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  1. #11
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    dopo il "boom" lunare del 69-72, il nulla, nemmeno una missiocina ogni 10 anni....
    inoltre va a fallire proprio l'apollo 13, forse il regista era superstizioso

    e i sovietici...dopo aver perso la gara avrebbero avuto 20 anni di tempo....

    ma forse solo alcune delle missioni sono false.
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  2. #12
    Hanno assassinato Calipari
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    Comunque sia andata, è stto uno spreco di soldi vergognoso.

    PFB: sei come i sionisti amici di Hitler che sfruttano l'Olocausto per fare le vittime 50 anni dopo.

  3. #13
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    Originally posted by yurj
    Comunque sia andata, è stto uno spreco di soldi vergognoso.


    Beh, nel suo libro-dossier, Kaysing (Kaysing, e non io, che mi limito a riportare diligentemente la notizia…) sostiene che c’era da rispettare l'impegno preso da Kennedy che aveva promesso che, entro il 1970, un americano avrebbe messo piede sulla Luna e sarebbe tornato sulla Terra sano e salvo… Un impegno tale da giustificare la colossale spesa sostenuta.

  4. #14
    Hanno assassinato Calipari
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    E poi ci lamentiamo di Berlusconi

  5. #15
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    Molto interessante.
    Secondo voi, gli ameri-cani non avrebbero la tecnologia necessaria per effettuare l'allunaggio, oppure cosa?
    Capisco che la bufala possa essere stata inventata artatamente per contrastare la superiorità tecnologica sovietica di quel periodo, ma non saprei dire perchè ora, dopo il crollo sovietico, gli americani non ripetano la missione...
    bah... misteri a stelle e strisce.

  6. #16
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    io credo che non tutte le missioni siano riuscite, bisognerebbe scoprire quali,
    forse la prima riuscita fu la 15 nel luglio 71.

    comunque al ritmo di due prove l'anno le spese erano ingentissime e provocarono una tempesta politica, tanto che gli allunaggi sono oggi tabù,
    mandare un robot automatico con 1/10 della spesa dà gli stessi risultati.
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  7. #17
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    La Nasa contro gli scettici: sulla Luna ci siamo andati
    di Giovanni Caprara

    La Nasa non sopporta più di essere sbeffeggiata e smentita sulla conquista più illustre che l' ha resa grande, lo sbarco sulla Luna. E dopo oltre trent' anni ha deciso di contrattaccare. Così ha incaricato un suo ingegnere, James Oberg, noto per essere anche un buon autore di storie spaziali, di scrivere un libro dove smaschera gli imbroglioni, demolendo le loro critiche finora indirizzate alla Nasa.

    CRITICHE - Critiche pesanti, perché sostengono che gli americani non hanno mai messo piede sulla Luna, che le sei spedizioni Apollo con i 12 astronauti che hanno camminato sulle sabbie seleniche non sono mai avvenute e che la Nasa ha organizzato una grande truffa «trasmettendo» le sue immagini lunari da un set hollywoodiano allestito nell' hang ar di una base militare segreta. A «rafforzare» la stravagante convinzione nel 1977 anche il film «Capricorn One» i cui fotogrammi raccontavano una analoga vicenda.

    IL LIBRO - Come non bastasse, a far lievitare ulteriormente la «teoria della cospiraz ione» dieci anni dopo ci pensava Bill Kaysing, un tecnico in pensione della società Rocketdyne costruttrice di motori a razzo impiegati nel programma Apollo con un libro dall' eloquente titolo «Non siamo mai stati sulla Luna: una beffa da 30 miliardi di dollari» stampato anche in qualche Paese al di fuori degli Usa, Italia compresa. Così si alimentava l' idea dell' imbroglio. Ma la Nasa non replicava, lasciando correre questa e altre storie stravaganti, come la «faccia» scoperta sulle fotografie di Marte, i veicoli spaziali misteriosi e altre amenità del genere.

    TELEVISIONE - L' anno scorso ad attizzare il fuoco degli increduli interveniva negli Stati Uniti un programma della Fox Television («Teoria della cospirazione: siamo atterrati sulla Luna?»), in seguito al quale l' ente spaziale veniva bersagliato da una nuova ondata di accuse ma anche da numerose lettere che chiedevano la verità. E così scattava la molla di una risposta. Roger Launius a capo dell' ufficio storico della Nasa inc aricava James Oberg di preparare (per 15 mila dollari) un libro per ribattere e cancellare una volta per tutte le bugie dei critici. «A scriverci - dice Launius - sono stati soprattutto molti insegnanti preoccupati delle dicerie e desiderosi di dare risposte giuste ai loro studenti evitando di accrescere l' incertezza». Così è partita l' «operazione verità».

