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  1. #21
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    Lettera del segretario nazionale Pri, Francesco Nucara, inviata ai segretari e responsabili regionali e provinciali

    Cari amici, il mondo politico si sta riorganizzando anche nella prospettiva di un ricambio generazionale necessario quanto inevitabile. Molti giovani si interessano di politica ma ancora non hanno trovato risposte adeguate.

    La F.G.R., che ha autonomia politica ed organizzativa rispetto al P.R.I., è un luogo dove dibattere e confrontarsi liberamente senza pregiudizi o barriere ideologiche, nell'alveo della tradizione repubblicana che vede i giovani sempre protagonisti delle discussioni e delle battaglie per il progresso e la libertà.

    In tanti si stanno già avvicinando alla rinata Federazione Giovanile, grazie al lavoro della nuova dirigenza, dimostrando come il messaggio della nostra tradizione politica, che ha radici profonde nella storia del Paese, può attrarre anche le nuove generazioni.

    Occorre che la dirigenza del P.R.I. faccia uno sforzo e chiami concretamente a raccolta i giovani che si sono in questi mesi avvicinati al partito, affinché tutti possano essere da subito coinvolti nel progetto F.G.R. e possano prendere attivamente parte alle diverse iniziative portate avanti.Vi invito, pertanto, a contattare la Segreteria Nazionale della F.G.R., o direttamente il Segretario Nazionale Giovanni Postorino.

    Sicuri che compito di ogni buon dirigente sia quello di trovare l'alternativa a sé stesso, i REPUBBLICANI, forti della loro storia, puntano sui giovani per guardare con certezza verso il futuro.

    On. Francesco Nucara

    ***

    Per contatti: Segreteria Nazionale F.G.R. tel. 06.6865824

    Segretario Nazionale F.G.R. tel. 340.5572918 - g.postorino77@virgilio.it
    [mid]http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/TUCOMESTAI.mid[/mid]

  2. #22
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    Clima incerto in vista del referendum francese sulla Costituzione/Ma il problema resta quello di colmare il baratro che oggi separa la "piazza" dal "palazzo"

    Il deficit di politica di queste istituzioni europee

    Da qualche anno il mese di Maggio è diventato cruciale per il destino stesso dell'Europa. Lo scorso anno assistevamo a manifestazioni di sincero entusiasmo per l'allargamento dell'Europa. Oggi invece, ad un anno di distanza, attendiamo con ansia l'esito del referendum in Francia sulla Costituzione europea che secondo gli ultimi sondaggi resta troppo incerto per poter fare previsioni credibili. E a questa allarmante notizia si aggiunge l'altra che anche in Olanda aumentano le fila del fronte del NO. L'eccessiva tecnicità delle istituzioni europee e della Costituzione, nonché la grave crisi economica sono i motivi che portano ad ingrossare le fila degli euro-scettici e degli euro-ostili.

    Certo, sul testo del Trattato che adotta la Costituzione europea possono esprimersi forti perplessità. Sta di fatto che una bocciatura francese, come anche una olandese, del testo sarebbe una vera iattura per il destino dell'Europa. Ciò è dimostrato anche dal fatto che una tale eventualità non è stata presa in seria considerazione: "Se la Francia boccia la Costituzione non c'è un piano di riserva" così si è espresso Barroso (Corriere di sabato 14).

    Forse, sarebbe stato più opportuno prevedere, proprio in virtù del suo oggetto, una uniformità nella ratifica del Trattato che adotta la Costituzione europea da parte di tutti gli Stati e non semplicemente un rinvio alle procedure stabilite dagli ordinamenti di ognuno di essi. E forse sarebbe stato più opportuno legare il problema della ratifica della Costituzione europea al problema della sua legittimità ed in particolare all'annosa questione del deficit di democraticità di cui l'integrazione europea è da sempre afflitta.

