Salve a tutti, è la prima volta che scrivo su questo forum, che leggo spesso e che mi incute molto rispetto date le profonde conoscenze teologiche e la profonda fede di chi lo anima. Io sono cattolico, anche se ancora troppo pigro e peccatore, e mi sento vicino alla coerenza dei tradizionalisti e di coloro che non piegano il cristianesimo e le sue verità al divenire, ai costumi laici, alle comodità e alle filosofie moderne. Premesso ciò, mi sorge questa sera un dubbio che spero qualcuno possa chiarirmi: mi sembra infatti pretestuosa l'accusa di Deicidio attribuita al popolo ebraico. Mi spiego: è chiaro che costui in gran parte non ha accolto il messaggio di Cristo, acconsentendo alla sua crocifissione , ma innanzitutto non mi sembra esista una responsabilità diretta, e inoltre la morte del redentore era teologicamente necessaria alla salvezza dell'umanità. Secondo la dottrina cristiana, Dio si è fatto uomo per donare all'umanità la salvezza attraverso il suo corpo, offerto in sacrificio per essa, e il suo sangue, versato in remissione dei peccati. A partire da questi presupposti, il popolo d'Israele non è che il popolo eletto da Dio per preparare la venuta del Figlio, redimere i peccati attraverso la Sua morte, fondare attraverso l'apostolato la Sua Santa Chiesa e far dono all'uomo della Verità e quindi del proprio santo mistero. Nell'ottica cristiana, chiaramente, il popolo ebraico avrebbe dovuto convertirsi al nuovo messaggio e riconoscer quindi in Gesù il Messia predetto dai profeti, ma se l'avesse fatto, e quindi avesse liberato il Salvatore, la Rivelazione avrebbe chiaramente assunto pieghe diverse, evidentemente contrarie alla Santa Volontà del Padre. La venuta, la crocifissione e l'ascesi del Figlio ha, in questa Santa Volontà, una razionalità profonda che, se fa gravare un macigno profondo sulle spalle del popolo ebraico, altresì ne fa un soggetto indefettibile della manifestazione di Dio, aperto anch'esso al suo Mistero e ai suoi disegni. Trovo quindi sconveniente sia la ricerca di un dialogo ecumenico destinato a far perdere il senso profondo della Cristologia cattolica , sia l'accanimento contro un popolo la cui fede si è tragicamente chiusa alla luce redentrice del Figlio, ma non alle infinite vie del Padre che nessuno di noi conosce e che solo possiamo lodare con l'esercizio delle virtù di cui ha fatto noi dono.
Chiedo scusa se sono caduto in imprecisioni teologiche, ma credo che il senso del mio discorso sia chiaro.