"Libertà e Giustizia" vede la luce
Presentata a Milano, con un bagno di folla, l'associazione promossa tra gli altri da Umberto Eco e Gianni Locatelli: "Vogliamo riavvicinare i cittadini alla politica". De Benedetti: "Non è il mio partito".
di Sabrina Cohen
MILANO – Partito bagnato, partito fortunato. E’ il caso di parafrasare il vecchio detto. Ma a giudicare dalle centinaia di persone assiepate sotto gli ombrelli, davanti alle porte del Piccolo Studio, Libertà e Giustizia inizia sicuramente incassando un “dieci e lode”. Il movimento nasce da un’idea estiva di un gruppo di personaggi dalle estrazioni più diverse. “E’ un’associazione – spiegano Gianni Locatelli e Umberto Eco - che vuole essere viva e dire la sua nel campo della politica”. Non ha niente in comune con i girotondi di Nanni Moretti tranne per la linfa vitale: ovvero la partecipazione della cittadinanza. Il programma dell’associazione è quella di creare "un anello di congiunzione" tra i partiti e la società civile.
Alla gremita presentazione la prima cosa che salta agli occhi è la partecipazione massiccia del pubblico: giovani, uomini e donne, pensionati, imprenditori, qualche volto noto mischiato tra le poltrone del teatro tra i quali Leopoldo Pirelli, Renato Mannheminer, Mario Dotti, Carlo Caracciolo e Carlo De Benedetti. Tra i soci fondatori, lo ricordiamo, troviamo Umberto Eco, Enzo Biagi, Gianni Locatelli, Guido Rossi, Alessandro Galante Garrone, Giovanni Bachelet, Enzo Cipolletta, Claudio Magris, Giovanni Sartori, Umberto Veronesi e Gae Aulenti, Simona Peverelli e Aldo Gandolfi. Grazie alla verve di Gad Lerner, il dibattito tra I soci fondatori si accende subito e vi assitono, grazie a un maxischermo, anche le persone rimaste fuori.
"Questa associazione - annuncia il presidente, Gianni Locatelli - nasce da un atto di fiducia nei confronti degli italiani. E da un progetto: quello di cercare di dare risposte alla domanda fortissima di politica che sale dalla società. Non siamo un pensatoio illuminato ma vorremmo, questo sì, una maggioranza illuminata. La nostra idea è quella di condizionare la politica, non certo di sostituirci a essa. Ma siamo consapevoli che nei cittadini aumenta in misura via via crescente uno stato di sofferenza nei confronti di partiti e istituzioni".
"Attenzione - avverte poi Umberto Eco - il distacco tra le istituzioni e i cittadini non è un dato solo italiano. E' trasversale e riguarda le più avanzate democrazie del mondo''. E, facendo riferimento alle recenti elezioni statunitensi, lo scrittore mette in luce come la gente si stia allontando dalla politica perche’ “distante”. Un sondaggio condotto da Ilvo Diamante pero’ mette in luce una novita’: oltre il 60% degli italiani ha manifestato in maniera attiva un avvicinamento alla politica: sia esso l’adesione allo scioepero generale, il girotondo di Moretti o piu’ semplicemente, sfilare in corteo durante una delle manifestazioni svoltesi negli ultimi mesi. Sono i giovani a cercare di avvicinarsi maggiormente alla politica anche per un bisogno materiale di identificarsi.
Il "patron" della nuova associazione, Carlo De benedetti, precisa però che non si tratterà del "suo partito" anche se sottolinea come per fare il politico bisogna avere una buona dose di cuore e di cervello. Nel maggio 2001 aveva appoggiato Rutelli per “ragioni di cuore”. Ora non smentisce ufficialmente che anche Romano Prodi “ha un grande cuore”.
Ritornando ad un suo possibile ingresso nel mondo politico, l’Ingegnere ha sottolineato come ”questa è una stupidaggine”. “Le caratteristiche peculiari di un imprenditore – spiega - sono autocratiche, quelle di un politico democratiche, io ho sempre scelto di fare l'imprenditore. Per chi come me ha sempre espresso idee di centrosinistra - aggiunge poi - qualsiasi contributo prevalentemente costruttivo ma senza escludere la protesta potrà aiutare il centrosinistra a ritrovare la sua strada".
Da: www.ilnuovo.it