    Partendo dal presupposto che una Costituzione è un corpo normativo intorno al quale ogni cittadino può e deve riconoscersi, e questo può avvenire in concreto solo nel caso in cui vi sia a suo fondamento un atto del popolo, o ad esso attribuibile, possiamo concludere che il nodo della democraticità dell'integrazione europea non è stato affatto sciolto ed i singoli Stati rimangono ancora "Signori dei Trattati". La Convenzione che ha elaborato il testo della Costituzione non era un'Assemblea Costituente e del resto sarebbe stato comunque impossibile, non essendo appoggiata da una forte volontà politica, pensare ad un procedimento di ratifica attraverso una consultazione popolare per tutti gli Stati e valida per ognuno di essi, o addirittura, alla celebrazione di un vero e proprio referendum popolare europeo che tenesse conto del risultato elettorale nel suo complesso. Pur essendo di indubbio fascino, una tale proposta si sarebbe infatti scontrata con tutta una serie di ostacoli giuridici interni ai singoli ordinamenti che avrebbero richiesto tempo e complesse procedure per venir rimossi.

    Resta il fatto che proprio quel presupposto di legittimità, costituito da un atto fondante ascrivibile alla volontà popolare, manca alla Costituzione europea che oggi appare, come qualche acuto osservatore ha sostenuto, più una "Costituzione per gli Stati" piuttosto che una "Costituzione per i cittadini europei". Insomma quello che si sta costruendo è qualcosa di unico che resta tuttavia un ibrido dall'identità non chiara.

    Se poi consideriamo il contesto di estrema difficoltà economica che sta vivendo un po' tutto il vecchio continente e il risorgere di spinte nazionaliste all'interno degli Stati, capiamo perché hanno gioco facile coloro che sono ostili all'Europa, all'euro e, quindi, alla Costituzione.

    Se le cose stanno così, allora in questi giorni si sta palesando il vero problema dell'Europa: colmare il baratro che separa la "Piazza" dal "Palazzo" europeo con le sue fredde e lontane istituzioni. Se non si fornisce subito una risposta politica adeguata crescerà sempre più il malcontento e il rigetto verso l'Unione Europea. Non sorprendiamoci quindi se proprio per volontà del popolo si corre concretamente il rischio di perdere per strada pezzi fondamentali senza i quali sarebbe oltremodo ridicolo pensare l'Europa.

    Oggi non possiamo far altro che sperare nell'esito dei referendum francese. Ma il giorno dopo la sua celebrazione si dovrà compiere una concreta accelerazione sulla strada di un'unità politica ancora estremamente lontana, ma sempre più necessaria. Per ottenerla serve la volontà politica, che però non sembra essere così forte. Rimangono quindi tutti gli interrogativi: come possono i cittadini sentire l'Europa come la propria terra, le istituzioni europee come luogo dove si dibattono problemi reali e l'euro come la propria moneta, senza un'Unione dalle caratteristiche più politiche e meno tecniche? Come si pensa di affrontare adeguatamente le sfide economiche e di sicurezza che la globalizzazione pone oggi all'ordine del giorno se non si supera il deficit di politica che si registra all'interno delle istituzioni europee?

    Giovanni Postorino Segretario Nazionale FGR

  3. #23
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    La Fgr interviene sulla proposta di Mario Monti/Giovanni Postorino analizza la nascita del "Grande centro"

    Necessità di coalizioni omogenee

    La recente cronaca politica ha visto la nascita del dibattito innescato dalle dichiarazioni dell'ex commissario europeo alla concorrenza, Mario Monti, che ha proposto la nascita di un "Grande Centro".

    Abbiamo cercato di capire che cos'è questo "grande centro", cercando di raccogliere maggiori informazioni sul progetto "politico" di "Monti": decisi ad approfondire la questione abbiamo chiesto al motore di ricerca Google di venire in nostro soccorso: 384.000 citazioni in 0,37 secondi.

