Firmato il patto a tre per il mega-oleodotto
attraverso l'Afghanistan

Kabul

Al via il progetto per la costruzione del gasdotto che collega il Turkmenistan al Pakistan attraverso l'Afghanistan, evitando così sia la Russia che l'Iran. L'accordo che è stato firmato ieri ad Ashgabat, la capitale del Turkmenistan, pone le basi per il maggior investimento straniero in Afghanistan dopo la caduta dei taleban. Il gasdotto, lungo 1.500 chilometri, dovrebbe costare due milioni di dollari. Collegherà i giacimenti turkmeni di Dowletabad (le riserve di gas dell'ex repubblica sovietica sono stimate in quattro miliardi di metri cubi) alla città pachistana di Multan passando vicino a Kandahar.

I presidenti dei tre paesi coinvolti hanno firmato anche l'accordo che istituisce il consorzio a cui è stata affidata lo sviluppo dell'infrastruttura. Il progetto finanziario è stato affidato alla Banca per lo sviluppo asiatico e il coordinamento dei finanziamenti sarà completato nel maggio del prossimo anno.

Il gasdotto afghano, insieme all'oleodotto fra la capitale dell'Azerbaigian Baku e il porto turco di Ceyhan (iniziato a costruire lo scorso settembre dopo anni di negoziati), rappresenta l'elemento più importante di quello che è stato definito il «nuovo grande gioco» dell'Asia centrale dopo la corsa al controllo della regione fra Impero britannico e Russia nel 19. secolo.

Si tratta di un progetto in discussione dal 1994. Due diverse compagnie, l'argentina Bridas (la prima compagnia occidentale a investire nel 1991 nei giacimenti di gas del Turkmenistan e che nel 1997, aveva aperto un ufficio a Kabul dopo tre anni di negoziati con taleban e l'Alleanza del Nord), e l'americana Unocal, in competizione, finanche in un tribunale del Texas, per controllare la paternità del gasdotto.

Malgrado il contratto stilato dalla Bridas con il regime dei taleban, la Unocal - con il consorzio CentGas che aveva creato nel frattempo - era riuscita ad avere la meglio in tribunale, anche solo per essere poi costretta a lasciare l'Afghanistan dopo l'agosto del 1998 in seguito ai bombardamenti americani contro i campi di bin Laden.

Il gasdotto offre all'economia afghana un forte stimolo, con circa 300 miliardi di dollari l'anno di ricavi in diritti di transito, offrendo una solida alternativa agli aiuti internazionali su cui Kabul dipende ora interamente.

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Ah! Adesso sono chiare tante cose!
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