Intervista a Giuliano Pisapia, legale della famiglia Giuliani e di Francesco Caruso
«La disobbedienza è legittima»
«Dimostrata l'assenza dei presupposti per arrestare i giovani no global»
Angela Azzaro
In questi tristi anni in cui, sempre più spesso, il crescente antagonismo sociale e politico è stato contrastato con un uso improprio della giustizia, Giuliano Pisapia, deputato del Prc e avvocato, è stato in prima fila a combattere in nome della verità. Oggi, tra i processi e i procedimenti che lo vedono coinvolto, quello sulla morte di Carlo Giuliani - è uno degli avvocati della famiglia - e quello sugli arresti dei no global, che lo hanno visto accanto tra gli altri a Francesco Caruso. Due episodi in queste ore saliti agli onori della cronaca, il primo a proposito della richiesta di archiviazione per il carabiniere che sparò a Carlo, il secondo per la scarcerazione di Caruso e compagni.
Partirei da qui. Si può tentare una connessione tra questi due fatti? C'è un progetto comune che li unisce?
Distinguerei le due vicende. Il procedimento sull'omicidio di Carlo Giuliani ha una sua autonomia rispetto al contesto globale che ha portato prima agli arresti, ora, per fortuna, alla scarcerazione di Francesco Caruso e degli altri compagni del movimento.
Quale è il tuo giudizio sulla richiesta di archiviazione del procedimento contro Placanica?
E' evidente che non solo non sono d'accordo con le conclusioni del pm, ma insieme alla famiglia ci opporremo con tutte le nostre forze del diritto e della ragione. Siamo convinti che gli atti delle indagini presentano molti dubbi e incertezze. C'è una tale discrepanza tra le valutazioni del pm e dei suoi consulenti da una parte e tra quelle della famiglia di Carlo e dei suoi consulenti dall'altra, che solo un giudice terzo, imparziale, in un dibattimento pubblico può arrivare all'accertamento della verità. Non per volontà di vendetta, sia chiaro. Ma perché solo la verità impedirà che questi fatti avvengano di nuovo. Impedirà nel futuro che un giovane venga ucciso impunemente.
Le motivazioni del pm lasciano aperti degli spiragli?
Nonostante il totale disaccordo nei confronti delle sue conclusioni, bisogna riconoscere che nelle motivazioni il magistrato esprime profondi dubbi sulla condotta di Placanica e muove inoltre rilievi significativi rispetto alla gestione dell'ordine pubblico a Genova. E' qui che mi sento di fare un collegamento con il contesto generale, con la repressione portata avanti prima a Napoli e a Genova, infine con l'inchiesta di Cosenza, nel tentativo di reprimere l'antagonismo politico e sociale.
Si può parlare di un attacco allo stato di diritto?
In generale c'è un aumento inquietante di episodi di questo tipo. Tanto più che le manifestazioni di Firenze e Cosenza hanno dimostrato come, là dove non c'è la volontà da parte degli apparati governativi o di spezzoni delle forze dell'ordine di arrivare allo scontro, il movimento sia in grado di far valere le proprie idee in maniera assolutamente pacifica. Con il carcere o con la repressione penale si vuole punire il dissenso politico e sociale. Una svolta che dovrebbe sicuramente preoccupare e mettere in allarme chiunque abbia a cuore la democrazia e lo stato di diritto.
Come giudichi la decisione del Tribunale della libertà di scarcerare Caruso e gli altri?
In maniera molto positiva, perché il Tribunale della libertà decidendo di revocare la richiesta di carcerazione, ha dimostrato come non ci fossero i presupposti per arrestare i giovani no global. E ha confermato che non vi era nessuna pericolosità sociale e tanto meno pericolo di fuga in presenza di ragazzi e ragazze che intendono continuare nel nostro paese la mobilitazione per un mondo più giusto. Una volta lette le motivazioni del provvedimento, bisognerà vedere se i giudici siano entrati anche nel merito dei reati associativi contestati. Mi riferisco in particolare a quelli di associazione sovversiva, di cospirazione politica per sovvertire l'ordinamento democratico dello Stato e di attentato alle prerogative del governo.
Accuse che riportano il paese al periodo fascista.
Sono reati che non dovrebbero proprio esistere, come chiede anche una proposta di legge abrogativa degli stessi presentata da Rifondazione comunista. Ma anche se sono ancora presenti del nostro Codice penale, è indubbio che debbano essere applicati sulla base dei principi costituzionali e della interpretazione che ne ha dato la Corte costituzionale al fine di garantire la libertà di espressione e di manifestare il proprio pensiero anche se non è quello dominante. La disobbedienza non solo è legittima ma in certi casi è doverosa, quando è finalizzata per rendere effettivi quei principi costituzionali che ora sono solo sulla carta, come quello dell'uguaglianza di tutti i cittadini o il rifiuto della guerra.
Che cosa accadrà nei prossimi giorni?
Dal punto di vista giuridico il procedimento andrà avanti. La scarcerazione è il primo passo, ma la mobilitazione deve continuare perché il proscioglimento arrivi già in fase istruttoria. Non è concepibile infatti che si possa tenere un processo per condotte in realtà aderenti alla Costituzione.
La politica istituzionale quale supporto può dare a questa battaglia per la democrazia. Per la stessa civiltà del paese?
Si possono portare avanti iniziative importanti come quella per l'abolizione dei reati di opinione e, con il supporto di una grande mobilitazione dal basso, battersi per abolire la legislazione di emergenza. Se oggi è possibile che si vedano queste modalità di indagine o questi teoremi accusatori è perché le norme, create in momenti di emergenza soprattutto terroristica, vengono usate per contrastare l'antagonismo sociale che con quella stagione non c'entra nulla. Il problema è che il Parlamento quelle leggi non solo non le ha eliminate, come avrebbe dovuto, ma con il voto anche del centrosinistra le ha rafforzate, rendendole sempre più pericolose.
Liberazione 4 dicembre 2002
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