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  1. #11
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    mai fare i conti senza l'oste, non ve l'hanno mai insegnato?

  2. #12
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    Certo ... mai fare i conti senza l'oste !
    Anche perche' si parla di "tariffe" ancora prima che parta la realizzazione dell'opera ... e ancora non si e' certi se e quando sara' terminata.
    Ma se pero' fosse vero il ragionamento dei 10 € ... allora sarebbe un piccolo contributo ... alla lotta all'inflazione.

  3. #13
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    Il Ponte sullo Stretto di Messina: qualche riflessione sulla base dell'esperienza di Eurotunnel

    di Giovanni Pizzo

    In questi giorni, con la presentazione dello studio di impatto ambientale, è tornato di attualità il tema del Ponte sullo stretto di Messina e si sono riaccese le dispute fra i sostenitori dei diversi punti di vista. La gente appare disorientata di fronte ad un argomento molto delicato che viene dibattuto con argomentazioni molte volte strumentali e populistiche.

    Il Governo ha affidato molte delle sue carte per rimettere in moto l'economia alle grandi opere pubbliche, cosa che noi Repubblicani abbiamo ritenuto lodevole; ma non dobbiamo dimenticare che le politiche di sostegno della domanda attraverso gli investimenti pubblici non debbono trascurare il fattore dell'equilibrio territoriale che, nel nostro paese costituisce un problema storico. Su questo secondo aspetto il Governo non sta operando in modo soddisfacente: non si vede traccia di organiche politiche di sviluppo per il Mezzogiorno ed in particolare proprio sul tema del recupero delle gravi carenze del sistema infrastrutturale. La quasi totalità dei grandi cantieri aperti o in procinto di esserlo, si trova al Nord ed i Ministri maggiormente impegnati (Lunardi e Tremonti) hanno qualche particolare propensione verso quella parte del Paese, cui non fa adeguato contrappeso il Vice Ministro Gianfranco Miccichè.

    L'accelerazione che il Governo ha impresso per la realizzazione del Ponte, in un quadro di scarsa chiarezza rispetto ai costi ed alle responsabilità legate alla realizzazione delle infrastrutture di collegamento che lo potranno rendere economicamente efficace, finisce con l'apparire una sorta "donazione riparatrice" che mette a posto la coscienza "meridionalista" di questo Governo, peraltro senza oneri a carico dell'Erario, visto che il Ponte (ma solo quello) lo dovrebbero realizzare i privati.

    Noi diciamo chiaramente che il ponte non deve essere l'ennesima cattedrale nel deserto, perché così non serve a risolvere i problemi del mezzogiorno; di contro pensiamo che possa costituire un formidabile volano di sviluppo se diventa l'elemento trainante di un disegno organico di sviluppo del sistema dei trasporti terrestri di tutto il meridione, ed in particolare dei trasporti su ferro.

    A questo proposito è bene tenere presente l'esperienza dell'Eurotunnel, il collegamento fra Inghilterra e Francia sotto la Manica. E' di questi giorni la notizia (il sole 24 ore del 11 febbraio) che la società Eurotunnel nel 2002 per la prima volta da quando è stata costituita (1986) ha chiuso con un utile (508 milioni di euro) e gli interessi finanziari (470 milioni di euro) sono stati coperti dal cash-flow. La società tira un sospiro di sollievo anche se l'attività è ancora molto lontana dagli obbiettivi prefissati sui quali erano stati effettuati i calcoli di redditività dell'investimento (25 miliardi di euro). Il traffico passeggeri (6,6 milioni di unità nel 2002) è inferiore della metà rispetto a quello previsto, mentre le merci trasportate (700.000 tonnellate) sono meno di un terzo delle previsioni. Per tentare di rivitalizzare l'interesse per il tunnel la società eurotunnel sollecita le ferrovie inglesi e francesi a "spingere" con campagne a favore del trasporto su rotaia. Altri elementi su cui si punta sono costituiti dagli investimenti che Francia, Olanda e Belgio hanno programmato per l'alta velocità.