    Dobbiamo quindi dedurre che molto è stato scritto e dobbiamo ammettere che il tentativo di dar vita ad un dibattito si è concretizzato. In un paese democratico ciò non può che rallegrarci: le discussioni e lo scambio di opinioni sono la fonte vitale della nostra politica.

    Ma un tale dibattito che rispolveri oggi il concetto di "Grande Centro" non può considerarsi in grado di risolvere i problemi del Paese. Infatti, nella nostra attuale situazione politica, come ha affermato il ministro della Difesa On. Prof. Antonio Martino, "Monti sembra non ricordare che i governi della "prima Repubblica", oltre ad averci lasciato in eredità un debito pubblico di dimensioni colossali, tutto erano tranne che amici dell'economia di mercato".

    Pur condividendo l'analisi sulle priorità per lo sviluppo e l'innovazione del nostro Paese non possiamo illuderci che un club di nostalgici del grande vecchio centro, che strumentalmente oggi plaude al monito di Monti, possa essere espressione di un sentimento nazionale di ammodernamento. Del resto, le formazioni politiche che attualmente formerebbero questa coalizione di centro non hanno nel proprio DNA la cultura liberale invocata giustamente da Monti per il futuro dell'Italia.

    In un recente scambio di opinioni all'interno della Federazione Giovanile, il nostro Segretario, Giovanni Postorino, ha giustamente affermato che non vi è "la necessità di creare un centro, quanto piuttosto quella di creare coalizioni omogenee". Questo è il primo passo per superare le ambiguità politiche che vivono nelle coalizioni attuali. Prosegue ancora il Segretario Postorino che "solo l'aggregazione di forze simili o aventi punti programmatici condivisi può far superare la crisi politica attuale e fornire all'elettorato un quadro certo di riferimento".

    Noi Giovani Repubblicani siamo prima di tutto convinti che le alleanze (o coalizioni) devono essere ben definite e riconoscibili dall'elettorato e che per realizzare ciò ci deve essere un grado diffuso di omogeneità tra le diverse anime che popolano una coalizione: l'effettivo minimo comune denominatore di intenti e progetti deve essere sempre visibile e chiaro perché chi si fa carico dell'espressione democratica di un paese ha il dovere morale di gestire la complessa macchina dello Stato con senso di responsabilità e di giustizia civile, rendendone comunque conto a tutti i cittadini e non solo ai propri elettori.

    Quello che ci possiamo allora augurare è che invece di alchimie politiche, si torni seriamente a discutere dei problemi del Paese con spirito laico, cioè senza pregiudizi, nell'interesse esclusivo dell'Italia, sul cui altare valesempre la pena di sacrificare gli attuali schemi politici.

    Sottolinea giustamente Postorino: "al nostro sistema Paese serve una forte spinta a liberare le forze dinamiche e produttive oggi del tutto imbrigliate tra burocrazia, rigidità e privilegi. Quindi, ponendo mente al prossimo futuro, ci auguriamo che si possa giungere, non alla rinascita del "Grande Centro", bensì alla messa in atto di una "Grande Politica" di sviluppo per il progresso del nostro Paese.

    Fulvio Giulio Visigalli responsabile Area Economia Fgr

  4. #24
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    Comunicato della Fgr di Terracina

    L'attività della FGR continua anche in provincia. Portando a compimento un lavoro di coinvolgimento giovanile nel progetto della FGR, il responsabile provinciale di Latina, Alessandro Cittarelli, ha tenuto a battesimo la nascita di un nuovo circolo FGR nella città di Terracina.

    "Questo traguardo non è altro che il primo passo di un duro lavoro tutto da compiere e che dovremo affrontare nello spirito della tradizione repubblicana", queste le parole del responsabile provinciale Cittarelli, che non ha mancato di esprimere la propria soddisfazione anche per il coinvolgimento di giovani come Gianluca Gasbarroni, Altobelli Emanuele, Niro Emanuele, Cappelli Guido. Tutti i presenti hanno evidenziato l'importanza in questa fase politica di riuscire a portare avanti le battaglie della FGR e diffondere così il pensiero repubblicano tra i giovani.

