LETTERE DALL’EUROPA PARIGI, DICEMBRE 02


PREMESSA. Obiettivi delle Lettere dall’Europa

1. Aiutare i lettori a capire quali sono i motivi originarii per cui l’Italia é l’unico Paese della U.E. (di quella parte della U.E. che é a Nord delle Alpi), ove:

“ la costituzione e le leggi si applicano quando capita
“ i diritti riconosciuti dai sacri testi al cittadino, si applicano in realtà solo se fa comodo
“ nessuna struttura statale (e talvolta quelle private, vedi FIAT) funziona in modo soddisfacente.

2. Per arrivare a spiegare tanto, é necessario capire:

- come si vede l'Italia dall'Europa
- quali sono le cause primarie dei suoi guai (cause sconosciute dagli Italiani, che credono di essere in un Paese normale);
- che chances ci sono per il Paese di riprendersi, anche in termini di competizione economica.

In pratica i due obiettivi suddetti necessitano esaminare il divario enorme (e in progressione) fra l’Italia e l’Europa. E capire quale é stata la degradazione italiana degli ultimi 20/25 anni.

LETTERA N.6

EFFICIENZE ITALIANE


L’Europa si allarga. Anche l’Italia ci sta dentro. Ma soprattutto per l’Italia, l’Europa sta un po'stretta.

Guardando fuori delle frontiere, dove ti volti, vedi qualcosa che gli altri sanno fare e noi no. O meglio, fingiamo di fare la stessa cosa, o proviamo a farla. O diciamo di volerla fare. Ma poi succede che ci fermiamo a metà strada. O che abbiamo un risultato che non é paragonabile a quello ottenuto negli altri Paesi dell’Unione, ma lo é a quello ottenibile in un Paese del Sudamerica.

Solo in Italia non si sa consegnare la posta nel giro di 4 giorni ; In altri Paesi dell’Unione sì. Solo in Italia sono occorsi tra i 30’ e i 60’ per comprare un posto sul vagone letto alla biglietteria della stazione centrale della capitale, per anni. In altri Paesi dell’Unione 10’-15’ sono sufficienti.

Nel tratto Parigi-Roma dormire in cuccetta può portare a strani confronti. Se il vagone cuccette é francese, il condizionamento sarà in funzione. Se la carrozza é italiana, una volta su quattro il viaggio (in inverno) sembra fatto in Siberia. In estate sembra fatto in Africa. La differenza : in Francia una carrozza che ha bisogno, va in manutenzione. In Italia viaggia. C’é da sorprendersi del numero di incidenti ferroviari in Italia ?

Nelle riunioni internazionali ove vengono discussi e definiti gli standards di trasmissione per le telecomunicazioni, o per i viaggi internazionali, o per la costruzione di apparecchi industriali, i rappresentanti degli altri Paesi dell’Unione Europea proteggono gli interessi delle proporie economie. I rappresentanti italiani raramente ci provano, ma in compenso fanno talvolta brutte figure, per la pallida conoscenza degli argomenti.

Le condizioni di costruzione dell’Eurotunnel (Parigi-Londra) e del passante ferroviario Milano-aeroporto sono state elencate da G.Radice sul Corriere della Sera. Eurotunnel, 50 km, il passante milanese 10.5 km. Eurotunnel 380 miliardi/km, il passante 571 miliardi/km. Eurotunnel finito in 7 anni, il passante milanese non finito in 17 anni.

C’é da chiedersi come mai l’Italia sia in Europa, non in Africa

Un cronista attento che segua sia gli avvenimenti italiani che quelli di altri Paesi più a Nord noterà accadimenti molto diversi in Italia e nel resto dell’Europa. In Italia una parte delle attività politiche consiste nelle lotte fra capi-clan o fra clans, con relativi confusione e inconvenienti. Nella U.E. questi fatti sono invece più molto rari e assorbono poche energie e risorse.

In Italia si dedica meno impegno e attenzione (e si é capaci si efficienze molto inferiori), che I Paesi a Nord delle Alpi, alle attività relative alla costruzione di infrastutture, al raggiungimento di obbiettivi sociali, che siano nazionali o locali.

Noi italiani siamo appagati dal fatto di concentrare nelle nostre mani la più alta percentuale del patrimonio artistico mondiale. Non si pensa, o non si sa, che la gestione dello stesso (eccezion fatta per gli aspetti artistici) sarebbe molto più efficace e soddisfacente se tolta dalle nostre mani ed affidata ad altri cittadini europei, provvisti di virtù da noi dimenticate, quali la responsabilità, l’impegno, la determinazione, la correttezza, il senso diffuso della giustizia, la serietà, l’organizzazione, la trasparenza e la coerenza. Se altri europei gestissero il nostro patrimonio artistico, non saprebbero farlo colle nostre competenze artistiche. In compenso saprebbero evitare sprechi, perdite, rovine per mancanza di manutenzione.


Troppo impegnati nelle lotte di clans e nella sopravvivenza in un ambiente sociale da terzo mondo, non ci chiediamo neanche se tali qualità, non più merce comune in Italia, esistono fuori dell’Italia, e se servono a qualcosa. Al cittadino tipo cio’ interessa poco.

Le conseguenze a livello macroscopico: elevata tassazione, bassa qualità e affidabilità dei servizi resi al cittadino. E l’Italiano sogna ancora che l’ economia del Paese sia competitiva !

Ma se facessimo paragoni specifici con altri Paesi U.E. più a Nord, capiremmo meglio in che Paese viviamo !

Antonio Greco Mansi
ANGREMA@wanadoo.fr