Non solo punti
IL SEGNO DEL COMANDO di Franco Arturi
Non è tutto Juve quello che luccica nel mondo del calcio, d'accordo. Ma l'oro del pallone ha spesso un caratteristico colore bianconero.Sottacerlo o addirittura negarlo è un capitolo di filosofia minore, tipico di un pensiero debole: la comoda via di riportare costantemente i successi della Juve al Grande Complotto, esercitato attraverso la schiavitù delle menti e la corruzione degli arbitri, conduce soltanto ad una patetica paranoia calcistica. Una opportuna igiene mentale, che fa bene a tutti, apre prospettive molto più fertili, anche in chiave di sanissima rivlità sportiva. Ovvero: impara dalla Juve se vuoi battere la Juve.
Oggi si apre il fronte Aimar, ma in realtà il mercato di Moggi e compagni non è mai fermo: non facciamo in tempo a stupirci dei freschi numeri di uno Sculli o di un Miccoli che in pochi secondi si scopre la loro juventinità. A Torino tengono gran parte dei giovani italiani sotto controllo e dedicano grandissima attenzione al mercato internazionale, da dove Trezeguert o gli Zidane arrivano quando la loro bravura non è ancora un fatto planetario. Serve anche l'umiltà di andare a cercare gli scarti degli altri (Davids), il senso del rischio che può portare a rinforzare i concorrenti (Inzaghi), la capacità di imparare dagli errori (Henry).
Non è la classifica del campionato a decidere chi è in testa al calcio italiano, e ci perdonino Milan e Inter se mettiamo per un attimo da parte i loro 33 punti. Di fronte al dissesto generale del movimento, ai casi Fiorentina, Lazio, Napoli e a quelli che ci aspettano, il numero uno è chi riesce a coniugare risultati con bilanci attivi. Quei 6,1 milioni di utile non sono la dimostrazione della ferocia contabile di Giraudo, ma sono il segno del comando. Nè più nè meno. E oggi che il grande ombrello della Fiat e della famiglia Agnelli deve aprirsi per riparare dalla grandinata ben altri che non la squadra di calcio, si apprezzano ancora di più l'autonomia e la capacità imprenditoriale della Juve. Quando nascerà il nuovo stadio, occasione di business e di crescita, sarà un nuovo schiaffo in faccia all'immobile conformismo di tutti gli altri. Loro saranno primi anche su quel versante.
Questo gruppo di giocatori e la società che hanno alle spalle meriterebbe ben altro pubblico che la pigra sonnolenza dei tifosi torinesi (399 paganti per l'ultimo mach di coppa italia.......), ma la perfezione non è di questo mondo. Con queste riflessioni non pretendiamo certo di aver convinto quanti detestano comunque quei colori, mal sopportando le dozzine di trofei accumulati in un secolo. Ma se non credete a noi, ascoltate un geniale saggio dei tempi andati, l'inglese Edmund Burke,scriveva alla fine del Settecento :"Colui che lotta contro di noi rafforza i nostri nervi e acuisce le nostre abilità. Il nostro antagonista è colui che ci aiuta di più."
Auguri a tutti. In particolare agli antijuventini.
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Grazie Arturi....Lei si che se ne intende