parve una apparizione divina. I Papi fissarono la residenza nel palazzo vicino alla Basilica, che fu perciò la loro cattedrale, e sorse così “la madre e il capo di tutte le Chiese e città del mondo … Oggi ancora in quella chiesa i Papi prendono possesso ufficiale del loro alto ufficio, in quella chiesa dal IV secolo si compiono le grandi funzioni della benedizione degli Olii Santi nel Giovedì Santo e la benedizione del Fonte nella Veglia Pasquale … Leviamo a Cristo le acclamazioni che si leggono nel mosaico dell’abside: ti attendiamo, Salvatore e Signore, Gesù Cristo. Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Tu sei il nostro Maestro, o Cristo!” (dom Prosper Guéranger).»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-300x140.jpg





    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/
    "INDULGENZE PER I DEFUNTI."


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»







    https://tradidiaccepi.blogspot.com/


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...01&oe=5C875675





    “DEDICAZIONE DELL'ARCIBASILICA DEL SANTISSIMO SALVATORE.
    Doppio di II classe.
    Paramenti bianchi.
    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica ventiquattresima e ultima dopo la Pentecoste

    Fra le ricche e grandiose basiliche romane, nelle quali con solennità dal IV secolo si celebrano le cerimonie del culto cristiano, occupa il primo posto quella di cui oggi si celebra l'anniversario della Dedicazione. Il palazzo dei Laterani, posto sul monte Celio, apparteneva a Fausta, moglie di Costantino. Dopo la sua conversione, Costantino lo donò al Papa, perché ne facesse sua privata dimora, e vi fondò la chiesa del «Laterano», che divenne la Chiesa madre di Roma e del mondo. Il 9 Novembre 324, il papa san Silvestro I la consacrò col nome di «Basilica del Santissimo Salvatore»: era la prima consacrazione di una Chiesa romana. Più tardi al tempo di Lucio II (secolo XII) questa Chiesa fu dedicata a San Giovanni Battista, al quale era intitolato il Battistero annesso alla basilica; perciò ora è nota sotto il titolo di «San Giovanni in Laterano». In questa basilica e nell'annesso palazzo dal secolo IV al secolo XVI, si sono riuniti più di venticinque Concili, dei quali cinque ecumenici. Le Stazioni più solenni hanno per mèta questa basilica, ove avvenivano le ordinazioni dei sacerdoti, la riconciliazione dei penitenti, e nel giorno di Pasqua, il battesimo dei catecumeni, e i neofiti ritornavano in processione durante tutta l'Ottava. La prima Domenica di Quaresima si apre a San Giovanni in Laterano il grande Ciclo liturgico della penitenza e vi si ritorna la Domenica delle Palme e il Martedì delle Rogazioni; ivi si compiono le solenni funzioni del Giovedì Santo e del Sabato Santo, e vi si celebra la Messa il Sabato in Albis e la vigilia della Pentecoste. Questa chiesa, essendo stata distrutta, fu ricostruita e riconsacrata nel 1726 da Benedetto XIII e il ricordo di questa riconsacrazione, come anche quello della prima fu fissato al 9 Novembre.
    L'Arcibasilica Lateranense è la Cattedrale del Papa, la Madre e il Capo di tutte le Chiese dell'Urbe e dell'Orbe.
    • I riti, che la Chiesa Romana osserva nella consacrazione delle Chiese e degli altari, furono istituiti dal Papa san Silvestro I. Benché ci fossero fin dai tempi degli Apostoli dei luoghi dedicati a Dio, e chiamati ora oratori, ora chiese, dove la domenica si tenevano le adunanze, e il popolo cristiano costumava di pregare, udire la parola di Dio e di ricevere l'Eucarestia, tuttavia non si consacravano con tanta solennità, non vi si erigevano ancora altari in titolo, che, unti col crisma, rappresentassero nostro Signor Gesù Cristo, ch'è nostro altare, ostia e pontefice.
    Ma allorché l'imperatore Costantino ebbe ottenuta col sacramento del battesimo la sanità e la salute dell'anima, allora egli emanò una legge colla quale per la prima volta si permetteva in tutto il mondo ai Cristiani di costruire chiese; ed egli li eccitò alla costruzione di edifici sacri, non solo col suo editto, ma ancora coll'esempio. Infatti, dedicò nel suo palazzo di Laterano una chiesa al Salvatore, e contiguo ad esso fondò il battistero sotto il nome di san Giovanni Battista, nel luogo stesso ove egli era stato battezzato da san Silvestro, e guarito dalla lebbra dell'infedeltà; chiesa che consacrò lo stesso Pontefice il 9 Novembre. E noi quest'oggi celebriamo la memoria di questa consacrazione, perché in questo giorno fu fatta a Roma la prima consacrazione pubblica d'una chiesa, e apparve al popolo Romano l'immagine del Salvatore dipinta sulla parete.
