BOLLETTINO INFORMATIVO N°14
A CURA DELL'ASSOCIAZIONE LIMES
WWW.ASSLIMES.COM


- L'EPIGRAFE -

Non occorre sperare per intraprendere, né riuscire per perseverare
Guglielmo il Taciturno

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- AGGIORNAMENTO DEL SITO -

DOCUMENTI:
Mondialismo e geopolitica
http://www.asslimes.com/documenti/mondialismo.htm
- Testo della conferenza stampa tenuta dal Prof. Carlo Terracciano
- Dietro le operazioni di Berezovsky è visibile la nuova strategia della
CIA..." (A.Dugin)
- Il fantasma del dominio mondiale (In-Yu-Shin)
- La Russia di Putin ottiene la vittoria sull’attacco strategico (J.Tennenbaum)
Palestina:
http://www.asslimes.com/documenti/palestina.htm
- Nuove poesie della resistenza palestinese
- Gli oppressi vinceranno. Intervista con il Segretario Generale di Hezbollah
- Che cos’è l’antisemitismo? (M. Neumann)
Il male americano:
http://www.asslimes.com/documenti/male_americano.htm
- La minaccia culturale americana (R.Steukers)
Storia:
http://www.asslimes.com/documenti/male_americano.htm
- Gli ebrei collaborazionisti con il Terzo Reich

DAL MONDO
http://www.asslimes.com/dal%20mondo.htm
- I limiti della nostra "tolleranza" verso l'Altro (E.Galoppini)
- Necrofagia e passi di stivali (Aurora Uzas)
DOSSIER IRAQ:
- Non abboccare Saddam (J. Kleeves)
DOSSIER 11 SETTEMBRE
- 11 settembre 2001: una covert operation dello zio Sam? (J. Kleeves)

ECOLOGIA
http://www.asslimes.com/ecologia/ecologia.htm
In breve

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- NOVITA' LIBRARIE -



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Claudia Salaris, Alla festa della rivoluzione.
Artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume
Edizioni Il Mulino, pp.272, euro 17,00

John Pilger, I nuovi padroni del mondo
Edizioni Fandango, pp. 150, euro 11,00
L’oligarchia delle multinazionali e il grande inganno della globalizzazione in una serie di reportages. Le sue corrispondenze dall’Indonesia dimostrano come le ricette liberiste della Banca mondiale abbiano portato soltanto nuova miseria. Il suo viaggio in Iraq è una toccante testimonianza sul prezzo pagato dal popolo iracheno a causa dell’embargo deciso dall’Occidente. E ancora: Pilger racconta l’Apartheid vissuto dagli aborigeni in Australia, il primo Stato condannato per violazione dei diritti umani.I nuovi padroni del mondo affronta anche le conseguenze del dopo 11 settembre. Lo scacchiere economico delle multinazionali che governano il mondo, gli interessi delle compagnie petrolifere dietro alla guerra in Afghanistan, la censura e propaganda nei media globali. Attraverso interviste e un lavoro d’inchiesta puntuale, Pilger offre cartoline di verità per comprendere il nuovo ordine mondiale. Noam Chomsky ha definito il libro "una rivelazione, uno spiraglio di luce in questi tempi bui". Per il premio Nobel Salman Rushdie "Pilger utilizza i suoi reportage-verità come armi contro l'ingiustizia sociale".

Gore Vidal, Le menzogne dell'impero e altre tristi verità
Perché la junta Cheney-Bush vuola la guerra con l'Iraq e altri saggi
Fazi Editore, pp. 146, euro 13,00
Pezzo forte di questo secondo piccolo capolavoro di polemica e analisi politica è il saggio "L'amministrazione Bush e l'11 settembre"; in esso Vidal si spinge a sostenere che l'amministrazione USA conoscesse in anticipo ciò che stava per succedere l'11 settembre e abbia intenzionalmente deciso di "lasciarlo succedere", in quanto la successiva guerra al terrorismo avrebbe consolidato le sue posizioni di dominio politico ed economico sul mondo intero. E alle bugie degli "ultimi imperatori" sono dedicati anche gli altri undici brevi saggi. Uno di essi, completamente inedito, verte ancora sull'11 settembre e sulle sue conseguenze per la politica estera statunitense e l'equilibrio globale; negli altri, con il suo consueto stile sferzante e di impareggiabile eleganza, Vidal tocca altrettanti episodi "sporchi" della storia americana del Novecento: dalla decisione di sganciare l'atomica su Hiroshima, all'affermarsi della dottrina Truman; dal poco noto, ma sanguinario intervento in Guatemala all'espandersi delle basi militari USA in tutta l'Eurasia, all'eccessiva, scandalosa autonomia delle agenzie di intelligence. Tuttavia, non è tutto destruens il Vidal di questo nuovo libro, e avanza proposte concrete, in ordine a un maggiore controllo dei rapporti fra élite economiche e politiche americane (in altre parole, al conflitto d'interessi), e persino alla struttura statuale: perché non fare degli obsoleti Stati Uniti una comunità federale, sull'esempio dell'Unione Europea?
L'AUTORE Gore Vidal è fra i maggiori narratori e saggisti americani viventi. Fazi Editore ha già pubblicato, oltre alla fortunata raccolta di saggi La fine della libertà (2001) i romanzi La statua di sale (1998), Palinsesto (2000), L'età dell'oro (2001), Impero (2002).

