Risultati da 1 a 2 di 2
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Gli slogan, le aspettative e le speranze

    4 novembre 2002,
    va in onda la giornata dell’orgoglio padano
    di Roberto Ortelli

    “Padania Libera”, “Padania Indipendente”, “Buona Padania”, “Padania Libera in uno stato federale”.
    Dietro questi mille slogan, le aspettative, le tensioni e i sentimenti dei cittadini Padani, liberati ai microfoni di Radio Padania. La promessa è stata mantenuta: ieri, lunedì 4 novembre 2002, è stata la festa dell’orgoglio Padano, della riscoperta e del consolidamento delle nostre origini, delle nostre radici e della nostra storia, mentre altrove si celebrava una festa che da più parti si tende sempre a nascondere, a far passare inosservata. Non sono mancate le testimonianze, classiche come quelle dei ministri Castelli e Maroni che hanno rivendicato la loro azione politica sotto l’egida del Sole delle Alpi, particolari come l’ascoltatore che racconta: «Ho sposato una donna Svizzera, ma vivo a Como e mantengo il passaporto italiano per continuare a votare Lega, nella convinzione di vedere la Padania incastonata nel nuovo stato federale, vedendola così libera», come non è mancata l'evidenza del risveglio delle contrapposizioni, fra la storia di regime italiana e quella concreta Padana, sempre nascosta dal regime. Come le mille bandiere, simboli di libertà e di appartenenza ad un popolo, che sia Insubre, Veneto o Piemontese, forzatamente riposte nel dimenticatoio dalla burocrazia italiota e riscoperte dagli uomini liberi dopo il loro risveglio.
    E poi la voce delle lingue locali tradizionali, da sempre veicolo di comunicazione importante per i nostri genitori, i nostri nonni e per le generazioni che furono. Un modo di pensare, che poi irreversibilmente è sempre sfociato in un modo di agire concreto, che ha portato e porta tutt’oggi alla crescita e al consolidamento di questa grande realtà geo-economico-politica che la storia ha chiamato Padania.
    Terra di lavoratori, di pensatori, terra di frontiera e laboratorio per lo sviluppo di nuove idee, ma soprattutto terra generosa, di grandi cuori, sfruttati e fregati troppo a lungo. Ne risalta purtroppo l'urlo di dolore di Torino, e del Piemonte, squarciati dal ciclone della crisi Fiat e dalla delinquenza dell'immigrazione clandestina. Ma nonostante tutto, la Padania è viva, il suo cuore pulsa e la sua anima grida vendetta.
    E se da laggiù, da chi non vuol riconoscerne l’esistenza viene la condanna, da quassù parte la rivendicazione all’esistenza, alla costruzione di una società migliore, basata sulla libertà individuale e sul rispetto di questa irrinunciabile condizione.
    Questo il polso della situazione degli ascoltatori, liberi di dire ciò che vogliono, di decidere se sentirsi uomini liberi Padani, o continuare a rispecchiarsi nel concetto di italianità.
    Il verdetto è stato unanime nel riconoscersi orgogliosamente nelle tradizioni di casa propria, tornate alla luce grazie alla buona volontà di un uomo, Umberto Bossi, che della libertà delle sue genti, sta dedicando la propria vita.
    E parallelamente, ancora dalla Padania viene la rincorsa al “sì local”, al rifiuto del mondialismo, della logica del «tutti uguali, tutti numeri», logica che se non contrastata e rifiutata, porterà il mondo alla deriva oligarchica, al governo di pochi
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Po, lavoro e famiglia E´ l´orgoglio padano
    «Secessione o federalismo fa lo stesso: basta che il Nord sia libero» Il ministro Castelli: «Sveglia, troppi sono narcotizzati dal benessere»

