San Giovanni Damasceno

[adsum]

qualcuno ha materiali su San Giovanni Damasceno?
grazie


daniele.

[Qoelèt]

Caro Daniele,
non è facile trovare materiale internettiano su San Giovanni Damasceno ma ti prometto che proverò a guardare su qualche biblioteca on-line patristica (se troverò qualcosa sicuramente sarà in lingua inglese).
Il Santo Padre Giovanni Damasceno (675-750) è stato il più grande Padre difensore della liceità del culto delle Sante Icone contro l’eresia iconoclasta e la proibizione del loro culto da parte dell’imperatore Leone III nel 730;la sua grandiosa Teologia dell’icona ha influenzato le decisioni di Nicea II riportando finalmente l’Ortodossia minacciata gravemente dall’eresia (e ricordiamoci che una posizione eretica sull’Icona minaccia conseguentemente anche la retta cristologia).
Egli ricorda anzitutto che l’Antico Testamento non vieta espressamente le “immagini”, quanto piuttosto gli “idoli”, e distingue pertanto tra “adorazione”, riservata solo a Dio, e “venerazione”, rivolta invece ai santi, alle reliquie o alle altre immagini e oggetti sacri. Per Damasceno il culto non si ferma sulla materia, ma si rivolge all’originale, transita verso il prototipo divino cui l’immagine rimanda. (Giuseppe Patella - Lo statuto dell’immagine tra icona e simulacro)
“Le cose materiali per se stesse non meritano venerazione, ma se rappresentano chi è pieno di grazia, il sostenere che esse partecipano di quella grazia è conforme alla fede” (PG 94, 1264)
“chi venera l’icona, venera l’ipostasi di colui che è dipinto in essa, giacché così è rafforzato l’insegnamento dei santi Padri nostri, e cioè la tradizione della santa Chiesa universale, che ha accolto il Vangelo da un confine all’altro della terra”
Il divieto veterotestamentario della raffigurazione di Dio per San Giovanni di Damasco deve essere riletto alla luce dell’incarnazione del Cristo Dio : “è chiaro che, quando tu abbia visto che Colui che è incorporeo è diventato uomo a causa tua, allora farai l’immagine della sua forma umana; quando l’Invisibile sia diventato visibile per la carne, allora raffigurerai l’immagine di Lui che è stato visto; quando Colui che nella sovrabbondanza della sua natura è senza corpo e senza figura, incommensurabile ed atemporale, quando Colui che è immenso e sussistente nella forma di Dio, si sia invece ristretto alla misura e alla grandezza, dopo aver preso la forma di schiavo, e si sia cinto della figura del corpo, allora riproduci la sua forma su di un quadro, ed esponi alla vista Colui che ha accettato di essere visto. Di Lui riproduci l’inesprimibile condiscendenza, la nascita dalla Vergine, il battesimo nel Giordano, la trasfigurazione sul Tabor, le sofferenze generatrici d’immortalità, i miracoli-segni della sua divina natura che furono compiuti con virtù divina attraverso la virtù del corpo, la croce salvatrice, la sepoltura, la risurrezione, l’ascesa al cielo. Tutte queste cose descrivi con la parola e con i colori” ( Discorsi I PG94 1237 D 1240 )
“Nei tempi antichi Dio, incorporeo e senza forma, non poteva essere raffigurato sotto nessun aspetto; ma ora, poiché Dio è stato visto mediante la carne ed è vissuto in comunanza di vita con gli uomini, io raffiguro ciò che di Dio è stato visto” ; “attraverso la pittura delle immagini contempliamo l’effigie della sua figura corporea, dei suoi miracoli e delle sue sofferenze, siamo santificati e confermati, gioiamo, siamo proclamati beati e prestiamo rispetto, onore e venerazione alla sua figura corporea. Contemplando la sua figura corporea noi consideriamo per quanto è possibile anche la gloria della sua divinità” .
Alla luce dell’Incarnazione il divieto veterotestamentario (ricordandoci che tutto l’A.T. altro non è che una “propaideia Kristou”) diventa “Non fate immagini di Dio finchè non lo avrete visto nella carne”(L.Uspenskij).
Purtroppo,caro Daniele, in Occidente la brama di potere e la grassa ignoranza teologica (oltre che culturale) di Carlo Magno che non accettò le decisioni del VII Concilio Ecumenico e nel 790 fece pubblicare i Libri Carolingi aprì la strada alla concezione delle icone come “bibbia dei poveri” a semplice scopo illustrativo e alla con-seguente contaminazione del naturalismo(in barba ai sacri canoni) e al totale decadimento occidentale della ortodossa teologia dell’Icona.
Comunque,per non divagare ulteriormente, le “Contra imaginum calumniatores orationes tres” di Giovanni Damasceno le puoi trovare in tutte le librerie,anche alle Paoline : Difesa delle Immagini Sacre – Trad. a cura di V.Fazzo- Roma, Città Nuova

Luca

[adsum]

ciao, ti ringrazio molto, scusami se ti rispondo solo ora, ma sono stato impegnato, saluti.

[Qoelèt]

In ricordo della Santa Domenica dell'Ortodossia ,festività del trionfo della liceità della venerazione delle icone e vittoria sull'eresia iconoclasta, celebrata ieri e su cui purtroppo, per materiale mancanza di tempo, non ho potuto postare nulla, ripropongo questo thread sul Santo padre Giovanni Damasceno, strenuo difensore dell'Ortodossia delle Sante Icone.