Simone Paliaga, L’uomo senza meraviglia. La globalizzazione nell’epoca della rete.
Prefazione di C. Bonvecchio. Edizioni di Ar. Euro 9,00
La meraviglia divampa dalla pluralità. L’esperienza delle differenze (come Erlebnis: senso della vita) innerva l’uomo, e lo stupore che ne viene destato lo chiama, pretende da lui una risposta. La chiamata è una domanda intorno al senso del mondo, cui egli non può sottrarsi, pena la rinuncia alla libertà. Allorché dispiega le sue maglie sull’intero pianeta, la globalizzazione finisce con l’avvolgerlo in una flessibile quanto fitta rete di scambi commerciali e finanziari. Irretito in una trama inesauribile di contatti virtuali, il mondo si immergein un chiarore grigio, da cui non trapela alcun segno che annunci la presenza della pluralità delle culture, dei popoli - delle forme viventi. Il mercato si espande e qualsiasi prodotto che vi circoli deve proporsi ovunque, come cosa mutilata proprio di quelle differenze che, intarsiando la terra, rivelano la bellezza-bontà della imago mundi. La rete, che diffonde le merci in ogni contrada, deve risultare indispensabile. E’ allora che il pensiero unico assurge a condizione essenziale per il funzionamento di questo apparato di fragile complessità. La estinzione delle diversità culturali diviene la condizione del sussistere di una economia-mondo, per conformare e strutturare l’universo dell’homo oeconomicus. E al sistema reticolare che regge la sussistenza economica spetta il compito di esonerare l’uomo dal partecipare alla vita, ossia all’anima, dei suoi luoghi, di coltivare i suoi rapporti con il mondo, di instaurare le proprie relazioni con gli altri: poiché ogni suo bisogno troverà soddisfazione con l’accesso a questo meccanismo.
Così, l’onere di confrontarsi con un mondo abitato dalle differenze, di parlare con esse, si dilegua. A quest’uomo muto e mutilo tocca solo sviluppare le competenze che gli consentiranno di accedere ai servizi offerti dall’unica rete disponibile. Allora la pluralità diserterà il tempo degli uomini, di essa restando solo esangui simulacri e avanzi induriti. Così come si eclisserà la Stimmung che rende la vita meritevole di essere vissuta: l’aura del meraviglioso. Svuotato di essa, disanimato, l’uomo non saprà più diventare ciò che è, ma si perderà nella gestione dell’esistente - senza meraviglia.
-----------------------------