“Forse un folle piano pensato da qualche generale “Stranamore” aveva previsto, verso la fine degli anni ‘70, il bombardamento nucleare a tappeto del Veneto, per fermare una eventuale invasione dall’Est?” - è l’interrogativo che si pone, provocatoriamente, il giornalista e ricercatore Marco Saba, dell’Istituto Europeo di Ricerca, divulgando alcuni documenti sul “sistema di missili “Lance MGM-52C” (gittata: 5 - 125 km) .La testata nucleare che usano, la W70, ha una potenza di 1-100 kilotoni ed era prodotta sia in una versione fissile standard che in versione a radioattività avanzata (enhanced radiation: ER). Oggi le bombe sono ancora là, belle fresche e hanno una gittata da 5 a 125 chilometri, si trovano nella base di Aviano (Friuli Venezia Giulia), pronte a bombardare il Veneto. Vi rendete conto? “ Ci rendiamo conto che la gittata dei missili, se le informazioni sono esatte, non era, e non è, tale da contrastare ipotetici nemici “fuori dai confini” ma è rivolta contro il nostro territorio nazionale, ad evidenziare il fatto, se ancora ce ne fosse bisogno, che siamo un Paese occupato, un Paese a sovranità limitata, se non nulla.
Queste informazioni sulla base di Aviano, impongono qualche riflessione e ci costringono a fare alcuni passi indietro nella memoria. Il 3 agosto 1995- molti anni-luce orsono- era Ministro per le Riforme Istituzionali il giurista Giovanni Motzo. Pochi lo ricorderanno, eppure l’allora Ministro rilasciò al quotidiano “Avvenire” alcune dichiarazioni, in merito agli accordi internazionali che legano il nostro Paese al Patto Atlantico, che meritano di essere ricordate, anche per sottolineare che gli attuali Ministri del Governo in carica sembrano rappresentare un’altra nazione ed un’altra Costituzione rispetto a quella di cui parlava Motzo soltanto 6 anni fa.
Scriveva l’Avvenire:” L’Italia, negli anni passati, ha firmato accordi internazionali segreti . E questi, proprio in quanto segreti, potrebbero essere illegittimi.
A fare queste clamorose affermazioni non è qualche magistrato specializzato in servizi segreti, ma il Governo stesso per bocca del Ministro per le Riforme Istituzionali Giovanni Motzo.
“Nell’ultimo decennio -diceva Motzo - vicende concrete legate all’emergere di accordi internazionali segreti, hanno messo in luce una situazione di vera e propria incertezza costituzionale.”
Il giornalista Antonio Mira chiedeva allora:
“Ministro, cosa ha voluto dire?”
“Faccio riferimento - era la risposta - agli accordi in forma esecutiva che non passano al vaglio del Parlamento, e che sono firmati solo dal Governo. Questi sono sottoposti ad un regime di segretazione. Di solito disciplinano problemi relativi alle basi militari straniere o della NATO in Italia, al regime dei quartieri generali della NATO, al transito e alla permanenza di truppe.”
“ Un segreto, allora, in parte da eliminare?”
“Sì. Decisamente . C’è una misura di segreto che è necessaria ed autorizzata. Ma allora il Parlamento la autorizzi a ragion veduta.”
“C’è chi ha parlato di sovranità limitata nel nostro Paese...”
“In parte hanno ragione.”
“E’ la prima volta che un Governo mette in dubbio la legittimità di questi segreti.”
“Beh, era ora. Pensi che l’accordo bilaterale USA-Italia del ‘61 è ancora in vigore.”
“Si conosce il contenuto?”
“Ne esisterebbero due versioni...Si conoscono solo alcune clausole. Si dice che gli stati si impegnano a prestarsi assistenza reciproca. E prevede l’invio di consiglieri militari americani in Italia.”
“Roba da Vietnam.”
Così finiva l’intervista al Ministro Motzo, e, da allora, sul fronte del “segreto” non sembra che molto sia cambiato, mentre molto è cambiato sul piano della qualità dei rappresentanti politici e governativi.
Segreto di Stato, notizie riservate, documenti secretati...
Quante volte abbiamo sentito queste parole cadere come una cortina di piombo, a chiudere l’accesso alle verità possibili, alle spiegazioni documentate, alle ricostruzioni reali di fatti, di tragedie, di morti. Il segreto di Stato... un segreto indefinito che comprende tutto e il contrario di tutto, impiegato ieri ed oggi per ostacolare ogni processo di verità, sulle stragi, sul traffico di armi e di scorie tossiche, sull’uso di uranio impoverito nelle “missioni di pace”, sulle deviazioni di istituzioni che agiscono come corpi separati dello Stato.
A 25 anni dall’emanazione della legge 801/77 - che introduceva il concetto di “segreto di Stato” e rimandava, con l’art.18, “all’emanazione di una nuova legge organica relativa alla materia del segreto”, abrogando contemporaneamente norme, prassi, regolamenti contraddittori e confusi - il controllo del “segreto” continua ad essere demandato a due figure giuridiche inesistenti: l’A.N.S. ( Autorità Nazionale di Sicurezza) e all’U.C.SI (Ufficio Centrale di Sicurezza), che agiscono grazie ad una serie di circolari segrete emanate da alcuni Presidenti del Consiglio e rimaste sconosciute al Parlamento.
Così norme e procedure continuano a confondersi in un gran calderone, in cui si mescolano segreti politici e militari.
Risultato? La classificazione di segretezza “riservato”, largamente usata, non trova cittadinanza nell’ordinamento penale italiano, ma compare unicamente nelle norme abusivamente emanate dall’A.N.S., che opera al di fuori dell’assetto istituzionale e normativo in materia di segretezza, in contrasto aperto con l’ordinamento giuridico in termini di sovranità nazionale e delle prerogative dei paesi membri dell’alleanza in materia di difesa e sicurezza interna.
Questa “amministrazione parallela del segreto”, infiltrata capillarmente in tutta la pubblica amministrazione, ha portato alla gestione abituale di una sorta di cortina fumogena che si stende su tutta la vita di questo Paese, in contrasto con ogni riforma e legge sulla trasparenza, tutto viene gestito in maniera spesso discrezionale, insindacabile, discriminatoria, e senza uno straccio di fondamento giuridico.
Per questo vale la pena di riflettere oggi su dichiarazioni rilasciate NON da un pericoloso terrorista ma da un Ministro della Repubblica, della stessa Repubblica in cui viviamo oggi.
Ricordiamole ancora, quelle dichiarazioni del Ministro, che al giornalista che gli dice:”C’è chi ha parlato di sovranità limitata nel nostro Paese...”, risponde: “In parte hanno ragione.”