L'irrefrenabile vocazione all'imbroglio del teròn
(da IL GAZZETTINO)
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Sabato, 11 Gennaio 2003
Seicento napoletani "invadono" Padova
Finte attestazioni di residenza per pagare meno i premi assicurativi per la polizza RC Auto. Truffa scoperta
Nell'inconfondibile parlata partenopea, in giro, non si sentivano più discorsi del solito, in autobus, al bar, in piazza. Eppure, da alcune tracce, doveva essere in atto una specie di immigrazione di massa.Da dove arrivasse questa (presunta) ondata di neo-immigrati in provincia di Padova i carabinieri della compagnia di Cittadella hanno iniziato a chiederselo qualche mese fa. Centinaia di nuovi residenti, tutti provenienti da paesi attorno al Vesuvio, con diversi mestieri, gradi d'istruzione, livello di reddito. Ma tutti, indistintamente, proprietari di autoveicoli. Che, naturalmente, devono essere per obbligo di legge assicurati con la polizza "R.C.", carissima in provincia di Napoli, ritenuta dalle compagnie una delle più rischiose d'Italia in tema d'incidenti.Ecco allora pronto l'inghippo: perchè non assicurarsi in Veneto, che comporta premi molto più contenuti? Detto, fatto: grazie a un'oliatissima organizzazione truffaldina guidata da due pregiudicati campani, quasi seicento persone si sono "trasferite" tra l'Adige e il Brenta. Almeno sulla carta. V.N, 38enne di Mugnano e C.d.M di Giugliano, 39enne, con una lunga serie di condanne per reati del genere, avevano coinvolto come loro corrispondente M.B, un 43enne di Albignasego. E provvedevano, con altri cinque complici, a produrre atti falsi e scritture private mendaci per far figurare i loro clienti residenti in una provincia meno "esosa" dal punto di vista assicurativo. Già che c'erano gli automobilisti avevano provveduto a scalarsi inoltre diverse classi di "Bonus-Malus", comparendo come degli agnellini del volante quando in realtà il loro curriculum di incidenti li faceva sembrare più degli stuntman di Mergellina. Il risparmio a questo punto poteva raggiungere anche il 50\% rispetto ai costi che avrebbero dovuto sostenere, grazie alle fotocopie dei libretti di circolazione e ad autocertificazioni di cui le agenzie assicurative, più interessate alla percentuale di guadagno che a una verifica puntuale dei dati, si accontentavano volentieri. Con l'eccezione di un agente di Cittadella, che, messo in sospetto da questa "invasione" partenopea, ha raccontato i suoi dubbi ai carabinieri. Da qui gli investigatori sono risaliti, con un lavoro molto lungo e faticoso, al calderone colmo di fantasia criminale che aveva permesso l'allegra finta immigrazione, ricostruendo la posizione di ben 550 contraenti bugiardi, con la certezza che in realtà sono solo la punta dell'iceberg. I carabinieri si sono concentrati solo sull'organizzazione, mentre saranno le singole compagnie assicurative truffate, quasi tutte le principali società del ramo, a rivalersi, penalmente o civilmente sui furbi. Resta una certezza: i napoletani immigrati nel padovano non si erano nascosti, semplicemente non si erano mai mossi da casa loro.
Angelo Cimarosti
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Serenissimi saluti indipendentisti