Follini incita l'Udc: sulle riforme teniamo duro Legge elettorale proporzionale, rigore in economia e primarie alle regionali Il partito lo acclama e conferma: resteremo nel governo ma per migliorarlo
«ANDIAMO AVANTI UNITI»
Marco Follini non cambia la linea del partito e incassa l'ok dei suoi parlamentari
ROMA - L'Udc non è «il problema, l'anomalia» di questa maggioranza. Anzi, senza la sua «anima democristiana» e il suo «spirito repubblicano» questa maggioranza «non sarebbe né più unita, né più ordinata, né più combattiva né più disciplinata. Piuttosto questo partito pone dei problemi seri su come governare insieme, meglio, e associare al governo la grande varietà delle forze sociali». Così il segretario dell'Udc, Marco Follini, aprendo il consiglio nazionale del suo partito, sgombra il campo da ogni, come lo chiama lui, «fantasma politico». E nel ribadire che il suo partito «non ordisce trame neo centriste, tanto meno attenta alle virtù del bipolarismo», alla vigilia della pausa estiva il leader centrista incassa un'ovazione dai suoi ed elenca, uno dopo l'altro, i temi su cui il partito farà sentire la sua voce alla ripresa dell'attività politica. DPEF e FINANZIARIA - Nel campo economico Follini ribadisce che il suo partito tornerà a chiedere «più severità, più equità e più solidarietà». «Vediamo se ci riesce di disegnare un percorso - dice - che ci conduca verso l'autunno di media temperatura politica e di più forte utilità per il Paese». E citando le cifre del Dpef e della prossima finanziaria, Follini sottolinea come «queste durezze avvertono che è finita l'epoca dell'illusionismo economico». L'epoca in cui si è creato il debito pubblico e in cui sia Prodi che D'Alema «hanno mancato le riforme strutturali». E aggiunge: «La riforma fiscale dovrà partire dalla famiglia e lo sviluppo dal Sud». RIFORME - Follini ribadisce che il federalismo dovrà essere più solidale e meno costoso e, contemporaneamente, chiede tempi certi per una legge elettorale proporzionale di coalizione. Riguardo alle proposte di modifica sulla devolution, Follini «apre» nei confronti della maggioranza sottolineando che gli emendamenti dell'Udc dalla forma scritta possono anche trasformarsi in un messaggio «orale» da mandare «all'orecchio degli alleati». Ma «quello che sta a cuore all'Udc è un punto fondamentale e - sottolinea Follini - si chiama tradizione costituzionale italiana». Quella tradizione violata dalla sinistra la scorsa legislatura che ha visto le riforme approvate a maggioranza. «Vorremmo cercare - ha detto Follini - di non imitarli evitando così che ogni maggioranza si faccia le sue riforme ad ogni legislatura». Nello specifico, Follini sottolinea come è giusto cambiare la Costituzione ma senza snaturare il sistema «politico e istituzionale». Quanto alla proposta di riforma proporzionale, Follini chiede che la Cdl «esca dal vago. Per noi non è un ultimatum ma non può nemmeno essere un tormentone: abbiamo fatto una domanda chiara e abbiamo diritto ad una risposta chiara, non generica e non evasiva». PRIMARIE ALLEREGIONALI - Al consiglio nazionale Follini lancia l'ipotesi di tenere delle primarie per scegliere i candidati alle prossime regionali: «Promuovere questo strumento - precisa Follini - non vuol dire avere un rito plebiscitario, ma una occasione di confronto fra i partiti e gli elettori. Quello che non può essere accettato è il rito bizantino di una trattativa inconcludente che ci porta a ridosso del voto a scegliere candidati deboli o candidati controversi». DIVISISU «LORENZAGO 2» - E se l'Udc appoggia all'unanimità la linea di Follini, osannandolo, dopo però si spacca sull'utilità del tavolo tecnico estivo, la cosiddetta «Lorenzago due». A scuotere il dibattito la disputa tra il capogruppo del Senato, già «saggio» di Lorenzago, Francesco D'Onofrio, e il «giovane leone» della segreteria Follini, il capogruppo in Commissione Affari Costituzionali Giampiero D'Alia. Tema del contendere gli emendamenti al testo sulla devolution. Secondo D'Onofrio, l'Udc è chiamata a scegliere una volta per tutte se vuole o meno le riforme, «senza cercare una "rotturicchia"...». Di parere opposto D'Alia: «Le nostre proposte ricalcano in tutto e per tutto il programma della Cdl, altro che rottura. A riscaldare il clima della riunione anche la disputa sull'utilità del tavolo tecnico estivo, la cosiddetta «Lorenzago due». Per Luca Volonté il luogo più «consono» per fare le riforme sono le sedi istituzionali, «in giacca e cravatta».