    Nel corso della riunione sono stati affrontati anche le questioni organizzative ed è stato designato all'unanimità quale responsabile locale Gianluca Gasbarroni. È stato poi approvato il regolamento del nuovo circolo, che ora sarà sottoposto agli organi competenti per l'approvazione, come previsto dallo statuto nazionale FGR.

    Viva soddisfazione per il traguardo raggiunto viene espressa dal Segretario e dalla Direzione Nazionale FGR.

  5. #25
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    Caserta: nominati i nuovi responsabili della Federazione giovanile

    Conclusa la campagna tesseramenti, con straordinario successo, (86 tesserati) il giorno 10 ottobre presso la sede del Partito Repubblicano Italiano, in via Unità Italiana 16, si è tenuta la prima Assemblea della Federazione Giovanile Repubblicana (Fgr) di Caserta.

    All'ordine del giorno la redazione del regolamento interno e la nomina dei quadri dirigenziali con la conseguente attribuzione dei carichi di lavoro.

    Il coordinatore provinciale della Federazione giovanile del Partito Repubblicano sarà Emanuele De Angelis, attuale senatore accademico della Università Federico II di Napoli. Il coordinatore cittadino della Fgr, invece, sarà Ciro Salamone. Il ruolo del segretario organizzativo e di Addetto stampa è stato affidato a Giacomo Colasanti. L'incontro del 10 si è concluso con la discussione sulle linee guida della Federazione Giovanile e sulle tematiche dei primi progetti da intraprendere (ambiente, università, economia, etc.).

    Prossimo appuntamento della Delegazione sarà l'incontro con Gimmy Cangiano, membro del consiglio d'amministrazione della Seconda università che si terrà presso la sede della Federazione giovanile repubblicana in via Unità Italiana 16, il giorno 14 ottobre alle 20,00, per discutere sui temi attinenti l'università, cari alla federazione.

    La costituzione del movimento giovanile è stata salutata con entusiasmo sia dal segretario provinciale Pompeo Petrella che da quello regionale Carmine Bevilacqua.

    "La Gazzetta di Caserta" 12 ottobre 2005

  6. #26
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    Le minacce al mondo ebraico coinvolgono tutti noi

    La Federazione Giovanile Repubblicana esprime la propria solidarietà allo Stato di Israele per le vergognose e deliranti affermazioni del Presidente iraniano Ahmadinejad.

    Israele rappresenta un baluardo a difesa della libertà e della democrazia, e risulta intollerabile qualsiasi minaccia volta a porre in discussione l'esistenza stessa di questo Stato. Ma la minaccia che l'Iran rivolge ad Israele è in realtà un pericolo per tutto il mondo.

    La comunità internazionale non può più ignorare tale questione: occorre dare una risposta forte e decisa, e solo la compattezza e l'intransigenza dell'Europa e degli U.S.A. possono costituire una adeguato deterrente volto a scongiurare ulteriori drammatici sviluppi.

    La Federazione Giovanile Repubblicana sarà presente, con il suo segretario nazionale Giovanni Postorino ed i suoi militanti, alla fiaccolata di giovedì sera 3 novembre promossa da "Il Foglio" di fronte all'ambasciata iraniana per manifestare tutta la propria "intolleranza" nei confronti della politica "intollerante" di Teheran.

    Federazione Giovanile Repubblicana

  7. #27
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    Il documento della Fgr/Battaglie contemporanee nel solco della migliore tradizione dell'Edera
    Il rinnovamento deve essere priorità assoluta

    Lo scorso anno dal 13 al 17 dicembre il partito "rinchiuse" una ventina di giovani repubblicani a Chianciano, dando loro un'opportunità unica: quella di capirne di più sul pensiero repubblicano, di constatare qual è stata la sua influenza nella vita politica italiana, quali sono le proposte che, soprattutto in tema di innovazione e progresso, il partito avanza oggi per la ripresa economica del Paese, in un mondo dove la competitività è l'elemento discriminante per poter mantenere il livello di benessere raggiunto.

