Guarda che non faccio una questione di “volemose bene” (ma se c’è non guasta) ; il punto è un altro: il problema è nostro. Evito di riprendere la storia Bogi, Battaglia e anche Sbarbati ma credimi: è un po’ più articolata e anche differenziata per soggetti. In ogni caso io fino a Bari le scelte le ho condivise, sostenute e contribuito, --anche in maniera significativa in Romagna- ad affermarle. Sono responsabilità anche mie e non le rigetto. E non voglio, sul piano storico, riaprire neanche la discussione su Bari. Però su una cosa permettimi di puntualizzare: il bipolare non ce lo ha imposto il padre eterno; non sarebbe contato niente opporsi. Ma non ci siamo opposti. Ricordo bene che solo dire doppio turno alla francese era considerato in quella temperie una vergognosa difesa dello statu quo. Figurarsi spezzare una lancia per il proporzionale! Dai è stato un carnevale dei folli, come tutte le epoche di trapasso e tutti abbiamo portato la nostra fascina; io con gli altri. Ma anche gli altri cioè tutti noi. Poi i tempi erano quelli che erano ma non inventiamoci la leggenda del Saggio Timoniere che conosceva la rotta. Abbiamo navigato a vista, con la nebbia, al buio e per di più anche con gli occhiali da sole. Ah: la nave aveva anche il timone rotto. Dai: si era visto anche di meglio nel Pri! Ma certamente non se ne può fare colpa a uno solo.Originally posted by Lincoln
E' proprio la consapevolezza politica del reale che ha spinto La Malfa a proporre la scelta adottata dal Congresso di Bari .
Poi dopo, con il determinante contributo dell’insipienza altrui – intendo i big del centro sinistra e mettici pure la spocchia di D’Alema, il democristianismo dei popolari ecc ecc- ma anche la nostra incapacità di stabilire un rapporto che fosse uno, siamo andati in avvitamento continuando a prendercela con il destino cinico e baro. Continuo a sottolineare che ci sono dentro fino al collo. Se non altro per non essere riuscito a convincere qualche mio amico che era ora di darsi una svegliata.
E finalmente la grande trovata: chi non ci ama non ci merita! Come se la politica fosse la rappresentazione dell’Otello: “Di ben su Desdemona mo dove casso l’hai messo quel fazzoletto. Aspetta mo che ti accoppo; così – va là -che impari!!”.
Adesso siamo qui, cioè là; voi con soddisfazione noi con sofferenza. Se vogliamo continuare a ripeterci che il peggio è passato e che stiamo sfebbrando temo che ci raccontiamo una pietosa bugia.
A me sembra che siamo accomodati maluccio perché, nonostante tutti i sorrisi di circostanza, la compagnia di centro destra è impresentabile – e oggi, con devolution e riforma costituzionale pasticciata, pericolosa- il centro sinistra, che io preferisco decisamente se mi si impone una scelta di campo, di sfighe certamente non ne ha poche. Ma resto convinto che il nostro ruolo lì l’avremmo potuto esercitare meglio. Con la nostra identità naturalmente.
Una finestra d’uscita c’è ancora e lavorare sull’autonomia- anche prescindendo da tutte le ambiguità, stumentalità e furbinismi di cui l’abbiamo condita – potrebbe consentirci di riprendere una strada difficile e tutta in salita. Ma è chiaro che bisogna un po’ mortificare l’orgoglio , bisogna rendersi conto che non si governa un partito snobbando una minoranza di un terzo; che in un partito ridotto al lumicino non si può cercare la resa dei conti con le zone storiche “eretiche”, ne coltivarne la disgregazione, tenendo alimentata una tensione che non ha nulla di politico e molto di…boh lasciamo perdere…
Come si fa a non vedere che al punto in cui siamo il luogo geometrico, il baricentro di tenuta del sistema Pri è lì in un disegno di rilancio della politica autonomistica. Che significa sganciarsi dalla Casa delle Libertà nazionalmente, ridarsi un look nazionale più presentabile su alcune tematiche che non ci mancano e convenire un sistema di vera autonomia delle collocazioni amministrative locali che è ampiamente nella storia del partito. Smettendola con la guerricciola. Evitando tutte ste messe in scena del prima si parla con questi poi di risulta con quegli altri…Ma chi è che fa politica così?
Le elezioni europee, per loro natura, per gli argomenti in campo, quelli di politica estera che più ci unificano, per il meccanismo elettorale proporzionale, potrebbero essere una occasione interessante. Se non altro, te lo dico con i nervi saldissimi, perché oramai mi pare l’ultima. Ma se, come ho letto da qualche parte, pensiamo di fare gli intrappola-scontenti del Polo temo veramente che ci stiamo giocando le ultime carte. E piuttosto male.
Saluti fraterni.
Un saluto anche ad Arsena...adesso hai capito perchè non riuscivo a digerire.