Edward Goldsmith, Processo alla globalizzazione
prefazione di Serge Latouche
Edizioni Arianna, pp. 312, euro 15,00
La fede nel progresso ci possiede a tal punto da sembrarci inconcepibile non andare avanti. Siamo saliti su un bolide che sembra non aver più né marcia indietro, né freno, né conducente. Il suo motore? La mondializzazione liberale. Il suo obiettivo? La mercificazione del mondo. I suoi effetti? La crisi di mucca pazza, gli orrori degli organismi geneticamente modificati, l'instabilità economica, il surriscaldamento della terra, i terribili attentati all'ambiente. La presente opera, di una notevole varietà e ricchezza, riunisce i più grandi specialisti mondiali di tutte le materie trattate. Studia i differenti processi della mondializzazione e il suo impatto su vari aspetti della vita: aggravamento della povertà e dell'esclusione, smantellamento delle economie locali, omogeneizzazione culturale, minacce agli ambienti naturali, alla salute, alla diversità biologica, ai processi democratici, nonché all'indipendenza dei paesi, a causa del neocolonialismo veicolato al contempo dalle multinazionali e da istituzioni come il FMI, la Banca mondiale o il WTO. Un libro fondamentale che ha il valore di una presa di coscienza: è urgente, se non vogliamo rischiare la grande implosione, rimettere l'economia là dove sarebbe sempre dovuta restare: al servizio dell'uomo.
Edward Goldsmith è il fondatore della più importante rivista europea di ecologia, The Ecologist. Co-fondatore dell'International Forum on Globalization, ha scritto quindici libri di fama internazionale; tra quelli pubblicati in Italia, ricordiamo: La morte ecologica (Laterza, 1972), 5000 giorni per salvare il pianeta (Zanichelli, 1990), La grande inversione (Muzzio, 1993), Il Tao dell'ecologia (Muzzio, 1997), Glocalismo. L'alternativa strategica alla globalizzazione (Arianna, 1999).
La prefazione è curata da Serge Latouche, professore all'Università di Paris XI. Nome di spicco tra i pensatori critici della civilizzazione occidentale legati all'antiutilitarismo è autore, tra l'altro, di L'occidentalizzazione del mondo (Boringhieri, 1992), Il pianeta dei naufraghi (Boringhieri, 1993), La megamacchina (Boringhieri, 1995), L'altra Africa (Boringhieri, 1997), Il mondo ridotto a mercato (Ed. Lavoro, 1998), La sfida di Minerva: razionalità occidentale e ragione (Boringhieri, 2000), L'invenzione dell'economia (Arianna Editrice, 2001).

Tahir de la Nive, Les Croisés de l'Oncle Sam
Une Réponse européenne à Guillaume Faye et aux islamophobes
Préface de Claudio Mutti. Postfaces de Tiberio Graziani et Christian Bouchet
Avatar éditions (webmestre@voxnr.com), 220 pages, prix: 16,00 EUR
Commandez dès aujourd’hui en souscription a paraître le 01 décembre 2002 16 euros au lieu de 21 euros. Un rabais de 22% Offre valable jusqu’au 01 décembre 2002
Sommaire
Chapitre 1 De régression en reniements
Chapitre 2 Quels sont donc les ennemis de l’Islam ?
Chapitre 3 Les Wahhâbites : Del Valle, Sharon et la CIA
Chapitre 4 Quand G. Faye change son martel d’épaule
Chapitre 5 Islamisme & Nazillons
Chapitre 6 Des versets coraniques truqués et inventés…
Chapitre 7 Terrorisme des uns, bulldozage des autres
Chapitre 8 De Kelkal au nouveau Fred Astaire à claquettes explosives
Chapitre 9 L’immigration telle que Guillaume Faye la voit de son balcon
Chapitre 10 Faye-Kelkal : même combat !
Chapitre 11 Les effroyables impostures de l’Oncle Sam
Chapitre 12 Quand des adeptes de Haushofer divisent l‘Eurasie et l’Eurafrique au risque d’y faire régner l’Amérique.


