"Mameli? E' un inno provvisorio"


Un deputato di An presenterà una proposta di legge per rendere definitiva l'adozione del canto degli italiani. "L'ho scoperto parlando col pronipote di Mameli".
di Luca Gelmini

ROMA - Forse i più contenti saranno proprio i calciatori che non lo intonano neppure ai mondiali. O forse i leghisti che da sempre sognano di sostituirlo con il più padano "Va' pensiero" di Verdi. Ma sta di fatto che l'inno di Mameli (cliccare qui per il testo ) non è l' inno ufficiale della Repubblica italiana, come tutti danno per scontato.



A dare il sorprendente annuncio è un deputato torinese di Alleanza Nazionale, Agostino Ghiglia. ''Esiste solo una deliberazione provvisoria emessa nel '46 dal Consiglio dei Ministri - spiega al Nuovo- e adottava l'inno di Mameli esclusivamente per le manifestazioni militari''.

Da allora nessun altro provvedimento è stato preso. E così Ghiglia vuole colmare questa lacuna. L'ha annunciato oggi in una conferenza stampa in cui è stato presente anche un pronipote di Goffredo Mameli. "L'ho scoperto incidentalmente, chiacchierando con lui - ci racconta Ghiglia - che non esiste alcuna legalizzazione giuridica del canto nazionale. La delibera di un governo provvisorio vale poco più di una circolare. Usando un paradosso nulla vieterebbe di suonare la marcia dei Savoia prima di un discorso del presidente della Repubblica Ciampi". Ma Fratelli d'Italia è ancora un canto unificante? "Altro che se lo è. A Bossi e ai suoi non piace, e allora? Io amo Renato Zero, sono un sorcino ma non per questo ne faccio una questione di gusti musicali. L'inno quello è e quello deve rimanere".

Da qui la scelta di prendere carta e penna e di scrivere una proposta di legge ordinaria di appena una riga ma "dal grande valore simbolico". E che recita: "La Repubblica Italiana riconosce l'inno di Mameli quale inno ufficiale della nazione". Insomma è meglio che Vieri e compagni si mettano il cuore in pace e imparino le strofe: "Fratelli d'Italia/l'Italia s'è desta/dell'elmo di Scipio/s'è cinta la testa".

(10 GENNAIO 2003, ORE 110, aggiornato alle 12:10)
Da Il Nuovo