Indulto ai picciotti: scoppia il caos nei Poli


Fi vota, con l'appoggio dei Ds, un emendamento che estende l'atto di clemenza alla manovalanza della mafia. Oggi la retromarcia. La Loggia: "Una mostruosità da eliminare". E saltano i capigruppo di An e della Quercia.
di Franco Chirico

ROMA - Ora che il mezzo pasticcio è fatto, tutti cercano di correre ai ripari. Così l'errore marchiano che ieri sera ha fatto si che la Commissione Giustizia della Camera estendesse l'indulto anche ai cosiddetti manovali della mafia viene adesso censurato un po' da tutti. Fioccano dunque le prese di distanza, i distinguo e anche alcune dimissioni.

L'aver votato in massa e in modo trasversale un emendamento che concede lo sconto di due anni di pena a chi ha materialmente compiuto i crimini di Cosa Nostra (escludendo dai benefici soltanto i boss che ne sono in genere i mandanti) è stata sicuramente una svista generale. Dovuta magari alla scarsa concentrazione o a quella diffusa distrazione che coglie i deputati sul finire del giovedì, quando l'ora del rientro al collegio natio si avvicina a larghi passi. D'altronde basta pensare che l'emendamento galeotto che alla fine è stato votato anche da Alleanza Nazionale è stato presentato dall'azzurro Nino Mormino ricalcando fedelmente quello che solo poche ore prima aveva presentato un altro deputato di An, Enzo Fragalà. Lo stesso cioè che era costato però a quest'ultimo una reprimenda sferzante dal suo capogruppo Ignazio La Russa, nonché l'abbandono della carica di capogruppo in commissione.

E comunque a dimostrare quanto sia vasto il pentimento (e l'imbarazzo) per questo infortunio corale bastano e avanzano gli atti di contrizione che si sono succeduti fra ieri sera tardi e oggi. Nei Ds lo sconcerto dei primi momenti è stato ben presto rimpiazzato da una sorta di autoflagellazione a mezzo stampa. Così se Anna Finocchiaro a caldo cercava di limitare i danni, argomentando che il suo partito aveva proposto emendamenti che escludevano dall'indulto i "piccioti" di mafia (cercando un po' paradossalmente di sorvolare sul fatto che poi i Ds avevano però maldestramente detto si ad un altro che proponeva il contrario), solo più tardi il capogruppo in Commissione Giustizia della Quercia Danilo Bonito ammetteva esplicitamente l'errore del proprio partito. E la sua contrizione arrivava stamattina a fargli decidere di dimettersi dall'incarico legislativo fin lì svolto. Anche se poi il capogruppo a Montecitorio dei Ds Luciano Violante, pur stigmatizzando la topica, gli rinnovava la stima sua e dei colleghi di partito.

Nel frattempo il voto incauto di ieri sera veniva condannato da tutti. Lo facevano sia il ministro azzurro degli Affari Regionali Enrico La Loggia, sia il suo compagno di partito e capogruppo in Commissione Antimafia Roberto Centaro, sia l'altro onorevole siciliano di Forza Italia Carlo Vizzini. E non mancava chi, come il ministro Castelli, ne approfittava per toglieresi qualche sassolino. "L'errore di Bonito? Forse anche stavolta era impegnato a scrivere un comunicato contro di me e non si è accorto di quello che stava succedendo in commissione''.

Ma le critiche più sferzanti venivano da chi, in entrambi gli schieramenti parlamentari poteva vantare in qualche misura una sorta di verginità sulla vicenda. Così già ieri sera a nome della Margherita Giuseppe Fanfani parlava di un voto che è "un vero scandalo", ma non poteva poi non ammettere che il suo partito non lo aveva avallato perché aveva disertato la seduta convinto che fosse stata aggiornata. Dal canto suo il portavoce di An Mario Landolfi oggi ha diffuso un comunicato quasi indignato in cui parla di "pericolose acrobazie che sconfessano gli impegni assunti dai parlamentari della Casa delle libertà in materia di sicurezza, legalità e certezza della pena". Chiaro il riferimento ai deputati dei partiti alleati, ma anche a quella fetta di membri di Alleanza Nazionale che, più o meno inavvertitamente, hanno detto sì all'emendamento incriminato.

Ora comunque c'è tempo per rimediare. E così quando la settimana prossima il testo-base sull'indulto verrà licenziato per l'aula è probabile che si sia già riusciti a riparare la clamorosa svista. In ogni caso ci sarà sempre tempo in Aula. Ammesso che l'indulto ci arrivi veramente; e che quindi subentri a quell'indultino che per ora va' avanti col suo iter d'Assemblea.

(17 GENNAIO 2003, ORE 14:10, aggiornato alle 17:00)