    Lo scorso anno una ventina di ragazzi nell'"eremo di Chianciano Terme" (così fu ribattezzato dagli stessi partecipanti) sono stati spettatori e contemporaneamente attori di un chiaro segnale di cambiamento nella storia recente del PRI. Infatti, la decisione della dirigenza nazionale di puntare su un gruppo di giovani, di dar loro fiducia, di ricercare energie nuove, forze fresche da impegnare in una lotta politica in costante mutamento, nella forma e nella sostanza, era dettata dal bisogno di innovazione, di rinnovamento del partito dal suo interno.

    I giovani repubblicani nell'ultimo resoconto che segnò la fine del corso di lezioni si lasciarono con un augurio, che suonava come una felice constatazione, "di essere usciti da un periodo in cui i giovani nel partito erano ingessati, pochissimi e contavano niente". E a quell'augurio unirono una sfida verso loro stessi: "sta a noi raccogliere la sfida per costruire quel gruppo di giovani repubblicani che possono finalmente dare un po' di luce al futuro del partito".

    Dopo un anno da quei giorni così intensi, possiamo delineare un primo bilancio, iniziando proprio dalla creazione di quel gruppo che è stato, ed è, il cuore della nuova FGR. Infatti, proprio grazie a quella esperienza si è potuto organizzare il Congresso nazionale che ha visto la rinascita della Federazione giovanile dopo anni trascorsi nell'incertezza.

    È stato questo il momento in cui sicuramente il partito ha visto nascere al proprio interno una speranza per il futuro. Un fatto nuovo che da anni si attendeva ma che mai riusciva a giungere a compimento.

    L'unanimità con cui è stata votata la mozione che ha segnato la rinascita della federazione giovanile nei primi giorni del febbraio 2005 (a cento anni dal giorno in cui fu fondata) è stato il segnale concreto di unità dei giovani repubblicani, che non è venuta meno nel corso dell'anno e che dà non più solamente una speranza di riuscire a costruire qualcosa di veramente importante per il futuro di questo partito, ma una certezza.

    Tante sono state le battaglie che ci hanno visti coinvolti e tante le prese di posizione in merito ai problemi del Paese. Dal denunciare l'incredibile ingerenza delle gerarchie ecclesiastiche nella vita istituzionale e politica dell'Italia alla battaglia referendaria, alle discussioni in merito all'integrazione con gli extracomunitari, alla ricerca scientifica, alla politica europea ed internazionale, al problema del rilancio dell'economia italiana, fino alla recente partecipazione alla giornata di lotta contro l'AIDS. Sempre nel solco della tradizione repubblicana e con quell'approccio laico che ci porta ad analizzare i problemi con pragmatismo, senza alcun pregiudizio e nel rispetto delle opinioni di tutti.

    Da un punto di vista organizzativo poi, si sono registrate tante adesioni al progetto FGR. La nascita di realtà, come quella di Caserta, di Terracina, di Cesena, di Bari, unitamente alla conferma di tante altre come quella di Roma o della Sicilia, sono la dimostrazione di come i giovani repubblicani, seppur tra mille difficoltà, tentano di fare politica e di far sentire la propria voce con entusiasmo.

    Segue a pag. 4

    continua - Un passo fondamentale è stato anche fatto nel corso del Consiglio Nazionale del PRI di Luglio. In quell'occasione, la Direzione della FGR ha presentato, a firma di alcuni giovani componenti FGR che siedono in Consiglio, e fatto approvare dal partito un documento con il quale si chiedeva con forza un segnale di rinnovamento. Il senso di quel documento era quello di dare al partito nuovi stimoli mettendo a disposizione una forza propulsiva giovane in grado di portare avanti un progetto politico di ammodernamento del sistema Paese in tutti i suoi aspetti, in grado di dotare il partito di una classe dirigente capace di interpretare al meglio le esigenze che nascono quotidianamente nella nostra società.