    LE PROVE - Gli scettici dicono che tra le prove del falso sbarco vi è la bandiera americana che si muove per il vento dopo essere piantata nel finto Mare della Tranquillità (ma è l' effetto dell' assenza di atmosfera e della reazione dell' impatto nel suolo, dice la Nasa); c' è la mancanza di stelle in alcune fotografie (ma è la luminosità del soggetto che le fa sparire, spiega la Nasa) ; e anche alcune ombre che sarebbero orientate male (la Nasa dimostra che sono giuste). Quanto fosse insopportabile la situazione lo dimostrava nel settembre scorso anche il fatto che l' astronauta Edwin Aldrin, 72 anni e secondo uomo ad essere sbarcato sulla Luna dopo Neil Armstrong, prendeva a pugni per strada un uomo di 37 anni che lo accusava di raccontare il falso.

    LA VERITA' - «Dimostrerò inequivocabilmente che sulla Luna ci siamo stati», ha fatto sapere James Oberg ricordando che la Nasa sta lavorando per ritornarci e per rimanerci questa volta stabilmente, pensando pure ad una stazione spaziale da lasciare nel circondario. Pure l' Europa spedirà l' anno prossimo la sua prima sonda in orbita selenica e altrettanto farà il Giappone e presto persino la Cina. Ma sarà una società privata americana ad aiutare la Nasa nell' operazione verità. La Transorbital sta preparando una sonda da mandare proprio intorno alla Luna per scattare foto ad alta risoluzione della superficie sulle quali si ved ranno anche i resti delle spedizioni Apollo lasciati dagli astronauti.

    Dal Corriere della Sera dell'otto novembre 2002

  8. #18
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    Da uno che scrive un libro su come andremo su Marte, non mi posso aspettare una posizione diversa

    La puntata di Stargate e' stata deludente, non ha mostrato i filmati piu' interessanti

    Buona narrazione con audio aggiunto dopo a tutti

  9. #19
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    LEGGENDE LUNARI
    di Alfredo Lissoni

    Luglio 1969. Le televisioni di tutto il mondo stanno trasmettendo le prime fasi di un momento cruciale per il genere umano, lo sbarco sulla Luna. Un piccolo passo per un solo uomo, un grande balzo per l'umanità, si dirà. Siamo in piena telecronaca diretta. Tito Stagno in Italia e Ruggero orlando in America stanno commentando attimo dopo attimo tutti i momenti dello sbarco. É l'ora X. Gli schermi mostrano il modulo lunare che si posa sul terreno. Si apre uno sportello, viene calata una scaletta e l'astronauta Neil Armstrong comincia a scendere. Una voce fuori campo commenta: «Evviva! Stiamo vedendo le prime immagini dell'uomo sulla Luna». Perfetto. Ma se questo è il primo uomo che scende sulla Luna, chi lo sta riprendendo con la cinepresa?

    Mai nessuno sulla luna
    Londra, 1994, nella redazione del Sunday Telegraph. «Macché conquista della Luna: nessun essere umano ci é mai andato, sino ad ora. Gli americani si inventarono gli sbarchi da capo a piedi per impressionare i russi e batterli sul tempo nella ricerca spaziale, marcando un grosso punto a proprio favore nel clima teso della guerra fredda». A parlare così è l'ingegnere californiano Bill Kaysing, un settantaduenne con un background tecnico più che rispettabile, dal 1956 al 1963 direttore delle pubblicazioni tecniche del gruppo Rocketdyne, che sviluppò i motori per il progetto Apollo. «Quando Armstrong scese la celebre scaletta - continua Keysing - non era affatto sulla Luna, ma in uno studio televisivo segreto nel deserto del Nevada. La NASA non era affatto sicura che un'impresa spaziale di questo tipo, complicatissima da un punto di vista tecnico, costosissima e pericolosa, sarebbe riuscita. E per non fare una figuraccia a livello mondiale, decise di girare un finto allunaggio da dare in pasto al pubblico. Sia la missione Apollo 11 che i successivi cinque sbarchi lunari vennero sceneggiati con maestria. Ma in definitiva l'uomo non è mai andato sulla Luna. Fantasie? Niente affatto. Se osservate attentamente e con spirito critico i filmati diffusi all'epoca vedrete una serie di anomalie che fanno riflettere non poco. Per esempio, nelle foto scattate sulla superficie del satellite, malgrado l'assenza di atmosfera non si vedono assolutamente le stelle. Dove sono andate a finire? In alcune sequenze, poi, gli astronauti proiettano delle strane ombre molto nitide e sono illuminati in un modo non riconducibile ai soli raggi del sole. Addirittura si vedono perfettamente le ombre dei sassi al suolo...E infine, se analizziamo il filmato dell'allunaggio, si nota che i motori propulsori del modulo non formano crateri al momento della discesa. Come lo spiegate tutto questo?».