    Il messaggio ci sembra molto chiaro: senza una continuità infrastrutturale il solo collegamento realizzato con il ponte potrebbe essere contrastato in modo efficace dal sistema di traghettamento tradizionale, proprio come è accaduto alla società eurotunnel; la chiave del successo sta nel collocare una tale opera nell'ambito di un "sistema" da rendere complessivamente preferibile e per il quale l'opera stessa costituisce l'elemento di traino. Ma queste cose sono state dette in modo inequivocabile anche dall'Advisor che ha redatto lo studio di fattibilità economica dell'investimento ponte di Messina.

    Quindi bisogna essere più chiari: non si tratta di parlare solo del ponte che accende le fantasie degli elettori e potrebbe essere realizzato con capitali privati: il Governo dovrebbe contemporaneamente prendere precisi impegni con programmi dettagliati e risorse finanziarie certe per realizzare il complesso di infrastrutture stradali e ferroviarie per la Campania, la Calabria e la Sicilia che dovranno costituire il "sistema" senza il quale il ponte non reggerebbe alla concorrenza dei traghetti; solo in questo modo, peraltro, si potrà assicurare ai Soggetti privati che si dovrebbero accollare l'onere della realizzazione del ponte il flusso di utenti necessario a sostenere l'investimento.

    Non vorremo trovarci fra una decina di anni davanti alla necessità di qualche salvataggio di stato per la società concessionaria del ponte senza clienti; è certamente più intelligente utilizzare i soldi per realizzare le infrastrutture collaterali e rendere redditivo l'investimento dei privati, piuttosto che spenderli per pagare il ponte.
    -----------------------------------------
    tratto dal sito web del

  4. #14
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    Predefinito tratto da IL GIORNALE DI CALABRIA 4 marzo 2003


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    Pri: da solo il Ponte sullo Stretto sarà una cattedrale nel deserto

    MESSINA - Il Ponte sullo Stretto di Messina, “in assenza di adeguate scelte strategiche” e se non sarà inserito in un sistema integrato dei trasporti, “rischia di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto”. È quanto si legge in un documento della direzione regionale del Partito Repubblicano Italiano. “Senza la necessaria continuità infrastrutturale - si legge nel documento - il solo collegamento realizzato con il ponte potrebbe risultare poco competitivo con il sistema di traghettamento tradizionale. Occorre perciò collocare l’opera all’interno di un moderno ed avanzato sistema dei trasporti, complessivamente preferibile, di cui il ponte diventa l’elemento di traino”. Secondo la direzione del Pri calabrese il governo, di cui viene giudicato “insufficiente” l’impegno per il Sud, “deve assumere a tal proposito precisi impegni con programmi dettagliati e risorse finanziarie certe per realizzare il complesso di infrastrutture stradali e ferroviarie per la Campania, la Calabria e la Sicilia che dovranno costituire il sistema senza il quale il ponte non reggerebbe alla concorrenza dei traghetti. Solo così - si fa rilevare - si potrà assicurare ai soggetti privati che si dovrebbero accollare l’onere della costruzione del ponte il flusso di utenti necessario a sostenere l’investimento”.

  5. #15
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    Infrastrutture: venerdì Lunardi a Reggio Calabria

    Riunione su Ponte Stretto, autostrada e Porto di Gioia Tauro

    REGGIO CALABRIA - Il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, sara' venerdi' prossimo, 2 maggio, a Reggio Calabria dove presiedera' una riunione sulle piu' importanti opere pubbliche che interessano la Calabria. Nel corso della riunione, che si terra' in Prefettura, si parlera', in particolare, del ponte sullo Stretto, dei lavori di ammodernamento dell' autostrada Salerno-Reggio Calabria e della situazione del porto di Gioia Tauro. All' incontro parteciperanno il presidente della Giunta regionale, Chiaravalloti; l' assessore regionale ai Lavori pubblici, Misiti; i prefetti della Calabria ed i presidenti ed i sindaci dei cinque capoluoghi di provincia. Il ministro Lunardi, secondo quanto ha riferito la Prefettura di Reggio Calabria, sara' accompagnato dal viceministro Tassone e dai sottosegretari Viceconte e Nucara (Ambiente). Dopo un incontro con i giornalisti, che fara' seguito alla riunione, il ministro Lunardi si trasferira' nel pomeriggio a Gioia Tauro per presiedere una riunione promossa dal presidente dell' Autorita' portuale, Guacci.