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- I LIBRI CHE TUTTI DOVREBBERO LEGGERE -

Ipocrisia e media (tratto da Soprattutto, allegato del quotidiano Il Giorno)
Due libri per riflettere
Stragi di cui non si sa più nulla, guerre dimenticate, disastri ambientali annunciati e mai avvenuti: una porzione enorme di fatti e di realtà scompare o viene rimossa dalle cronache prima di essersi conclusa. L'intelligente pamphlet di Dario Biagi Spegni la notizia (Stampa Alternativa, 7 euro) analizza lacune, errori e rimozioni dell'informazione in Italia. Agli inganni dei mass madia e al rischio di non essere sufficientemente informati, di ricevere news mistificate è dedicato anche il saggio L'informazione deviata (Zelig editore, 12,40 euro) scritto da quattro giornalisti. Partendo dai fatti dell'11 settembre, dalla guerra in Afghanistan e dal conflitto palestinese, gli autori spiegano come l'informazione negli ultimi mesi sia stata negata, deviata, censurata, piegata a "interessi superiori". Un grande inganno da cui è bene imparare a difendersi.

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- INIZIATIVE -

Balades au cœur de l’Europe paenne (Sentieri nel cuore dell’Europa pagana)
Les Editions de la Fort, settembre 2002, 112 pagine, formato all’italiana 21,5 x 14,5 cm, carta patinata couch mat 115 g., tutte le fotografie sono a colori, ISBN 2-9516812-2-4, prezzo 22,00 €
Thule. Brocelandia. Delfi. Questi nomi ci parlano. Risvegliano nel nostro immaginario mille visioni sfavillanti. Ci ricongiungono ad una genealogia, alla nostra stessa identità. Questi luoghi possiedono un anima. I miti qui vivono eterni per coloro che li sanno ancora ascoltare. I cuori accorti qui troveranno sempre la presenza amichevole e benevola degli Dei e dei semplici mortali che furono prima di noi. Oggi troppo spesso questi santuari della memoria sono sconosciuti. Bisogna rimediare. Noi abbiamo chiesto a dieci amici di parlarci di questi luoghi. Ogni contributo trasmette un’intima emozione, delinea una ricerca singolare ed autentica. Con quest’opera, noi non vogliamo proporre una guida turistica. Lasciamo ad altri questo compito. Noi vogliamo semplicemente donarvi la voglia di riconoscere nel vostro viaggio, dopo aver letto questo testo, i sentieri della memoria europea. Dal tempio d’Apollo alle rosse scogliere di Heligoland, dalla tomba del Mago Merlino alla Roma imperiale. Lasciatevi guidare nel cuore dell’Europa pagana, dove il futuro si radica nella storia dei nostri popoli.
Sommario:
Viaggio – Poema di prefazione di Maurice Rollet
Brocelandia. Il bretone risponde all’appello della foresta – Xavier Guillemot
Delfi. Sotto il sole d’Apollo – Jean Haudry
Scozia. La terra di tutti gli indomiti – Olivier Chalmel
Heligoland. Isola centro e isola sacra del mondo iperboreo – Jean Mabire
Il monte Saint Michel. Meraviglia del genio europeo– Gilles Pennelle
Il monte Saint Odile e il suo muro pagano – Robert Spiler e Stphane Buorhis
Poitiers. Sotto il segno della riconquista – Guillaume Faye
Roma. Città eterna – Alain de Benoist
La Savoia. Montagne, simboli e miti – Pierre Costaz
Verden. La voce del sangue – Pierre Vial

Richiedere a:
Association Terre et Peuple - B.P.1095 - F 69612 VILLEURBANNE CEDEX
Sito Internet http://www.terreetpeuple.com
E-mail: contact@terreetpeuple.com
L’associazione pubblica con cadenza trimestrale una splendida rivista giunta al numero 12 (estate 2002)
L’abbonamento annuale (4 numeri) costa 25,50 €