    Una finzione televisiva
    L'uomo dunque non ha mai messo piede sulla Luna? «Esattamente. - ha dichiarato l'esoterista Claudio Naso durante una trasmissione televisiva su un'emittente privata milanese, nel 1989 - Guardate la scena in cui Aldrin cammina sulla Luna. La linea dell'orizzonte, alle sue spalle, è troppo bassa e troppo netta. Ed è di un nero totale che sa più di tendone televisivo che non di cielo privo di atmosfera. E poi, come mai le prime sequenze della discesa di Armstrong sono così sfuocate, addirittura rovesciate, ad un certo momento, per un guasto della cinepresa e poi, poco dopo, diventano perfette? Addirittura vediamo un'inquadratura della celebre impronta di scarpa lasciata sulla Luna che è così nitida e precisa che si scorgono persino i rilievi della suola...E ancora, visto che sulla Luna non c'è atmosfera, come mai la bandiera americana continua a sventolare?». Queste credenze circolano in America dalla metà degli anni Settanta e, periodicamente, rimbalzano nel resto del mondo. Accettate acriticamente o rifiutate in toto, queste obiezioni, a detta dei loro sostenitori, mettono in crisi la scienza ufficiale che, ufficialmente, non si è mai accorta di queste anomalie.

    « C'è una foto della missione Apollo 12 - ha scritto nel 1994 la rivista americana Nexus - che mostra l'astronauta Charles Conrad mentre riprende il collega Bean con una cinepresa. Sul casco di Conrad si vede chiaramente riflessa l'immagine di Bean, e si vede ancor più chiaramente che il secondo astronauta non ha alcuna macchina fotografica in mano. Dunque, chi ha scattato la foto a Conrad?». Non per questo Nexus ritiene fasullo l' allunaggio, ma la redazione della rivista si dice convinta che diverse sequenze fotografiche siano state preparate a parte, simulando in maniera molto cinematografica lo sbarco, per fornire al mondo un'immagine più esaltante della conquista americana dello spazio, tipica della filmografia hollywoodiana.

    E le anomalie non si esauriscono qui. Secondo i sostenitori della messinscena spaziale in diverse sequenze fotografiche delle missioni Apollo si vedono delle strane luci non meglio identificate. Una di queste si riflette sul vetro di una macchina fotografica ed è apparentemente uno dei faretti piantati al suolo dagli astronauti. Ma, se osserviamo bene, vediamo che questa luce è sprovvista di qualsiasi sostegno. «Per forza, è appeso con un gancio al soffitto. - sostengono gli increduli - Quale soffitto? Ma non sapete che queste immagini sono state girate nella base Northon di S.Bernardino in California?».

    Venti milioni di creduloni?
    In realtà, per ognuna di queste anomalie esistono delle spiegazioni scientifiche ben precise. La bandiera americana che apparentemente sventola e non cade al suolo «come dovrebbe essere, per la minore gravità», è sostenuta da un'anima metallica e, checchè se ne dica, non si muove (si tratta di un'illusione ottica causata dalla pessima qualità delle riprese). Quanto alle stelle che non sono visibili, avete mai provato a riprendere il cielo stellato con una moderna telecamera a otto ingrandimenti? Con tutta la buona volontà offerta dalla moderna tecnologia, non ci riuscirete. Quanto alla discesa del primo astronauta lunare, venne filmata da una cinepresa esterna. Il successivo sbarco di Aldrin, molto più nitido, venne fotografato direttamente da Armstrong. Le ombre nitide degli astronauti sono dovute proprio alla presenza di quei faretti che i negatori dell'allunaggio vogliono appesi al soffitto, mentre la mancanza del cratere lunare è dovuta alla planata dolce del modulo (il cratere, semmai, doveva formarsi durante il decollo).

    Come mai, allora, sono nate tante leggende? La spiegazione, oltre che alla fantasia sbrigliata di alcuni scrittori, la si può attribuire alla diffusione incontrollata del materiale documentaristico da parte della NASA. In qualsiasi testo troviamo difatti, mescolate senza molto criterio, foto di prima mano (scattate cioè direttamente dagli astronauti) e sequenze di seconda mano, riprese dai filmati. Queste ultime sono molto sfuocate e indefinite. E questo spiega l'arcano della diversità di immagini! Queste considerazioni, evidentemente, non hanno convinto quei venti milioni di americani che, secondo un sondaggio del Washington Post effettuato nel luglio del '94 in occasione del venticinquesimo anniversario dell'avventura spaziale, hanno dichiarato di non credere nell'allunaggio. Di questi, il 5% nutre forti dubbi ed il 9% é addirittura assolutamente convinto dell' inganno. Una statistica che non stupisce più di tanto, se consideriamo che leggende di questo tipo vengono alimentate persino da un ex tecnico della NASA.

    Dal sito www.voyager.rai.it

  10. #20
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    Bhe io se devo dire la mia, non ho mai creduto alle teorie conspirazioniste, e questa é una delle tante!
    Sinceramente, ho sentito tanti discorsi sul perche non ci siamo andati sulla luna e tutte sti retroscena, ma non ho ancora visto nulla di veramente convincente.

    Le foto con le ombre distorte, oppure con direzioni diverse non sono affatto una prova di falsitá.
    Le ombre seguono il terreno (non c'e prospettiva nell'ombra) e tutti sanno che in presenza di piú sorgenti luce, l'ombra emessa si moltiplica (diventerá quattro), quindi per me sulla luna ci siamo andati
    Syntax error.

 

 
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