    Reggio Calabria, 29 aprile (ANSA)

    tratto da --->

  6. #16
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    Milano sabato 7 giugno h. 8.00-13.00
    Unione del Commercio e del Turismo
    della Provincia di Milano (Sala Orlando)
    Corso Venezia, 48

    Convegno
    "Il Ponte sullo Stretto.
    Un progetto per un nuovo futuro"

    Organizzato da:
    Associazione Federativa Circoli Calabresi

    Con il patrocinio di:
    Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
    Regione Lombardia
    Regione Calabria
    Provincia di Reggio Calabria
    Comune di Messina
    Comune di Reggio Calabria
    UnionCamere

    Realizzato con il contributo di:
    Fondazione CARIPLO
    Camera di Commercio di Milano
    UnionCamere
    Regione Calabria
    Provincia di Reggio Calabria
    Comune di Reggio Calabria
    Comune di Messina
    ASSIGECO Srl - Assicurazioni

    Sarà presente il sottosegretario all'Ambiente on. Francesco Nucara
    tratto dal sito web del

  7. #17
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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 29 luglio 2003

    tratto da L'OPINIONE 29 luglio 2003

    Ancora dubbi sul ponte sullo Stretto

    di Fiorenzo Grollino

    Il ponte sullo stretto di Messina: croce e delizia degli italiani, e delle popolazioni di Calabria e Sicilia in particolare. Il ponte è ormai argomento che interessa non solo il Paese Italia ma anche l'Unione, nell'ambito dei grandi network di trasporto transeuropeo per un più equilibrato sistema di trasporto nell'ambito del mercato interno, che oramai supera i 400 milioni di utenti. L'opportunità o meno di realizzare il ponte oggi non va certamente vista sulla base di una rivincita verso il resto dell'Europa, né sul piano di un esasperato localismo che vuole imporre un'opera di dimensioni mondiali per una sorta di riscatto di due regioni che navigano agli ultimi posti della graduatoria delle regioni europee. Questo perché non basta dire: "facciamo il ponte" o "il ponte si deve fare", con il visceralismo di chi si è visto più volte penalizzato e messo da parte nelle grandi scelte nazionali, ma occorre riflettere e considerare se nell'attuale situazione di assoluta carenza d'infrastrutture di trasporto nel Mezzogiorno d'Italia, ed in particolare nelle due regioni interessate, il ponte assolva ad una reale ed effettiva funzione di sviluppo per questa parte del Paese che non possiamo non definire con gli stessi termini dell'Ue: "periferica e insulare", e potenziale beneficiaria di speciali provvidenze comunitarie, di cui anche altri Paesi hanno beneficiato e continuano a beneficiare.

    Il ponte, poi, non può e non deve essere imposto dall'alto, ed in particolare da potentati economici, che vedono in esso una grande occasione di business, ma deve essere un fatto sentito dalle popolazioni direttamente interessate. Non si può certamente correre il rischio di realizzare un ponte, che le popolazioni locali nelle attuali condizioni rifiutano, per non fare un dispetto a Ciucci e a Zamberletti (direttore generale e presidente della società per il ponte sullo stretto di Messina), ma piuttosto per ragioni obiettive legate al contesto paesaggistico-ambientale; all'assenza d'infrastrutture di trasporto a cui collegare il ponte stesso; ad una spesa imponente che per lo stato è senza ritorno e che potrebbe essere destinata a realizzare altre infrastrutture che mancano o sono deficitarie.
    Sono queste le tre buone ragioni per le quali la popolazione di Villa San Giovanni si oppone con forza e ragione alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, ragioni che hanno consentito alla cosiddetta lista "contro il ponte" di vincere al primo turno le ultime elezioni amministrative. Ciò è molto importante e significativo, perché la lista che ha vinto è espressione dei villesi che, votandola, hanno bocciato il progetto del ponte. La recente decisione del consiglio comunale di Villa, sfavorevole al progetto, dimostra chiaramente che il voto amministrativo è stato frutto di una precisa volontà dell'elettorato, senza condizionamenti di sorta: una decisione libera e democratica confermata a pieni voti l'altra sera in consiglio comunale.

    La decisione presa dal consiglio della cittadina sullo Stretto, direttamente interessata alla costruzione del ponte, è una decisione "storica", come ha scritto "il Quotidiano" della Calabria, perché i villesi si sono a ragione riappropriati del diritto di decidere del loro destino, in quanto, come è stato molto opportunamente rilevato dal consiglio comunale, "il comune di Villa San Giovanni non è stato in alcun modo consultato nel procedimento di approvazione del progetto preliminare né ad esso è stato consentito di rappresentare le effettive esigenze della collettività locale".
    La gravità del comportamento di chi ha gestito "l'operazione ponte" è chiara e non ha bisogno di commenti, perché i rappresentanti dei villesi, eletti democraticamente, dovevano essere comunque sentiti, quali portatori degli interessi e delle ragioni della comunità in questione. Nella circostanza, però, non c'è stato "un tavolo di lavoro e di consultazione" per un confronto con i diretti interessati, cosa che è stata accuratamente evitata perché forse già si conosceva l'orientamento della collettività cittadina, nonostante la quale le buone regole della dialettica e del confronto dovevano essere comunque rispettate. Dico di più, queste ragioni possono essere anche sbagliate o non adeguate all'obiettivo che si intende perseguire, però non possono essere disattese, ponendo in essere una condotta di sfida nei confronti di chi ha "il diritto di interloquire".

    Non desidero entrare nel merito del preannunciato ricorso al Tar della Calabria contro l'emananda delibera del Cipe del prossimo 8 agosto, perché, come giurista, sono aduso a valutare un documento solo quando è venuto in esistenza; però, desidero dire che il ricorso non sarebbe infondato e che sussisterebbero i requisiti dell'urgenza e del "fumus boni juris" perchè venga sospesa l'esecuzione dell'eventuale delibera governativa. Perché? Perché la costruzione del ponte, nell'attuale contesto del sistema di trasporto calabro–siculo, ancora a livello borbonico, a prescindere dalla problematica ambientalistica, non servirebbe a nulla, anzi aggraverebbe l'attuale stato del trasporto stesso con il forte richiamo che eserciterebbe su milioni di europei che, da turisti, verrebbero a farsi una passeggiata sullo stretto. Non credo debba essere questa la funzione di un ponte, come quello che dovrebbe collegare le due sponde di Villa e Messina, il cui costo aumenta di giorno in giorno, al pari di quello del treno ad alta velocità.
    Ecco perchè costruire il ponte oggi sarebbe un errore grave, anzi gravissimo, il ponte dovrà essere costruito non appena sarà realizzato un sistema di trasporto moderno e funzionale, non appena scomparirà l'obbrobrio della SS 106 ionica (che in alcuni punti è "una mulattiera") e verrà deciso cosa fare della strada ferrata Taranto–Reggio Calabria, non appena verranno eliminate tutte le strozzature viarie e ferroviarie e la Sicilia finalmente avrà quel sistema di trasporto che oggi non ha, tanto che per percorrere la tratta ferroviaria Palermo–Messina occorrono 4 ore circa.

    Verrà questo giorno anche per il ponte, perché è nei programmi dell'Unione realizzare un network di trasporto continuo ed ininterrotto, che non abbia strozzature periferiche come quella dello "Stretto di Messina".
    Questo dipende anche dai calabresi e dai siciliani che, non riuscendo ad utilizzare i fondi comunitari, potrebbero impiegarli per ammodernare il loro sistema di trasporto.
    Così come, il governo italiano, avendo in questo momento la presidenza dell'Unione europea, potrebbe assumere l'iniziativa di far inserire "il progetto Ponte sullo Stretto di Messina" nella lista dei grandi progetti comunitari che la Commissione Van Miert sta completando in stretto collegamento con la Commissione europea ed il Consiglio Ecofin, che ha preso in considerazione un maggiore impegno della Bei per il finanziamento delle grandi reti transeuropee, mediante l'attuazione di nuove formule finanziarie per il loro completamento, al fine di migliorare il funzionamento del grande mercato comune europeo.