    Che, se poi il beato Silvestro consacrando l'altare del Principe degli Apostoli, ordinò che gli altari quindinnanzi fossero di pietra; pure l'altare della basilica del Laterano fu fatto di legno. Né ciò stupisca, perché da san Pietro fino a san Silvestro, non potendo aver i Papi, a causa delle persecuzioni, una residenza fissa, dovunque li costringeva la necessità, sia nelle cripte, sia nei cimiteri, sia nelle case di persone pie, essi offrivano il Santo Sacrificio su questo altare di legno fatto a guisa di arca. Resa poi la pace alla Chiesa, san Silvestro, in onore del Principe degli Apostoli, che si dice aver celebrato sopra questo altare, e di tutti gli altri Pontefici che se n'erano serviti fino allora per la celebrazione dei santi misteri, lo collocò nella prima chiesa del Laterano, ordinando che in seguito nessun altro, all'infuori del Romano Pontefice, vi celebrasse la Messa. Questa Chiesa, rovinata da incendi, devastazioni e terremoti, restaurata sempre con gran cura dai sommi Pontefici, e in seguito interamente ricostruita, il sommo Pontefice Benedetto XIII, dell'ordine dei Predicatori, la consacrò solennemente il 28 Aprile dell'anno 1726, e stabilì che se ne celebrasse la memoria quest'oggi. Ciò che poi Pio IX aveva deciso di fare, lo compì Leone XIII prolungando ed allargando, con ingenti spese il coro dell'altare maggiore, cadente per effetto del tempo; rifacendo iI vecchio mosaico, già restaurato in molte parti, secondo l'antico esemplare e trasportandolo nella nuova abside magnificamente e artisticamente decorata, facendo restaurare, con rifacimento del soffitto di legno, la nave della crociera nell'anno 1884, coll'aggiunta di una sagrestia, di un'abitazione per canonici, e di una galleria contigua conducente al battistero di Costantino.
    SANTA MESSA
    La Santa Messa "Terribilis" è tratta dal Comune della Dedicazione di una Chiesa.
    In tutti i tempi Dio ha voluto che gli si consacrassero dei luoghi dove il popolo potesse adunarsi, sia per rendergli il culto dovuto, come per ricevervi più abbondantemente le sue grazie (Orazione). Come già Salomone per il tempio di Gerusalemme, la Chiesa si è sempre compiaciuta di usare di tutte le risorse del genio umano e di tutte le ricchezze della natura, nella costruzione di santuari degni di Dio. La cerimonia della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme durò otto giorni e i Giudei ogni anno ne rinnovavano il ricordo con grande solennità. La Chiesa consacra del pari i suoi templi con una festa che un tempo aveva quasi lo splendore di Pasqua e dell'Epifania, ed i cui riti si riportano a tre punti principali: traslazione delle reliquie, consacrazione della chiesa, consacrazione dell'altare. Colla sua dedicazione a Dio, la chiesa viene ad essere rivestita di un carattere che esige rispetto e confidenza. È là infatti, come in casa di Zaccheo, che Gesù discende (Vangelo). La chiesa è «la casa di Dio, la porta del cielo e sarà chiamata reggia di Dio» (Introito). Essa è «il tabernacolo di Dio tra gli uomini» (Epistola). Quivi si stabiliscono le relazioni ufficiali che legano l'uomo al suo Creatore; quivi si svolgono le cerimonie liturgiche prescritte dalla Chiesa, colle quali si onorano le tre Persone divine. «Sii qui presente, dice il Vescovo, nel giorno della Consacrazione, o Dio eterno, uno di natura e trino nelle Persone: Padre, Figliuolo e Spirito Santo». La solida pietra su cui è saldamente fondata la casa del Signore (Alleluia), è l'altare sul quale discende Gesù; esso è il centro a cui tutto converge nella chiesa. Il Cristo è infatti la pietra angolare dell'edificio spirituale di cui il tempio materiale non è che la figura, tempio formato dall'unione di tutti i cristiani, «pietre viventi tagliate dallo scalpello delle tribolazioni e levigate dal martello delle sofferenze, per divenire il tempio divino ove l'onore e la gloria sono resi in tutti i luoghi al Padre, al Figliuolo e allo Spirito Santo» (Inno di Mattutino, Postcommunio). Tale immagine è tanto più reale, inquantoché come la chiesa e l'altare sono dapprima lavati, poi unti con l'olio santo e quindi accolgono Gesù-Ostia, così ogni cristiano è lavato nelle acque del Battesimo e unto col crisma della confermazione e riceve l'Eucarestia nel suo cuore. Il tempio materiale in fine è il simbolo della Gerusalemme celeste dove di continuo risuonano i canti di allegrezza degli eletti. Un giorno di fatti la Chiesa glorificata entrerà per sempre nel vero santuario di Dio che è il cielo (Epistola).
    Guéranger, L'anno liturgico - Festa della Dedicazione della chiesa
