Washington, 23 dic 2002 - 229

Afghanistan, soldati uccisi da fuoco amico: colpa anfetamine


Non è colpa del pilota ma delle anfetamine l'incidente di fuoco amico avvenuto ad aprile in Afghanistan in cui rimasero uccisi quattro soldati canadesi da una bomba sganciata da un F-16 americano.

Lo sostiene l'avvocato difensore del maggiore Harry Schmidt della Guardia Nazionale, che rischia la corte marziale. Le commissioni d'inchiesta militari di Usa e Canada hanno raggiunto invece una diversa conclusione: la responsablità è del pilota, che avrebbe agito con troppa fretta, senza seguire le procedure prescritte dalle sue consegne. Condusse l'attacco prima di avere la conferma che forze sottostanti erano davvero ostili.

L'ipotesi delle anfetamine si basa sul fatto che all'epoca dell'incidente Schmidt e anche il pilota alla guida di un secondo cacciabombardiere coinvolto, William Umbach, erano sottoposti a un esperimento del Pentagono per verificare se una cura a base di anfetamine incida sulla capacità dei militari.

Secondo l'avvocato, i piloti erano sotto l'effetto del farmaco stimolante, somministrato dal Pentagono, quando la bomba fu sganciata. La responsaiblità per l'incidente andrebbe quindi attribuita al ministero della difesa, e non a Schmidt. (Red)