  8. #18
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    La Malfa e Nucara: riunione con il Pri di Calabria e Sicilia

    Il segretario nazionale del Partito Repubblicano, nonché sottosegretario al Ministero dell'Ambiente, Francesco Nucara, e il presidente del partito e presidente della Commissione Finanze della Camera, Giorgio La Malfa, incontreranno sabato 2 agosto, alle ore 12,00, presso il Grand Hotel Altafiumara nel Comune di Villa San Giovanni (Reggio Calabria), le direzioni regionali del Pri della Calabria e della Sicilia. La riunione sarà allargata ai rappresentanti istituzionali delle due Regioni. Tema dell'incontro è "Le proposte del Pri per lo sviluppo integrato dell'area dello Stretto". Titolo che chiarisce l'ottica in cui il Pri intende affrontare la questione del Ponte sullo stretto di Messina, vale a dire come un tassello nell'ambito di una più generale politica di rilancio delle grandi opere pubbliche ed inserito in un piano organico di sviluppo del sistema della mobilità nel Mezzogiorno. Lo schema di questa prospettiva è stato già tracciato in un editoriale apparso sulla "Voce", ove si sottolineava come "il Ponte non deve essere l'ennesima cattedrale nel deserto", bensì un importante volano di crescita nell'ambito di un disegno organico di sviluppo del sistema dei trasporti di tutto il meridione, con un riguardo particolare ai trasporti su ferro.

    Oggi il Cipe, presieduto dal presidente del Consiglio Berlusconi darà il via libera al progetto relativo al Ponte sullo Stretto: dopo il parere positivo, relativo alla Valutazione di impatto ambientale, espresso dalla Commissione speciale del Ministero dell'ambiente, il progetto preliminare con l'esame del Cipe entra nella fase esecutiva

    tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

  9. #19
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    Ponte sullo Stretto, l'ok del Cipe

    Approvato il Piano per Bagnoli

    Il Cipe ha approvato ieri il progetto preliminare del "collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente". In pratica si tratta del Ponte sullo Stretto: nel dettaglio il progetto rappresenta l'aggiornamento del progetto di massima del 1992, e recepisce sia le indicazioni del Comitato tecnico scientifico istituito dal Ministero delle infrastrutture nel febbraio 2002, sia le raccomandazioni formulate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici in sede di approvazione nel 1997, sia le ulteriori modifiche che si sono rese necessarie per l'adeguamento alla nuova normativa in materia di sicurezza, progettazione stradale e di contenuti dello studio di impatto ambientale.

    La scelta è quella del ponte sospeso a campata unica di lunghezza pari a 3300 metri con un "impalcato" di complessivi 3666 metri e una larghezza di 60. La sezione stradale è composta da tre corsie per ogni carreggiata, la sezione ferroviaria comprende due binari. Inclusi nel progetto i raccordi stradali e ferroviari sui due versanti. Il limite di spesa relativo alle opere e alle misure mitigatrici e compensative dell'impatto ambientale, territoriale e sociale è stato fissato in 130 milioni di euro, mentre il costo complessivo di "mera costruzione", collegamenti inclusi, è di 4684,3 milioni di euro. Lo schema di finanziamento non prevede oneri a carico dello Stato. Inoltre, come precisato nella nota di sintesi del Ministero delle infrastrutture, "si ravvisa la necessità di promuovere, prima della stipula della convenzione con Stretto di Messina spa, la sottoscrizione di un Accordo di programma volto ad assicurare il miglior coordinamento delle azioni necessarie per la realizzazione dell'opera".

