Internazionale europea identitaria

[Der Wehrwolf]

ESTERI







REAZIONI


Gli «amici italiani» restano con Jörg «Demagogo per necessità politica»


ROMA - «Un uomo concreto che dà risposte concrete». Così Jörg Haider appariva ad Alessandra Guerra , leghista di successo ed ex presidente della giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia. Succedeva soltanto due anni fa, nel momento di massima popolarità del carinziano col «k», quando, scendendo a Jesolo, il sindaco organizzava per lui toccanti parate, quando gruppi di imprenditori del Nord-Est organizzavano viaggi di studio in Carinzia, mica in Francia, come invece usa adesso. Succedeva quando il signore di Klagenfurt calava sul Vaticano portando in dono il natalizio abete della Carinzia, quando perfino D'Alema studiava il suo successo elettorale, spiegando poi alle telemasse di «Porta a porta» che Haider risultava vincente perché, come la Lega, rastrellava il voto operaio. Era una costola della sinistra pure lui, insomma. Erano tempi in cui Haider veniva esaminato anche a Washington, e proprio lì, durante un pranzo ufficiale, gli capitò di trovarsi seduto accanto ad Antonio Martino , all'epoca ex ministro degli Esteri.
Chiacchierando di liberismo, Haider si convinse che tra lui e Martino corressero addirittura «affinità filosofiche», e benché l'attuale ministro della Difesa mostrasse un più contenuto entusiasmo, pure una certa simpatia tra i due scoccò. «Mi ha parlato in buon inglese e mi ha dato l'impressione di avere idee molto chiare - confermava infatti lo stesso Martino di ritorno dagli Usa -. Vuole offrire un'alternativa alle politiche stataliste, cambiare il Welfare per alleggerire la pressione fiscale e decentrare le decisioni».
La classica ricetta del bravo liberista, peccato che proprio sulle promesse liberiste Haider abbia deluso i suoi elettori. Per questo ha perso, riflette il triestino Riccardo Illy . Due anni fa, quand'era ancora un sindaco eletto con l'Ulivo, Illy scandalizzò il centrosinistra definendo Haider «persona affidabile e simpatica». Conferma? «Confermo che è un simpatico spregiudicato. Ha utilizzato argomenti demagogici, politicamente scorretti, quelli che i suoi avversari non potevano usare. Ma l'ha fatto, appunto, soltanto per fregare gli altri partiti. Poi, una volta al governo, non ha mantenuto niente perché certe promesse non si possono proprio mantenere. E gli elettori si sono vendicati».
Mario Borghezio , un altro sincero estimatore, condivide l'analisi, ma risparmia ad Haider le responsabilità. «Ha perso per colpa del suo partito», assicura l'europarlamentare leghista che nel luglio scorso partì - pure lui - alla volta di Klagenfurt, alla ricerca delle identità nazionaliste d'Europa. Una fulminazione.
Lasciando la Carinzia, Borghezio raccontò di aver incontrato «un uomo dalla mente lucida, una figura molto interessante». Non ha cambiato idea, ma nel frattempo, su Haider, l'hanno cambiata gli austriaci. «Non è colpa sua - sospira ora il leghista -. Il partito non gli ha lasciato fare quel che aveva in mente». Vale a dire? Semplice: «In Austria hanno fatto il contrario di quel che stiamo facendo noi in Italia, al governo. Troppo poco liberismo, una politica di contenimento dell'immigrazione poco efficace... Haider s'è trovato isolato, metà dei suoi si sono adagiati sulla solita politica democristiana. In Austria, la Democrazia cristiana è ancora forte, è come se Casini e company avessero il 25 per cento».
Fermato dai «Casini e company» del suo Paese, dunque, Haider adesso paga pegno. Niente paura, però: Jörg, «l'uomo dalla mente lucida» ha ancora un luminoso avvenire politico. Dai banchi dell'opposizione, prevede infatti Borghezio, Haider riorganizzerà una nuova ascesa, insieme alla Lega lavorerà per un’«Internazionale europea identitaria» e «sarà sicuramente uno dei leader dell'Europa di domani». Perché, assicura l'europarlamentare leghista, «il populismo non è in crisi, anzi ci sarà sempre più bisogno di politici che rappresentino identità regionali. Vedrete, con l'allargamento dell'Europa verso Est, di Haider ce ne ritroveremo quattro o cinque. Eh eh, stanno per arrivare forze fresche».

Maria Latella

[Mjollnir]

Unica osservazione: in Italia la nuova Dc ha il 25 %...è Forza Italia !!!!

[Totila]

Speriamo bene...E soprattutto speriamo che nasca un coordinamento europeo delle forze identitarie...