    MILANO A Radio Padania Libera, ieri, era la Giornata dell'Orgoglio Padano. In dodici ore di diretta gli ascoltatori, il popolo che in genere è poco ascoltato, ha avuto modo di esprimersi e dire ciò che voleva. Ne esce uno spaccato del Nord, del quale riferiamo gli spunti più significativi o curiosi. «Chiamatela secessione, devoluzione o Filippo, chiamatela come volete, l'importante è arrivare a una terra libera», Matteo Salvini, direttore RPL. «Sono orgogliosa di essere padana anche perché è nato il mio nipotino Tommaso», Mariangela, Osnago. «Ve lo dico in italiano, così mi capite tutti: se avete i cosiddetti, tirateli fuori che non dobbiamo abbassare la guardia», Irma, Torino.
    «L'identità padana la sento dentro di me, per quello che andai sul Po. Avevo capito che se volevamo battere la baraonda romano centrista, il Nord doveva trovare le sue identità. Parlando di Padania parliamo dei nostri valori, è l'unico modo per resistere alla massificazione dopo la caduta del muro di Berlino. Noi non siamo affaristi come quelli della sinistra, noi guardiamo ai valori. Ma i padani si devono svegliare se non vogliono diventare rincoglioniti dal consumismo e schiavi», Umberto Bossi, segretario
    . «Il nostro orgoglio è il lavoro, al Sud sono orgogliosi della mafia», Paolo, Padova. «Prima di tutto mi sento me stesso, poi lombardo, padano, italiano ed europeo», Ettore A. Albertoni, assessore alle Culture in Lombardia. «Se il presidente Ciampi dice di essere orgoglioso di essere livornese e italiano, perché io non posso gridare di essere padana?», ascoltatrice anonima, ore 12,25. «Adesso che i musulmani hanno vinto in Turchia, vedrete che fine farà l'Europa», Massimiliano, Belluno. «Sono nato in Calabria e sono orgoglioso di indossare la camicia verde. Dobbiamo evangelizzare gli elettori. Sì al local, no al global», Gigi, Monza. «Ma questi che non sono orgogliosi di essere italiani, perché non vanno a vivere all'estero?», ascoltatore meridionale, ore 10,45. «Sono bellunese, razza Piave. Leggete "La rabbia e l'orgoglio" di Oriana Fallaci», Primina, Milano. «Cacciate Borghezio che è andato coi fascisti a Roma», ascoltatore anonimo di Torino, ore 11,15. «Quello di prima è l'Ivo che è un comunista, quando parla di Borghezio si sciacqui la bocca», ascoltatore anonimo di Torino, ore 11,17. «Noi padani difendiamo la famiglia come argine verso il processo di appiattimento e standardizzazione in atto. Vogliamo rivendicare il nostro sentirci comunità. Chi ci accusa di provincialismo è provinciale lui stesso», Roberto Maroni, ministro. «Sono dell'Istria, non posso essere italiano. Dopo la guerra ci hanno venduto ai comunisti», Marzio, Verona. «Sono un uomo di montagna. Diciamolo urbi et orbi che siamo padani, anche se questo dà fastidio. E ai padani dico di svegliarsi, perché troppi di loro sono narcotizzati dal proprio benessere», Roberto Castelli, ministro. «Non abbiamo più pazienza di fronte all'infinita invasione degli extracomunitari», Mariangela, Treviso. «Perché a scuola ci insegnano i 7 re di Roma e non i Dogi della Serenissima?», Federico, Venezia. «Quando vado all'estero mi vergogno di essere italiano, perché tutti pensano alla pizza e al mandolino. Viva l'indipendenza», Zeno, Bergamo. «Vorrei morire padana ma il sogno si allontana, purtroppo», ascoltatrice, ore 9,35. «Facciamo conoscere di più Cesare Pavese che era un padano delle Langhe», Gianfranco Brusasca, Cornaredo. «Al primo posto dei valori padani c'è la solidarietà. Sono andato in Molise a portare la solidarietà del Parlamento ma anche quella dei padani. Siamo un popolo generoso e sono orgoglioso che abbiano rispettato il fazzoletto verde che avevo nel taschino», Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato. «Dopo che Borghezio è andato dai fascisti, mi confermo italiano. L'Italia è il Paese delle libertà, esistete anche voi», ascoltatore bellunese. «La Rai è un luogo di battaglia politica, gli ascoltatori fanno bene a criticarla: deve dare più spazio alle culture locali, dalle Alpi al canale di Sicilia. La tv nazional-popolare è finita», Ettore A. Albertoni, consigliere Rai.
    «Basta con Gad Lerner che è anche lui un extracomunitario», Romana, Lodi. «Se la situazione è così disastrosa, perché la Lega ha il 4 e non il 40% dei voti?», Matteo Salvini, direttore RPL. «L'Italia ci ha portato solo lutti, tasse e furti», ascoltatore, ore 10,55
    . «Ci sono code per un incidente sulla Varese-Milano, verso l'Italia», info traffico, Radio Padania Libera. «Più che orgoglioso, ho l'acquolina in bocca se penso alla Padania: polenta e baccalà, risi e bisi», Giuliano. «Sono comunista ma anche padano», ascoltatore milanese, ore 15,40. «A quello di prima, ditegli di andare a San Pietroburgo», Rachele, Magenta. «Sono rimasta vedova nel '55. I milanesi non mi hanno mai aiutato, ma io sono leghista e meridionale», Angela, Mantova. «In Padania come dite voi ci sono 22 milioni di abitanti, 21 milioni non votano Lega. Quelli non contano?», ascoltatore dissidente, ore 16,30. «Sono orgoglioso di essere padano perché ho la coscienza a posto», Max Parisi, ex direttore di Telepadania. «Sono orgoglioso di essere padano perché i nostri ministri stanno facendo il cambiamento, senza pensare ai propri interessi come fanno gli altri al governo», Christian, Milano. «Amo i padani perché si tirano su le maniche e lavorano», Esterina, Peschiera Borromeo. «Sono una padana doc, quando do lo scontrino nel mio negozio, sopra c'è scritto buona Padania», Graziella, Brescia. «Domenica sono andata per le mie montagne del Cadore. C'era il cielo azzurro ma poi sono arrivate due negre e mi è venuta la rabbia», Daniela, Treviso. «Sono venuto a Genova dalla Sicilia, perché il comunismo ha fatto sparire il lavoro», Mimmo, Genova. «Ai miei figli ho insegnato a contare i numeri in dialetto. Ho cercato di trasmettergli qualcosa della cultura padana. Ma io so il dialetto», Umberto Bossi, segretario. «Sono un pensionato, il mio orgoglio è che mi alzo al mattino e mi sento un padano», Martino, Bergamo. «La Padania l'ho trovata anche sul vocabolario della lingua italiana. Quindi esiste», Angela, Milano.
    «Noi veniamo anche dagli elfi e dagli hobbit. L'ho letto nel "Signore degli anelli"», Gerry, Mantova
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

 

 

Discussioni Simili

  1. Le aspettative DAL governo Prodi
    Di lupocattivo (POL) nel forum Il Termometro Politico
    Risposte: 11
    Ultimo Messaggio: 08-06-07, 15:45
  2. FCO-IAD: importanti aspettative di UA
    Di Tocky nel forum Aviazione Civile
    Risposte: 33
    Ultimo Messaggio: 05-04-07, 00:29
  3. Ottimissime Aspettative!
    Di Colonnello nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 20
    Ultimo Messaggio: 22-05-06, 22:58
  4. aspettative
    Di Maria Vittoria nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 14-11-05, 13:50
  5. aspettative
    Di Maria Vittoria nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 14-11-05, 08:36

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito