(Del 7/1/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)



Riflettori «puntati» su cento monumenti
Lo scopo è valorizzare i punti più significativi della città nel 2006 Nel programma quindi, oltre ai gioielli di sempre, rientreranno le periferie con le loro strutture diventate un simbolo dei quartieri



Palazzo civico annuncia un investimento da sei milioni di euro nei prossimi tre anni per valorizzare cento monumenti con un nuovo sistema di illuminazione e pensi ai gioielli di sempre: la straordinaria combinazione di chiese, fontane, palazzi, statue, ponti e vie che rappresentano l´essenza stessa di Torino e della torinesità. Invece non è così. Non del tutto, almeno. Perché nell´elenco degli obiettivi non ci sono soltanto gli ori di famiglia, prevalentemente concentrati nel quadrilatero romano, ma vi confluiscono - per esempio - la vecchia ciminiera dismessa su corso Umbria e la torre dell´acqua che svetta su corso Telesio. E magari le due Torri Di Vittorio al fondo di corso Giulio Cesare, non ancora classificate nell´elenco del Comune ma oggetto di trattativa con gli inquilini e la cooperativa omonima per rimodellarne le geometrie a colpi di lampade e riflettori. Il senso - spiega l´assessore Roberto Tricarico (Illuminazione pubblica), capofila del progetto con i colleghi Fiorenzo Alfieri (Arredo urbano) ed Elda Tessore (Commercio e Promozione internazionale) - è quello di un´intervento a largo raggio destinato a coinvolgere sul modello di altre capitali europee le gemme della Torino aulica senza per questo chiudere la porta in faccia alle periferie. «Perché? Ma perché molte circoscrizioni ospitano infrastrutture che, piaccia o meno, sono ormai diventate parte integrante del territorio e della sua storia, assurgendo in qualche caso ad elemento di identità di interi quartieri», aggiunge Tricarico. Testimonianze di un passato più o meno recente e felice, risparmiate dalla rottamazione delle vecchie fabbriche torinesi e secondo Palazzo civico meritevoli di guadagnarsi il loro spazio sotto batterie di riflettori che resteranno accesi anche quando il traguardo olimpico sarà stato superato. La Tessore è molto chiara al riguardo: «Se è vero che l´appuntamento del 2006 rappresenta il volano anche per questo genere di iniziativa, cioè allestire Torino come un piatto da servire al mondo nel più appetitoso dei modi, deve essere altrettanto chiaro che l´eredità delle luci decorative resterà in dote alla città». Da qui l´impegno dei tre assessorati, con un occhio alle Olimpiadi e l´altro ai precedenti di città che hanno già percorso con successo la stessa strada. Tricarico cita la britannica Glasgow: qui i riflettori sono stati puntati proprio su quelle realtà che molte amministrazioni cercano di nascondere sotto il tappeto, una per tutte l´edilizia popolare. Alfieri aggiunge all´elenco dei modelli città europee e metropoli internazionali del calibro di Shanghai, Tokyo, Lione, Parigi, Bratislava. Riferimenti non casuali, visto che queste realtà dividono con Torino il posto nell´associazione internazionale «L.U.C.I» - della quale l´assessore all´Arredo urbano è cofondatore - mirata a sviluppare un nuovo rapporto fra urbanistica ed illuminazione. Ma il discorso potrebbe allargarsi a città le quali, pur non facendo parte della «confraternita delle luci», mostrano un´attenzione crescente verso forme di valorizzazione a tutto campo delle loro periferie. E´ il caso della Germania, dove un movimento di opinione appoggiato da architetti rinomati contesta l´abbattimento a tappeto dell´edilizia popolare (arbeiterwohnungen) che ancora oggi caratterizza interi quartieri di Berlino Est. Discutibili nostalgie? Piuttosto, la constatazione di come l´architettura sopravvissuta all´ex Ddr - seriale e «popolare» nel senso peggiore del termine - rappresenti comunque la testimonianza di un´epoca. Niente da stupirsi se in base a questa filosofia, per molti versi ancora in fase sperimentale, Palazzo civico candida alle luci della ribalta cento obiettivi (una trentina quelli in programma entro l´anno) apparentemente privi di qualsiasi nesso. Nella lista c´è di tutto, elementi di archeologia industriale e di edilizia popolare sono censiti a pari titolo con le raffinate architetture che disegnano le geometrie del centro storico: da via Garibaldi alle Torri Di Vittorio, dai ponti monumentali alla ciminiera di corso Umbria, dalle chiese e dai santuari del centro al pilone votivo di Pozzo Strada o alla torre dell´acqua in corso Telesio... Con lo stesso spirito saranno fatti «brillare» gli accessi alla città. L´Aem ha già predisposto i progetti preliminari per illuminare adeguatamente questo mix di infrastrutture, ciascuna delle quali presuppone angolature e tonalità sintonizzate sulle loro caratteristiche e su quelle delle zone che li ospitano. In alcuni casi, spiega Tricarico, saranno coinvolti nomi di talento per decorare in base al loro gusto e alla loro inventiva gli obiettivi di turno. L´impatto dell´iniziativa - destinata a entrare nel vivo dopo il via libera del Consiglio comunale e delle circoscrizioni interessate - è assicurato: luci d´artista tutto l´anno per valorizzare i molti volti di Torino.
Alessandro Mondo