Polemica sugli opuscoli
Bufera sul materiale informativo sull'Aids diretto ai ragazzi, del Ministero della Salute: si incita a rifiutare il sesso promiscuo, poche raccomandazioni sul condom
ROMA - Non si nomina, o quasi, l'uso del preservativo, si danno consigli sbagliati sulla prevenzione dell'Aids. E' bufera sugli opuscoli distribuiti nelle scuole dal Ministero della Salute curato dai ministri Moratti e Sirchia.
Barbara Pollastrini della Segreteria Ds ''si tratterebbe di una campagna di disinformazione basata sulla paura, che non aiuta affatto i giovani a conoscere e ad evitare i comportamenti a rischio e soprattutto non educa all'uso del profilattico, a tutt'oggi l'unico strumento di prevenzione noto. Per parlare agli studenti servono dialogo, informazione scientifica, toni pacati ed equilibrati: solo così essi possono acquisire consapevolezza dei loro comportamenti.
Riccardo Pedrizzi, responsabile delle politiche della famiglia di Alleanza nazionale: ''sono sacrosanti i contenuti degli opuscoli. Chi li critica evidentemente ritiene che il libertinismo sia l'unico degli stili di vita possibili e immaginabili. An ritiene che dire agli studenti delle scuole medie che per non contrarre l'Aids bisogna innanzitutto evitare i comportamenti a rischio, primo dei quali il libero amore e la promiscuità sessuale, dando spazio e contenuti all'idea di una sessualità non scissa dal concetto unitario di persona, forse è poco progressista e politically correct, però è sacrosanto''.
Rosy Bindi , responsabile delle politiche sociali della Margherita dice che il governo ''è incapace di dare un segnale concreto di attenzione vera al dramma dell'infezione da Hiv. Non si vedono progetti, non c'è traccia della Campagna informativa nazionale, manca una strategia che integri ricerca, assistenza e prevenzione, mancano azioni mirate nei confronti delle persone più esposte al rischio. In compenso si tagliano i fondi per le comunità le case alloggio e si ignora la consulta del volontariato. Un bilancio è deludente - ha concluso Bindi - ed a farne le spese sono i malati, le persone sieropositive a cui si nega il diritto al lavoro e ad un futuro sicuro e sereno''.
da: www.ilnuovo.it