    Con soddisfazione abbiamo potuto constatare che la segreteria nazionale del PRI è stata molto sensibile a questa esigenza. Infatti, va dato atto, oltre che del sostegno per le varie iniziative, anche per il coinvolgimento di forze giovani nel partito. L'obiettivo, ormai unanimemente condiviso, è infatti proprio quello di rinnovarsi per non scomparire.

    Abbiamo, come partito nel suo complesso, imboccato la strada giusta verso l'uscita da anni di apatia e di immobilismo.

    "Il rinnovamento esige ora altre mosse affinché ciò che sembra una lungimirante strategia per il rilancio in grande stile del PRI non si tramuti in uno sterile episodio sporadico".

    Oggi il PRI deve sapersi proporre al Paese orgoglioso della tradizione che rappresenta guidato da una classe politica che sappia interpretare appieno un mondo profondamente cambiato ed in continua evoluzione, per riuscire a consolidare la costruzione di un'Italia libera, democratica, laica e civile.

    La Direzione Nazionale della FGR ha approvato in tal senso il seguente documento, che presenterà in forma di ODG al prossimo Consiglio Nazionale.

    DOCUMENTO FGR – 17 dicembre 2005

    La Direzione Nazionale della Federazione Giovanile Repubblicana valuta in maniera positiva la nomina di Giovanni Postorino a Segretario organizzativo del PRI, recependo tale scelta come la volontà da parte della Segreteria Nazionale di intraprendere un lodevole percorso di rinnovamento e svecchiamento dei quadri dirigenti del PRI.

    Siamo infatti convinti dell'assoluta ed imprescindibile necessità che il Partito affronti in maniera seria e coraggiosa il tema del rinnovamento generazionale, inteso come valore strategico d'investimento sul futuro consapevoli come siamo che un partito abbia il dovere civico di formare ed investire sui propri giovani, chiedendo loro in cambio assunzioni di responsabilità sempre maggiori.

    Il rinnovamento avviato esige ora altre mosse affinché ciò che sembra una lungimirante strategia per il rilancio in grande stile del PRI non si tramuti in uno sterile episodio sporadico.

    In virtù di tali considerazioni, la Direzione Nazionale della FGR, in vista della prossima tornata elettorale nazionale, condividendo l'orientamento di un'operazione politica volta a garantire la persistenza di una rappresentanza repubblicana nelle istituzioni parlamentari, auspica, al contempo, che la scelta delle conseguenti candidature tenga conto, visto la natura del nuovo sistema elettorale e gli incerti scenari politici che si prospettano nell'immediato futuro, della necessità della presenza di giovani rappresentanti del Partito Repubblicano nelle fila dei candidati che si andranno ad esprimere.

    Affiancare all'esperienza di coloro che in questi anni hanno portato avanti la battaglia laica, liberale e democratica per un Paese più moderno e civile, l'entusiasmo, le energie, le capacità acquisite e le potenzialità di giovani attraverso candidature che siano credibili, non potrà che tradursi in un virtuoso circuito di rinnovamento e, quindi, in una garanzia certa per il rilancio ed il futuro stesso del Partito Repubblicano Italiano.

    La Direzione Nazionale Fgr

  8. #28
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    Emmanuele De Angelis segretario regionale Fgr Campania

    Il giorno 21 gennaio 2006 alle ore 10:00 presso l'Hotel Terminus di Napoli in occasione del Congresso Regione Campania del P.R.I., si sono riuniti i rappresentanti delle sezioni campane della F.G.R.

    Alla Presenza del Segretario Nazionale F.G.R. Giovanni Postorino è stato nominato Segretario Regionale per la Campania F.G.R. il sig. Emmanuele De Angelis, già Responsabile F.G.R. della Provincia di Caserta.

