Grande manifestazione per far rispettare la BossiFini
di Gianluca Savoini
Il prossimo 1° dicembre la Lega Nord scenderà in piazza per ribadire che la nuova legge sull’immigrazione, la Bossi Fini, va applicata senza alcuna riserva. «Tolleranza meno 10!», esclama Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord e vicepresidente del Senato. «Il nostro paese deve finalmente ripristinare la legalità e dimostrare che la brutta epoca dell’Italia “ventre molle d’Europa” è definitivamente tramontata spiega Calderoli . Abbiamo scelto Brescia per indire la nostra tradizionale manifestazione di fine anno in quanto quella città sta soffrendo la presenza di extracomunitari clandestini che hanno ridotto interi quartieri in sottospecie di Bronx».
Senatore Calderoli, lunedì è l’11 novembre, data in cui si chiude la possibilità di regolarizzare gli extracomunitari che hanno un posto di lavoro. Da martedì “tolleranza meno 10”, come dice lei?
«Da martedì chi non ha in corso la domanda di regolarizzazione già presentata dal proprio datore di lavoro dovrà essere espulso. Non ci saranno più alibi di sorta per chi non vuole applicare la legge».
C’è però già qualche solerte magistrato che ha imposto a due datori di lavoro di assumere l’immigrato non in regola, anche senza la loro volontà.
«Ho saputo di questa incredibile azione da parte di due giudici del lavoro che in questo modo pretendono di decidere chi può restare o meno sul nostro territorio.
Qui si cerca di aggirare la legge Bossi Fini, alla faccia della volontà popolare di chi ci ha votato per contrastare l’illegalità. A questo punto chiedo ai datori di lavoro “vittime” di tale incredibile
decisione di contattare il mio ufficio in via Bellerio, a Milano (telefono: 02662341), in quanto sono pronto ad andare a fondo su questa vicenda, arrivando, se necessario, a chiedere l’intervento della Corte costituzionale. I giudici non possono imporre simili angherie ai datori di lavoro».
Qualcuno ha interpretato la manifestazione del 1° dicembre anche come un no all’allargamento ad est dell’Unione europea. È così? «Non è esatto. Noi siamo favorevoli ad un’Europa confederazione di nazioni e non al Superstato. Inoltre temiamo che, senza paletti ben precisi, ci potrà essere il rischio di un’invasione di massa proveniente dai paesi dell’est, dalle loro frontiere poco controllate. Prima di intraprendere iniziative a livello europeo, decise dall’alto, che possono mettere in discussione le identità e le tradizioni dei singoli popoli e le rispettive sovranità nazionali, crediamo che sia doveroso sentire il parere dei cittadini, come ha fatto recentemente l’Irlanda e per questo motivo abbiamo proposto una modifica costituzionale per consentire il referendum su questioni attinenti alle modifiche dei trattati internazionali».
A proposito di allargamento dell’Ue, il presidente della Convenzione Giscard d’Estaing ha dichiarato che se la Turchia entrerà nell’Ue, sarà la fine dell’Unione. Per Prodi, invece, i turchi devono far parte dell’Ue.
«Sono perfettamente d’accordo con Giscard. A questo punto, aggiungo io, se entra la Turchia è lecito chiedere anche l’ingresso dell’Afghanistan e dell’Iraq. A quando Bin Laden presidente della commissione al posto di Prodi? La Turchia con l’Europa non c’entra proprio nulla».