ROMA, 17 dicembre 2002 - Alla fine l'eroe è Pelizzoli, il secondo che sogna di diventare presto il primo. E che con quegli occhi neri ipnotizza Bega e Gubellini. "Sui rigori quel ragazzo è straordinario", commenta alla fine Ezio Rossi, il tecnico di una Triestina che viene da due promozioni ed è pronta alla terza. Finisce 5-2 ai rigori il ritorno degli ottavi di Coppa Italia, ai quarti ci va la Roma, ma gli applausi sono tutti per la capolista della serie B. Tiene il campo e mette alle corde la Roma per 120' minuti, gioca in dieci dal 42' del secondo tempo (per tutti i supplementari, dunque) e cade solo alla lotteria dischetto.
La Roma che fatica dappertutto, in campionato (dove è lontana 12 posizioni dal Milan capolista) e in Champions (a zero punti dopo la seconda giornata del secondo turno), raggiunge l'obiettivo minimo. La coppa, che in un altro momento avrebbe snobbato tranquillamente e che Capello da allenatore non ha mai vinto, questa volta è un obiettivo vero. Perché da qui in avanti bisogna salvare il salvabile. Massacrato (anche) dagli infortuni, il tecnico cerca di allestire la Roma migliore che può, con un 3-5-2 dove Lima si divide tra cross e ritorni in difesa, quando Candela (il migliore dei giallorossi) decide di partire e taglia il campo e semina dribbling e panico. E dove, soprattutto la novità sta a centrocampo ed è Aquilani: ha pochi anni ma una buona tecnica il ragazzo della Primavera, agisce da mezzala sinistra, copre bene e intercetta niente male. Recupera, ed è un bel ritorno, Tommasi che si inserisce spesso e bene sulla destra. Delvecchio torna seconda punta accanto a Montella, bei movimenti, buone occasioni, nessuna rete però. Non è proprio momento.
La Roma, forte dell'1-1 dell'andata al Nereo Rocco, se la gioca con il possesso palla. La Triestina tiene il campo, ci mette un po' a giocare come fa in B, con quel 4-3-3 tutto all'attacco con Gubellini e De Poli dietro a Beretta, un centrocampo mobile e una difesa che sa sganciarsi e sovrapporsi. Si difende, aspetta di rubare palla e riparte veloce, prima umilmente, poi con disinvoltura. Il vantaggio della Roma è un tocco di sfortuna di Maietta che devia in angolo un sinistro inguardabile di Lima. E' il 34' del primo tempo, la Roma cerca il raddoppio, senza fortuna anche lei. La Triestina è brava a reagire. Rossi ci prova con le 4 punte: cambi decisivi Fava e Muntasser, quest'ultimo fa l'ala destra, l'altro di piazza accanto a Beretta, Gubellini a sinistra. Cross di Muntasser e colpo di testa di Fava al 27' della ripresa. E' 1-1, lo sarà sino alla fine dei supplementari. Poi vince e passa la Roma, solo ai rigori. Ma forse è giusto così, ha tecnica e classe questa squadra, nonostante la crisi. Il rigore a cucchiaio di Candela è una bella chiusura.