Ecco le feroci accuse del vice-ministro per l'economia Baldassarri al governo: in Italia la pressione fiscale è altissima. Bisogna abbassare le tasse e le spese correnti.
Proprio il contrario di quello che hanno fatto i Berluscomunisti in un anno e mezzo di potere assoluto con una maggioranza schiacciante di seggi in parlamento.
Ma non conta essere in tanti, quando si è incapaci.
Lunedì 4 Novembre 2002, 9:21
Meno spesa corrente e tasse per rilancio - Baldassarri a Corsera
MILANO (Reuters) - Meno spesa corrente, meno tasse e più investimenti. Sono queste le riforme per l'Italia suggerite da Mario Baldassarri vice ministro dell'economia per ottenere la giusta formula senza compromettere l'equilibrio di bilancio.
In un'intervista contenuta nell'inserto CorrierEconomia del Corriere della Sera di oggi, Baldassarri sottolinea come sia l'elevato carico fiscale tra l'altro a frenare lo sviluppo, superiore in Italia rispetto ad altri paesi.
"Su 100 dollari o 100 sterline prodotti negli Usa e in Gran Bretagna, 35 vanno allo stato e 65 rimangono nelle imprese o famiglie. Da noi stiamo attorno al 48/50%. E questo rappresenta un freno alla crescita. Non c'entra il deficit" dice Baldassarri. "Lo stato potrebbe anche incamerare con le tasse l'80% del Pil e restituire sotto forma di beni e servizi la stessa percentuale, mantenendo a zero il saldo. Il problema è se riesce o meno a fare sviluppo. E siccome non ci riesce, allora deve lasciare che lo sviluppo lo facciano le famiglie e le imprese".
In concreto il viceministro suggerisce "rifome per ottenere la giusta formula senza compromettere l'equibrio di bilancio. E cioè: meno spesa corrente, meno tasse e più investimenti" ha detto nell'intervista.
A frenare lo sviluppo, oltre a queste ragioni macroeconomche ce ne sono anche microeconomiche, dice ancora Baldassarri, tra cui "le rigidità del mercato del lavoro e di quello dei beni e seervizi".