Il ministero dell'Istruzione deve controllare che nelle scuole la storia contemporanea sia insegnata secondo criteri oggettivi rispettosi della verità storica, attraverso l'utilizzo di testi di assoluto rigore scientifico che tengano conto di tutte le correnti culturali e di pensiero». La commissione Cultura della Camera ha approvato mercoledì una risoluzione di Forza Italia, vincolante per il governo, sui libri di testo per l’insegnamento nelle scuole.
La maggioranza ha approvato, sempre in commissione Cultura della Camera, una risoluzione che «impegna il governo ad attivarsi per far sì che nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia, in particolare quella contemporanea, si svolga secondo criteri oggettivi, rispettosi della verità storica».
Questo intervento governativo sui libri di testo, specialmente quelli di storia, era un cavallo di battaglia della campagna elettorale berlusconiana (insieme alla fotografia del presidente operaio) e la maggioranza l'ha approvato, ignorando tutte le polemiche e le reazioni che il suo annuncio aveva suscitato tra gli addetti al mestiere. «È una limitazione della libertà d’insegnamento», aveva protestato una parte della categoria docenti, già messi alle strette da una riforma scolastica e universitaria che ridimensiona notevolmente la libertà del professore nella scelta del programma da far svolgere alle sue classi.
Oggi la maggioranza di centrodestra chiede «assoluto rigore scientifico» per questo l’approvazione di tale provvedimento che impegna il governo «ad attivarsi, collaborando con le istituzioni scolastiche e nel rispetto della loro autonomia, per far sì che nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia, in particolare di quella contemporanea, si svolga secondo criteri oggettivi rispettosi della verità storica».
Si apre dunque la via per la messa al bando una volta per tutte dei libri di storia di sinistra: «È indubbio che negli ultimi anni nella scuola italiana è prevalsa una visione ideologica che ha sovente alterato fatti storici incontrovertibili per fini di parte», ha detto Fabio Garagnani primo firmatario della risoluzione approvata dalla commissione Cultura.
Dall’opposizione arriva un primo commento, indignato, nei confronti di questo provvedimento. «Se non ci trovassimo dinanzi ad un atto di inaudita gravità che lede i più elementari principi di libertà verrebbe davvero da ridere per la risoluzione approvata dalla maggioranza». È il commento a caldo di Andrea Colasio, capogruppo della Margherita in commissione Cultura. «Secondo questi sedicenti liberali compete al governo stabilire se un manuale di storia sia rispettoso della verità storica –continua- In un sol colpo viene lesa l' autonomia scolastica, la funzione pedagogica dei docenti e delle famiglie, il vero pluralismo culturale e quel che non è meno grave, ci si rende ridicoli agli occhi della comunità scientifica. Neanche il Minculpop aveva osato tanto».
ROMA - Palazzo Chigi spegne sul nascere l'incendio sui libri di testo che già minacciava di divampare. Qualcuno nella Casa delle libertà chiede un controllo preventivo (che l'Ulivo già definiva "censura") sui libri di storia adottati nelle scuole italiane? Ci pensa il ministro per i rapporti col Parlamento, Carlo Giovanardi, a tagliar corto a definire "irricevibile" la risoluzione di maggioranza votata ieri dalla commissione Cultura della Camera. Non solo, agigunge Giovanardi, ma non è mai stato in dubbio che al governo spetti di vigilare sulla obiettività dei fatti e delle valutazioni riportate sui libri messi in mano agli alunni di media e superiori. La nota di Giovanardi, che chiude - almeno per ora - la porta a interventi politici sulla cultura e sulla didattica, parla molto chiaramente. '' La risoluzione, per quanto riguarda il governo, è semplicemente irricevibile'', afferma il ministro. Secondo Giovanardi ''non spetta certamente all'esecutivo viglilare sull'obiettività dei libri di storia. Ho già espresso chiaramente questa convinzione - spiega il ministro - e rimango pertanto sorpreso da polemiche pretestuose tese a coinvolgere il governo in un dibattito su una questione importante sulla quale il governo non può e non deve intervenire in via amministrativa''. Ma viene dal neosegretario Udc il commento forse più sprezzante alla risoluzione, che ha come primo firmatario Fabio Garagnani, il deputato bolognese di Forza Italia noto per aver aperto in Emilia appositi sportelli a disposizione di allievi e famiglia per denunciare gli insegnanti faziosi o quelli che in classe parlano male del governo. ''Una baggianata sesquipedale'', dice Follini rispondendo alle domande dei cronisti in Transatlantico.
(12 DICEMBRE 2002; ORE 1103, da "Il Nuovo")
ME LO SPIEGATE UNA VOLTA PER TUTTE, CON PAROLE SEMPLICI ADATTE AD UNA MENTE COME LA MIA, A CHI SIAMO IN MANO????
SE NON CE LA FATE CON LE PAROLE DISEGNATEMELO, MA CERCATE DI FARE CAPIRE PURE ME.
Saluti
echiesa