…sei mesi assieme.
Pochi giorni fa Arturo Parisi, sulle riforme istituzionali, è sembrato assai più disponibile del Parisi mai tenero con Berlusconi; quando Fassino, pochi giorni fa, ha cercato di riflettere sulle domande cui il centrodestra aveva fornito una risposta, il politologo sardo-bolognese lo aveva accusato di cedimenti. Solo oggi, forse per tardiva polemica riguardante la vecchia storia del “calcio nel sedere” al premier del 1998, cosa che non sarebbe potuta succedere con un capo del Governo col potere di sciogliere le camere. E così ha ammorbidito la sua posizione.
Ma, probabilmente, da Bruxelles può essere arrivato un “avviso ai naviganti”. Attenzione, tra poco al Prodi presidente della Commissione europea si affiancherà il Berlusconi presidente di turno del Consiglio europeo.
In una fase chiave, quindi (si tratterà di condurre a termine la riforma delle istituzioni e l’allargamento dell’Unione) i due uomini politici italiani, che sono stati a lungo avversari, dovranno lavorare assieme.
Dal successo o dall’insuccesso registrato in questa fase dipendono il successo o l’insuccesso dell’azione europea di Prodi, che quindi ha bisogno di una tregua con Berlusconi.
D’altra parte se Berlusconi, in una posizione di grande prestigio, può esercitare un ruolo di primo piano nella definizione finale della Costituzione europea, è difficile negare o addirittura rifiutare che possa poi essere un interlocutore per le riforme istituzionali in Italia.
Considerato l’interesse (in misura minore di Prodi) del Cav. a un esito positivo del turno di presidenza europeo, c’è da credere che la tregua ha buone possibilità di realizzarsi.
Cosa che naturalmente non piace a tutti e spaventa molti, soprattutto chi è poco interessato alle leadership attuali, fino a sabotare il ruolo dell’Italia in Europa.
saluti