    Senatore Accademico all'Università "Federico II" di Napoli, De Angelis, si occuperà, portando avanti il lavoro già intrapreso da Luca Bevilacqua, del riassetto organizzativo della Federazione in Campania, promuovendo la crescita o la nascita di altre sezioni, col fine di affermare una forte presenza dei Repubblicani in tutta la regione.

    "In linea con le direttive nazionali della Federazione Giovanile", ha affermato nell'occasione il neoeletto Segretario regionale, "auspichiamo una presenza sempre maggiore della Segreteria Nazionale, e del suo apporto, atta a stimolare il nostro operato su un territorio non privo di notevoli ostacoli culturali, ma soprattutto politici. Sicuri nel nostro credo repubblicano, continueremo ad operare senza soluzioni di continuità, per dare voce ai giovani e alle loro esigenze. Inoltre noi tutti salutiamo con gioia la nomina di Giovanni Postorino a Segretario Organizzativo del P.R.I.".

    La Direzione e la Segreteria Nazionale della FGR esprimono viva soddisfazione per i notevoli risultati che si stanno raggiungendo in Campania ed augurano al neosegretario regionale De Angelis un sincero "in bocca al lupo" per il duro lavoro che sarà chiamato a svolgere.

  9. #29
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    Predefinito tratto da Il Mattino Caltanet 23 marzo 2006

    Giovani Pri e le fonti di energia

    La Federazione Giovanile Repubblicana di Caserta, nella persona di Emmanuele de Angelis, segretario regionale, di Luca Bevilacqua e Giacomo Colasanti, ha partecipato alla presentazione dei candidati del Pri al Senato per la Campania, avvenuta all’ Hotel Terminus. Con l'occasione è stato presentato il programma del partito, ed è stato affrontato il tema dell’energia e le sue fonti».

  10. #30
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    Predefinito Iraq: no alle scorciatoie

    Iraq: no alle scorciatoie/Il nostro senso di responsabilità rifiuta l'idea di un ritiro immediato
    Prima di ogni disimpegno serve un "Piano Marshall"


