Risultati da 1 a 3 di 3
  1. #1
    stanziale
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    Talking solidarietà ai padroni...

    L'immigrato è stato aiutato da altri complici, distrutti computer e macchinari: «L'ho fatto nel nome di Allah»
    Sfascia la fabbrica dove lavora
    Raid alla Fart di Preganziol, arrestato un operaio senegalese


    PREGANZIOL. Danneggiamenti ai macchinari e alle linee di produzione, computer e attrezzature messi fuori uso, vandalismi che hanno provocato un principio di inquinamento ambientale all'esterno dell'azienda. Una notte brava, quella di sabato, che è costata carissima alla Fart. A guidare l'assalto un dipendente senegalese che è stato arrestato.
    Verso le 23,45 di sabato alcuni individui sono penetrati all'interno della fabbrica e qui hanno iniziato le devastazioni, apparentemente senza alcun motivo. Sul posto sono intervenuti i vigilantes della Compiano che hanno bloccato uno degli intrusi, un senegalese di 29 anni dipendente della stessa Fart. «L'ho fatto nel nome di Allah», avrebbe dichiarato B. S., residente a Silea, subito dopo essere stato catturato. I titolari della Fart ora hanno paura.



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    Danneggiamenti ai macchinari e alle linee di produzione, computer e attrezzature messi fuori uso, vandalismi che hanno provocato un principio di inquinamento ambientale all'esterno dell'azienda. Una notte brava, quella di sabato, che è costata carissima alla Fart, azienda di Preganziol, che lavora alla produzione di trasformatori per neon. Verso le 23,45 alcuni individui sono penetrati all'interno della fabbrica e qui hanno iniziato le devastazioni, apparentemente senza alcun motivo. Sul posto sono intervenuti i vigilantes della Compiano che hanno bloccato uno degli intrusi, un senegalese di 29 anni dipendente della stessa Fart. «L'ho fatto nel nome di Allah», avrebbe dichiarato il giovane subito dopo essere stato catturato.
    Questa la prima giustificazione che l'operaio africano avrebbe fornito, stando anche alla testimonianza di Claudio Graziati, uno dei titolari della Fart. Una frase, comunque, a cui gli inquirenti non sembrano dare grande importanza, anche se è chiaro che le indagini proseguiranno a tutto campo. Una notte brava, appunto, che comunque alla Fart costerà molto cara: i danni devono essere ancora quantificati da parte dei titoalri dell'impresa che si trova lungo il Terraglio, ma non si va molto lontano dalla verità indicando la cifra in molte centinaia di migliaia di euro.
    Sono stati infatti danneggiati computer e apparecchiature contenute all'interno degli uffici amministrativi e tecnici, ma la furia dei vandali non ha risparmiato neppure la produzione dove vengono composti i trasformatori per i neon: sono stati presi di mira i macchinari, le attrezzature, i quadri elettrici. Sul posto è intervenuta anche una squadra dei vigili del fuoco di Treviso, arrivati sul posto insieme con i carabinieri del radiomobile trevigiano e con i tecnici dell'Arpav.
    Una presenza necessaria, quella dell'agenzia per l'ambiente, considerando che nel corso dell'incursione sono stati sversati all'esterno dell'azienda, con il rischio che arrivassero nei canali di scolo che circondano i capannoni, diversi fusti contenenti solventi e altri materiali che vengono normalmente utilizzati nel corso della lavorazioni, ma altamente inquinanti per l'ambiente esterno, soprattutto nel caso in cui vengano a contatto con l'acqua.
    «All'esterno - spiega il maggiore dei carabinieri Alfredo Vacca, che coordina le indagini - è stato versato il contenuto di un bidone da 200 chili di resina speciale utilizzata nella fabbricazione dei trasformatori». Come detto, sul posto sono giunte alcune guardie giurate della Compiano, che sono riuscite a bloccare uno degli individui penetrati all'interno della Fart, mentre gli altri si sono dati alla fuga nelle campagne circostanti. Si tratta di B. S., senegalese di 29 anni, residente a Silea e dipendente della stessa Fart. Il giovane è stato arrestato con l'accusa di danneggiamento aggravato, resistenza e lesioni, visto che si è reso protagonista di una colluttazione con uno dei vigilantes. Attualmente, il giovane africano si trova recluso all'interno del carcere di Santa Bona a disposizione dell'autorità giudiziaria.
    Resta da capire - ed è un interrogativo che sicuramente interessa moltissimo non solo agli inquirenti ma anche ai titolari dell'azienda di Preganziol - il vero motivo che ha spinto B. S. e i suoi compagni di avventura ad entrare all'interno dell'azienda con l'obiettivo di mettere a soqquadro l'intera fabbrica. Gli inquirenti stanno vagliando tutte le ipotesi possibili, in attesa di interrogare il giovane operaio.
    E non sarà molto facile capire cosa è scattato nella testa del giovane, dipinto da tutti - colleghi di lavoro e titolari - come un operaio modello, un giovane tranquillo e con la testa sulle spalle, ben integrato e senza alcun precedente di violenza.
    Alla famiglia Graziati, adesso non resta che rimettersi immediatamente in moto per cercare di riparare ai danni provocati dall'incursione di sabato sera. Un'autentica corsa contro il tempo, nonostante la fabbrica del Terraglio risulti già chiusa fino all'Epifania per il tradiziuonale periodo di ripo coincidente con le festività natalizie e di fine anno.
    Sarà necessario rimettere in sesto uffici e linee produttive, rimettere in funzione i macchinari danneggiati - alcuni dei quali sono specifici per il tipo di lavorazione interna alla Fart - ma anche provvedere alla bonifica ambientale dell'inquinamento provocato dai solventi e dalla resine versate sia all'interno che all'esterno dell'azienda.

  2. #2
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    Predefinito nessuna solidarietà

    ..la prossima volta che assuma operai nostrani...

  3. #3
    Totila
    Ospite

    Predefinito

    100.000 di questi lavoratori senegalesi...
    Nel giro di una settimana risolviamo il problema degli extracom e degli industrialotti che scimmiottano Ben Etton.

 

 

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