    - All'Introito.
    Il patriarca Giacobbe, essendosi addormentato a Bethel, ebbe una visione celeste. Una scala misteriosa gli apparve che andava dalla terra al cielo e lungo la quale salivano e discendevano gli Angeli, fino al luogo ove egli si trovava. Egli disse allora le parole che formano l'Introito della festa della Dedicazione di una Chiesa.
    Segue poi il versetto del Salmo 83 in cui il Real Profeta esprime il suo amore verso la casa del Signore. Questo duplice sentimento di santo timore e di gioia, deve riempire le nostre anime allorché entriamo in una Chiesa, che è stata solennemente consacrata a Dio.
    - All'Epistola.
    San Giovanni nella sua Apocalisse vede nel Tempio materiale di Gerusalemme il simbolo della Gerusalemme celeste, ossia la Chiesa trionfante, che è la sposa di Gesù glorificata nel cielo. Allorquando, alla fine del mondo, la terra sarà stata rinnovellata, la Chiesa del cielo e quella della terra non saranno più separate e il tabernacolo celeste sarà veramente il vero santuario, ove Dio abiterà con tutti gli uomini risuscitati alla gloria. Le nostre chiese sono come l'atrio di questa Chiesa dell'eternità.
    - Al Vangelo.
    Gesù scelse la casa di Zaccheo per esservi ospitato. Nelle nostre chiese, Gesù discende ogni giorno e vi dimora mediante l'Eucarestia, per concedere a noi, come al pubblicano, grazie salutari. Amiamo dunque questi santuari nei quali Gesù applica alle anime nostre i frutti della sua redenzione.
    • Omelia di sant'Ambrogio vescovo.
    Libro 8 su Luca, vicino alla fine.
    Zaccheo, piccolo di statura, cioè per nulla elevato per dignità e nobiltà di natali, e di poco merito, come lo era il popolo dei gentili, avendo udita la notizia della venuta del Signore Salvatore, mentre i connazionali non avevano voluto riceverlo, egli desiderava vederlo. Ma nessuno vede facilmente Gesù; nessuno può vedere Gesù, restando a terra. E siccome non aveva né i profeti, né la legge, cioè nessuna grazia naturale, salì sopra a un sicomoro, quasi calpestando coi suoi piedi la vanità dei Giudei e riparando così gli errori della vita passata. Perciò ricevette Gesù come ospite nell'interno della sua casa.
    Fece bene a salire sopra un albero, per produrre, divenuto egli stesso un buon albero, dei buoni frutti, e per poter arrecare il frutto della legge dopo essere stato staccato dall'olivo selvatico ed innestato, contro sua natura, sopra un buon olivo. Infatti la radice, cioè la legge, era santa, anche se i rami erano inutili. E il popolo gentile trascese la gloria vana di questi, per la fede nella risurrezione, come per una elevazione del corpo. Zaccheo era dunque sul sicomoro, il cieco sulla via: e il Signore attende l'uno per fargli misericordia, e nobilita l'altro con l'onore di una sua visita; interroga l'uno per guarirlo, si invita, senza essere invitato, nella casa dell'altro. Sapeva infatti che la ricompensa per l'ospitalità che gli veniva data sarebbe stata abbondante. Tuttavia, sebbene non avesse udito ancora la voce di Zaccheo invitarlo, già ne aveva visto l'affetto.
    Ma, per non dar l'impressione che abbiamo abbandonato presto quel cieco, quasi infastiditi dai poveri, per passare al ricco, aspettiamolo perché anche il Signore lo aspettò; interroghiamolo perché anche Cristo lo interrogò. Noi Io interroghiamo perché non sappiamo, egli perché sapeva. Noi lo interroghiamo per sapere come è stato guarito; egli lo interrogò perché da lui tutti noi apprendessimo in che modo possiamo meritarci di vedere il Signore. Lo interrogò infatti perché credessimo che nessuno può salvarsi se non fa professione di fede.
    - All'Offertorio.
    Davide ringrazia Dio di aver potuto radunare tutto il materiale necessario alla costruzione del tempio, e con grande gioia lo offre al culto del Signore.
    - Al Communio.
    La prima parte del canto della Comunione è costituita dalle parole che Gesù disse quando scacciò i commercianti dal tempio. La Chiesa vi aggiunge quelle che il Maestro pronunziò in un'altra circostanza sull'efficacia della preghiera. Nel tempo della consacrazione di una chiesa, il Vescovo domanda a Dio di ascoltare favorevolmente le preghiere che ivi gli saranno fatte. «Lo Spirito Santo si degni discendere coll'abbondanza della grazia dei suoi sette doni, onde tutte le volte che il suo santo nome sarà invocato in questa casa, le preghiere di quelli che ti supplicheranno siano ascoltate da te, o Dio misericordioso».”
    https://sardiniatridentina.blogspot....a-del.html?m=0
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9d&oe=5C7561BC