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- USA...E GETTA -

Gli Usa, uno Stato fuorilegge
Oltre al Protocollo di Kyoto l'amministrazione Bush ha denunciato e boicottato un'infinità di convenzioni e accordi internazionali. Eccoli
RICHARD DUBOFF*
Non è solo il Protocollo di Kyoto sull'ambiente ad essere stato denunciato dagli Stati uniti. Questo è il curriculum dell'amministrazione Bush (finora) su trattati, convenzioni e patti internazionali.
1- Nel dicembre 2001 gli Stati uniti si ritirano ufficialmente dal Trattato sui missili antibalistici del 1972, distruggendo un accordo storico. Per la prima volta nell'era nucleare gli Usa rinunciano a un importante accordo sul controllo degli armamenti.
2- Convenzione sulle armi biologiche e tossiche del 1972, ratificata da 144 paesi tra cui gli Stati uniti. Nel luglio 2001 gli Usa abbandonano una conferenza a Londra in cui si discuteva un protocollo del 1994, finalizzato a rafforzare la Convenzione provvedendo a ispezioni sul posto. A Ginevra, nel novembre 2001, il sottosegretario di stato John Bolton afferma che "il protocollo è morto" e contemporaneamente accusa Iraq, Iran, Korea del Nord, Libia, Sudan e Siria di violare la Convenzione, ma senza fornire prove o formulare accuse specifiche.
3- Accordo delle Nazioni unite per mettere un freno al traffico internazionale illegale di armi leggere, luglio 2001: gli Stati uniti sono l'unico paese a opporsi.
4- Aprile 2001. Gli Stati uniti non vengono rieletti a capo della Commissione dell'Onu sui diritti umani, dopo essersi sottratti per anni al pagamento delle quote dovute alle Nazioni unite (tra cui le attuali quote di 244 milioni di dollari) - e dopo aver costretto l'Onu ad abbassare la quota del budget spettante agli Usa dal 25 al 22%. (Nella commissione per i diritti umani, gli Usa sono virtualmente gli unici a opporsi alle risoluzioni che sostengono l'accesso a costi ridotti ai farmaci per l'Hiv/Aids, che riconoscono una alimentazione adeguata come diritto umano fondamentale, e che chiedono una moratoria sulla pena di morte.)
5- Trattato sul tribunale penale internazionale da insediare all'Aja per giudicare militari e leader politici accusati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Firmato a Roma nel luglio 1998, il trattato è stato approvato da 120 paesi, con sette voti contrari (tra cui quello degli Stati uniti). Nell'ottobre 2001 la Gran Bretagna diventa la quarantaduesima nazione a firmare. Nel dicembre 2001 il senato americano aggiunge un emendamento a una proposta di legge per stanziamenti militari in base alla quale il personale militare Usa non ricadrebbe sotto la giurisdizione del proposto tribunale penale internazionale.
6- Trattato per il bando delle mine terrestri, firmato a Ottawa nel dicembre 1997 da 122 paesi. Gli Stati Uniti si rifiutano di firmare insieme a Russia, Cina, India, Pakistan, Iran, Iraq, Vietnam, Egitto e Turchia. Il presidente Clinton respinge il trattato, sostenendo che le mine sarebbero necessarie per proteggere la Corea del Sud contro l' "enorme vantaggio militare" della Corea del Nord. Clinton dichiara che gli Stati uniti aderiranno all'accordo "in seguito", nel 2006. Bush sconfessa questa dichiarazione nell'agosto 2001.
7- Protocollo di Kyoto per ridurre il surriscaldamento globale, 1997. Il presidente Bush lo dichiara "morto" nel marzo 2001. Nel novembre 2001 l'amministrazione Bush snobba i negoziati di Marrakesh (Marocco), finalizzate a rivedere l'accordo, soprattutto annacquandolo in un vano tentativo di ottenere l'approvazione degli Stati uniti.
8- Maggio 2001. Gli Stati uniti si rifiutano di incontrare i paesi dell'Unione europea per discutere, anche ai più bassi livelli di governo, lo spionaggio economico e la sorveglianza elettronica di telefonate, e-mail e fax (il programma Usa Echelon che ancora oggi continua a spiare qualsiasi forma di comunicazione esistente).
9- Maggio 2001. Gli Stati uniti si rifiutano di partecipare ai colloqui sponsorizzati dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico a Parigi, sui modi per reprimere i paradisi off-shore finalizzati all'evasione fiscale e al riciclaggio del denaro sporco.
10- Febbraio 2001. Gli Stati uniti si rifiutano di unirsi ai 123 paesi impegnati a bandire l'uso e la produzione di mine e bombe anti-persona.
11- Settembre 2001. Gli Stati uniti si ritirano dalla Conferenza internazionale sul razzismo, che riunisce 163 paesi a Durban, Sudafrica. Il pretesto è che è "unilaterale" e "contro Israele".
12- Luglio 2001. Piano internazionale per un'energia più pulita: il gruppo G8 dei paesi industrializzati (Stati uniti, Canada, Giappone, Russia, Germania, Francia, Italia, Regno unito): gli Usa sono l'unico paese a opporsi.