    di Giovanni Postorino*

    Ci sono due modi per risolvere la vicenda irachena, uno estremamente facile ed un altro estremamente difficile.
    Il primo suona più o meno così: "Fuori dall'Iraq senza se e senza ma!", "Ritiro immediato dei nostri soldati!", "Rifinanziamo le spese per la benzina e riportiamo i nostri militari a casa!".
    Questo modo di affrontare la questione irachena è, però, foriero di conseguenze negative, che dal nostro punto di vista risultano inaccettabili. Certo, saremmo ben lieti di poter ritirare il contingente stanziato in Iraq, ed a maggior ragione pensiamo che lo stesso valga per il governo americano. Ma abbandonare ora l'Iraq è una mossa che non può andare nella direzione che noi tutti auspichiamo: quella della pacificazione di uno Stato dilaniato da lotte intestine e dalle pressioni esercitate dai propri vicini (Iran e Siria in particolare).
    Allora l'unica via da percorrere è quella più difficile. Quella che ci porta a dire che dobbiamo andare avanti nel nostro impegno in quella terra così barbaramente umiliata da secoli di oppressione.
    Per comprendere a fondo questa scelta, si deve ritornare a quelle motivazioni che hanno portato l'Italia a partecipare alla missione di peace-keeping in Iraq.
    L'intervento anglo-americano è servito ad abbattere una tirannide sanguinaria, quella di Saddam Hussein, ed a creare le condizioni per un avvio verso la democrazia di quel Paese. Ha innestato un processo volto a ridefinire i rapporti di forza dell'intera area per giungere ad una nuova e più fruttuosa stabilizzazione che consenta il dialogo e la pacificazione del Medio Oriente. In virtù di questi obiettivi, l'Italia decise di inviare un proprio contingente in Iraq.
    Ma tali ambiziosi obiettivi si sono concretamente realizzati? Purtroppo, non ancora. Allora la domanda è: il fatto che non si siano ancora del tutto realizzati giustifica un ritiro del contingente?
    Ebbene, a questa domanda non si può dare ancora una risposta positiva perché, come abbiamo avuto modo di dire più volte sulle colonne di questo giornale, nel caso in cui ci si dovesse ritirare dall'Iraq, prima di una sua completa pacificazione, si lascerebbe quel Paese in uno stato di guerra civile dalla quale gli iracheni usciranno ancora più poveri e ancora più oppressi.
    Di fatto, gli sconfitti non sarebbero gli Alleati bensì altri: il popolo iracheno, il mondo arabo e in generale le generazioni future di quelle zone. A festeggiare sarebbero i terroristi, quel fanatismo violento che fa le stragi nelle moschee, un modello di società chiusa destinata ad un inevitabile collasso.
    Piuttosto occorre riflettere, da una parte, sulla strategia da perseguire per evitare le destabilizzanti infiltrazioni provenienti dall'esterno del Paese. Dall'altra, si deve puntare con maggiore decisione a conferire solidità alle neonate istituzioni irachene legittimando le forze dell'ordine da poco costituite di quello Stato. Ma occorre anche varare un nuovo "Piano Marshall", dal quale soltanto dipendono la rinascita dell'Iraq e lo sviluppo dell'intera regione, la cui gestione andrebbe coordinata con le stesse istituzioni irachene. Solo allora sarà possibile un effettivo ritiro dei contingenti. Nella situazione di oggi, invece, un ritiro non è neanche proponibile. Del resto è lo stesso governo iracheno, pur avvertendo la necessità di un progressivo disimpegno delle forze militari alleate, a chiedere di non procedere ad un ritiro immediato perché le conseguenze sarebbero un precipitare drammatico degli eventi: la guerra civile divamperebbe compromettendo quanto fatto fino ad oggi.
    In conclusione, vogliamo rivolgere il pensiero ai nostri caduti. Siamo convinti che un ritiro del contingente italiano, dettato dall'onda dell'emozione di queste ore, vanificherebbe il sacrificio nobilissimo che i nostri soldati hanno versato.
    La lezione più grande, a tal proposito, ci arriva dalla madre di uno dei militari morti nell'attentato: orgogliosa del figlio, perché lottava per una giusta causa, perché il suo sacrifico estremo è stato in nome degli ideali in cui credeva, quelli della libertà e della pace. Basta questa altissima lezione di dignità e di decoro civile, che ci viene offerta da chi più di ogni altro è colpito da quanto accaduto a Nassiryia, a ricacciare come sterili e stupide le polemiche innestate dall'area massimalista di sinistra, con Caruso e Diliberto in testa.
    Come all'indomani del tragico 12 novembre 2003, anche in questa triste giornata di lutto, noi preferiamo rivolgere ai nostri soldati, che quotidianamente rischiano la propria vita per assicurare un futuro al popolo iracheno, parole che speriamo possano essere di conforto e possano far crescere in loro il senso di orgoglio per quanto stanno facendo: "La vita vi fu dunque data da Dio perché ne usiate a benefizio dell'Umanità (...) In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte pel diritto, pel giusto, pel vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall'errore, dall'ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. Una è la credenza, una l'azione, una la bandiera sotto cui militate" (G. Mazzini, "Doveri dell'Uomo").
    Ancora oggi, per tutto quello che state facendo e per quanto ancora va fatto, voi siete la speranza per i nostri fratelli iracheni che hanno sofferto e che soffrono a causa di ingiustizie ed oppressioni. Voi non rappresentate semplicemente un governo, una maggioranza, o uno Stato. Voi siete i rappresentanti della libertà e della democrazia: questa è la bandiera sotto cui operate.

    *Segretario Nazionale F.G.R.
    (Federazione Giovanile Repubblicana)

    tratto dal sito del Partito Repubblicano
    http://www.pri.it


 

 
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