    “DEDICAZIONE DELL'ARCIBASILICA DEL SANTISSIMO SALVATORE
    Dai «Discorsi» di san Cesario di Arles, vescovo.
    (Disc. 229, 1-3; CCL 104, 905-908)
    Con il battesimo siamo tutti diventati tempio di Dio.

    Con gioia e letizia celebriamo oggi, fratelli carissimi, il giorno natalizio di questa chiesa: ma il tempio vivo e vero di Dio dobbiamo esserlo noi. Questo è vero senza dubbio. Tuttavia i popoli cristiani usano celebrare la solennità della chiesa matrice, poiché sanno che è proprio in essa che sono rinati spiritualmente.
    Per la prima nascita noi eravamo coppe dell'ira di Dio; la seconda nascita ci ha resi calici del suo amore misericordioso. La prima nascita ci ha portati alla morte; la seconda ci ha richiamati alla vita. Prima del battesimo tutti noi eravamo, o carissimi, tempio del diavolo. Dopo il battesimo abbiamo meritato di diventare tempio di Cristo. Se rifletteremo un po' più attentamente sulla salvezza della nostra anima, non avremo difficoltà a comprendere che siamo il vero e vivo tempio di Dio. «Dio non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo» (At 17, 24), o in case fatte di legno e di pietra, ma soprattutto nell'anima creata a sua immagine per mano dello stesso Autore delle cose. Il grande apostolo Paolo ha detto: «Santo è il tempio di Dio che siete voi» (1 Cor 3, 17). Poiché Cristo con la sua venuta ha cacciato il diavolo dal nostro cuore per prepararsi un tempio dentro di noi, cerchiamo di fare, col suo aiuto, quanto è in nostro potere, perché questo tempio non abbia a subire alcun danno per le nostre cattive azioni. Chiunque si comporta male, fa ingiuria a Cristo. Prima che Cristo ci redimesse, come ho già detto, noi eravamo abitazione del diavolo. In seguito abbiamo meritato di diventare la casa di Dio, solo perché egli si è degnato di fare di noi la sua dimora.
    Se dunque, o carissimi, vogliamo celebrare con gioia il giorno natalizio della nostra chiesa, non dobbiamo distruggere con le nostre opere cattive il tempio vivente di Dio. Parlerò in modo che tutti mi possano comprendere: tutte le volte che veniamo in chiesa, riordiniamo le nostre anime così come vorremmo trovare il tempio di Dio. Vuoi trovare una basilica tutta splendente? Non macchiare la tua anima con le sozzure del peccato. Se tu vuoi che la basilica sia piena di luce, ricordati che anche Dio vuole che nella tua anima non vi siano tenebre. Fa' piuttosto in modo che in essa, come dice il Signore, risplenda la luce delle opere buone, perché sia glorificato colui che sta nei cieli. Come tu entri in questa chiesa, così Dio vuole entrare nella tua anima. Lo ha affermato egli stesso quando ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò (cfr. Lv 26, 11. 12).”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...a8&oe=5C40E70E





    “SAN TEODORO
    Martire.

    Semplice.
    Paramenti rossi.
    Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione di san Teodoro, Martire
    Il Martirologio Romano ricorda oggi: «Ad Amaséa, nel Ponto, il natale di san Teodoro soldato, il quale, al tempo dell’imperatore Massimiano, per la confessione della fede cristiana, fu crudelmente percosso e messo in prigione; quindi, essendogli apparso il Signore che lo esortò ad agire con costanza e coraggio, rimase confortato; da ultimo, dopo essere stato sospeso sull’eculeo e scarnificato, tanto che gli si vedevano le viscere, fu gettato nel fuoco per essere bruciato. Le sue Lodi furono con uno splendido elogio celebrate da san Gregorio Nisseno».
    San Teodoro, oggi celebrato a Roma, forse per l'anniversario della dedicazione della chiesa a lui intitolata (presso il Palatino), è un martire orientale di cui ha tessuto l'elogio san Gregorio Nisseno. La tomba di questo Martire, popolarissimo nella Chiesa Greca, si conservò per parecchi secoli ad Eucaita.
    • Teodoro, soldato cristiano, arrestato sotto l'imperatore Massimiano per avere incendiato un tempio di idoli, allorché il prefetto della legione gli promise di graziarlo, se, pentendosi del fatto, esecrasse la religione cristiana, rimanendo egli fedele nella confessione della fede, fu messo in prigione. Ivi, scarnificato con unghie di ferro, mentre gli si scoprivano le costole, cantava allegramente: «Benedirò il Signore in ogni tempo» (Ps. 33,1). Perciò gettato su di un rogo ardente, rese l'anima a Cristo il 9 di Novembre, pregando e recitando le divine lodi. Il suo corpo fu involto in un lenzuolo dalla matrona Eusebia, e sepolto in un suo podere.
    SANTA MESSA
    Se ne fa commemorazione nella Santa Messa della Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore con Oratio, Secreta e
    Postcommunio, già presenti nella stesso link precedente.”
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    «MESE DI NOVEMBRE: MESE DEDICATO SPECIALMENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI.
    In questo mese di Novembre, mediteremo con l'ausilio del libro "Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso" (Napoli, agosto 1959) di don Dolindo Ruotolo, che fu sacerdote napoletano, morto in odore di santità, strenuo difensore della dottrina cattolica contro gli errori del modernismo ed autore di diversi testi esegetici e pastorali.
    Capitolo secondo: L'anima raggiunge la vita eterna...»
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    "OTTAVA PEI MORTI
    Orazioni da recitarsi anche ad una ad una.

    I. All'Eterno Padre.
    Padre onnipotente ed eterno, innanzi al quale vivono i morti non meno che i vivi, io adoro la vostra infinita santità che niente ammette di immondo nel regno della gloria, e ammiro la vostra sapienza e ringrazio la vostra misericordia, che colla creazione del Purgatorio ha preparato un mezzo sicuro per purificare da ogni macchia e rendere degne del Cielo tutte quelle anime che escono di questa vita prima di avere intieramente scontati i debiti da loro contratti colla vostra giustizia. E giacché, come Padre amorosissimo ed amantissimo Sposo di tutti i fedeli rinchiusi in quella grande fornace di fuoco, niente più vivamente desiderate che di vederli perfettamente riconciliati con Voi, onde ammetterli al possesso dell'eredità vostra nel Paradiso, accettate di grazia, in unione dei meriti di Gesù Cristo, i suffragi di tutta quanta la Chiesa, quelle miserabili preghiere che noi vi offeriamo per quegli esuli infelicissimi. Fate che vedano ciò che credettero, che possiedano ciò che sperarono e che si riempiano di ciò che amarono. Degnatevi ancora di perdonare a noi tutte quelle colpe, colle quali abbiamo meritato, non solo il Purgatorio, ma ancora l'inferno, e di aiutarci a profittare in avvenire di tutti i travagli della vita ed a menare costantemente una condotta santa, da poter alla morte passare senza ritardo al gaudio degli eletti in Cielo.
    Maria Addolorata, offerite i vostri meriti ed avvalorate le nostre preghiere per liberare dalle loro pene le povere Anime del Purgatorio.
    Pater, Ave, Gloria, Requiem.