13- L'imposizione di un boicottaggio illegale nei confronti di Cuba, che attualmente sta diventando ancora più aspro. Nell'ottobre 2001, per il decimo anno consecutivo, l'Assemblea generale della Nazioni unite approva una risoluzione che chiede la fine dell'embargo Usa, con 167 voti a 3: Stati uniti, Israele e le isole Mashall.
14- Trattato sul bando totale dei test nucleari. Firmato da 164 paesi e ratificato da 89 paesi compresi Francia, Gran Bretagna e Russia. Firmato dal presidente Clinton nel 1996, ma rigettato dal senato americano nel 1999. Gli Stati uniti sono uno dei tredici paesi che non hanno ratificato il trattato, tra quelli che hanno armi nucleari o programmi sull'energia nucleare. Nel novembre 2001, gli Usa impongono un voto nel Comitato dell'Onu sul disarmo e la sicurezza per dimostrare la loro opposizione al trattato sul bando dei test.
15- Nel 1986 la Corte internazionale di giustizia dell'Aja dichiara gli Stati uniti colpevoli di violazione del diritto internazionale per "uso illegittimo della forza" in Nicaragua, attraverso i suoi interventi e quelli del suo esercito per procura, i contras (una guerra dell’amministrazione Reagan con 30 mila morti, centinaia di villaggi cancellati e 1 milione 350 mila profughi su una popolazione di 3,8 ml. di abitanti). Gli Usa rifiutano di riconoscere la giurisdizione della Corte. Una risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva l'osservanza della decisione della Corte viene approvata per 94 voti contro due: Stati uniti e Israele.
16- Nel 1984 gli Stati uniti lasciano l'Unesco e cessano i loro versamenti al budget dell' United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization in seguito al progetto New World Information and Communication Order (Nwico) finalizzato a ridurre la dipendenza dei media mondiali dalle big four: le agenzie Ap, Upi, France Presse, Reuters. Gli Usa accusano l'Unesco di "limitazione della libertà di stampa", di cattiva gestione e di altre cose ancora, nonostante il voto di 148 contro uno a favore del progetto Nwico nell'Onu.
L'Unesco termina il progetto Nwico nel 1989. Nonostante questo gli Stati uniti si rifiutano di rientrare. Nel 1995 l'amministrazione Clinton propone di rientrare; la mossa viene bloccata dal Congresso e Clinton non insiste sulla questione. Alla fine, nel febbraio 2000, gli Stati uniti pagano una parte degli arretrati alle Nazioni Unite, ma escludono l'Unesco, agenzia in cui non sono più rientrati.
17- 1989. Protocollo opzionale al Patto internazionale dell'Onu sui diritti civili e politici, finalizzato all'abolizione della pena di morte e contenente una norma che bandisce la condanna a morte per coloro che hanno meno di 18 anni. Gli Stati uniti non firmano né ratificano il protocollo, e si auto-esonerano dalla norma predetta, diventando uno dei cinque paesi che ancora condannano a morte i minori (con Arabia Saudita, Repubblica Democratica del Congo, Iran, Nigeria). La Cina ha abolito questa pratica nel 1997, il Pakistan nel 2000.
18- Convenzione delle Nazioni unite del 1979 sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne. I soli paesi che hanno firmato ma non ratificato sono gli Stati Uniti, l'Afganistan, Sao Tomé e Principe.
19- Gli Stati uniti hanno firmato ma non ratificato la convenzione delle Nazioni unite del 1989 sui diritti del bambino, che tutela i diritti i diritti economici e sociali dei bambini. L'unico altro paese che non l'ha ratificata è la Somalia, che non ha un governo funzionante.
20- Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali del 1966, che copre un'ampia gamma di diritti ed è monitorato dal Committee on Economic, Social and Cultural Rights. Gli Stati uniti hanno firmato nel 1977 ma non l'hanno ratificato.
21- Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, 1948. Gli Stati uniti l'hanno infine ratificata nel 1988, aggiungendo svariate "riserve" col risultato che per giudicare se un qualunque "atto nel corso di conflitti armati" costituisce genocidio, bisogna consultare obbligatoriamente la Costituzione americana e il "consiglio e consenso" del senato. Le riserve sono rigettate da Gran Bretagna, Italia, Danimarca, Olanda, Spagna, Grecia, Messico, Estonia e altri.
22- E' forse l'atteggiamento arrogante stile "noi siamo i numeri uno" smussato da generosi aiuti per ai paesi meno fortunati? Parlano i numeri: i tre maggiori paesi fornitori di aiuti, misurati in base alla percentuale di stanziamenti in rapporto al prodotto interno lordo, sono la Danimarca (1,01%), la Norvegia (0,91%) e l'Olanda (0,79%). I tre peggiori sono: Stati uniti (0,10%), Gran Bretagna (0,23%), Australia, Portogallo e Austria (tutti e tre con lo 0,26%).

