MILANO - Dopo Silvio Berlusconi e il fratello di Silvio Berlusconi, anche il cugino di Silvio Berlusconi, Giancarlo Foscale, usufruisce della nuova legge sul falso in bilancio votata dalla maggioranza del presidente del Consiglio: e in Corte d' Appello si vede cancellare la condanna a 3 anni di reclusione incassata il 2 luglio 1999 in Tribunale per i fondi neri ' 89-' 93 di «Publitalia», la concessionaria di pubblicità Fininvest che presiedeva.

1-X-2 - Anche questa sentenza, come quella che lunedì ha dissolto per prescrizione 372 miliardi di falsi in bilancio Eni, si lascia alle spalle lo smarrimento di tre differenti risultati per tre imputati dello stesso fatto, all' inizio contestato simultaneamente (tra gli altri) a Foscale, a Marcello Dell' Utri e a Urbano Cairo. La diversa tempistica dei tre giudizi ha prodotto questa singolare conseguenza: mentre per Dell' Utri lo scorso 29 ottobre la quarta sezione del Tribunale ha sospeso il processo e interpellato intanto la Corte Europea di Giustizia sulla conformità della nuova legge alla direttiva europea del 1968, Cairo rimane con i 20 mesi patteggiati nel 2000 davanti alla stessa sezione per un reato (falso in bilancio), che ieri non è stato più tale per Foscale alla luce della nuova legge, fatta valere dagli avvocati Vittorio Virga e Lucio Lucia. E difatti ora il difensore di Cairo, Giuseppe Pezzotta, già si prepara a chiedere (in sede di esecuzione), la cancellazione della pena: sia dopo una recente sentenza di Cassazione, sia dopo il verdetto d' appello di ieri, che ha prosciolto Foscale, Valerio Ghirardelli e altri 8 imputati: in parte per «non luogo a procedere per mancanza di querela», e in parte «perché il fatto non è più previsto dala legge come reato». Prescrizione, infine, sulla frode fiscale.

ROGATORIE - Un punto fermo, invece, la Cassazione l' ha messo sull' interpretazione che i giudici di Milano avevano dato alla controversa legge sulle rogatorie, che i difensori in particolare di Berlusconi e Cesare Pre viti avevano aspramente criticato, giungendo a inserirla tra le cause per le quali a loro avviso i processi Sme e Imi-Sir avrebbero dovuto essere tolti a Milano e spostati a Brescia. Ora la Cassazione, nelle 37 pagine di motivazione di una sentenza d ecisa il 16 ottobre, sposa completamente la tesi milanese. Anche con la nuova legge non è affatto indispensabile il timbro di «conformità all' originale su ogni fotocopia di atto trasmesso» in Italia dallo Stato straniero: basta invece «l' atto forma le di trasmissione» da parte dell' autorità straniera, che «conferisce agli atti trasmessi la garanzia di autenticità e conformità all' originale». Ogni interpretazione «di contenuto pesantemente formalistico», come quella propugnata dai difensori di Berlusconi e Previti, per la Cassazione «sarebbe in contrasto» con «la prassi consolidatasi in questa materia» a livello internazionale: «Così come completamente avulsa dal sistema apparirebbe la sanzione di inutilizzabilità che si riferisse alla ma ncata osservanza di tali formalità».
Fonte:Corriere della Sera





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