    II. A Gesù Cristo.
    Amorosissimo Redentore, che per la salvezza delle anime sosteneste nientemeno che la croce, e fino all'ultima goccia versaste il vostro Sangue divino, affinché tutti avessero in pronto una soddisfazione sempre maggiore dei proprii debiti, degnatevi di riguardare con occhio di misericordia le povere Anime del Purgatorio, affine di estinguere del tutto, o almeno mitigare in gran parte, l'ardore di quel fuoco che le tormenta. Noi vorremmo essere così fervorosi da meritare presso di Voi una grazia così distinta, e che Voi stesso desiderate vi sia chiesta da noi, per così secondare i consigli della vostra misericordia, senza nulla togliere ai diritti della vostra giustizia. Ma dacché le nostre preghiere non sono degne di esaudimento, ascoltate nelle nostre quelle delle affliittissime vostre spose, che vi furono sempre fedeli fino all'ultimo respiro, ed ora sospirano incessantemente di volare fra le vostre braccia per non allontanarsene mai più. Come potete Voi non commuovervi ai loro gemiti, non esaudire i loro voti, se continuamente benedicono la vostra destra nell'atto che le respinge da Voi, e le tiene immerse in un baratro di inesprimibili pene? Ah! come nel giorno della vostra morte discendeste in tutti i luoghi inferiori non solo per trionfare dei vostri nemici, ma ancora per consolare i vostri credenti, scendete adesso nel carcere del Purgatorio, e annunciando la pace a quanti vi si trovano rinchiusi, traeteli tutti con Voi alla partecipazione del vostro Regno.
    Maria Addolorata, offrite i vostri meriti ed avvalorate le nostre preghiere per liberare dalle loro pene le povere Anime del Purgatorio.
    Pater, Ave, Gloria, Requiem.

    III. Allo Spirito Santo.
    Divino Spirito, Creatore e Santificatore delle anime, la cui natura non è che bontà, e il cui maggior piacere è l'usare misericordia, riguardate con occhio di compassione le povere Anime del Purgatorio, le quali, se sono addoloratissime per le fiamme, che nella maniera più atroce le tormentano continuamente, sono assai più afflitte per essere disgiunte da Voi, che siete, l'unico loro sommo Bene; e tanto più si accorano in quanto che non possono non conoscere che stava in mano loro l'evitar tanti mali, col fare, mentre erano in vita, una maggior penitenza dei loro peccati; e con lo schivare con maggior sollecitudine ogni anche piccola trasgressione della vostra santissima legge. Deh! Voi che siete il Padre di ogni consolazione, mitigate le pene di quelle infelici, compite nelle nostre suppliche i loro voti. In vista della fedeltà con cui vi servirono sopra la terra, dimenticate quei falli che la fragilità della nostra natura ha fatto loro qualche volta commettere; fate che senza ritardo succeda la luce alle tenebre, il riposo al travaglio, il giubilo alla tristezza, accordando loro quell'eterna felicità che avete promessa ad Abramo e a tutta la sua discendenza. Degnatevi ancora di fare a noi tutti conoscere quanto grande sia il debito che si contrae colla vostra giustizia per ogni menoma colpa, affinché viviamo per modo da soddisfare a tutti i delitti finora contratti, e da non farne mai più dei nuovi.
    Maria Addolorata, offrite i vostri meriti ed avvalorate le nostre preghiere per liberare dalle loro pene le povere Anime del Purgatorio.
    Pater, Ave, Gloria, Requiem.

    IV. A Maria.
    Amorosissima Consolatrice di tutti quanti gli afflitti, Madre di tutti i fedeli così vivi come defunti, Maria Santissima, volgete i vostri occhi misericordiosi sulle povere Anime del Purgatorio, che sono così meritevoli della comune pietà, perché incapaci di aiutarsi da se medesime. Interponete presso il trono della divina misericordia tutta la potenza della vostra mediazione; offerite, a sconto dei loro debiti, la Vita, la Passione, la Morte, il Sangue Preziosissimo e i meriti ineffabili del vostro divin Figliuolo, non che i meriti vostri e quelli di tutti i Santi del Cielo e di tutti i giusti della terra; finalmente tutti i sacrificii, le comunioni, le penitenze, le orazioni, le limosine e tutte quante le buone opere che si sono fatte finora, e si faranno in avvenire nella cattolica Chiesa, onde, soddisfacendo compiutamente alla divina giustizia, siano al più presto sollevate dalle atrocissime pene, che soffrono non solo pel fuoco in cui sono immerse, e per la lontananza del loro unico Bene, ma anche per la dimenticanza in cui sono lasciate dalla maggior parte degli uomini.
    Tre Ave e tre Requiem.