* Znet
Traduzione di Marina Impallomeni

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- NO GLOBAL E NEW GLOBAL -

I No global veri e quelli "all'amatriciana" - Tratto da Il Giorno 7 novembre 2002
Globalizzazione: i ragazzi di Seattle vogliono abolirla, i giovani nostrani addolcirla
Massimo Fini
Se il No global è quello declinato dai Bertinotti, dagli Agnoletto, dai Casarini, i cui programmi sono stati così ben chiariti da un articolo di Piero Sansonetti sull’Unità, e cioè è contro le multinazionali, ma non contro il libero mercato, è anzi più liberista degli attuali liberisti occidentali in quanto vorrebbe l’abolizione di certe forme di protezionismo europee e americane, non è contro gli investimenti nel Terzo Mondo, ma è anzi per maggiori investimenti però meglio regolati, non è contro la libera circolazione dei capitali, ma per una loro, modesta, tassazione e non è insomma contro la globalizzazione, ma anzi per una più completa globalizzazione che si estenda ai diritti, i corifei del sistema di sviluppo attuale non hanno di che preoccuparsi. Si tratta infatti della vecchia variante di sinistra dell’industrialismo, cucinata in salsa planetaria. Questa variante è già stata sconfitta dalla Storia, perché ha dimostrato di essere, rispetto al capitalismo, un industrialismo inefficiente. Inoltre a differenza del marxismo classico il No global, visto dai Bertinotti and company, non è affatto rivoluzionario, ma riformista, propone una sua visione razionalizzatrice della globalizzazione. Ma questo è il No global all’amatriciana, che più che il mondo ha sott’occhio la nostra situazione interna e si muove su spinte soprattutto elettoralistiche. Ma il No global internazionale, quello che venne all’onor del mondo a Seattle e di cui il Social Forum di Firenze non rappresenta, anche quantitativamente, che uno sputo, è tutt’altra cosa. Non vuole affatto razionalizzare la globalizzazione, ma la contesta in radice, contesta cioè radicalmente il modello di sviluppo occidentale uscito dalla Rivoluzione industriale. E’ autarchico, è contro la libera circolazione planetaria dei capitali e delle merci, ma anche degli uomini, non è per maggiori investimenti nel Terzo Mondo ma contro, perché quelle popolazioni possano svilupparsi, o non svilupparsi, secondo le loro vocazioni e non è quindi, per la stessa ragione, per una globalizzazione dei diritti (che, naturalmente, sono quelli nostri, occidentali) ed è infine per un ritorno, sia pur graduale, ragionato e limitato, a forme di autoconsumo e di autoproduzione attraverso la riscoperta del primato della terra sull’industria. E’ insomma antimodernista e antiprogressista. Ed è con questo, e non con i patetici Bertinotti, Agnoletto e Sansonetti, che il sistema, a livello planetario, dovrà fare i conti

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- SEGNALAZIONE -

Sul sito Aljazira.it potrete trovare la traduzione in italiano della prima intervista a Saddam dopo 12 anni, pubblicata da "al-Usbu‘" il 4 novembre. Saddam: "L'Iraq non è l'Afganistan" http://www.aljazira.it/02/11/12/saddam.htm. Il ra'is iracheno parla della posizione dei governi arabi, della Corea del Nord, degli Usa ammonendoli: "Attenti, l'Iraq non è l'Afganistan"...

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