Nel giorno del suo compleanno, Marco Pantani si fa l'unico regalo che in questo momento gli riesca gradito: scollina da solo, come ai bei tempi, i 1445 metri del Puig Major, la vetta più alta dell'isola di Maiorca, dove dal 6 gennaio si allena, e torna in albergo contento e frizzante mentre i suoi tre compagni d'avventura - Fontanelli, Clavero e Conti - rientrano con la lingua fuori e l'umore nero pece. "Volevo vedere se a 33 anni sono ancora capace di certe piccole sparate in salita - dice il Pirata divertito a gazzetta.it -. Il Puig Major non è il Mortirolo o l'Alpe d'Huez, ma è lungo comunque 15 km, che a un vecchietto come me possono far male". Poi, serio: "A me, che in questi giorni sento dentro grande entusiasmo e determinazione, ma che inevitabilmente fatico a ritrovare il colpo di pedale dopo quasi otto mesi di stop". L'ultima gara è datata 29 maggio 2002, quando dopo 105 km di sofferenza si ritirò dalla 16^ tappa del Giro, da Conegliano a Corvara in Badia, vittima della bronchite e di una condizione atletica mai sufficiente. Sembrò il punto di non ritorno di una crisi che dura da 2 anni, complice anche la squalifica di 8 mesi comminataglia dall'Uci per i fatti del Giro 2001 e che, in mancanza di un pronunciamento contrario da parte del tribunale sportivo di Losanna, il 25 gennaio, resterà in vigore fino al 17 aprile. "Invece ho ancora voglia di correre, questi mesi di assenza sono serviti per scavare dentro di me e ritrovare la serenità. Resto nelle Baleari fino a sabato, e le sensazioni migliorano giorno dopo giorno: sento di star bene di testa e di gambe".Con lui, oltre ai tre fedelissimi, c'è Davide Boifava, il team manager della neonata Scanavino che sta lavorando per restituire Pantani al ciclismo in una squadra che potrebbe avere come sponsor principale la Mercatone Uno di Romano Cenni, uno dei pochissimi che ha continuato a credere nel romagnolo anche nei momenti peggiori. "E io spero di ripagare chi mi sta aspettando: non prometto nulla, la fiducia va guadagnata, ma per me sarà importante ricominciare bene, quando finalmente mi sarà concesso di correre. Adesso chiedo molto, soprattutto a me stesso. Qui in Spagna metto chilometri nelle gambe e punto a perdere un po' di peso: è la base di una preparazione che dovrò rifinire a febbraio. Spero ancora di esordire alla Ruta del Sol, a metà febbraio, ma in ogni caso mi sto allenando per andar forte al Giro. Perché è quello il mio grande obiettivo, insieme col Tour. In questo momento preferisco non sognare, ma se chiudo gli occhi mi vedo a sfidare Armstrong sull'Alpe d'Huez. E' il desiderio mio e dei tifosi. Ma se non vado forte al Giro, al Tour non posso esserci".
da www.gazzetta.it