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    Predefinito Rif: Speciale Elezioni Germania 2009

    Guttenberg agli esteri sarebbe un'ottima scelta!
    Ultima modifica di Florian; 29-09-09 alle 16:00
    SADNESS IS REBELLION

  2. #92
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    Predefinito Rif: Speciale Elezioni Germania 2009

    Angela vola, l'Spd cade, l'Italia resta a guardare

    di Stefano Folli

    il Sole 24 Ore, 29 settembre 2009


    Cosa può insegnare all'Italia il voto in Germania? In primo luogo che è bene andar cauti con le analogie. Il sistema tedesco è molto diverso dal nostro. Come ha ricordato Roberto D'Alimonte, si tratta di un modello proporzionale senza significative correzioni maggioritarie. Quasi l'opposto di quello che vige in Italia. Quando il meccanismo tedesco si è inceppato, come nel 2005, abbiamo avuto la Grande Coalizione fra popolari e socialdemocratici, usciti dalle urne in sostanziale parità. Ora, quattro anni dopo, i cittadini di quel paese hanno deciso che l'esperimento poteva dirsi concluso e hanno punito l'Spd, salvando invece il partito di Angela Merkel e proiettandolo verso l'alleanza con i liberali trionfatori.

    Da noi la Grande Coalizione in termini tedeschi è poco plausibile perché il modello elettorale maggoritario, pur con tutti i suoi difetti, tende a creare due coalizioni, una prevalente sull'altra in Parlamento: come si è visto nel 2008. Questo non esclude, e anzi in qualche caso consiglierebbe, un'alleanza allargata, specie in periodi d'emergenza economica o sociale. Ma allora occorrerebbero – lo ha scritto bene Sergio Romano – rispetto reciproco e volontà di collaborare per il bene comune: qualità di cui i nostri rappresentanti politici, a differenza dei colleghi tedeschi, sono scarsamente dotati.

    In ogni caso, il voto tedesco dimostra che i maggiori paesi europei tendono ad affidarsi alle forze di centrodestra. Il successo della signora Merkel e dei liberali assicura alla Germania un solido governo moderato, il cui mandato consiste nel procedere sulla via delle riforme. Lo stesso è accaduto in Italia l'anno scorso e in Francia con la vittoria di Nicolas Sarkozy, per non dire del caso austriaco. Nessuno si stupirebbe se avvenisse domani anche in Gran Bretagna, date le difficoltà del laburista Gordon Brown. È una spinta in apparenza abbastanza omogenea che dimostra come le forze moderate risultano più credibili in tempo di crisi agli occhi delle pubbliche opinioni.

    Tuttavia è evidente che esistono notevoli differenze tra i vari governi di centrodestra. Il profilo di Angela Merkel non corrisponde a quello di Sarkozy e certo non a quello di Berlusconi. Per esempio, non esiste in Germania un partito forte e condizionante come è la Lega in Italia. E si tratta di una difformità di non poco conto. Inoltre, la classe dirigente di quel paese è più sobria e nel complesso meno attraversata da polemiche aspre, talvolta distruttive.

    Non si può dire, in altre parole, che il "modello Merkel" sia stato ripreso altrove, anche se sarebbe opportuno che così fosse. Eppure è a esso che si guarda per immaginare una ripresa d'iniziativa sul piano europeo, in grado di trarre l'Unione fuori dalle sue attuali difficoltà. Se è vero che il centrodestra è prevalente in Europa, c'è da augurarsi che da oggi qualcuno guardi a Berlino con occhi più attenti.

    Quanto alla sinistra, è stato scritto che le elezioni in Germania hanno segnato il tramonto della socialdemocrazia, mai così male dal 1949, quando fu messa all'angolo da Adenauer. La Linke dell'ex socialdemocratico Lafontaine ha corroso la sua base sociale a sinistra, il blocco popolar-liberale le ha impedito ogni espansione al centro. Ora che torna all'opposizione, l'Spd rischia di essere divorata da forze più estremiste ma più dinamiche.

    Ieri sera l'ex popolare Castagnetti, del Partito Democratico, sosteneva che sarà difficile tenere il risultato tedesco fuori dal dibattito del prossimo congresso. Difficile dargli torto. È giocoforza che il destino della socialdemocrazia diventi un tema centrale nel momento in cui si tenta di fare del Pd un partito saldamente socialdemocratico; e questo proprio nell'ora in cui l'Spd tedesca, modello di tanti partiti fratelli, si avvita in una sconfitta epocale.

    D'altra parte, è anche vero che non esiste un equivalente italiano della Linke. L'estrema sinistra (Rifondazione, Comunisti italiani) fu sgominata l'anno scorso dall'esperimento veltroniano e non è più risorta. Quindi non costituisce oggi una minaccia. Sotto questo profilo sarà più facile per Bersani e D'Alema, probabili vincitori del congresso, procedere nel loro esperimento socialdemocratico. C'è da chiedersi, piuttosto, quale capacità avranno di costruire un sistema di alleanze capaci di portarli prima o poi alla vittoria elettorale. In Germania i centristi liberali si sono trovati senz'altro dalla parte del centrodestra. In Italia l'Udc ha rotto con Berlusconi, ma non ha stretto alleanze organiche con il Pd ed è ragionevole dubitare che lo faccia nel prossimo futuro. La collocazione naturale di Casini, alla pari con i liberali di Berlino, è nell'alleanza moderata e solo la peculiarità del caso italiano, con l'intesa tra Berlusconi e la Lega, rende complicata l'operazione.

    Sta di fatto che alla sconfitta della socialdemocrazia tedesca fa riscontro la perdurante debolezza del centrosinistra italiano. Il voto in Germania conferma che si tratta di un "trend" continentale, in cui sono coinvolti anche i socialisti francesi oltre ai laburisti inglesi. È una crisi di idee e di credibilità, in primo luogo. Ed è oggi la migliore assicurazione, se non l'unica, per il governo Berlusconi.



    IL PUNTO / Angela vola, l'Spd cade l'Italia resta a guardare - Il Sole 24 ORE
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  3. #93
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    Predefinito Rif: Speciale Elezioni Germania 2009

    Citazione Originariamente Scritto da Florian Visualizza Messaggio
    Guttenberg agli esteri sarebbe un'ottima scelta!
    Dipende.
    Ultimamente si stava ri-orientando e si stava avvicinando a posizioni maggiormente filo-russe... ma gli darei un altro ministero.
    Gli esteri, fossi nella Merkel, sarei tentato di non darli ad un politico quanto ad un rappresentante dell'industria tedesca, il quale senz'altro condurrebbe una politica fortemente eurussa.

  4. #94
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    Predefinito Rif: Speciale Elezioni Germania 2009

    Centrodestra di welfare e di governo

    di Sergio Romano

    Panorama, 30 Settembre 2009





    La vittoria dei cristiano-democratici nelle elezioni tedesche non è stata un trionfo, maAngela Merkel ha certamente vinto. È riuscita a sbarazzarsi di una fastidiosa convivenza con i socialdemocratici e avrà finalmente la «piccola coalizione» con i liberali che ha proposto al paese durante la campagna elettorale. Potrà quindi realizzare il programma liberista della sua precedente campagna, quattro anni fa, ed essere finalmente la signora Thatcher della Repubblica federale? Potrebbe, in teoria. Ma non accadrà.

    Il cancelliere conosce i limiti del suo mandato e sa che non è stata confermata nell’incarico per privatizzare, liberalizzare, deregolamentare e affidare alle leggi del mercato la soluzione dei problemi nazionali. Mai come oggi, dopo le crisi bancarie e la severa recessione degli scorsi mesi, i tedeschi sono stati altrettanto affezionati alla loro economia sociale di mercato. Sono disposti a sopportare qualche sacrificio e sono certamente numerosi quelli che temono l’eccessiva presenza dello stato nell’economia. Ma vogliono che il governo protegga l’occupazione e non intendono rinunciare alla rete di protezione sociale che il «Vater Staat», lo stato papà, ha creato negli ultimi sessant’anni.

    Non mi sembra particolarmente interessante, quindi, fare previsioni sul secondo cancellierato di Angela Merkel: sarà, come il primo, una pragmatica navigazione a vista fra gli scogli della crisi e quelli delle aspettative popolari.
    Più interessante, semmai, è cercare di capire perché l’elettorato europeo, in questo momento, preferisca votare la destra anziché la sinistra. È accaduto in occasione delle elezioni europee per il Parlamento di Strasburgo. È parzialmente accaduto in Portogallo, dove il Partito socialista di Mario Socrates conserverà il potere ma in condizioni di maggiore debolezza. E accadrà probabilmente in Gran Bretagna quando, fra qualche mese, il governo laburista di Gordon Brown dovrà sottoporsi al verdetto delle urne.

    Il capitalismo finanziario è sul banco degli imputati, i banchieri non godono di buona reputazione, la deregolamentazione è percepita come una minaccia piuttosto che un toccasana, il pendolo della storia oscilla nuovamente verso Keynes, Roosevelt, il New deal e gli interventi provvidenziali della mano pubblica. Ma gli elettori mandano a casa i socialdemocratici e chiedono di essere governati da coalizioni di centrodestra. Sta accadendo, in altre parole, esattamente il contrario di ciò che dovrebbe ragionevolmente accadere.

    Come spiegare questo paradosso? Esistono probabilmente due ragioni. In primo luogo il mercato, negli ultimi vent’anni, è stato la bandiera della «terza via» socialdemocratica, da quella di Tony Blair in Gran Bretagna a quella di Gerhard Schröder in Germania. E le politiche dei loro governi, soprattutto in Germania, hanno indebolito i partiti della sinistra di governo privandoli del sostegno di una parte dell’elettorato popolare.

    In secondo luogo le destre hanno rapidamente archiviato i loro programmi reaganiani e thatcheriani (spesso più declamati che realizzati) per adottare posizioni pragmaticamente centriste o addirittura, come nel caso di Giulio Tremonti, per bollare l’ideologia del mercato con il termine spregiativo di «mercatismo». È probabilmente questa la ragione per cui la socialdemocrazia europea, nelle sue diverse configurazioni nazionali, appare oggi meno credibile dei partiti moderati di centrodestra.




    Romano: Centrodestra di welfare e di governo - Opinioni - Panorama.it
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  5. #95
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    Predefinito Rif: Speciale Elezioni Germania 2009

    Germania, Saar: Jamaica Koalition, primo governo a tre Cdu-Fdp-Grüne

    Elezioni GERMANIA: NELLA SAAR PRIMO GOVERNO A TRE, CON CDU-FDP-VERDI

    (AGI) - Berlino, 11 ott. - Il quadro politico tedesco si arricchisce di una nuova costellazione, dopo che i Verdi della Saar hanno spianato oggi la strada ad un alleanza di governo “Giamaica” (dai colori nero-giallo-verde del paese caraibico, ndr), formato da Cdu, liberali della Fdp e Verdi. Al termine del loro congresso a Saarlouis i Verdi hanno infatti approvato con una vasta maggioranza di 117 delegati contro 32 ed un astenuto la risoluzione per l’avvio di consultazioni con gli altri due partiti. Se l’esito sara’ positivo, per la prima volta nella storia un land tedesco sara’ governato da una coalizione a tre.

    Nelle elezioni regionali del 30 agosto scorso la Cdu del governatore uscente Peter Mueller aveva perduto la maggioranza assoluta, crollando di 13 punti al 34,5 per cento, mentre anche la Spd aveva subito un forte salasso scendendo al 24,5 per cento. Il trionfatore del voto era stato Oskar Lafontaine, che dallo 0,8 per cento precedente aveva portato la Linke al 21,3 per cento, mentre i liberali avevano ottenuto un buon successo con il 9,2 per cento.

    L’ago della bilancia per la formazione di un qualunque governo, che non fosse quello di Grosse Koalition tra Cdu e Spd, sono diventati dunque i Verdi con il loro 5,9 per cento, che adesso hanno resistito alle lusinghe di Lafontaine e del leader socialdemocratico Heiko Maas per allearsi alla Cdu. Il presidente dei Verdi della Saar, Hubert Ulrich, ha spiegato l’impossibilita’ del suo partito di entrare in un governo di sinistra con Spd e Linke a causa dell’ombra troppo ingombrante che avrebbe gettato sulla coalizione un personaggio come “Oskar il rosso”.

    “Non ho la minima fiducia in quest’uomo e nel suo partito”, ha affermato Ulrich
    , secondo il quale proprio la recente decisione di Lafontaine di rinunciare a presiedere il gruppo parlamentare della Linke al Bundestag per concentrarsi sul lavoro politico nella Saar costituisce un ostacolo insormontabile. A suo avviso una coalizione rosso-rosso-verde avrebbe dovuto sentire su ogni decisione da prendere l’avviso di un “quasi governatore” Oskar Lafontaine. Nel Brandeburgo, invece, la Linke sta spianando la strada verso la formazione di un governo rosso-rosso con la Spd. Il presidente regionale della Linke, Kerstin Kaiser, al tempo della Ddr collaboratrice della Stasi, ha annunciato di rinunciare ad un incarico ministeriale, in caso di formazione di un governo di sinistra. Questa scelta dovrebbe facilitare al governatore uscente Matthias Platzeck di porre fine alla Grosse Koalition per insediare a Potsdam un governo rosso-rosso come quello della vicina Berlino. (AGI)



