da www.iltempo.it
" IL GOLPE STRISCIA A SINISTRA
di FAUSTO GIANFRANCESCHI
LA SINISTRA definisce anticostituzionale qualsiasi gesto del governo e della maggioranza parlamentare. Mancano del tutto le gradazioni che caratterizzano una civile dialettica politica: i rappresentanti della minoranza fanno schizzare subito il loro livore al massimo dell’accusa, senza sfumature e ragionevoli distinguo, come se gli italiani avessero consegnato stupidamente il potere a una manica di golpisti, e come se loro, gli sconfitti alle elezioni, fossero gli unici dalla coscienza adamantina, i provvidenziali custodi della verità. Una visione così manichea è improponibile, anacronistica e arretrata, quasi uno specchio della contrapposizione - che era sacrosanta - tra i dissidenti e il potere sovietico (di cui gli odierni contestatori italiani furono accaniti sostenitori).
In realtà le cose stanno in maniera completamente diversa, anzi inversa. I veri detrattori della Costituzione, oggi, sono i rappresentanti della sinistra, tutti insieme: ulivisti, girotondini, sindacalisti della Cgil, comunisti rifondati. Questo magma ribollente cerca di sfogarsi con un golpe strisciante, anticostituzionale, il cui obiettivo, nemmeno nascosto, anzi implicitamente sbandierato, è la completa delegittimazione del Parlamento.
Per la sinistra tutti i luoghi e gli istituti che essa gestisce, o cerca di gestire, sono democratici e decisivi, ossia hanno molto più peso dell’organo politico liberamente votato dai cittadini, il Parlamento, cui la Costituzione attribuisce il compito di formare e approvare le leggi. I luoghi e gli istituti ove la sinistra sposta illegittimamente il potere (un’astrazione ideologica del potere) sono la piazza, i sindacati, la magistratura, a patto che eviti di arrestare «disubbidienti», no global e militanti dei centri sociali. Persino il capo dello Stato è chiamato ogni giorno irrispettosamente nella mischia per «fare fronte» contro il Parlamento.
Questo è l’ambiente politico e ideologico che presume di incarnare la correttezza costituzionale, e che in nome di tale correttezza lancia quotidianamente accuse roventi contro il governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene. Ma a sinistra conoscono veramente la Costituzione? In quale pagina di essa è scritto che piazza, sindacati, magistratura, contano istituzionalmente e politicamente di più del Parlamento? In nessuna, ovviamente.
La smettano dunque; o forse è meglio che continuino ad agitarsi dissennatamente davanti agli occhi degli italiani che così si convinceranno definitivamente di aver scelto bene dando la maggioranza al centrodestra. Infatti appare ogni giorno più chiaro che l’ultimo risultato elettorale è stato percepito dalla sinistra non come un normale avvicendamento democratico, bensì come una catastrofe da cui deriva la lancinante paura di perdere i vecchi benefici, le vecchie connivenze consociative, le vecchia complicità, inviolabili per oltre mezzo secolo.
È soprattutto evidente il terrore che il pensiero unico di sinistra non sia più egemone . Perciò diventano comuni atteggiamenti surreali e demenziali: se Socci dice alla televisione parole idealmente inconsuete, non bisogna dialogare con lui; se Berlusconi è favorevole alla grazia per Sofri, che Sofri si rifiuti di uscire dal carcere; se Benigni fa distribuire il suo «Pinocchio» dalla Medusa, Benigni non è più un genio, il suo film è brutto e noioso. Dio ci scampi da questi maestri della correttezza democratica!
mercoledì 27 novembre 2002 "
Saluti liberali