    In settimana, inoltre, le Commissioni Ambiente di Camera e Senato hanno dato parere favorevole al piano di completamento del recupero ambientale dell'area industriale di Bagnoli; il governo era rappresentato in parlamento dal sottosegretario all'Ambiente Francesco Nucara. Un decreto comprendente anche interventi per la bonifica di ex aree estrattive di sette Regioni italiane, anche se la quasi totalità delle risorse finanziarie è destinata a Bagnoli: 151 milioni di euro gli impegni finanziari complessivi. E, secondo Nucara, il recupero ambientale di questa vasta area va nella direzione di un beneficio non solo per l'area napoletana ma per tutto il Paese. Grazie a tali interventi Napoli, fra le altre cose, sarà in grado di ospitare la prossima Coppa America.

    tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

  10. #20
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    Il Pri e il Ponte sullo Stretto/Le dichiarazioni di Giorgio La Malfa

    Obiettivo infrastrutture

    Riproduciamo un servizio, a firma di Vinicio Leonetti, sull'incontro che si è svolto, il 2 agosto 2003, a Villa san Giovanni, fra Giorgio La Malfa, Francesco Nucara e le direzioni regionali del Pri di Sicilia e Clabria. Il tema era il Ponte sullo Stretto. L'articolo è stato pubblicato dalla "Gazzatta del Sud" in data 3 agosto 2003.

    Sotto il grande pilone di Santa Trada il Pri pensa al dopo-Ponte. E lo fa ai massimi livelli, con il presidente Giorgio La Malfa e il segretario Francesco Nucara, ma anche con i segretari regionali delle due sponde, il calabrese Vincenzo Mazzei e il siciliano Pietro Currò. Il giorno dopo che il Cipe ha detto sì al progetto preliminare del Ponte sullo Stretto un pezzo di governo col sottosegretario Nucara e una trance di parlamento col presidente della commissione Finanze La Malfa si pronunciano sul Ponte: "È di grande importanza se completa un programma d'infrastrutturazione del Mezzogiorno". Ma senza trionfalismi, anzi con il piglio critico del presidente, "pare che il governo stia facendo sul serio", e del segretario, "ci vuole più attenzione verso la Calabria". Ma perchè il Pri riunisce la sua nomenklatura sullo Stretto? La Malfa spiega: "Il ritorno del partito comincia per fortuna proprio dal profondo Sud, in Sicilia e in Calabria, dove oggi ci sono i risultati migliori". Nelle provinciali di maggio a Messina, Trapani e Palermo l'Edera ha fatto il pieno; a Reggio ci sono, oltre al sottosegretario all'Ambiente Nucara, il vicesindaco Giovanni Rizzica e il consigliere regionale Vincenzo Pisano. E i repubblicani, dopo le prime battute politiche, diventano subito operativi perché loro il Ponte lo vedono già in costruzione: bisognerà stabilire dove sarà il quartier generale. E aggiungono: enti locali e imprenditori, invece di perdere tempo col braccio di ferro tra i sì e i no, farebbero meglio a investire in infrastrutture, perché arriveranno almeno tremila persone per costruire l'opera, e ci resteranno per un decennio. Dove e come li ospiteremo? "Il Ponte è ormai una realtà anche per l'Europa, ed il 30 giugno scorso l'ha dichiarato anche il commissario Van Miert", sottolinea Nucara, "e non sarà il sindaco di un piccolo comune a fermare quest'opera". Un siluro a Rocco Cassone, primo cittadino di Villa San Giovanni contrario al Ponte. Pensa al "day after" del Ponte anche il vicesindaco reggino Rizzica: "Bisogna creare l'area integrata dello Stretto, e contrariamente a dieci anni fa quando il ministro Tognoli stanziò i finanziamenti finiti nel dimenticatoio, questa volta le forze politiche sono pronte". E con la mafia come la mettiamo? La Malfa è deciso: "Quella vuole mettere le mani su qualunque opera. Ma se per questo lo Stato deve restare sottosviluppato non va bene. È una preoccupazione giusta ma non dev'essere un deterrente". E da che parte starà il Pri se le coalizioni sceglieranno di presentarsi al voto europeo del prossimo anno con i listoni? Ancora il presidente: "In Europa sono tre le grandi correnti di pensiero politico: al centro i democristiani, a sinistra i socialisti, in mezzo i liberaldemocratici. Noi siamo fra questi ultimi. E se non ce lo impediscono con la forza ci presenteremo da soli e col simbolo dell'Edera".


    tratto dal sito web: http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

 

 
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