Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    Quin igitur expergiscimini?
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    Predefinito La battaglia di Termini Imerese

    "E' molto più probabile che la Toyota acquisti il Colosseo che la Fiat".
    Così, impietosamente, il quotidiano della City, "The Financial Times", racconta la crisi della casa automobilistica torinese e commenta le voci che parlano di un possibile interesse giapponese per lo stabilimento di Termini Imerese.
    Purtroppo il sarcasmo degli Inglesi non è fondato sul nulla, perchè in Italia è veramente tutto in vendita al migliore offerente: dalla Fiat ai capolavori d' arte.
    Il governo CdL cerca dsperatamente qualche soluzione che salvi prima di tutto il portafoglio della Famiglia Agnelli e forse qualche posto di lavoro, utilizzando am an bassa gli ammortizzatori sociali.
    Ma non si placa la giusta lotta dei lavoratori Fiat. Alla testa del movimento ci sono gli operai dello stabilimento di Termini Imerese che, insieme agli addetti dell' indotto, occupano porti, aeroporti e autostrade.
    Questi operai stanno insegnando all' Italia che il lavoro si difende solo con la lotta. Quella dura.

  2. #2
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    Predefinito

    Quando i lavoratori di Termini Imerese sono arrivati a Messina, alla fine della scorsa settimana, per "chiudere" la Sicilia e per manifestare così il loro profondo dissenso verso un sistema capitalista che prima li ha spremuti ed ora è pronto, in nome degli interesse della famiglia Agnelli, a buttarli nella discarica del lavoro, non hanno incontrato ostilità. No, hanno trovato concreta solidarietà popolare. Il disagio di una città e di un' intera regione era evidente, ma al passaggio del corteo ci sono stati gesti di chiaro e pieno consenso.
    L' intera comunità siciliana, anzi l' intera comunità nazionale è stretta intorno agli operai Fiat, divenuti simboli della devastazione capitalista. Nell' unità di popolo che rinasce in Sicilia si manifesta una nuova coscienza nazionale.
    Se il sacrificio (una tassa una tantum, per esempio) si deve fare, si faccia, ma non per garantire i profitti della Ifil, ma per socializzare la Fiat e, dopo di essa, tutte le industrie strategiche italiane.
    La razza padrona, gli speculatori della finanza che fino ad oggi hanno realizzato profitti enormi con la complicità dei governi liberaldemocratici di destra e di sinistra, sempre pronti a favorire le privatizzazioni "richieste dal mercato", devono farsi da parte.
    La Fiat ha costruito i suoi stabilimenti con i soldi pubblici, ha utilizzato gli ammortizzatori sociali in modo da essere socia dello Stato solo nelle perdite e mai nei profitti. Ora è venuto il momento di far tornare la proprietà ai lavoratori. A volte una grande rivoluzione nasce da un singolo episodio nel quale si manifesta una nuova volontà popolare. Una forza inarrestabile e rivoluzionaria.

  3. #3
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    Predefinito Intervenga anche il Gabibbo!

    Attorno alla crisi Fiat si registrano le iniziative più disparate e disperate. Un gruppo di operai di Termini Imerese ha scritto al Gabibbo di"Striscia la notizia" affinchè intervenga
    "per smascherare chi fa promesse false illudendo gli operai già esasperati. Ti chiediamo di portare un tapiro al presidente della Regione Totò Cuffaro e all' assessore all' Industria Marina Noè. Entrambi nei mesi scorsi hanno sottovalutato il problema. Ma anche al presidente della Fiat Paolo Fresco per non avere cambiato il piano industriale e ai 61 parlamentari nazionali eletti in Sicilia, che si erano in un documento impegnati a non votare la Finanziaria".
    Vedremo che cosa risponderà la "Striscia" di presunta opposizione, in realtà molto berlusconiana, all' appello operaio. E' da precisare, poi, che i 61 parlamentari di cui sopra sono tutti della Casa delle Libertà. Vedremo se nel 2006 i Siciliani li riconfermeranno.

  4. #4
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    Predefinito

    La lotta dei lavoratori Fiat dilaga. I più determinati, gli addetti allo stabilimento di Termini Imerese, hanno aperto la strada, ma negli ultimi giorni si sono svolte manifestazioni in contemporanea a Cassino, a Pomigliano d' Arco, finanche a Melfi, dove sono giunti proprio gli operai siciliani per dare una mano ai colleghi lucani, numericamente poco rilevanti, visto che l' impianto, costruito con i soldi pubblici e regalato alla famiglia Agnelli, è quasi completamente robotizzato e forse per questo non è a rischio immediato di chiusura. Ovunque c'è stata solidarietà della gente. Come era già successo in Sicilia, la popolazione ha sopportato pazientemente i disagi, riconoscendosi in una battaglia che sta sempre più diventando un fenomeno che travalica i confini della semplice realtà dell' azienda torinese.
    Anche gli operai dell' Alfa Romeo di Arese sono scesi in lotta bloccando lo scalo aeroportuale della Malpensa.
    Ieri sciopero di quattro ore a Torino e corteo ed anche qui una testimonianza di solidarietà: alle 10 tutti i commercianti hanno abbassato le loro serrande. Intanto da lunedì partiranno 1023 lettere di licenziamento all' Alfa Romeo. Insomma, nell' insipienza delle forze politiche liberaldemocratiche, solo la mobilitazione dei lavoratori sostenuta dal popolo potrà impedire lo scempio. E forse mettere la prima pietra per la espropriazione e la socializzaizone della Fiat.

 

 

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