    V. A san Michele.
    Glorioso Arcangelo san Michele, che, come principale protettore di tutto il popolo ebreo, per una via tutta seminata di prodigi e di vittorie, lo traeste dall'Egitto ov'era schiavo e lo rendeste possessore di quella felicissima terra che era da tanto tempo l'oggetto de' suoi sospiri; e come specialissimo protettore del mistico gregge evangelico, fate sempre vostra delizia il liberarlo da tutti i pericoli, il consolarlo in ogni affanno, e il procurargli l'appagamento di tutti i santi suoi voti, degnatevi di ottenere alle povere Anime del Purgatorio la mitigazione e l'abbreviamento delle tormentosissime pene in cui gemono, come già consolaste i tre fanciulli nella fornace, rendendo innocue colla vostra presenza le fiamme da cui erano circondati. Colla vostra benigna presenza, voi le rendeste trionfatrici di ogni assalto nemico, quando stavano per uscire da questo esilio, e perorando la loro causa presso il divin tribunale, otteneste loro la sentenza assicuratrice del Cielo. Compite adunque l'opera vostra coll'impetrar loro sollecita la liberazione da quel carcere in cui si trovano ancora rinchiuse.
    E, se è ufficio vostro l'introdurre le Anime sante nel Regno della luce, solennemente promesso ai veri figli di Abramo, non tardate a sollevare agli splendori della gloria chi ora geme fra le tenebre le più dense, e a far partecipe delle eterne delizie chi ora spasima fra ogni sorta di pene. Noi ve ne scongiuriamo colle suppliche le più fervorose; e sicuri della vostra annuenza ai nostri piissimi desiderii, vi promettiamo fin d'ora perpetua la più viva riconoscenza alla divina misericordia, non meno che a voi, che ne siete, dopo la Vergine Maria, il più munifico dispensatore e il più caritatevole ministro.
    Tre Angele Dei e tre Requiem.

    VI. A san Giuseppe.
    Gloriosissimo Patriarca san Giuseppe, alla vostra autorevole intercessione raccomando vivamente il riposo e la pace eterna di tutte le Anime penanti nel Purgatorio. Voi non potete non avere tenerezza per loro dacché sono figlie dilettissime di Maria vostra Sposa, e spose di Gesù che a voi volle esser subordinato e riputato vostro figliuolo. Oltre di che, se voi siete così generoso nel sovvenire a chi languisce in questa valle di pianto, molto più sarete tale nel sovvenire a chi pena in quel torrente di fuoco. Vi supplico dunque, o grande Amministratore delle grazie e dei tesori di Dio, ad interporre frequentemente per quelle Anime le vostre efficaci preghiere; tanto più che niente a voi nega su in Cielo Chi si compiacque di esser vostro suddito qui sulla terra.
    Tre Gloria e tre Requiem.

    VII. Alle Anime Purganti.
    Anime sante del Purgatorio, che in mezzo alle pene più atroci di quella orrenda fornace benedite di continuo quella spada che vi strazia, quella mano che vi flagella per farvi degne del Cielo, consolatevi, poiché se avete legate le mani ed i piedi, onde non potete aiutarvi da Voi stesse, vi è però in terra chi le ha tuttora libere e sciolte per levarle al Cielo in vostro favore e stenderle al vostro soccorso. Consolatevi, che, se finora foste addolorate ed afflitte, non andrà molto che il Signore, riconciliato con voi per mezzo dei nostri suffragi, rasciugherà di propria mano le vostre lagrime, e allontanando da voi la spada, che vi strazia per purificarvi, vi introdurrà nel Regno della luce e della pace, donde sono eternamente banditi l'affanno ed il dolore. Noi ci ricordiamo di voi per suffragarvi; voi ricordatevi di noi per aiutarci; perocché, sebbene per voi nulla possiate, per altri potete assaissimo. Deh per pietà! appena sarete arrivate alla gloria a cui aspirate con tanti gemiti, ricordatevi di chi, soddisfacendo per voi, ve ne ha anticipato il possesso. E siccome noi siamo tuttavia in un mare sempre burrascoso, il quale ad ogni istante ne minaccia naufragio, fate colla vostra mediazione che evitiamo tutti gli scogli, superiamo tutte le tempeste, onde camminando sicuri per la strada da voi già percorsa, giungiamo un giorno con voi al porto sospiratissimo della beatitudine sempiterna.
    Requiem."
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    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
    Preghiera al Santo del giorno.

