Subito bocciata in Parlamento la proposta dei socialisti per le elezioni locali
PARIGI - L’Assemblea nazionale francese ha respinto con 221 voti contro 124, senza nemmeno esaminarne gli articoli, una proposta di legge costituzionale del deputato socialista Bernard Roman per la concessione del diritto di voto agli extracomunitari nelle elezioni locali. Più che il risultato del voto, che era scontato, è stata la mossa strategica socialista di proporre la legge a scaldare gli animi. Per qualche settimana, infatti, aveva fatto molto discutere una proposta del deputato di centrodestra Yves Legoche, sull’onda del “contratto di integrazione” promosso dal presidente Jacques Chirac, aveva lanciato l’idea di accordare il diritto di voto e l’eleggibilità agli stranieri extracomunitari. A lungo, sui media, si era dibattuto di un centrodestra che voleva battere la sinistra sul proprio terreno. «Le maschere devono cadere - aveva tuonato il socialista Roman - con questa iniziativa mettiamo la destra di fronte alle sue responsabilità».
«È un piccolo colpo ad effetto - ha ammesso con disappunto il portavoce del governo, Jean-Francois Copè - il diritto di voto non può essere un lasciapassare, è piuttosto un punto d’arrivo logico. Ci chiediamo se la sinistra abbia fatto tesoro della lezione del 21 aprile», la data della sconfitta alle presidenziali.
Tempi duri per i socialisti: sconfitti in Parlamento e tenuti alla larga a suon di insulti da una delle più massicce manifestazioni sindacali degli ultimi anni. Ieri per Parigi e tutta la Francia è stato un “martedì nero”: sfumato il rischio dei blocchi stradali dei camionisti, in difesa del servizio pubblico sono scesi in piazza ferrovieri, lavoratori dei trasporti urbani e controllori di volo. A loro si sono uniti dipendenti delle Poste, delle telecomunicazioni e di altri settori pubblici. Alcuni responsabili del Partito socialista francese, tra i quali ex ministri, sono stati fischiati dai manifestanti del corteo. Mentre la manifestazione si stava muovendo da Denfert-Rochereau, alcuni leader socialisti fra i quali gli ex ministri del governo Jospin, Daniel Vaillant, Elisabeth Guigou et Segolene Royal, hanno tentato di raggiungere la testa del corteo. La folla era però talmente compatta che non ci sono riusciti, attirandosi invece i fischi e le grida di disapprovazione di molti manifestanti, che li hanno apostrofati al grido di “fuori, fuori!”. I tre ex ministri sono stati costretti a rinunciare al loro proposito di unirsi ai leader sindacali, mentre il servizio d’ordine interveniva per evitare tafferugli.