Io non ho mai fumato in vita mia e ne sono ben felice. Il fumo non mi piace, in certi frangenti mi infastidisce e non ho mai sentito il bisogno di provare la sensazione di aspirare una sigaretta o un sigaro. Ciò non toglie che non rispetti il diritto da parte dei singoli di scegliere liberamente se fumare o meno. Anche per queste ragioni, tempo fa ho aderito a Forces Italiana (www.forcesitaly.org), collaborando alla nascita del distaccamento in Campania dell’associazione libertaria. Associazione che combatte ormai da tempo non solo per i diritti dei fumatori, ma per i diritti violati dei singoli, contro le criminalizzazioni e la scienza rottame che ci viene con gran disinvoltura venduta da governi e istituti pseudo-scientifici per giustificare le politiche restrittive e proibizioniste.
Ma non è questa la ragione che mi ha spinto ad affrontare l’argomento. Oggi mi sento in dovere, da non fumatore e quindi da non consumatore di sigarette, di ringraziare sentitamente tutti i fumatori perché “fumano”, nella speranza che possano fumare sempre più. Si, perché più fumeranno e più ci saranno fondi da destinare alla ricerca.
E già, è proprio con questa finalità che si è deciso di incrementare il prezzo delle sigarette: finanziare la ricerca. Il ricavato del maggior prezzo sarà così indirizzato a finanziare vari progetti seguendo modalità di assegnazione dei fondi che oggi non è dato sapere. Ma quel che a noi importa in questa sede è sapere che oggi, quando incontreremo un fumatore per strada, ci sentiremo in obbligo di ringraziarli perché stanno fumando anche per noi....
A questo punto, però, è lecito porsi anche altre questioni. Come è possibile proseguire in contemporanea alla criminalizzazione dei fumatori ed alla restrizione degli spazi destinati ai fumatori? In che modo si concilia il riconoscimento del ruolo ricoperto dai fumatori culminato nell’attribuzione di questo onore “esclusivo” di sostenere la ricerca attraverso il rincaro del loro oggetto di piacere, con la proibizione del fumo stesso? Ci avviamo verso una situazione sempre più paradossale, con lo Stato che da un lato si dovrebbe augurare un incremento dei fumatori, e quindi dei fondi destinati alla ricerca scientifica, e dall’altro cerca di porre le condizioni per disincentivare il consumo di fumo attraverso l’imposizione di divieti e limitazioni (in paesi come gli USA e l’Australia siamo dinanzi ad una vera e propria forma di accanimento). Ma a ben vedere non è altro che l’estensione dei mille paradossi che l’odierna persecuzione dei fumatori ci offre e continuerà ad offrirci nei prossimi anni.


22 dicembre 2002 - www.legnostorto.com