Sconcertati, stupiti, preoccupati





SENTENZA ANDREOTTI: AVEVA RAGIONE PIER PAOLO PASOLINI



Editoriale del 18 novembre



Sconcertati, stupiti, preoccupati. Sono questi la maggioranza dei commenti
alla sentenza che a Perugia ha condannato Giulio Andreotti a 24 anni di carcere
per l'omicidio Pecorelli.

Non è secondario sottolineare come questi commenti provengano dagli eredi o
dagli attuali rappresentanti dell'establishment. Eppure non è difficile
intravedere dietro i commenti il riemergere di una guerra pesantissima
all'interno dei vari apparati dello Stato. Procure che si contraddicono tra loro
e si fanno le scarpe l'una con l'altra, settori della polizia e dei carabinieri
in conflitto e competizione, servizi segreti mai risistemati veramente - neanche
dal governo di centro-sinistra - e ceto politico di governo sempre più
conflittuale tra le sue varie anime.

Sono ancora freschi i commenti al vetriolo di AN e Lega contro gli ex
democristiani, mentre colpisce la corsa al garantismo degli ambienti Mediaset
sulla vicenda dei militanti del movimento arrestati giovedì notte, un garantismo
che batte però ossessivamente sulla stessa conclusione: i giudici fanno politica
e cercano di riscrivere la storia e la mappa politica nel nostro paese.

Se questo è vero, una sentenza come quella contro Andreotti rappresenterebbe
una riscrittura radicale della storia recente e di quella presente della
Democrazia Cristiana. Noi non abbiamo mai avuto a disposizione le informazioni
che hanno avuto per le mani i magistrati di Perugia o quelli siciliani (che in
appello però assolsero Andreotti), noi in trenta anni abbiamo dovuto usare il
metodo indicato da Pier Paolo Pasolini per affermare di sapere come sono andate
le cose nel nostro paese anche senza averne le prove.

Dentro la bufera in cui il governo Berlusconi in Italia e quello di Bush in
America stanno infilando di nuovo il mondo, non potremo contare su apparati
dello stato neutrali o su mandanti internazionali rispettosi. Oggi costoro sono
già in guerra tra loro e senza esclusione di colpi e non esitano a colpire anche
i movimenti sociali che in questa resa dei conti rappresentano la variabile
indipendente.