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Discussione: dOVE ANDEMO?

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    Predefinito dOVE ANDEMO?

    Ringraziando asburgico per la sua prontezza di riflessi e per la dedizione alla causa, ripeto qui il mio Thread.

    Il mio commento troppo lungo e' stato interroto e no ha potuto essere visualizzarto: lo ripeto in sintesi:

    1. L' anno scorso ho visitato nuovamente Colonia, vicino alla mia Patria. strade principali oppresse da negozietti di Kitsch, donne velata, giapponesi che facevano foto controluce, insomma, un disastro. Tedeschi costretti ad incontrarsi in quartieri periferici dai prezzi esorbitanti. Ho pianto.

    2. Ieri sono tornato da francoforte, dove ho trascorso 18 anni. Gli stranieri sono ormai della seconda-terza generazione. I controllori della metropolitana sono turchi e parlani dialetto locale, come pure una poliziotta cinese in divisa. Della puntualita' di metro ed aerei, nemmeno l' ombra, ognuno fa cio' che vuople.
    Gli stranieri della seconda generazione sio sono sì integreti, e non male, ma non hanno ancora l' idea di cio' che significa essere Tedeschi: non la puntualità, non la educazione, non, soprattutto il rispetto della nostra Madrelingua.

    3. Penso a che cosa dobbiamo imparare: in citta', in cui il cosmopolitismo e' di nuova introduzione (Colonia), la massa dgli stranieri si ghettizza, conquista la citta', si impone, distruigge tutto. Ci deruba della ns. identita'.

    Dove la globalizzazione ha radici antiche (Francoforte), gli stranieri imparano dagli strati piu' bassi della popolazione, ci controllano, senza conoscere la nostra lingua, tipo Papalia, per intenderci. Portano la nostra civilta' verso una driva locale, facile alle loro orecchie, ma sorda ai valori della nostra Patria (Padana o Tedesca).

    Penso che questo intervento sia utile, per aiutare a capire quale e' il nostro futuro e se vale la pena di insistere sul dialetto con gli immigrati. Sono perfettamente d' acordo sulla limitazione del loronumero, ma cosa dovranno imparare, Veneto/Friulano/Triestino, o Italiano??

    Serenissimi saluti Mitteleuropei



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  2. #2
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    Predefinito Re: dOVE ANDEMO?

    Originally posted by Mitteleuropeo
    Ringraziando asburgico per la sua prontezza di riflessi e per la dedizione alla causa, ripeto qui il mio Thread.

    Il mio commento troppo lungo e' stato interroto e no ha potuto essere visualizzarto: lo ripeto in sintesi:

    1. L' anno scorso ho visitato nuovamente Colonia, vicino alla mia Patria. strade principali oppresse da negozietti di Kitsch, donne velata, giapponesi che facevano foto controluce, insomma, un disastro. Tedeschi costretti ad incontrarsi in quartieri periferici dai prezzi esorbitanti. Ho pianto.

    2. Ieri sono tornato da francoforte, dove ho trascorso 18 anni. Gli stranieri sono ormai della seconda-terza generazione. I controllori della metropolitana sono turchi e parlani dialetto locale, come pure una poliziotta cinese in divisa. Della puntualita' di metro ed aerei, nemmeno l' ombra, ognuno fa cio' che vuople.
    Gli stranieri della seconda generazione sio sono sì integreti, e non male, ma non hanno ancora l' idea di cio' che significa essere Tedeschi: non la puntualità, non la educazione, non, soprattutto il rispetto della nostra Madrelingua.

    3. Penso a che cosa dobbiamo imparare: in citta', in cui il cosmopolitismo e' di nuova introduzione (Colonia), la massa dgli stranieri si ghettizza, conquista la citta', si impone, distruigge tutto. Ci deruba della ns. identita'.

    Dove la globalizzazione ha radici antiche (Francoforte), gli stranieri imparano dagli strati piu' bassi della popolazione, ci controllano, senza conoscere la nostra lingua, tipo Papalia, per intenderci. Portano la nostra civilta' verso una driva locale, facile alle loro orecchie, ma sorda ai valori della nostra Patria (Padana o Tedesca).

    Penso che questo intervento sia utile, per aiutare a capire quale e' il nostro futuro e se vale la pena di insistere sul dialetto con gli immigrati. Sono perfettamente d' acordo sulla limitazione del loronumero, ma cosa dovranno imparare, Veneto/Friulano/Triestino, o Italiano??

    Serenissimi saluti Mitteleuropei



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    Nel mio ultimo viaggio, novembre, sono passato anch'io da Francoforte e' mi e' parsa degradata fin dal mio arrivo all'aeroporto, aggravato anche dal caos delle costruzioni, il numero di sotto-immigrati e ultimo ma non di meno, il fastidio del fumo.
    Arrivato alla Malpensa, ritardi, menefreghismo per i bagagli, corridoi impraticabili con buche piu' grandi del carrello.
    Io l'ho sempre detto: siccome e' impossibile fermare l'immigrazione, l'unica cosa da fare sarebbe (forse e' troppo tardi)stato fare una scelta discriminata.
    Prendiamo per esempio il nordamerica: certe citta' sono meglio di altre, dipende sia dalla gente che e' arrivata sia dalla politica addottata.
    Non mi verrebbe mai in mente di stare a Detroit o a Orlando, mentre a Seattle o San Diego, si. Eppure tutte hanno un alto numero di immigrati.
    Il problema maggiore e' la crescita delle popolazioni piu' povere, dove purtroppo l'errore piu' grande e' stato
    quello di non dare un educazione sessuale alle popolazioni, peraltro contravvenendo le "grandi" religioni.
    Dobbiamo sperare di poter raggiungere un livello economico tale da eliminare la sotto-immigrazione, sempre che il popolo sia d'accordo a spendere delle cifre enormi per aiutare questi ultimi arrivati. O lasciarli al loro destino (cosa in un certo senso piu' giusta) e creare delle zone sicure e vigilate.
    L"America precede l'Europa di 30-50 anni, quasi in tutto, come costruzioni, beni di massa, ecc. Mi sa che in fatto di immigrazione i probemi fra 30-50 anni in Europa saranno ben maggiori di quelli che abbiamo oggi qui. Ma siccome siamo sulla stessa barca, bisognerebbe trovare una soluzione comune, che non puo' arrivare ne dal cattolicsimo ne dall'islam.
    ET

 

 

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