    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare san Teodoro Martire, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo Santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Teodoro Martire possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

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    «9 novembre 1846.
    Conoscete ancora, Venerabili Fratelli, altre mostruosità di errori ed altre frodi, con cui i figli del secolo acerbamente impugnano la divina autorità e le leggi della Chiesa, per conculcare insieme i diritti della potestà civile e di quella sacra. A questo mirano inique macchinazioni contro questa Romana Cattedra del Beatissimo Pietro, nella quale Cristo pose l’inespugnabile fondamento della sua Chiesa. A questo mirano altresì quelle sette segrete che occultamente sorsero dalle tenebre per corrompere gli ordini civili e religiosi, e che dai Romani Pontefici Nostri Predecessori più volte furono condannate con lettere apostoliche che Noi, con la pienezza della Nostra Potestà Apostolica, confermiamo e ordiniamo che siano diligentissimamente osservate. Questo vogliono le scaltrissime società Bibliche mentre, rinnovando le vecchie arti degli eretici, senza badare a spese non si peritano di spargere fra gli uomini anche più rozzi i libri delle divine Scritture, volgarizzati contro le santissime regole della Chiesa e sovente corrotti con perverse spiegazioni, affinché, abbandonate la divina tradizione, la dottrina dei Padri e l’autorità della Chiesa cattolica, tutti interpretino la parola del Signore secondo il loro privato giudizio e, guastandone il senso, cadano in errori gravissimi.
    Gregorio XVI di santa memoria, al quale seppure con minori meriti siamo succeduti, emulando gli esempi dei suoi Predecessori, con sua lettera apostolica riprovò tali società , e Noi parimenti le vogliamo condannate. Altrettanto diciamo di quel sistema che ripugna allo stesso lume della ragione naturale, che è l’indifferenza della Religione, con il quale costoro, tolta ogni distinzione fra virtù e vizio, fra verità ed errore, fra onestà e turpitudine, insegnano che qualsivoglia religione sia ugualmente buona per conseguire la salute eterna, come se fra la giustizia e le passioni, fra la luce e le tenebre, fra Cristo e Belial potesse mai essere accordo o comunanza. Mira al medesimo fine la turpe cospirazione contro il sacro celibato dei Chierici, fomentata, oh che dolore!, anche da alcuni uomini di Chiesa, miseramente dimentichi della propria dignità, e cedevoli agli allettamenti della voluttà. A questo tende altresì la perversa istituzione di ammaestrare nelle discipline filosofiche, con le quali si corrompe l’incauta gioventù, propinandole il fiele del drago nel calice di Babilonia.
    Da SS Pio IX Qui pluribus.»

    «9 novembre 1846.
    Qui si vede chiaro quanto errino coloro che, abusando della ragione e stimando opera umana la parola di Dio, a loro arbitrio osano spiegarla ed interpretarla, quando Iddio medesimo ha costituito una viva autorità, la quale insegni e stabilisca il vero e legittimo senso della sua celeste rivelazione, e con infallibile giudizio definisca ogni controversia di fede e di costumi, affinché i fedeli non siano raggirati da ogni turbinio di dottrina, né siano per umana nequizia indotti in errore. La quale viva ed infallibile autorità è in quella sola Chiesa che da Cristo Signore fu edificata sopra Pietro, Capo, Principe e Pastore della Chiesa universale, la cui fede, per divina promessa, non verrà mai meno, ma sempre e senza intermissione durerà nei legittimi Pontefici i quali, discendendo dallo stesso Pietro ed essendo collocati nella sua Cattedra, sono anche eredi e difensori della sua medesima dottrina, della dignità, dell’onore e della sua potestà. E poiché "ove è Pietro ivi è la Chiesa" , e "Pietro parla per bocca del Romano Pontefice" , e "sempre vive nei suoi successori, e giudica" , e "appresta la verità della fede a coloro che la cercano" , perciò le divine parole sono da interpretare nel senso che ha tenuto e tiene questa Romana Cattedra del beatissimo Pietro; "la quale, madre di tutte le Chiese e maestra" , sempre serbò la fede consegnatale da Cristo Signore integra ed inviolata, ed in quella ammaestrò i fedeli, mostrando a tutti la via della salute e la dottrina dell’incorrotta verità. Ed è questa appunto la "principale Chiesa donde nacque l’unità sacerdotale" ; questa la metropoli della pietà "nella quale è intera e perfetta la solidità della Religione cristiana" , "nella quale sempre fiorì il principato della Cattedra Apostolica" , "cui a motivo del suo primato è necessario che si stringa ogni altra Chiesa, cioè dovunque sono i fedeli" , "perché chi non raccoglie con lei, disperde" .
    Da SS Pio IX Qui pluribus.»


    "Voi del mio cuore l’arbitra siete
    Deh! dunque ditemi quel che volete."
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    «Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org/ e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com/
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    "9 NOVEMBRE 2018: DEDICAZIONE DELLA BASILICA DEL SS. SALVATORE."
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    “9 NOVEMBRE 2018: COMMEMORAZIONE DI SAN TEODORO, MARTIRE”
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    “Il 9 novembre 1032 muore Papa Giovanni XIX (o XX) dei Conti di Tuscolo, Sommo Pontefice.”

    «9 novembre 1846: Pio IX pubblicava la "Qui pluribus", sua prima enciclica. Il Papa condannava l'indifferentismo, la libertà di stampa, di coscienza e di pensiero e, con gran lungimiranza, il comunismo.»
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    "[CLERICUS ET MILES] Ferdinando d’Asburgo (16 maggio 1609 - 9 novembre 1641), Infante di Spagna, Cardinale diacono di Santa Maria in Portico Octaviae (1619), Amministratore perpetuo dell’Arcidiocesi di Toledo e Primate delle Spagne (1620), Governatore dei Paesi Bassi (1534). Comandò gli Spagnoli contro gli Svedesi nella battaglia di Nördlingen, vittoriosa per i cattolici, del 6 settembre 1534. Inflisse inoltre pesanti sconfitte agli Olandesi e ai Francesi."
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    https://www.radiospada.org/2018/11/d...vida-interior/
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    Como ovejas sin Pastor
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    Como ovejas sin Pastor: 112 ANIVERSARIO de SOR ISABEL DE LA TRINIDAD, Mística y Maestra de vida interior
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    “viernes, 9 de noviembre de 2018
    112 ANIVERSARIO de SOR ISABEL DE LA TRINIDAD, Mística y Maestra de vida interior.”


