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    Predefinito «La devoluzione? Meritodi chi nel ’96 manifestò sul Po»

    Bossi: una rete Rai per il Nord
    di Igor Iezzi

    «Stiamo spingendo per il cambiamento»: Umberto Bossi, segretario federale della Lega Nord e ministro per le Riforme e la Devolution, sottolinea immediatamente il ruolo del Carroccio all’interno del governo. Davanti al migliaio di persone intervenute al convegno organizzato dalla segreteria provinciale di Milano, il segretario della Lega Nord ha ricordato le mille battaglie portate avanti a favore della Padania, i risultati conseguiti all’interno dell’esecutivo e i progetti futuri. «Non è facile cambiare le cose - ha spiegato Bossi - anche perché il vecchio sistema non è ancora morto. Dopo qualsiasi rivoluzione, perfino quella francese che aveva usato la ghigliottina per tagliare le teste, una parte del vecchio sopravvive nel nuovo. L’importante è che questa parte non sia troppo grande, altrimenti crea resistenze difficili da superare. Ma noi abbiamo sempre avuto ben presente il motivo per cui dovevamo batterci: il federalismo». Il ministro ha ricordato come già negli anni 70, insieme a Roberto Maroni, aveva ben presente la necessità del federalismo rispetto ad un sistema centralista «che non funzionava più, che aveva perfino creato il terrorismo». «Avevamo capito - ha ricordato - che il Nord era un gigante economico che non contava nulla politicamente. Il Nord, che aveva costruito l’Italia, maturò un senso di separatezza. Da qui nacque la consapevolezza di agire e di finirla con le chiacchiere: il Nord non poteva non contare nulla politicamente, era talmente oppresso che gli portarono via gran parte di ciò che produceva. Nei primi anni 70, con la riforma Visentini, rubarono l’autonomia impositiva delle Regioni. Il Nord credette in una riduzione delle tasse: ma fu solamente un’illusione». «Solo il federalismo - ha proseguito Bossi - ci ridarà l’autonomia impositiva. Il federalismo non sposta solo le competenze dal centro alla periferia ma crea un sistema fiscale flessibile per cui anche i Comuni hanno potere impositivo». Il ministro ha poi sottolineato come al Nord fu impedito di avere una sua televisione: «Il territorio deve solo pagare, questo era ciò che pensavano a Roma». Da questa situazione nacque la necessità di dare delle risposte. «La riforma del titolo quinto della Costituzione, voluta dall’Ulivo, fu una risposta alla secessione - ha spiegato Bossi - Ma non dava alle Regioni la possibilità di fare le leggi. Sulla Devolution lo scontro è stato su questo: la delega, tipica del regionalismo, o il trasferimento di competenza esclusiva, con la Regione che fa le leggi e lo Stato che, se non è d’accordo, si oppone alla Corte Costituzionale. Questo è il federalismo. La possibilità di fare questo è merito di coloro che nel ’96 andarono sul Po. La devoluzione è il primo passo, poi cambieremo il centro: la Corte Costituzionale, con membri delle Regioni, il Senato federale e il presidenzialismo, voluto dalla destra». Ma secondo Bossi saranno anche altre le battaglie che attenderanno la Lega Nord: «Il Nord non avrà pace finché non ci sarà una rete Rai sul nostro territorio». Bossi ha ribadito anche il ruolo centrale della famiglia, salvata dalla Lega Nord e tutelata con la Finanziaria in discussione al Senato, che prevede enormi stanziamenti. Da qui anche la battaglia contro la prostituzione: «Il Consiglio dei ministri ha approvato una legge finalizzata a togliere le prostitute dalle strade - ha affermato Bossi - È un passaggio epocale». Infine, uno sguardo alla situazione della Casa delle Libertà: «Nella coalizione vi sono alcune difficoltà - ha infatti concluso Bossi - Berlusconi risponde alle aspettative, Fini risponde. Quanto agli altri... risponderanno. Cambieremo il Paese».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
    Totila
    Ospite

    Predefinito

    Pigna, niente triculori, qui.

 

 

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