    Germania, i Verdi ripudiano il frontismo rosso di Lafontaine

    il VELINO Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale | Leggi l'articolo

    Berlino, 12 ott (Velino) - Oskar Lafontaine fa scappare i Verdi in Giamaica. Nella regione della Saar, il partito ambientalista a congresso a Saarlouis ha fatto morire sul nascere il primo governo rosso-rosso-verde in Germania. La profonda diffidenza verso l’imprevedibile ex presidente dell’Spd e attuale leader della Linke ha deciso ieri a larghissima maggioranza (117 no su 150 votanti) la bocciatura del progetto frontista da parte del congresso dei Verdi della Saar e la loro disponibilità a negoziare un governo regionale di coalizione con democristiani (Cdu) e liberali (Fdp). “Non ho la minima fiducia in quest’uomo (Lafontaine, ndr) e nel suo partito”, ha spiegato Hubert Ulrich, capo dei Verdi nella Saar. Se il tripartito Cdu-Verdi-Fdp andasse in porto, per la prima volta si realizzerebbe la formula “Giamaica” che prende il nome dal fatto che i tre partiti convergenti nell’inedita alleanza hanno gli stessi colori nero, giallo e verde della bandiera dello stato insulare dei Caraibi.

    Nel voto locale di fine agosto, il monocolore uscente democristiano è crollato dal 47,5 al 34,5 a fronte del vertiginoso successo della Linke (dal 2,3 al 21,3) propiziato soprattutto dal ritorno sul posto di Lafontaine con una imponente campagna elettorale molto personalizzata che esaltava la sua azione a capo del governo regionale dal 1985 fino al 1998, quando militava ancora nell’Spd. Lafontaine contava di ribaltare il quadro politico locale, anche per condizionare il dibattito nell’Spd sulla costruzione di un’alternativa di sinistra a livello nazionale dopo la vittoria del centro-destra nelle elezioni politiche del 27 settembre che hanno riconfermato il primato di Angela Merkel. In Turingia, dove si è votato due settimane fa per la Dieta regionale, l’Spd è lacerata tra i sostenitori e gli avversari di un governo locale con la Cdu anziché con la Linke. Nel Brandeburgo, pure appena uscito dal voto regionale, l’Spd invece appare intenzionata a rinnegare la coalizione con la Cdu per aprire all’estrema sinistra di Lafontaine. Il mosaico delle alleanze nei governi regionali è in movimento e avrà il suo peso sul battesimo della nuova nomenclatura socialdemocratica nel congresso in calendario a metà novembre a Dresda.

    Gli undici seggi della Linke nella Dieta di Saarbrücken avrebbero potuto assicurare una sicura maggioranza per la svolta a sinistra nella Saar insieme con l’Spd (13 seggi) e i Verdi (3 seggi). Il primo governo rosso-rosso-verde doveva essere a guida socialdemocratica e avrebbe finalmente tagliato il traguardo nella Saar un anno dopo essere abortito in dirittura d’arrivo nella regione dell’Assia per una rivolta all’interno dell’Spd. Stavolta, invece, la responsabilità di silurare il blocco di sinistra se la sono presa autonomamente i Verdi. I quali evidentemente guardano lontano. A livello regionale già governano con la Cdu nella città-stato (Land) di Amburgo dal maggio del 2008. I governi regionali determinano le votazioni del Bundesrat, che è il ramo “federale” del parlamento tedesco. “Giamaica è un progetto storico, non solo per il futuro della Saar, ma anche per gli sviluppi del quadro politico a livello nazionale”, ha annunciato Hubert Ulrich ai congressisti verdi di Saarlouis. Allarmati dalla crisi dell’Spd, gli orfani di Joschka Fischer cercano nuovi orizzonti per emanciparsi dal vecchio alleato.
    Ultima modifica di Bèrghem; 12-10-09 alle 18:23
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  6. #96
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    Predefinito Rif: Speciale Elezioni Germania 2009

    Coalizioni in Germania

    CDU-FDP: Repubblica Federale, Baden, Assia, Bassa Sassonia, Nord-Reno Westfalia, Sassonia
    CDU-GRUENE: Amburgo
    CDU-FDP-GRUENE: Saar
    CSU-FDP: Baviera
    SPD: Renania-Palatinato
    SPD-LINKE: Berlino, Brandeburgo
    SPD-GRUNEN: Brema
    CDU-SPD: Mecklenburg, Sassonia Anhalt, Schleswig-Holstein

    Ancora da formare: Turingia
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

 

 
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