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    https://moimunanblog.com/
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    Études Antimodernistes - Collection d'études théologiques, canoniques, liturgiques et historiques antimodernistes
    http://www.etudesantimodernistes.fr/


    Sede Vacante -
    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


    https://francenationaliste.wordpress.com/


    oblatio-munda -
    http://oblatio-munda.over-blog.com/



    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    9 novembre : Dédicace de l?Archibasilique du Très Saint Sauveur (Latran) :: Ligue Saint Amédée
    “9 novembre : Dédicace de l’Archibasilique du Très Saint Sauveur (Latran).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati..._salvatore.jpg










    http://www.unavoce-ve.it/pg-9nov.htm
    «9 NOVEMBRE DEDICAZIONE DELLA BASILICA DEL SS. SALVATORE.
    La dedicazione nel IV secolo.

    Nel IV secolo dell'era nostra con la fine delle persecuzioni, il mondo ebbe l'impressione di pregustare la gioia dell'ingresso nella città della pace senza fine, e il contemporaneo Eusebio, all'inizio del decimo e ultimo libro della sua Storia, esclama: "Gloria all'Onnipotente, gloria al Redentore delle anime nostre". Egli va descrivendo da teste oculare l'ammirabile spettacolo delle dedicazioni delle nuove chiese sorte dappertutto. Di città in città si radunavano i vescovi e si raccoglievano le folle. Da popolo a popolo una benevolenza di mutua carità, di fede comune, di raccolta allegrezza armonizzava i cuori e l'unità del corpo di Cristo si rendeva evidente in una moltitudine animata dal soffio dello Spirito Santo, in cui si compivano le antiche profezie annunzianti una città vivente del Dio vivente in cui ogni sesso e ogni età avrebbe esaltato l'autore di tutti i beni. Come apparvero augusti allora i riti della Chiesa! La perfezione accurata che vi spiegavano i Pontefici, lo slancio della salmodia, le ispirate letture, la celebrazione dei Misteri formavano un insieme divino.
    La basilica del Laterano.
    Il 9 novembre del 324 fu il giorno natalizio o Dedicazione della Basilica del Laterano, della quale l'imperatore Costantino aveva ordinato la costruzione nel 315. Papa Silvestro la dedicò al Salvatore la cui immagine, presentata ai fedeli, dopo i secoli delle persecuzioni, parve una apparizione divina. I Papi fissarono la residenza nel palazzo vicino alla Basilica, che fu perciò la loro cattedrale, e sorse così "la madre e il capo di tutte le Chiese e città del mondo". Due incendi sopravvenuti nel secolo XIV e l'abbandono subito in conseguenza dell'esilio di Avignone resero necessaria una ricostruzione quasi per intero, terminata la quale, la Basilica fu riconsacrata e dedicata ai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista.
    La festa di oggi.
    Se festeggiamo la Dedicazione delle nostre chiese particolari e delle nostre cattedrali con gioia e fierezza, è cosa normale e doverosa che festeggiamo nel mondo intero la Dedicazione della "Chiesa madre", della cattedrale del Papa. Oggi ancora in quella chiesa i Papi prendono possesso ufficiale del loro alto ufficio, in quella chiesa dal IV secolo si compiono le grandi funzioni della benedizione degli Olii Santi nel Giovedì Santo e la benedizione del Fonte nella Veglia Pasquale e in quella chiesa, nel corso dei secoli, furono battezzati a migliaia i catecumeni, ordinati a migliaia i sacerdoti appartenenti a tutte le diocesi del mondo. In quella chiesa si venera ancora l'antica immagine del Salvatore e milioni di fedeli, nel corso delle visite giubilari, l'hanno venerata e ammirata, chiedendo il perdono dei peccati.
    Leviamo a Cristo le acclamazioni che si leggono nel mosaico dell'abside: ti attendiamo, Salvatore e Signore, Gesù Cristo. Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Tu sei il nostro Maestro, o Cristo!
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1259-1260.»


    Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione di san Teodoro, Martire
    http://www.unavoce-ve.it/pg-9nov-2.htm
    «LO STESSO GIORNO 9 NOVEMBRE COMMEMORAZIONE DI SAN TEODORO, MARTIRE.

    Ricordiamo oggi uno dei santi più celebri e più venerati dell'antico Oriente. Se crediamo alla leggenda, san Teodoro era un soldato e morì martire, arso vivo, per difendere la fede. Le sue reliquie erano venerate a Euchaita dove folle di fedeli andavano ogni anno in pellegrinaggio e le madri impetravano la salute per i loro bambini ammalati. San Gregorio Nisseno recitò un panegirico in suo onore e Roma dedicò a lui tre chiese.
    Preghiera: "O Dio, che ci circondi di una difesa con la testimonianza del beato Teodoro martire concedici di profittare dei suoi esempi e di essere sostenuti dalla sua preghiera".
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1261.»





    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 
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